Ombre e rughe su tela

Io sento di vivere bene questi miei 40 anni.

C’ho questo vizio di non sentirmi grassa, di non sentirmi brutta. Mi sono accorta pure di aver raggiunto un buon equilibrio mentale, si perché la mia lucidità è stata messa più volte alla prova durante questo 40° anno della mia vita che vorrei poter dire il più difficile, ma per scaramanzia lo definisco “un anno difficile”.

Per qualche scherzo del destino, l’anno scorso nel giorno mio onomastico, mia madre è stata operata urgentemente, o meglio è stata salvata urgentemente, tutto sembra più bello quando le operazioni hanno un lieto fine.

Invece, no.

Quest’operazione ci ha rivelato quello che non avrei mai pensato potesse succedere: Mamma ha quel brutto male che non riesco nemmeno a pronunciare. Non ci riesco perché la mia lucidità non me lo permette. Non so se sia il caso di usare la parola “lucidità ” perché io per farmi fess e cuntent cerco di sfuggire dalla realtà. Poi però se qualcuno mi chiede di mamma, ritorno al pensiero che non mi sono svegliata da un brutto sogno, io vivo in quell’incubo. L’agonia più tosta da affrontare è quella di vedere la propria madre soffrire e non poter fare niente.

Mi fanno compagnia le notti insonni e la camomilla alla melatonina. Un quaderno dove butto via tutti i pensieri che ho per la testa, fogli pieni della mia negatività. Nonostante tutto, devo purtroppo affermare che episodi come questi hanno sempre avuto effetti positivi su di me o sono io che cerco di vederla così. A me che sento sempre il bisogno di sentirmi la più piccola, hanno dato la consapevolezza di dover diventare grande. Tempo fa lessi che bastano pochi minuti di pianto per sfogare il proprio dolore, la parte restante dipende da noi. Questa é la tecnica che mi aiuta a riprendermi nei miei giorni no. Anche perché ho capito che piangere mi affatica. All’inizio non potevo farne a meno, finché un giorno capitò davanti a mio figlio. Mi venne vicino come se avesse sentito il mio stesso dolore, dicendo “mamma” con un suono così empatico, quasi come se volesse confortarmi. Quel momento mi fece comprendere che non potevo concedermi quel lusso di sentirmi piccola, sono una mamma. Da allora credo di essere cambiata veramente.

La mia lucidità mentale mi dice che devo vivere un giorno alla volta, mi dice di abbandonare i miei continui sensi di colpa, che non posso fermare la mia vita perché devo sentire il dovere di sentirmi grande, é mio figlio che ha il diritto di sentirsi piccolo. Verrà il giorno in cui smetterò di dare la colpa a Dio per non aver dato a mia madre la serenità che merita, verranno quelli in cui mi concederò una pausa dalle distrazioni e piangerò più di quel minuto concesso.

La differenza tra..la vita di una madre e quella di una single

L’idea di scrivere su questo argomento nasce da un post più volte notato sulla mia home dei social, si tratta di una foto nella quale una mamma deride chi senza figli esclama di non avere tempo.

Il tipico post ironico in cui capita di imbattersi più volte, ma che tra i tanti si è fermato nella mia mente con un punto interrogativo che soltanto diventando madre mi ha dato tutte le risposte.

Confrontandomi con una mia carissima amica (che tra l’altro vi consiglio di seguire, va pazza per i reel di instagram e li usa sapientemente, divulgando le tante e appetitose ricette della sua nonnina)..dicevo, condivise questo post e si scatenò l’inferno tra i commenti di mamme contro single.

A me ritornò subito in mente, quando lessi questo post ai tempi in cui ero una single e effettivamente ricordo che provavo un certo fastidio, non so come spiegarlo, una sorta di pizzico a tradimento. Cercando di attivare il pulsante dell’empatia, io da single mi sentirei un tantinello sminuita rispetto al ruolo di una madre, ma con questo articolo vorrei analizzare le vite di entrambe per trovare quel commento che non sono riuscita a lasciare a quel post.

Premetto che ogni fase della vita di una donna va rispettata, hanno entrambe vite con tutti i fattori determinenti il culmine dello stress, ma vediamo cosa le differenzia l’una dall’altra:

MADRESINGLE
– Oltre al pargoletto, ha un marito.– Ha solo se stessa a cui badare*(guardare ultima riga)
– Potrebbe anche lavorare? massì mettiamocelo..– Lavora
– Dieta perenne post parto, zero tempo a disposizione per attività sportiva, provate a combattere la dieta con una piccola peste che si prende fino all’ultima energia mentale..e purtroppo non fisica, che avete! *(guarda ultima riga)– Combatte con la dieta per tenersi sempre in forma, può ricavare una parte della giornata da dedicare all’attività sportiva.
– Tempo libero?..più che tempo libero è libertà vigilata, quando il pargolo dorme o il massimo proprio della vita spericolata quando cominciano ad andare a scuola!!!
ATTENZIONE: trattasi di tempo impiegato lavorando come casalinga o come impiegata, oppure quella volta al mese dal parrucco o dall’estetista in compagnia dell’ansia di non riuscire a tornare in tempo a casa per preparare il pranzo/cena per la family!*(guarda ultima riga)
– Tempo libero: aperitivo, apericena, brunch, spa, shopping, sport, estetista, parrucchiere..ect.
– Cura della persona: combatte quotidianamente con i minuti contati da riservare ad una semplice skin care, una doccia senza avere continuamente le allucinazioni di un bimbo che piange, non avete idea di quante volte si accende e si pegne il phon mentre una mamma si asciuga i capelli! mantenere una dignità indossando look inabbinabili sempre più vicini al pigiamino style. – Cura della persona: skin care che include 5 creme per il viso, maschera scrub, fanghi e massaggi al corpo di ogni tipo, sempre al passo con la moda.
– Sonno: almeno per i primi 3/4 anni di vita dei pargoli non esiste una notte trascorsa interamente a dormire! Ad eccezione di alcuni casi, il 70% dorme sogni tranquilli.
* il discorso per la mamma, ovviamente non riguarda chi ha l’aiuto dei nonni o una baby sitter. *spesso c’è chi ha uno o più familiari di cui prendersi cura.

La tabella potrebbe sembrare che dia ragione al clan delle mamme esaurite, ma in realtà è solo un modo per riderci su. Prima di essere madre sono stata single, ma avevo ugualmente responsabilità e doveri, preoccupazioni per la testa e problemi vari. Oggi non condividerei mai un post del genere né per criticare l’altra parte, né per offenderla.

Sono più per questo tipo di pensiero..

Tutto questo potrà sembrarvi troppoooo…come dire..pacifico?

In realtà, nasce dal forte desiderio di rendere le donne più solidali tra loro, il mio vuole essere un messaggio contagioso, un gesto gentile che spero sia fonte d’ispirazione anche per voi.

Ps: la mia reel friend si chiama Kekkastarr

..seguitela sui social, soprattutto perchè

è una donna vera, una di noi

..con o senza figli.

Con affetto, la vostra Luppy

Classificazione: 1 su 5.

Quel giorno in cui diventai mamma..

Nel corso della mia vita, più volte ho avuto modo di comprendere il vero significato della ” forza delle donne”, e ancora una volta ho potuto constatarlo, ma sulla mia pelle, mettendo al mondo mio figlio Leonardo.

Di quel momento avrei  voluto custodire ogni piccolo dettaglio.

Oggi a distanza di un anno con mio grande dispiacere, credo che la mia scarsa memoria (peggiorata dopo la gravidanza) abbia perso qualcosa, pertanto metto su carta o meglio nel mio blog, questa esperienza meravigliosa che Dio ha donato a noi donne, affinchè io possa leggerlo quando ne avrò bisogno.

Giovedì 5 marzo

Il risveglio di quel giorno fu caratterizzato da una strana sensazione, ero alla 36° settimana +5 di gravidanza, reduce dalle solite notti insonni incontinenti accompagnate dai singhiozzi di Leo nel pancione, mi alzai dal letto seguendo le mie abitudini del mattino, ennesima pipì e “..ma cos..??? ho rotto le acque!?” o almeno questo mi era parso fossero.

Avevo sentito parlare, e anche letto, della famosa rottura delle membrane.

La descrivevano come un’esperienza da cascate del Niagara, tanto che immaginando il giorno in cui avrei vissuto quest’esperienza, temevo un’innondazione dal bagno di casa fino all’ospedale. Ora non so se sia stata una delle poche fortunate al mondo, ma da quel momento ho vissuto tutto il contrario dei macabri racconti sul parto che avevo sentito fino ad allora.

Falsi miti o meno, scendendo di casa avevo ancora dubbi che si trattasse della rottura delle acque, fu solo dopo la visita del ginecologo, fortunatamente già di turno in ospedale, che cominciai a capire che era arrivato il momento tanto atteso: a breve sarebbe nato Leonardo!

Anche se, ad essere sincera, la sensazione che provavo continuava a non sembrarmi reale.

Probabilmente perchè fino a quel momento, avevo pensato al parto come ad una scena di un film in cui mio marito corre come un folle nel traffico per raggiungere l’ospedale e me che piango disperatamente per il dolore.

Invece, la realtà si è rivelata meglio dell’interpretazione drammatica della mia immaginazione.

Il travaglio.

Già mi vedevo torturare mio marito, ginecologo e ostetrica e invece, si è rivelato indolore e breve. Poco dopo, mi sono ritrovata a percorrere con i miei piedi il tragitto dalla camera alla sala parto con il mio team di supporto.

Il parto.

Avevo preparato una playlist come soundtrack dell’evento, ma l’atmosfera calma dello staff accompagnata dal panorama sul golfo di Napoli della sala parto, mi bastarono per affrontare l’inizio di quella meravigliosa avventura.

Contrazioni.

Mia nonna le descriveva a mia madre, come un forte mal di pancia. Mia madre a me, come tutt’altro. Io invece non le sentivo proprio!

Ossitocina.

Se siete incinta, se ne avete sentito parlare al corso preparto, se avete il diabete gestazionale, sarà una tra le parole chiave della gravidanza. Io con questo ormone ho partorito!

L’ultima spinta.

Mio marito ne ha contate tipo trenta, a me sembravano non finire mai.

Sento ancora le voci del team di sostegno( marito, gine, ostetrica)..mi pareva il tifo della curva B, mi sentivo come Maradona in campo..” Vai Lucia, Vai! coraggio!”

Questa è stata sicuramente la fase più intensa…, ma l’ultima spinta sarà come arrivare all’ultimo gradino di una scalinata fatta di corsa, tutta d’un fiato..un pò come la scena di Rocky..solo che, invece, di gridare Adriana, io gridavo il nome di mio figlio.

Il primo pianto.

“Anguèèèèèèè!” piange ancora così! mai nessun pianto mi farà sentire così rincoglionitamente felice!

Felicità, gioia, amore..il vero significato di queste parole!

..ma soprattutto che sollievo guagliù!

 

Dest..igns: regola numero 1, non ostacolare mai i segni del destino!

dopo aver superato vari ostacoli, tra il pargolo che si lamenta nel sonno (probabilmente sentirà il profumo della mia libertà) e il pc che appena acceso, ha avviato un aggiornamento durato anni, finalmente riesco ad iniziare quello che da 4 mesi e 22 giorni cerco di fare, cioè ritagliare un pò di tempo per me..come ho fatto? semplicemente adoperando una tecnica che tempo fa fu la soluzione al mio problema di un insonnia di mal d’amore, oggi più che mal d’amore si tratta del mio ruolo di madre che giustamente mi porta a dedicare tutta me stessa al mio piccolo principino. Cosa buona e giusta o meno che sia, resta il fatto che dopo la poppata delle 3 di notte, io non prendo più sonno e così mi è passata per la mente l’idea di scrivere in questo spazio inderminato di tempo concesso. Pocanzi, mentre contavo invano le pecorelle, pensavo alla parola destino, o meglio, a quanto questa parola abbia influito nella mia vita.

Non so che fine avrei fatto, ma molto probabilmente non sarei qui a scrivervi.

Io più che assecondare passivamente il fato, interpretavo quei segnali come un messaggio volto a fornirmi la risposta alla domanda che mi ponevo. Ecco, il destino per me è un po’ come quando a scuola t’interrogavano e l’amica ti suggeriva la risposta. Questo accadeva quando lasciavo che la mia vita venisse trascinata dalle circostanze. Guardandomi indietro, degli eventi piuttosto indicativi mi hanno fornito dei suggerimenti in merito al mio futuro. Per esempio, i fan del mio blog, sanno quanto io sperassi di incontrare l’uomo che oggi è mio marito, cioè il vero amore. C’è stato un periodo della mia vita in cui tutto mi portava verso la possibilità d’incontrarlo. Ad esempio, mi capitava continuamente di conoscere persone del segno zodiacale dell’ariete, le mie migliori amiche sono dell’ariete,..e mio marito è del segno dell’ariete! continuo? il 21/07/2012 è stato il giorno del nostro primo bacio e il 21/07/2019 abbiamo scoperto di aspettare nostro figlio. E’un po’ come succede nelle favole, é tutto scritto?

Nel mio caso, posso dire che aver compreso quei piccoli segnali stradali, mi hanno portato ad intraprendere la strada verso la felicità (parola che oggi ho imparato a pronunciare sottovoce, come diceva la Merini “Ho peccato di felicità e agli altri ho dato fastidio“), quindi..

Il destino guida chi lo segue di buona voglia, trascina chi si ribella”.

Lucio Anneo Seneca

Caro Leo..

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Progetto senza titolo

..ti sento muovere nella mia pancia, ogni volta riesci a sorprendermi con i tuoi calcetti e il singhiozzo ed è una sensazione bellissima, a cui non faccio mai l’abitudine.

Sono già pazza di te!

Vorrei vedermi mentre guardo i tuoi vestitini e t’immagino indossarli,  così piccolini fanno una tenerezza, avrò, sicuramente, quell’espressione ridicola da mammina rincitrullita dal suo principino.

La tua nascita sarà come un primo appuntamento solo che diversamente da come accade per i classici incontri tra sconosciuti, io e te avremo la certezza che il nostro amore sarà eterno.

“Un sempre in un attimo..” diceva una canzone di Joe Barbieri, non trovo parole migliori per descrivere cosa penso quando immagino quello che diventerà l’unico e vero giorno più importante della mia vita.

Mancano altri due mesi e ancora non mi sembra vero!

In breve tempo, ho smesso di sentirmi più figlia che madre.

Il mio desiderio di maternità è giunto nell’ordine giusto delle fasi di una storia d’amore.

Tuo padre ed io, ci siamo innamorati, conosciuti, ponendoci, involontariamente, il fine di non smettere mai di farlo.

Quando incontri la persona giusta, capisci che non c’è limite nel donare amore, così come non si dovrebbe mai smettere di aver voglia di conoscersi meglio.

Per continuare a farlo , abbiamo aspettato che giungesse il momento giusto per vivere insieme.

A mio parere, è stato un periodo importantissimo quello della convivenza, soprattutto perché poi, dopo circa 2 anni, giunse il desiderio di creare la nostra famiglia.

Decidemmo di sposarci e di avere te.

Ed ora eccoci qua tra gli scatoli delle tue cose, manchi solo tu!

Non vediamo l’ora di dirti “benvenuto al mondo!”

Manuale di comportamento in gravidanza

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In questi 8 mesi, mi è capitato di leggere articoli di tutti i generi sulla gravidanza, ma raramente ho avuto modo di individuarne qualcuno valido che parlasse di come rapportarsi ad ognuna di loro.
Da quando ho scoperto di essere incinta, mi capita spesso di pormi delle domande su tutto ciò che mi accade o che comunque mi accadrà.
La cosa che tendo ad evitare è quella di confrontarmi con altre donne per non conferire ancora più insicurezze al mio stato d’animo.
Ciò accade perché lungo questo percorso s’incontrano super mamme che senza un minimo di esitazione parlano della loro esperienza come se fosse d’esempio a tutte nel bene e nel male, dimenticando che ogni donna (così come ogni bimbo/a) ha una sua identità.
In questo caso, come nella vita in generale, l’essere umano è più abituato a pavoneggiarsi dei propri successi piuttosto che ad ascoltare gli altri.
Ad esempio, per almeno i primi 6 mesi di gravidanza ho sofferto di nausea, acidità di stomaco, senso di pesantezza, debolezza, vomito, cali di pressione e se mi capitava di confrontarmi con altre donne ciò che mi trovavo a sentire erano frasi del tipo: ” io non ho sofferto di nulla, io sono stata benissimo, io facevo tutto come prima..”oppure frasi allarmanti che ti facevano correre a telefonare il ginecologo inutilemente.
L’esito che ne conseguiva su di me, non era certamente dei più confortanti, sarebbe stato diverso se invece ci fosse stata una risposta di questo genere: “i sintomi che hai sono normalissimi, conosco molte donne che hanno vissuto questo tipo di gravidanza, vedrai che poi ti sentirai meglio..”.
Io non vorrei essere fraintesa, ma quando ci si trova a parlare con una donna in dolce attesa, l’ultima cosa di cui ha bisogno è quello di dover aumentare il grado di insicurezze che ha già dentro di se.
Abituarsi a mettersi nei panni degli altri è un esercizio che può aiutare molto, a meno che non siate la strega Grimilde, ne conseguiranno risultati di grande stima nei vostri confronti, insomma avrete tutto da guadagnare.
Il secondo punto da trattare è quello di evitare di circondarla di negatività. Per essere più chiari, escludendo i casi di legami familiari, casi di morte, guerre e malattie: EVITIAMOLI!
Durante i nove mesi di gravidanza la donna affronta timori di ogni genere, prima riguardo il suo bambino (o bambina) poi per se stessa.
Provate ad immaginare i pensieri che girano per la testa ad una donna prima che vada
all’appuntamento quotidiano del ginecologo: vi confesso che, malgrado faccia su di me un grande lavoro di ottimismo, durante tutto il tragitto che porta da casa allo studio del ginecologo, non riesco a dire una sola parola per l’ansia, l’unica cosa a cui riesco a pensare è la salute del mio bimbo.
Per non parlare dell’esperienza del parto: si è vero, non saremo le prime, ne le uniche donne al mondo che lo vivranno, ma resta comunque un momento delicato per ognuna di noi.
Pertanto sarebbe il caso di non menzionare racconti da film horror vissuti sulla propria pelle o da voci di corridoio, le donne incinta vogliono sentire tutt’altro, meglio scegliere frasi d’incoraggiamento.
Insomma, noi donne in gravidanza non abbiamo proprio bisogno di circondarci della categoria degli scienziati durante questa fase della nostra vita.
Concludo citando quella stragrande fascia di maschi (non mi è mai capitato con le donne) che alla conoscenza del lieto evento ti diranno “ah, diventerete genitori. Aspettatevi notti insonni e stress di ogni genere!”
Quindi mi stai dicendo che una creatura appena nata che non sa nulla della vita, scoppierà a piangere privandomi del sonno giorno e notte perché dovrò insegnargli a vivere nutrendolo, giocando con lui e cullandolo per farlo riposare?..ma va! non ci sarei mai arrivata! Probabilmente, noi donne nasciamo con un’indole che non ci fa concepire la crescita di nostro figlio come un sacrificio, ma bensì come il viaggio più straordinario della nostra vita, ma a me ogni volta che mi capita di sentire scemenze di questo genere parte nella mente un sottofondo musicale che va da un applauso lapalissiano alla colonna sonora dello squalo, per l’istinto violento che scatenano in me questo tipo di persone.
Secondo la mia esperienza, per quanto mi è stato possibile farlo, ho preferito tenermi alla larga da questo tipo di persone e al contempo ho fatto un lavoro su me stessa, sulla mia collezione di paure, vivendo giorno per giorno gioie e “dolori” di quest’esperienza meravigliosa destinata esclusivamente a noi donne con il massimo della leggerezza.
Morale della favola, grazie a questo tipo di confronti, come sono solita fare, seguendo la mia filosofia di vita nel trarre sempre i lati positivi,  ho capito che al momento giusto, le prime due parole che insegnerò a mio figlio saranno EMPATIA e DISCREZIONE.

Con affetto, Luppy

My wedding: consigli per gli sposi!

Se qualche anno fa, mi avessero detto che avrei scritto una pagina da dedicare al mio matrimonio, non ci avrei creduto e invece,..eccomi qui!

Non in veste di wedding planner, sarei la persona meno adatta, dato che il nostro matrimonio è stato uno di quelli che rientrano nella categoria unconventional.

Ricevimento.

Vi confesso che sognavo un matrimonio nello stile country chic, in un giardino con le lucine che illuminavano i tavoli, ma i sogni dovevano fare i conti con la possibilità che in quel giorno potesse piovere. Per cui riservai, senza rimorsi, questo desiderio per il futuro, e optai per una location degna delle mie aspettative nella zona più bella di Napoli. Posillipo.

Sono una tipa che ai segni del destino non ha mai saputo resistere e così come l’incontro con Mr Effy, anche la scelta della location non fu una fatalità.

La mia attenzione fu rivolta fin da subito a un posto scoperto ai tempi di quando con le mie sorelle passeggiavamo lungo una balconata di Via Petrarca, mentre eravamo perse nell’ammirare la vista più spettacolare dell’intera città, il nostro sguardo incuriosito si rivolgeva ad un ristorante sottostante, Villa Mazzarella.

Proprio quando ci trovammo ad interrogarci su quale location scegliere per il nostro big day, fu la prima e poi anche l’unica che vedemmo e confermammo fin da subito. Restare affascinati dalla storia di questa dimora è inevitabile: l’atmosfera che il panorama sprigiona dai punti di luce predomina immancabilmente, ma ciò che adoravo era quell’animo vintage che il suo interno racconta. Set di “Una lacrima sul viso”,un film degli anni ’60, un’epoca in cui Napoli era vista come il migliore posto per girare le scene dei film, un pò come New York oggi.

Il primo sopraluogo fatto in questa splendida location, me lo ricordo benissimo. Era novembre e ovviamente PIOVEVA, ciò nonostante la villa non perdeva nemmeno un po’ del suo fascino, quindi probabilmente un consiglio utile che mi sento di darvi è quello di scegliere un giorno per conoscere la location interessata quando il tempo non è proprio dei migliori, perché se anche con la pioggia continua a piacervi, allora vi trovate nel posto giusto.

Vi dico questo perché il giorno del nostro matrimonio (il 14 giugno 2018), nonchè giorno del mio 36° compleanno, pioveva.

Ovviamente, il matrimonio ideale di ognuno di noi non è certamente quello con la pioggia, ma è necessario prevedere anche questo, nel nostro caso la sala adibita per il ricevimento era caratterizzata da vetrate quasi invisibile, che con la tregua della pioggia hanno dato modo di godere del panorama da cartolina che Villa Mazzarella offre ai suoi invitati.

Chiesa:

Ciò che spesso si sottovaluta, è il percorso religioso.

Il corso prematrimoniale.

Questa era inizialmente la fase un po’ noiosa degli step che portavano al matrimonio, ci immaginavamo di trascorrere i prossimi sabato sera alla maniera dei catechismi di un tempo, ma invece ogni incontro si rivelò di grande insegnamento.

In questi incontri capitava spesso che venisse messa un po’ alla prova ogni coppia. Ci ponevano nella condizione di farci delle domande che sembrano ovvie, ma che poi si finisce per sottovalutare, tipo cosa significasse la parola matrimonio, cosa ci portava a sposarci in chiesa,..io risposi che per me non c’era prova più sincera della promessa davanti al Signore di amarsi per tutta la vita.

E’ in questa risposta che trovo il vero tema di quel giorno.

Questo per dirvi che non importa cosa succederà, pioggia, sole, parenti,..ciò che non dimenticherete mai, saranno le emozioni che proverete seduti l’uno accanto all’altra, mano per la mano mentre vi scambierete le promesse che poi saranno i punti di forza della vostra unione.

Con affetto, Luppy

Cosa aspettarsi, quando si aspetta..

Fra meno di 3 mesi avrò le risposte a tutte le domande che non ho potuto fare a meno di pormi durante la mia gravidanza, una tra queste, forse la più futile, ma comunque utile per distrarmi dalle ansie, è quella di verificare la sensazione di nostalgia che molte mamme hanno della gravidanza. Immagino si riferiscano all’unico fattore positivo di questa avventura inevitabile a cui noi donne siamo sottoposte e cioè il dono di una vita che cresce dentro di noi, perchè io proprio non sentirò la mancanza di tutto il resto.

Mi riferisco alla perdita del controllo della tua vita, delle tue abitudini quotidiane, mi sono trovata improvvisamente ad avere l’energia di una vecchietta rimbambita, la mia ora di aria non va oltre 20 minuti, dopo di che scatta il fiatone post maratona di New York e la tachicardia incontenibile. La memoria? mah, già prima scarseggiavo,..

E le famose nausee???? parliamone..sì, parliamone pure. Il giorno in cui seppi di aspettare Leo, mi chiesi “chissà se farò parte del fan club nausee”? la risposta non tardò ad arrivare, dal giorno dopo vivo un costante rapporto di “odio et odio” con questa sensazione di disgusto per tutto il cibo del mondo, ma nonostante ciò ho fame. Io vomiterei, ma mangerei volentieri un panino salsiccia e friarielli!

A questo aggiungiamo un senso di pesantezza che mi renderebbe degna vincitrice di una gara di rutto libero, accompagnato da un’acidità di stomaco simpaticissima.

Mi sembra giusto menzionare anche gli sbalzi di umore, noi donne incinta dovremmo circolare con un timbro sulla fronte con su scritto “fragile maneggiare con cautela”, si collezionano pianti che nemmeno Grecia Colmenares in tutte le telenovelas della sua vita si è fatta, risposte da zitella inacidita a chiunque ti capiti sotto tiro e poi ti capitano quei giorni in cui veramente ti senti un cesso! è così, non c’è altro termine che renda..occhiaie, viso pallido, capelli disordinati, dolori ovunque!!!

Tra questi effetti collaterali mi sembra giusto menzionarne uno che mi ha dato una grande consapevolezza: sono Lucia e ho le tette!

Non me ne sono mai fatta un problema, ma accorgersi che ci sono da una bella soddisfazione!

Scherzo! scherzo! sulle tette no, ma sul resto cerco di ironizzare questa condizione nuova che vivo per la prima volta nella mia vita. La cosa più importante è che lui stia bene, potrei vomitare anche prima del parto, Leo è il dono più bello (insieme al suo papà, il mio angelo custode soprattutto in questo periodo) che il Signore potesse farmi.

Sempre con affetto, Luppy

Quel tesoro prezioso chiamato “ricordo”..

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In questo periodo della mia vita, mi capita spesso di ripensare all’infanzia e mi sono trovata a ricordare quei momenti in cui da piccola tutto mi sembrava eterno, quando avevo la convinzione che nulla potesse cambiare, molto probabilmente erano gli esordi  della mia adolescenza, tra i 10 e gli 11 anni.

Avevo già le mie certezze: i miei amici con cui trascorrere le giornate dopo scuola, in particolare la mia migliore amica con cui amavo essere me stessa e con cui condividevo tutto, e poi la mia famiglia..che belli che eravamo, la sera tutti riuniti, Scillitè nell’ attesa che cadesse qualcosa dal tavolo, le mie sorelle, mamma e il mio indimenticabile babbuccio.

Inconsapevolmente, avevo davanti agli occhi il significato della parola “unione”!

Essere uniti l’una all’altro da un legame che non si può spiegare, noi eravamo solite usare una battuta di un film che non ci stancavamo mai di guardare (sapore di mare) ci dicevamo scherzando “sangue blu, dipinto di blu”.

Sì, traspariva sempre ironia nella mia famiglia, come per sdramatizzare i pensieri della quotidianità, perché non era una vita semplice quella di una famiglia numerosa.

Era sicuramente una vita fatta di cose semplici, quello sì, ma sapeste quanto mi sono servite per apprezzare tutto ciò che ho oggi. Senza, non sarei quella che sono.

Degli anni prima di questo periodo, ricordo in particolare i compleanni, pochi amici e la stessa torta ogni volta, il tiramisù di mia sorella Mipple (Emma, la numero 3 delle mie 4 sisters) e la recita della favola di Cenerentola che le mie sorelle organizzavano per me. Del tiramisù, così come di ogni ricetta che era solita provare Emma, non ho tanto desiderio, ma della cremina al mascarpone che lasciava prendere forma in freezer prima di farcela mangiare, sì.

..e poi c’era il Natale.

Da sempre un periodo magico per me! ricordo i profumi di casa in quei giorni: quello delle pastiere accompagnato alle abitudini nel preparare la cena della Vigilia e il pranzo di Natale. Il profumo delle popacelle dell’insalata di rinforzo che ancora oggi non ho  assaggiato nemmeno una volta, da piccola non mangiavo niente in realtà, ora tutto, ma questo tipo di pietanza non mi ha mai fatto cambiare idea.

L’immagine di tutta la famiglia riunita, io appiccicata a mamma e papà, in cerca di coccole, immersa tra le chiacchiere dei commensali, l’odore dei mandarini e il rumore delle nocelle, si pazziava a tombola in compagnia di zia Totò e zio Elvis (questa è un’altra nostra abitudine, i soprannomi). Zia era simpaticissima e zio, con quel suo modo di portare i capelli, era il tipo con un look che se riguardavi le foto di quando era giovane non ti sembrava mai cambiato. Ho dei bei ricordi di questo zio, in particolare dei bagni al mare quando era un po’ mosso, mi tirava su facendomi saltare sull’onda, credo si divertisse quanto me nel farlo, poi mi ricordo che la domenica c’era la musica che proveniva da un ristorante vicino casa e lui mi cantava tutte le canzoni dell’epoca. Che dolce che era. Credo, mi abbia inconsapevolmente, insegnato l’amore per i bimbi, o meglio quella dote di ritornare piccoli con loro e, al contempo, trattarli da grandi.

Tutte le feste finivano con l’arrivo del giorno della befana, la notte prima per casa girava la befana, interpretata da mio padre, si travestiva come una vecchina brutta, a me faceva un pò paura, forse impressione perché i bimbi è vero che hanno fantasia, ma se verev ca’nun’er a’ befan, ma er papà. La paura passava il giorno dopo, quando al risveglio trovavo accanto al cuscino la calza piena di caramelle e cioccolata.

Ogni tanto mi torna la malinconia per questa fase della mia vita, è come quando guardi quel bel film che hai già visto tante volte, ma vorresti finisse diversamente.

Quindi finchè un bislacco scienziato di nome “Doc” non inventerà la macchina del tempo, non mi resta che riprendere la mia vita proprio da quei momenti, non dimenticando quello che c’è stato nel mezzo per continuare quello che mi sono persa.

Con affetto, Luppy

Ottobre 2019

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Sotto l’effetto di un greatest hits di Nora Jones, mi è venuto un bisogno incontenibile di tornare a prendere la mia adorata staedtler nera e scrivervi..ed eccomi risorgere dall’ultimo post per analizzare questo periodo della mia vita.

In ogni anno ci sono momenti che ti segnano in qualche modo.

Eventi che sarà difficile cancellare dalla tua mente, così toccanti da determinare dei cambiamenti inevitabili nel proprio percorso di crescita.

Durante questo grande dono chiamato vita ho avuto la “fortuna” di sbagliare e allo stesso tempo, capire cosa potessi imparare da quell’errore.

Già perché a cosa serve vivere se non a metterci in gioco quando è il momento di farlo.

Molti ritengono che uno stile di vita spericolato possa dar senso ai propri giorni, altri restano a guardare, dando la colpa alla sfortuna, dimenticando che ognuno è causa del proprio male, altri cercano di inseguire la ricerca di se stessi, interrogadosi giorno per giorno, il che non significa cercare la perfezione, ma semplicemente, comprendere cosa ci ha spinto a commettere quell’errore, scoprire il vero motivo per il quale prendiamo o non “osiamo” prendere quella decisione, in poche parole mettersi in discussione.

In  questo 2019 ho sbagliato tante volte, in particolare con me stessa..

Ho fatto a botte con la parola che ricorre spesso nel mio vocabolario ” paura”..

Sono caduta nella trappola degli stereotipi , lasciando che la mia vita venisse influenzata da occhi estranei che prendevano il mio posto davanti allo specchio..

Ho riscontrato che quel mio maledetto vizio di idealizzare le persone si è manifestato ancora, finendo per trasformare in super eroi chi non vale nemmeno quanto le mie doppie punte dei capelli..

Solitamente ho bisogno di più tempo, a volte anni, per reagire e combattere contro i miei errori, ma questo 2019 porta con se qualcosa di speciale che ha acceso in me il desiderio di affrontare le mie paranoie e godermi ciò che merito, non dimenticando mai l’obiettivo che mi sono prefissa nella vita: la felicità!

Le batoste ricevute mi hanno insegnato che..

Per quanto la solitudine ti possa far sentire solo, ci sarà sempre qualcuno su cui poter contare;

..che la migliore regola per saper campare del “non fare agli altri, ciò che non vorresti venisse fatto a te” ti esorta a non scendere ai livelli di chi con te ha fatto il contrario, che il bene donato non ti tornerà mai da quella persona che hai aiutato, ma quella gratidudine che ti aspettavi non tarderà ad arrivare, che l’ansia deve essere domata e non lasciare che lei domini te, che se all’improvviso ti sembra di esserre finito in un incubo, non devi fermarti a piangere sul latte versato, ma bisogna reagire per trovare la via di uscita.

Non so quanto sia giusto mettere a nudo i miei pensieri, ma come succede con un libro, ti accorgi che è bello solo quando ti comunica qualcosa di importante.

Io vorrei dirvi di non perdere mai di vista la possibilità che ci viene offerta dalla vita, trovate il modo per scavare dentro di voi e crescete!

Con affetto, Luppy

CONFESSIONI

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61411933_1443006299174739_6896162935438049280_n“Sono ufficialmente in quella fase di passaggio che va dal ” quando ti sposi?” a “ma quando fate un bambino?”, in cui quando compro un pacchetto di assorbenti spero di usarlo fra nove mesi, in cui tutti dicono “non ci devi pensare”..e invece è diventato il pensiero quotidiano che fa compagnia a quello che riservo per mio padre, la cosa simpatica é che entrambi hanno in comune il fatto che mi mancano.”

Questo è stato l’inizio di una bozza mai pubblicata che scrissi tempo fa.

Quando non sono serena, l’unica cosa che mi fa stare bene è scrivere, un tempo lo facevo sui fogli di un diario, ma ormai il mio diario è Carissima me,..

Non pensavo di renderlo pubblico, è uno sfogo molto intimo che nessuno dovrebbe sapere, nessuno può capire ciò che senti e i fogli di un diario, seppur virtuale, non ti giudicano.

Sapevo dentro di me che un giorno ne avrei avuto il coraggio, quel giorno è arrivato.

Lo faccio perchè questo spazio è dedicato al mondo femminile ed ha sempre avuto lo scopo di sostenere le donne che hanno vissuto le mie stesse esperienze.

Quindi se stai cercando di avere un figlio e non è ancora arrivato, sei nel posto giusto!

Comincio col dirti che so cosa provi e mi limiterò a darti dei consigli che mi auguro ti siano di grande aiuto:

Da questo momento in poi sarai circondata da due tipologie di persone, la prima fa parte di quei pochi ancora decentemente discreti con una vita propria che eviteranno di guardarti come una donna del medioevo destinata solo a procreare per avere un senso in questo assurdo mondo, la parte restante, invece, ti farà dubitare dell’esistenza di esseri umani, ti metterà nella condizione di trattenere quell’irresistibile voglia di dargli una capata in faccia quando ti faranno la fatidica domanda: “ma quando fate un figlio?”…………………………………………………………………………………………………………..!!!!!!

 ..non ho rimedi o consigli per affrontare questi individui, se non con la classe che ti distingue, daltronde sono già stati puniti dalla natura, oltre a un cuore, il cervello è ormai un optional.

A parte gli scherzi, tu questo periodo lo devi vivere e se veramente vuoi un figlio, fai tutto quello che puoi, ma se dopo tutto questo non è ancora arrivato.

FERMATI!

Riprenditi la tua vita, sei una donna con o senza un figlio. Goditi la spensieratezza della vita di coppia. Eh, si tutti i tuoi amici hanno figli, ma questo non è un buon motivo per il quale tu debba per forza averne uno!

Loro hanno figli a cui, nel frattempo, potrai fare da “zia”, TU hai il tuo compagno a cui pensare, con il quale poter condividere in piena libertà viaggi, cenette a lume di candela, giorni e notti senza orari, weekend in SPA, libri da leggere, relax, hobby, e tanto, credimi: tanto altro!

Questo è ciò che è successo a me.

Avevo bisogno di vivere quest’esperienza per uscire da questo tunnel di cliché. E’ stato come tornare a respirare.

Io volevo un figlio, ma solo quando sarebbe capitato, tutto quello che avevo già mi rendeva felice lo stesso, nel frattempo l’unica precauzione è quella di non prendere precauzioni. Al resto, poi ci penserete.

Con affetto, Luppy

 

 

 

 

Friends – PARTE II

Ma voi ci credete ancora nell’amicizia?

Oggi, quando penso alla parola “amica” mi viene in mente la figura di Babbo Natale, nel senso che in realtà, non esiste (..ops! si sconsiglia la lettura per i minori di 10 anni).

Succede come con il principe azzurro, si attiva quel meccanismo volto a costruire una figura mitologica nella nostra mente che effettivamente non vive sul pianeta terra.

Insomma, sono arrivata  alla consapevolezza che l’amicizia sia un’invenzione della Disney oppure è tutta colpa di quel telefilm di cui vado matta ancora oggi, “friends”!

Ogni volta che rimanevo delusa da quella che pensavo la persona più vicina a me, sentivo echeggiare i proverbi preferiti di mia madre:

“Nisciuno te dice : Làvate ’a faccia ca sî mmeglio ’e me.”

e..

“Fattell cu chi è megli ‘e te e fanc’ e spese”

Hanno sempre ragione le mammine, sapevatelo!

A parte gli scherzi, la maturità degli anni che arriva appunto con l’esperienza, ti porta a comprendere l’evoluzione che subisce il tuo concetto dell’amicizia.

E’ bello sapere che c’è qualcuno con cui avere del tempo libero da trascorrere, spensieratamente, accantonando i problemi e lo stress della quotidianità e piuttosto che dirmi ” ma non ti fai mai sentire?”, preferisca dirmi “non ci vediamo spesso, ma ogni volta che succede, sembra che non sia cambiato nulla”.

Proprio in queste parole si racchiude il vero significato dell’amicizia: un’amicizia leggera, senza quegli obblighi e pretese reciproche.

Certo la regola dell’amico non sbaglia mai: se sei amica di una donna..il suo uomo non si tocca e i suoi nemici sono anche i tuoi!

Vasilli appiccisusi, la vostra Luppy

Song del momento: The Rembrandts- I’ll be there for you

 

Friends – PARTE I

Ho smesso di esserci.

Vero?

Per me la sindrome della crocerossina che aveva l’obiettivo di aiutare tutti è terminata all’età di 37 anni.

In realtà, ne soffro ancora sporadicamente, ma poi me ne pento all’istante, o meglio, me ne fanno pentire immediatamente.

Si sa che per alimentare i rapporti è indispensabile “dare e avere”, non materialmente parlando, ma spiritualmente bisognerebbe ricambiare ciò che in modo spontaneo l’altro ci ha dato.

Non ci raccontiamo cazzate, è così!

Conoscete un altro modo per alimentare un rapporto? io no.

Proprio quando dai tanto o dai e basta, nel momento in cui hai bisogno di riscuotere con soddisfazione quella bella dose di ascolto, comprensione, sostegno, protezione, quella bella parola nota come “gratitudine”..sembra che ti trovi in una scena di un film dove una bomba atomica ha fatto fuori un’intera popolazione ed è rimasta una città vuota nel caos che ne consegue.

Ecco, metaforicamente è prioprio così che mi sono sentita: sola!

E’ quando, però, chi come me ha imparato ad avere un buon rapporto con la solitudine, tanto sola capisce che non è, perché si è più soli con chi non sa apprezzare la persona che sei.

Se le persone cambiano, a volte è meglio porsi delle domande che puntarle il dito contro, ma quando si arriva a questa consapevolezza, il tempo è scaduto.

 “Chi esce per sua scelta, non entra più!

Firmato – L’ amor proprio”

Song del momento: Jovanotti: “Fango”

Che poi uno ogni tanto si fa delle domande..

Io no, cioè, non ogni tanto, sempre!

Mettermi in discussione mi aiuta a migliorare, mi basta un libro, un film, per chiedermi dove sto sbagliando? è questa la strada giusta?

“Migliorarsi” un tempo per me era cercare la perfezione, cercare di piacere a tutti.

Oggi, no.

Ho imparato a capire che, cazzo! nessuno è perfetto!

Anzi, sono io a decidere chi deve piacermi oppure no.

Tu per esempio che stai leggendo, mi piaci!

Non vuole essere una forma di servilismo, piuttosto un modo per apprezzare il tuo tempo che dedichi per conoscermi. Apprezzo la tua curiosità e spero di trasmetterti qualcosa di positivo.

L’ottimismo, la voglia di sprigionare energia positiva e di riceverla. Adoro quando mi capita di conoscere qualcuno che anzichè inondarmi di guai che ha per la testa, mi travolge in una marea di sorrisi e cose belle in cui sperare.

Per questo motivo ho deciso di non lasciare che persone dall’anima sporca di negatività prendessero parte della mia vita e non sapete quando mi faccia bene stargli lontana.

Vi lascio con un sorriso.

Alla prossima!

Luppy

Song del momento: Omara Potuondo – Como es posible

 

 

 

Ogni volta che ritorno da queste parti, finisco per chiedermi dove sia finita quella voglia di scrivere qualche bella pagina di questo spazio riservato ai pochi che lo reputano degno della loro attenzione.

E’ un po’ come quando vuoi far parte di un discorso, ma con il timore di dire stronzate preferisci ascoltare.

Beh, questa cosa a me non succede spesso,..(sorrido)

Mi spiego: io se devo dirla una cosa, che sia stupida, sbagliata, fuori luogo..io la dico!

Non imparo mai da ciò che ne consegue: facce divertite, stupite, indifferenti.

Che noia.

“Essere se stessi o non essere se stessi? questo è il problema!”

..nel dubbio ritorno alla mia caotica vita e sperando di abbandonare la mia fase di letargo da scrittrice a tempo perso..che poi tanto perso non è mai..

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Vi lascio una buona serata, mi aspetta la cena da preparare..momento dietetico e povero di zuccheri, daltronde maggio è il mese ideale per i fioretti.

Stasera non ci è andata proprio male: salmone e patate chips al forno!

Song del momento:  Chromatics “Lady”

Ascoltala qui!

A presto, nu vasill

la vostra Luppy

“Ti meriti un amore che ti voglia
spettinata,
per tutte le ragioni che ti fanno
alzare in fretta,
per i demoni che non ti
lasciano dormire.
Ti meriti un amore che ti faccia
sentire sicura,
in grado di mangiarsi il mondo
quando cammina accanto a te,
che senta che i tuoi abbracci sono
perfetti per la sua pelle.
Ti meriti un amore che voglia ballare
con te,
che trovi il paradiso ogni volta che
guarda nei tuoi occhi,
che non si annoi mai di leggere le
tue espressioni.
Ti meriti un amore che ti ascolti
quando canti,
che ti appoggi quando fai la ridicola,
che rispetti il tuo essere libera,
che ti accompagni nel tuo volo,
che non abbia paura di cadere.
Ti meriti un amore che ti spazzi via le
bugie
che ti porti il sogno,
il caffè
e la poesia”.

Frida Kahlo

noi NAPOLETANI

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..il problema sta nel generalizzare..e lo fanno pure con molta superficialità: ..l’altro giorno ero in circumvesuviana, aspettavo con altre persone il treno per andare a Napoli, un tipo di Bergamo quasi impaurito ci chiede dove fosse finito il treno delle 10.32,  gli spieghiamo che c’era un ritardo di 18 minuti, però la linea sull’altro binario portava comunque a Piazza Garibaldi.

Sempre più confuso ci chiedeva come facessimo a sopportare questi disagi..in effetti il disagio c’era, ma sta soddisfazione non gliela volevo dare. Bisogna pure trovare il lato positivo nella vita, ci vuole solo un po’ di ottimismo. A Napoli collezioniamo, tra tante cose anche i ritardi dei mezzi pubblici, però grazie a questo conosciamo il senso della parola “pazienza”.

Continua dicendoci che nonostante tutto noi sorridiamo sempre..anche in questo caso avrei voluto dire che si era risposto da solo alla domanda di prima, se non avessimo un sole che splende anche ad ottobre avremmo avuto la faccia grigia (e a tratti pure verde) che aveva lui.

Poi dice che a Bergamo ci sono tanti giovani che lavorano, diceva “noi lavoriamo tanto, lavoriamo tanto, lavoriamo sempre.., i giovani comprano casa, fanno il mutuo per comprare casa..” eh, già qui andiamo tutti a rubare, non vogliamo lavorare, è una città fantasma..per la storia del mutuo poi..vabbè..

Continua il suo monologo dicendo che da noi, i politici sono tutti corrotti per questo per va tutto a rotoli.

Stanca di ascoltare i soliti stereotipi sui napoletani, gli chiedo “come mai si trovasse qui? immagino sia per vacanza? viene a prendere un po’ di sole, di mare, viene a saziarsi delle nostre prelibatezze gastronomiche?”..aveva perfino paura di rispondermi, diffidava dai miei consigli e lo capivo non dalle sue risposte, ma da quell’espressione eloquentemente intimorita sul viso. Così gli ho detto “vada a farsi una bella passeggiata a via Roma, a Piazza Garibaldi (che lui conosce bene) c’è una linea della metropolitana che porta proprio lì,..è la stazione più bella d’Europa, poi prosegua per Piazza del Plebiscito, Via Santa Lucia e si mangi una bella pizza Margherita. Nel frattempo cerchi di guardarsi bene intorno. Si accorgerà che è circondato da persone che lavorano e lo fanno pure bene, vedrà zone molto pulite, case abitate da giovani che probabilmente hanno preso con il mutuo, sentirà il profumo del mare e si lasci dare un consiglio, prenda un po’ di sole che le farà bene!”.

A pochi minuti dall’ultima fermata, gli chiedo di darmi un motivo per vedere Bergamo, visto che non avevo mai pensato di visitarla. Dopo che avevo parlato della mia città per la maggior parte del viaggio, mi risponde (sempre con quell’accento marcato che non comprendo, io non gli parlavo in dialetto) “aaah, a Bergamo si sta bene..c’è Bergamo Alta, Bergamo Bassa..io sto a soli 20 minuti dal centro, ma sto bene”.

Tutto qui?

Beh, ero consapevole dell’ignoranza che oscura la mente di persone come il tizio incontrato alla stazione. Avrei potuto reagire a quel fiume di banalità, ma con molta fatica ho tentato di comprendere quel momento. Un personaggio di cui, premetto, non condivido nè la sua umanità, nè la sua psicologia, ma la sue esistenza in un posto che io conosco solo tramite le sue parole oggi.

Ah dimenticavo, gli ho consigliato un bel paio di piatti tipici da gustare e non ho potuto fare a meno per la voglia di conoscere, non per altro..di chiedergli i piatti principali della sua terra e lui mi ha detto:

” i casonsei”

Pare sia un tipo di pasta condita con la salvia, ah, lui ha aggiunto “conoscete la salvia?”..mmmvabbè..sto per scendere e gli auguro una buona passeggiata, mi ringrazia e si complimenta per la mia gentilezza e per l’orgoglio che ho per la mia città, concludo prima di uscire, dicendogli che sono contenta gli abbia fatto una buona impressione e che sono orgogliosa della grande bellezza di Napoli e dei napoletani come me, che se guarda bene, sono tanti.

MORALE DELLA FAVOLA:

Io ritorno alla mia vita con la consapevolezza che il meridione ha le sue problematiche, ma con quel qualcosa in più che se “quei corrotti” lasciassero emergere si finirebbe per ridicolizzare il resto dell’intero Paese. Lui, quando tornerà nella sua, spero diffonda tra i suoi simili la notizia che come tanti del Nord, esistono anche persone per bene qui al Sud.

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Con affetto, Luppy

Note di viaggio

“Prendiamo la metro, attraversiamo il ponte e siamo a Brooklyn..ad un tratto la metro smette di stare sottoterra per viaggiare a livello strada ed è qui che cambia la nostra prospettiva..e aggiungerei finally! Abbandoniamo la frenesia Newyorchese per accogliere il nostro film anni 70/80 che tanto attendevamo. Dal finestrino appaiono le casette basse con le auto parcheggiate davanti ed il retro con il giardino..poi vedi la ruota panoramica, le giostre ed il mare. Aspettiamo solo di scendere dalla metro per correre lì, poi l’esplosione di colori dei murales, i negozietti con la tipica atmosfera da spiaggia, il profumo del mare, l’allegria del luna park..ci sembra ancora di vedere Tony Soprano seduto su una panchina del pontile o un “ciak! si gira!”, ma non era un film, it’s a true story!”

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Lettera a mio marito

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Se è vero che “la vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno”..io devo assolutamente raccontarti il mio..perché con te accanto sento di essere nel più bel sogno della mia vita!

Si dice che “due innamorati condividano un’unica anima divisa a metà alla nascita e che le due parti cercheranno sempre di ricongiungersi, un filo invisibile collega chi è destinato a incontrarsi, al di là del tempo, dello spazio e delle circostanze, questo incontro importante è già combinato dalle anime prima ancora che i corpi si vedano.

E’ proprio ciò che è accaduto a noi.

Ho sempre creduto nell’amore vero: quello che rispetti e difendi con tutta te stessa, quello senza data di scadenza, quello eterno che vedi nei film romantici. E’ risaputo che per ottenere le cose belle devi affrontare anche quelle brutte. Quelle che capitarono a me, mi fecero perdere la speranza che al mondo potesse esistere qualcuno capace di amarmi come meritavo. Non so quale strana magia sia potuta accadere, quale miracolo divino abbia fatto in modo che i miei passi riprendessero la strada verso l’amore vero, ma in una notte d’estate con i grilli che cantano rimasi inebriata dagli occhi più belli al mondo, di un colore azzurro come il cielo e il mare cristallino, quegli occhi che mi guardavano come nessun’altro aveva fatto prima di allora: finalmente avevo incontrato il mio amore!

Eri tu..l’uomo che aspettavo!

L’uomo che dà, prima ancora che gli venga chiesto: un “quant è bella a femmna mì!” nei momenti in cui mi sentivo brutta, l’innumerevole quantità di coccole che ricevo proprio quando ne ho bisogno, quante volte mi è capitato di pensare “mi leggerà nel pensiero?”..

Tu sei colui che mi fa capire cosa sia l’amore quando ci sono 2 gradi, fuori nevica e se perdo i miei guanti, mi dai i tuoi rimanendone senza. L’amore è quel braccio steso per appoggiare la mia testa per essere più vicina a te, l’amore è quella carezza che mi cerchi sempre e dici “che ho fatto per meritare tutto questo?!”, quando ti preoccupi di cosa preparare per cena, ..l’amore è sopportare le mie crisi da femminuccia insicura, è completarsi, è la fiducia che abbiamo l’uno dell’altra, è la strada che percorriamo insieme, mano per la mano. Ogni giorno che inizia con te è un giorno che vale la pena di vivere!

Il mio sogno di poterti amare è divenuto realtà!

Ps: Ho scritto questa lettera circa 5 anni fa, mi piace pensare che te la dedicherò fra altri 5, per ricordarci che nulla dovrà cambiare, se non in meglio, questo nostro grande amore!

Con amore, tua moglie

 

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Molti anni fa ho scattato questa foto mentre passeggiavo sul lungomare di Mergellina, non so quante volte sono rimasta a guardarla, quanto ho sperato di dedicarla alla persona giusta, poi la persona giusta è arrivata e ho cominciato a capire che il vero significato di questa foto è nascosto dietro questa piccola correzione.. L’amore vero arriva quando cominci ad amare te stessa.

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Settembre

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Il mese di settembre ha avuto sempre un sapore nostalgico per me..

Quella cosa che finiva l’estate e doveva iniziare la scuola era veramente una tortura! Malgrado il mio pessimo rapporto con la scuola, di questi tempi conservo preziosi ricordi, come ad esempio gli odori, io ricordo in particolare il profumo dei cestini della merenda e vivendo vicino al mare, ancora oggi mi sembra di sentire quell’odore del mare agitato, accompagnato dal vento che mi scompigliava i capelli. Per non parlare di quel viale alberato che percorrevo per andare a scuola, pieno di foglie secche che adoro calpestare per il “cric e croc” tipo le San Carlo che compravo per l’ora della merenda.

Credo che questo sentimento malinconico dipenda in gran parte dal fatto che settembre è stato il mese in cui vidi per l’ultima volta mio padre,..no, non è scappato come dicono in molti, data la stragrande maggioranza di donne nella mia famiglia! come si può immaginare dagli articoli che ho scritto in passato, è volato in cielo tra le stelle più belle.

Col tempo ho pensato fosse così la vita: tutti abbiamo la possibilità di viverla e tutti abbiamo una scadenza da rispettare con il Signore. Che si voglia o meno lasciare la vita terrena, non ci sono “perché” che possano rispondere al dolore dei cari che lasciamo, andiamo via, ma lasciamo qualcosa di noi nelle persone che abbiamo conosciuto e ci hanno amato. Continuiamo a vivere in loro.

Sì! dopo anni di sofferenza, il mio dolore ha maturato queste risposte.

Io dico sempre che la morte di una persona cara, di una persona senza la quale la tua vita non sarà più la stessa, può cambiarti in meglio o in peggio.

Non lo so se sono peggiorata, ma so per certo che mi sono ritrovata grande prima del tempo. Sempre se una ragazza di 12/13 anni si possa considerare ancora piccola per crescere prima del tempo..

C’è una cosa bella in tutto questo brutto di cui vi sto parlando, io ho capito tante cose che prima mi passavano inosservate.

Ho capito quanto sia importante avere un genitore e non vi dico entrambi..

Ho capito che la famiglia è fondamentale per non sentirsi mai soli.

Ho capito che essere madri vuol dire rivestire un ruolo importante in una famiglia, almeno per ciò che ho visto fare a mia madre.  Ho visto una donna sola, rialzarsi dopo il più grande dolore della vita, la perdita dell’unico uomo della sua vita. Ogni volta che le chiedo di raccontarmi la sua vita mi sembra di vedere un film ambientato negli anni ’50 sulla sua tragicomica vita, sì perché mia madre non è mai arrabbiata, lei sorride sempre, però di cose ne ha affrontate nella sua vita. Sempre nel rispetto di se stessa, sempre con quella forza che le invidio da sempre, lei mi sorride e io mi sento la figlia più fortunata al mondo.

A me non piace annoiarvi, parlando di cose un po’ tristi, ma io trovo che questo articolo sia legato allo scopo della nascita di questo blog, un modo per aiutare e suggerire a chi vive un periodo difficile che sì, il dolore per la perdita di una persona cara è incolmabile, ma spetta a noi viverlo in tutte le sue fasi, dev’essere un dolore che cresce con voi e non deve fermare la vostra vita. Uno dei traguardi più grandi, ad esempio, è riuscire a parlare di mio padre senza un velo di tristezza, senza lacrime, conservando l’immagine di un uomo splendido che vive ancora in me e in chi l’ho amato e ama tutt’ora.

Con affetto, Luppy

 

 

 

 

Vi racconto la storia di Bubù o’capo da tribù..

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Non esiste un giorno in cui non dedichi un pensiero ( in realtà, più di uno)..a mio padre.

Oggi ho pensato di descrivere uno di questi pensieri a parole mie..

Poco fa ho ricevuto una telefonata da un call center, si sa come cominciano queste telefonate: ” lei è la signora Lucia?”.. stranamente più del ” signora”, la mia attenzione si è focalizzata su” Lucia”, più precisamente sul modo corretto in cui ha pronunciato il mio nome.

Non come fanno alcuni aggiungendo un “S” tra la “U” e la “C”, trasformandolo in “Luscia”, cioè rendiamocene conto, diventa proprio un altro nome!

Più che con me stessa, ho sempre avuto un buon rapporto con il mio nome, ma confesso che mi sento chiamare raramente  così, mi riferisco non solo alla pronuncia corretta, ma anche senza alcun diminutivo che mi sia stato affibbiato..Lulù,  Lù, Lucy, Luppy..fino ad arrivare al modo in cui mi chiama Mr Effy e cioè “amore”.

C’è questa cosa bella che succede a molti innamorati, due parole magiche che attendiamo con trepidanza, chi dei due le pronuncerà per primo? quando succederà? non si sa quale delle due arrivi per prima, ma la sensazione che provi quando ti senti chiamare “amore” e poi sentirti dire “ti amo” la ricorderai per tutta la vita!

Noi siamo arrivati ad “offenderci” quando invece di chiamarci ” amore”, ci chiamiamo per nome, direi che su di noi ha l’effetto contrario quel “Scusa se ti chiamo amore“, anzi..se ci chiamiamo per nome, ci diciamo..

” Io non mi chiamo così..”

Succede quando siamo distratti ( succede più a me), o quando siamo nel pieno di una lite (anche in questo caso, succede più a me).

Inevitabilmente questo mi porta ad un ricordo legato  a mio padre.

Un po’ me ne vergogno, ma a molti succede che con gli anni si finisca per dimenticare alcune caratteristiche delle persone che non ci sono più. Io per esempio , non ricordo il tono della voce di mio padre quando pronunciava il mio nome.

Ricordo benissimo quello in cui chiamava mia sorella Rossana, la piccola peste della famiglia, era un tono un po’ severo, ma solo quello, per il resto era il papà più dolce del mondo.

Ho pochi ricordi di lui che però si manifestano tutti i giorni nella mia mente. E c’è una sua abitudine che adoro ricordare: lui era solito chiamare l’ultima delle sue figlie con un nomignolo che racchiudeva tutto il sentimento di un padre per una figlia femmina.

Ci faceva sentire delle piccole principesse alle quali non riusciva a dire mai di no.

Ognuna di noi è stata “Bubù, o’capo dà tribù”.

 

Con affetto, la vostra Luppy

“Sì, lo voglio!”

Come tutti quegli articoli che mi tengo stipati per il momento giusto tra le bozze di questo blog, quello che sto per scrivere ha come tema un momento della mia vita di cui non ho ancora mai osato parlare: il PRESENTE.

Non so cosa mi abbia portato ad evitare il discorso, molto probabilmente perché rispetto al passato, in questa fase della mia vita ho poco da insegnare e tanto da imparare.

Oggi questa pagina comincia a crescere insieme a me,  vi renderò partecipi di questa nuova “avventura”.

Oggetto: La CONVIVENZA.

La convivenza, prima del matrimonio, ritengo sia stata la scelta più sensata che abbia fatto negli ultimi tempi.

Vivere con la persona che ami è il desiderio che tutti gli innamorati hanno: colui che per tanto tempo è stato il primo pensiero al risveglio e l’ultimo prima di addormentarti è finalmente accanto a te negli stessi momenti.

Quest’esperienza ci ha portato a scoprire il piacere di condividere delle nuove passioni. Abbiamo vestito casa cercando di portare un po’ di noi nello stile dell’arredamento: c’è la nostra ossessione per il vintage, c’è il mio tempio per la fotografia e il suo per la lettura, c’è lo spazio per la musica fatto di vinili e luci soffuse, c’è tanto shabby e poco chic.

Vivere insieme ci insegna, giorno dopo giorno, a conoscerci meglio, soprattutto a capire che siamo pronti per farlo per sempre. Abbiamo conosciuto un posticino che può diventare il miglior locale alla moda senza spostarci da casa, dove organizzare cene e aperitivi con gli amici per trascorrere serate che ti lasciano piacevoli ricordi. 

Ad un anno dall’inizio di questa nuova esperienza potrei elencare un’infinità di vantaggi che mi portano a non pentirmi della scelta fatta.

Ad esempio, adoro quella sensazione del ritorno dalle vacanze.

Vi è mai capitato di tornare da un viaggio con quella sensazione di malinconia per la fine della vacanza? Beh, a me l’idea di tornare a casa nostra rende quello stato d’animo soltanto un lontano ricordo.

Infine, ma non per ultimi..ci sono i successi personali.

Credo che uno dei  traguardi importanti nella vita di una donna sia quello di meritare il ruolo di “regina della casa”.

Quali siano i requisiti per meritarsi questo titolo non lo so..ma se mettersi ai fornelli riuscendo a preparare ‘na guappa pasta e fagioli e prendersi cura con amore della persona che hai accanto può farmi meritare la fascia di reginetta della casa, io credo di essere sulla buona strada! Certo ho ancora tantissime cose da imparare, ma sono certa che ce la farò! 

Sempre con affetto, la vostra Luppy

Psicologa a tempo perso.

La cura migliore a tutti i mali, almeno ai miei, è la scrittura. Ho l’abitudine di mettere su un foglio tutto quello che mi passa per la testa ed anche oggi vorrei esprimere in parole i miei pensieri.

Il ruolo dello psicologo nella società!

Comincio col dire che se fosse per me, sarebbero tutti disoccupati. Non sono mai riuscita a dare un senso all’esistenza degli psicologi.  

Dicono di me..che sono un’ottima ascoltatrice e i fatti lo dimostrano. Roba che nemmeno Raffaele Morelli può farmi concorrenza!

Questa deformazione caratteriale mi ha, però,  messo in situazioni strane.

Quando capitava che anch’io avessi bisogno di essere ascoltata, facevo partire il monologo carica di chi si aspetta una cascata di buoni consigli nati dal profondo del cuore dell’altro interlocutore e invece, non riuscivo nemmeno ad arrivare a metà del discorso, che subito ritornavo nel ruolo della psicologa e mi dovevo subire di nuovo il papiello dei loro guai. Ho capito che questa sorta di confessionali hanno come scopo solo quello di sfogarsi, nient’altro che questo! Insomma, inevitabilmente i problemi miei me li sono sempre risolti da sola.

Proprio grazie a queste persone, ritrovo il senso dell’esistenza  dello psicologo . Ho capito perché hanno tanto successo, perché per essere ascoltati siamo costretti a pagare qualcuno, soprattutto perché a nessuno piace essere giudicato. 

Ergo, trovatevi uno psicologo!

Penso al perché dovreste aprire questo link..

Da qualche anno mi sono avventurata nel mondo dei blog e malgrado ci tenga ad allontanarmi dall’idea di passare come quella che vuole spacciarsi come blogger fashion Wua, questo spazio che io adoro definire lo scrigno dei miei pensieri, col senno di poi, ha preso le sembianze di un vero e proprio BLOG!

Ok! ci sto! ma a modo mio!

Semmai dovesse passarvi l’idea di cliccare su uno dei miei link, vi trovereste in uno spazio di vita reale!

Premetto che..non mi atteggio definendomi scrittrice, anzi ammetto, umilmente e senza vergogna, che ancora oggi scopro tramite i miei e(O)rrori quanto le strade della grammatica italiana siano infinite, ma ditemi voi come si può definire una persona che si sente rinascere solo se ha modo di trasformare in parole i suoi pensieri?

Qui, avrete modo di conoscere Luppy, ormai donna tg 44 alla ricerca della felicità nelle cose semplici della vita e non nell’ultima borsa di Chanel. Questo è il motivo per il quale i miei consigli per gli acquisti sono categoricamente low cost, perché diciamoci la verità semmai potessimo sperperare i nostri conti in banca per comprare abiti costosi non è che mò ci vuole Chiara Ferragni a consigliarcelo! Io vi parlo di esperienze che più si avvicinano agli esseri umani, tipo un piccolo successo in cucina con la ricetta più semplice al mondo senza quelle fisse che ti fanno vedere quei programmi alla tv dove il piatto del giorno più semplice è fatto di sale dell’himalaya con polvere di quinoa sul letto di avocado e nuuuuuuuun è meglie na pizz!

A parte gli scherzi, ciò a cui io tengo di più è la possibilità di poter parlare di esperienze, le stesse che mi hanno portata ad essere quella che sono oggi: una donna migliore. Con questo non vorrei dire che non ci sono donne migliori e che spesso noi ce lo dimentichiamo!

Se c’è un obiettivo che mi sono posta iniziando quest’avventura di Carissima me.., è quello di sostenere chi ha sofferto quanto me e non è ancora riuscito a trovare la strada giusta. Parlo di donne che si chiedono continuamente quale sia il motivo per il quale non riescono a trovare l’anima gemella, sottovalutando l’amore per se stesse, sminuendo quel gran potere che abbiamo chiamato ” la forza delle donne“. 

 

Con l’affetto di sempre, Luppy

 

 

 

La principessa e il ladro

La principessa e il ladro

PROLOGO

Il cielo era illuminato dai colori del tramonto e un rumore delle rotelle di una piccola bici sull’asfalto, interrompeva il dolce suono delle onde in lontananza.

Quella non fu la solita estate per la piccola Sofia. Con un grande sorriso sul viso, guidando la sua prima bici sul lungomare, le sembrava di aver conquistato il mondo intero.

Condivideva questo piccolo traguardo con il suo fedele amichetto, che tutti conoscevano come Tulipano. Il loro era un legame speciale, di quelli che classifichi come le prime amicizie della tua vita. Sofia gli era molto legata da quando prese le sue difese con un bambino che aveva l’hobby di prendersi sempre gioco di lei.

Quel giorno, Tulipano era davanti al jukebox del bar, quando vide la scena ripetersi. Intento nella scelta di una canzone, notò Sofia in difficoltà e pensò di intervenire. Uscì velocemente dalla gelateria con un mega gelato tra le mani, mentre dal jukebox Gianni Morandi cantava “se non avessi più te”, si avvicinò in suo soccorso e con aria sicura, disse: “ehi! se non la lasci stare ti butto il gelato addosso?”. Il bulletto incrociò le braccia e gli rispose: “non hai il coraggio, gnomo!”.

Tulipano rivolse uno sguardo verso Sofia, quel suo sguardo dolce e indifeso bastarono per incoraggiarlo e l’istante dopo, il gelato fragola e limone scorreva sul coccodrillo della polo del presuntuoso bimbo.

Da quel momento trascorsero insieme ogni giorno di quell’estate.

A fine vacanza furono costretti a salutarsi,..ignari che se la vita li avesse potuti separare, il destino li avrebbe uniti!

CAPITOLO I

” Finalmente è finita! Entro nel palazzo, lo saluto, mi rigiro per dargli la chance di recupero, ma era già sparito! Mai che ti accompagnassero alla porta di casa! detesto quei film in cui lasciano vedere la scena di lui che l’accompagna, aspettando che vada via. Ci riempiono di false speranze!

Arrivata a casa, mi chiudo la porta alle spalle e tiro un sospiro di sollievo, non solo per essermi salvata da un probabile Jack lo squartatore, anche per aver terminato l’ennesimo “appunta-tormento” con il principe pezzotto di turno!”

Sofia spense il pc e si diresse verso la sua camera, crollando sul letto esausta. Il buon profumo di bucato delle lenzuola la confortò, accompagnandola nel sonno. Quell’ultimo sguardo alla fotografia sul comodino sembrava dire..”buonanotte” all’unico uomo che le aveva dato amore vero.

Erano passati 16 anni da quando non sentiva più la sua voce chiamarla. Con gli anni si accorse dell’assenza della parola “papà” nel suo vocabolario quotidiano e questo contribuiva a  farle sentire un’immensa mancanza. Di lui conservava il ricordo di un uomo dolcissimo che provava amore incondizionato per sua moglie e le sue figlie, le uniche donne della sua vita. Quando si perde una persona cara si finisce per cambiare se stessi, nel peggiore dei casi si prendono cattive strade, a Sofia invece fece comprendere il vero significato delle cose importanti della vita. Maturò prima ancora di diventare grande, fu questo l’unico dono che gli lasciò suo padre, oltre ai caratteri del viso come spesso il resto della sua famiglia amava ricordarle. Un viso, i cui dettagli Sofia cercò di non dimenticare circondandosi delle sue foto, proprio come quella foto sul comodino, a cui rivolgeva l’ultimo sguardo prima di dormire.

CAPITOLO II

« Avanti il prossimo!» disse Carlotta sbucando dalla finestra del terrazzo. Sofia, appena si accorse della sua presenza, chiuse subito il portatile. Carlotta quando notava questo gesto, aveva l’impressione che le volesse nascondere qualcosa, ma, nonostante ciò, non le ha mai chiesto spiegazioni.

La loro amicizia fu amore a prima vista. Da quando Sofia la scelse come inquilina, dicendole: «nella mia vita ho deciso di circondarmi di persone diverse e non conosco ancora nessuna che si chiami Carlotta!»

Sofia le confessa sempre che il vero motivo che la portò a scegliere lei come inquilina era per la sua innata dote culinaria, ogni volta che ricordano quel momento, scoppiano a ridere.

« Opterò  per un bel periodo di clausura!» disse Sofia sorridendo.

« Ok! qui ci vuole una grande colazione, che dici?»

« Si, ma entriamo dentro! » disse Sofia, facendo segno con lo sguardo verso la finestra di fronte.

« Di già?! ma non è un po’ prestino per le sue performance ballerine?»

« Ballerine?! Magari! oggi si è messo a parlare al telefono in mutande!»

« No! mi sono persa il mio buongiorno preferito!» rispose Carlotta, delusa dal suo amore segreto. Una sorta di “ragazzo della porta accanto”( anche se in questo caso sarebbe il caso di definire ” ragazzo della finestra di fronte”) con la passione per la musica cubana e l’unico difetto di essersi fermato al look degli anni ’80.

Entrando in cucina cominciarono a prepararsi quello che loro adorano chiamare “il menù del giorno dopo”: crepe con panna, frutta e nutella. La ricetta con gli ingredienti giusti per superare i momenti  in cui è facile perdere il sorriso.

« Dopo corsetta al parco?» domandò Carlotta, mentre finiva la sua crepe.

« Obbligatorio!!» le rispose Sofia con la bocca ancora piena, sorridendole.

« Ok, missione compiuta!» disse soddisfatta Carlotta.

« Cosa?»

« Mi hai sorriso!!!»

CAPITOLO III

« Sei passato dall’avvocato per l’assegno?»

« Si, Papà!»

« Potresti venire da me qualche giorno? il padre di Christel mi ha fatto più volte delle proposte di lavoro che potrebbero interessarti!»

« senti papà, non ricominciare con questa storia!»

« Appena riesco a trovare un po’ di tempo ce ne andiamo al mare, che ne pensi?»

« si,si..»

Erano queste le uniche conversazioni che Nicolò aveva con il padre da quando aveva lasciato la madre per un’altra donna, non avevano più lo stesso legame e i loro rapporti peggiorarono quando la madre si ammalò gravemente.

Nicolò visse gli ultimi mesi della sua malattia cercando di donarle tutto l’amore che ha sempre temuto di non darle abbastanza.

Trascurò amici e passioni, lasciò l’università a pochi esami dalla laurea. Tutto quello che voleva era curare sua madre, ma nonostante le sue speranze morì in una sera di settembre, proprio davanti ai suoi occhi.

Lasciò Milano, città nella quale si trasferì con la madre quando aveva otto anni. Ignorò la richiesta del padre che lo voleva con sè in Germania, decidendo di ritornare nella villa di famiglia a Napoli, dove aveva vissuto fin da piccolo. Concludere gli studi era tra gli obiettivi che Nicolò si era posto, ma col tempo le cose cambiarono e un evento in particolare diede una scossa alla sua vita in quel momento.

Un giorno tornando a casa in metro, nell’attesa che arrivasse il treno con la scusa dei ritardi continui che i passeggeri sono costretti a sopportare, conobbe una ragazza.

Continuarono a chiacchierare fino a quando il suono del telefonino della ragazza interruppe la loro conversazione. Subito dopo, la ragazza ripose distrattamente il telefonino in borsa, riprendendo a parlare con Nicolò, poi si accorse di essere arrivata alla sua fermata e lo salutò in fretta.

Quando Nicolò giunse sotto casa, frugando nel suo zaino per trovare le chiavi del cancello trovò il telefonino della ragazza della metrò.

Entrò in casa, pensando che per restituirlo avrebbe potuto risalire dalla rubrica a uno dei numeri presenti e perché no, approfittarne per chiederle un appuntamento.

Prima però doveva preoccuparsi dell’appuntamento in palestra con Alessandro, l’unico amico dal quale non si allontanò. Erano cresciuti insieme e hanno sempre contato l’uno sull’altro. Quello della palestra era solo un pretesto da parte di Alessandro per riportarlo a quelle che una volta erano le sue vecchie abitudini.

Raccontò ciò che gli era accaduto in sala attrezzi. L’amico, dopo essersi informato se ne valesse la pena, gli suggerì di procurarsi un appuntamento, mentre Tony, l’allenatore, gli disse di venderselo su internet, sapeva che molti ladri smaltivano così la refurtiva. Dopo l’intervento di quest’ultimo, Alessandro scoppiò a ridere, conosceva l’integrità dell’amico e non avrebbe mai avuto il coraggio d’infrangere le regole.

La sera di quello stesso giorno, Nicolò ripensò alle parole di Alessandro. Si sentì come sfidato dall’amico che sembrava reputarlo un vigliacco. Senza pensarci due volte, decise di prendere il telefonino e cancellare tutti i dati all’interno, poi accese il suo computer e cercò una linea wifi sconosciuta per connettersi, evitando in questo modo che il suo indirizzo potesse essere registrato dal sito dove vendeva il cellulare. Qualche giorno dopo l’inserimento dell’annuncio, riuscì a venderlo.

L’operazione fu così semplice e breve da non avergli dato nemmeno il tempo di pensare che stava per commettere un reato.

Ciò che invece lo incoraggiava era aver risposto con successo alla sfida che gli aveva inconsapevolmente proposto Alessandro.

Qualche giorno dopo, durante gli esercizi in palestra voleva confidarsi con l’amico, spiegandogli quanto fu facile organizzare il tutto, ma mentre si cambiava nello spogliatoio si accorse della presenza di una borsa nascosta con un asciugamano in un angolo.

Aveva notato che era già da un bel po’ lì, ma nessuno era tornato a prenderla. Gli venne uno strano pensiero per la testa: “potrei venderla su internet!?”. All’improvviso entrò Tony, lo vide prendere un asciugamano dal suo armadietto per poi ritornare in sala attrezzi.

Quando la porta si chiuse, si avvicinò velocemente alla borsa abbandonata e la infilò nel suo borsone.

Uscì frettolosamente dalla palestra e telefonò l’amico.

« Pronto Ale,..sto andando a casa, non mi sento un gran ché..»

« Ok, ma mettiti in forze per sabato sera, ho organizzato un seratone! »

« Tranquillo, ci sarò! » rispose sollevato, l’idea di andare in palestra non l’ha mai entusiasmato.

Durante la strada verso casa, cominciava a sentire il peso delle sue azioni.

Il pensiero di quello che stava per fare, gli faceva battere forte il cuore.

Aveva dentro di se una commistione di emozioni, sapeva di sbagliare, ma ormai la tentazione di riprovare la sensazione della prima volta gli faceva perdere quella razionalità che lo ha sempre distinto dagli altri.

Arrivò a casa e prese posto sul divano appoggiando sul tavolino il suo borsone, dal quale prese subito la borsa rubata.

All’interno  trovò un vestito verde, delle ballerine marroni, un beauty. Dettagli che lasciavano intendere che la borsa appartenesse ad una donna, ma che ci faceva nello spogliatoio degli uomini?

Smise di chiederselo, quando continuando a frugare trovò un  PC portatile bianco.

CAPITOLO IV

 

– Signorina siamo mortificati! non è mai accaduto che si verificassero furti nella nostra palestra!

– Avevo il mio computer in quella borsa!

– La prego, si calmi! le prometto che se non ritroveremo la borsa, le risarciremo il danno che le abbiamo causato, intanto mi descriva la borsa..

– Credo che per quanto lei cerchi di rimediare, non riuscirà a farmi calmare! comunque la borsa è marrone con un ciondolo a forma di farfalla, questo è il mio numero, mi chiami per aggiornarmi!- disse Sofia, lasciando la palestra quasi in lacrime.

– ohiiii, non fare così! ti hanno appena detto che ti risarciranno! non sei contenta?! avrai un bel computer nuovo!- sussurrò  dolcemente Carlotta, cercando di darle conforto.

– Su quel PC c’era tutta la mia vita!

– Cosa?- rispose incredula Carlotta.

– Ci ho annotato giorno per giorno gli ultimi anni della mia vita. Ci sono tutte le mie confidenze, ma soprattutto i i miei ricordi!

– E devo dedurre che non hai mai salvato i dati su un cd..- le disse speranzosa Carlotta.

Sofia le fece cenno di no con un’espressione di tristezza e sconforto.

Sapere che un estraneo potesse avere libero accesso al suo diario, la rendeva terribilmente fragile.

Più di tutto le dispiaceva abbandonare quell’abitudine di rileggere alcune delle pagine scritte. Per lei i suoi diari erano dei piccoli tesori: un modo per poter ritornare indietro nel tempo e rivivere dei momenti che spesso dimentichiamo.

«Era per questo che chiudevi il PC quando mi vedevi arrivare?» disse Carlotta mentre erano sulla strada di casa.

« Si, ma..»Sofia cercò di giustificarsi, ma Carlotta la interruppe e poggiandole il braccio sulle spalle, disse:

«Non devi scusarti! però che delusione che sei, io pensavo guardassi film sconci! »l’amica riuscì inevitabilmente a strapparle un sorriso. Felice del risultato ottenuto, continuò a portarla lontana da quel dispiacere, chiedendole:

« Allora, quando vogliamo organizzarci per quel viaggio?»

« Presto Carlotta!»

 

CAPITOLO V

 

Nicolò uscì dalla doccia e si avvolse l’asciugamano in vita. Diede una passata di phon sullo specchio annebbiato dal vapore. Si trovò davanti ad un uomo che non gli piaceva più, ma era stufo di quell’immagine da bravo ragazzo. A cosa era servito comportarsi correttamente? Sua madre l’aveva fatto, rimase fedele al padre anche dopo esser stata lasciata per un’altra e cosa ha ricevuto in cambio? improvvisamente sentì un gran senso di colpa, cosa avrebbe pensato di lui se fosse ancora viva? capii che la fedeltà di sua madre era stata ricompensata dall’affetto che lui le aveva sempre dimostrato. Comprese subito di aver commesso un grave errore impossessandosi di cose che non gli appartenevano.

Si convinse che per rimediare avrebbe dovuto riportare indietro quella borsa, lasciandola nello stesso posto dove l’aveva trovata. Sperando che nessuno se ne sarebbe accorto.

Dopo queste riflessioni, smise di torturarsi e dopo essersi asciugato si preparò la cena. Gli piaceva molto cucinare, imparò a godersi anche da solo degli attimi di piacere, preparandosi delle deliziose cenette, accompagnate da buon vino e musica jazz.

Miles Davis suonava la sua “it never entered my mind”, mentre Nicolò finiva il suo bicchiere di vino seduto sul divano.

Gli cadde l’occhio sul portatile posto proprio davanti a lui. Non aveva ancora ceduto alla tentazione di accenderlo. Provò a trattenere la sua curiosità cercando intorno a sè qualche pretesto che riuscisse a distrarlo.

Fece un giro di canali, ma era nato quasi un corteggiamento con quell’aggeggio che sembrava gli chiedesse “accendimi!”.

Dopo qualche  minuto di zapping, fece ritornare il suo sguardo sul PC e si arrese.

Il desktop aveva come sfondo l’immagine di un’ orchidea rosa coperta da cartelle rinominate “my juke box, curriculum, my clicks, Carissima me,..Carissima me?, cosa sarà?”. Malgrado si sentisse peggio di un ladro, non riuscì a non continuare e aprì la cartella. Vide una serie infinite di date e aprì quella più recente..

CAPITOLO VI

 

Il rumore di un campanello suonò alla porta del “cosa mi metto?”, la piccola sartoria in cui lavorava Sofia. Si aprì la porta e vide Carlotta entrare.

« Ho portato i panini! pranziamo al parco?» disse Carlotta mentre Sofia si sistemava i capelli allo specchio.

« Si, amì! oggi è uno di quei giorni in cui mi sento un cesso!»

« Ma smettila! ti assicuro che tutto puoi sembrare tranne che brutta!»

Chiusero insieme il negozio per dirigersi verso il parco.

« La cosa più brutta è che capita sempre quando devo per forza uscire di casa!..ma il peggio è sempre dietro l’angolo» disse queste ultime parole abbassando il tono della voce, vedendo venirle incontro la sua “amica- nemica” talmente perfetta da ricordarle quelle bamboline con cui giocava da piccola, le Polly Pocket!

« Sta arrivando Polly! a volte penso che se la mettessi a testa in giù, i capelli le resterebbero attaccati alle spalle, forse non le salirebbe nemmeno il sangue al cervello!» aggiunse Carlotta sottovoce.

« Ooooh! ma ti fai sempre più bella!» con quel sorriso a 180 denti salutò Sofia.

« Ciao! grazie, anche tu!» aspettando che Polly si allontanasse Sofia continuò a (s)parlarne con Carlotta

« mmm, fingo di crederle, ma soprattutto cerco di trattenere quell’incontenibile voglia di chiederle come sia possibile che una donna normale in tutti 365 giorni all’anno riesca a non avere mai un capello fuori posto, il trucco sbavato, un paio di scarpe basse ai piedi? insomma quel maledetto “giorno no” del mese, su di lei che effetti miracolosi ha?»

« Con il tempo mi sono convinta che questa sorta di Polly Pocket sia un’ extra terrestre!»

Risero insieme, mentre un uomo passò accanto e sussurrò “siete stupende!”.

« Sentito? proprio quando credi che oggi sia il famoso “giorno no”, ecco che si verifica quel piccolo miracolo chiamato “complimento”! » disse Carlotta sorridendo all’amica.

« Sembra assurdo, ma anche un semplice gesto come questo può convertire un giorno no ad un giorno “ni”!»

« Ma il meglio deve ancora venire..» disse Carlotta facendole cenno con lo sguardo verso Andrea, un macho man con il perenne colorito di un cubano.

« Nooo! posso essere più sfigata di così? possibile che nel giorno in cui tutti i tentativi di trucco e parrucco risultino vani, incontro quel frescone che mi strapiace e non riesco mai a beccare quando invece mi sento al top!» disse Sofia mentre cercava di fare gli scongiuri affinchè quest’incontro riavvicinato non avvenisse per una qualsiasi causa di forza maggiore (terremoto, maremoto, uragano) o semplicemente una telefonata che lo distragga da questa iniziativa, giunta nel posto e nel momento sbagliato.

Quando lo vide venirle incontro in tutto il suo splendore, nella sua mente partì la scena a rallentatore con la sua colonna sonora (“more, more, more”- Andrea true connection), si avvicina, cingendole il braccio intorno alla vita. In quell’istante Sofia pensò inevitabilmente:”no! la ciccia sui fianchi! non respirare! pancia dentro! petto in fuori! no, vabbè quello no, è un caso perso! non arrossire! non arrossire!”.

Andrea le baciò una guancia dicendole:

« Che bella che sei oggi! questa gonna ti sta benissimo!»

All’improvviso Sofia senti fermare tutto: colonna sonora, gente che viene, gente che va (compresa Polly). Si guardò intorno e una volta assicuratasi che lo stesse dicendo proprio a lei, gli rispose:

« giuro che non è stata la prima cosa che ho preso dall’armadio!»

Andrea sorrise e disse « oggi parto per una decina di giorni di mare, appena torno, se ti va, potremmo uscire insieme?»

Sofia acconsentì con la testa e lo salutò, ancora incredula dell’accaduto.

Carlotta si mise sotto al suo braccio e le disse:

« amica! decisamente! non è un giorno no!»

CAPITOLO VII

26-27/03/2011

Lettera al mio amore..ovunque tu sia!

Mi passerai ,..

anche stavolta amore sei fuggito dalle mie mani

eppure sembravi proprio tu!

aveva la tua bocca, la tua voce, il tuo corpo,

il tuo sorriso, ma i tuoi occhi no!

I suoi non erano quelli per cui avrei perso

la testa perché non mi hanno mai

guardata con il cuore.

Dove stiamo andando anima mia?

quanti falsi te dovrò incontrare

ancora? che voglia di amarti che ho!

Vorrei far mio ogni tuo particolare,

darci il meglio e il peggio di noi, sentire

il tuo profumo durante la giornata,

parlarti, ascoltarti, crescere insieme.

Non voglio arrendermi, ti aspetto..

però che voglia e’ te verè!

CAPITOLO VIII

 

Il cielo stellato nelle serate estive faceva spesso da scenografia alle cene organizzate in terrazza da Sofia e Carlotta.

Adoravano quella parte della casa, in particolare Carlotta..

« Luci spente?» chiese Sofia con in mano due calici di vino bianco.

« Si! mi sa che ora si troverà in qualche locale a ballare dirty dancing con qualche Polly Pocket! dammi quel calice, devo dimenticare!»

« Beh, allora dimenticheremo insieme! il team dei miei fans fa pena! cin cin!»

« Cin socia!»

Brindarono stese sui lettini con lo sguardo rivolto al cielo.

« Sono un incanto le sere d’estate con i grilli che cantano!» disse Carlotta.

« Non so te, ma a me ricordano quelle dei primi appuntamenti. Quando gli uomini sono sempre perfetti: si presentano puntuali sotto casa, organizzano cene al chiaro di luna, ti riempiono di complimenti e si dipingono come l’uomo ideale. Proprio come l’ultimo caso perso che ho archiviato l’altra sera. Dopo la trasformazione da principe a polipo, sono stata costretta a fargli il famoso discorsetto del “non-te-la-do” ed è scappato!»

« Sono tutti uguali! a me sembra di frequentare dei robot con il pilota automatico, sono senza cuore! mirano all’obiettivo e se non lo raggiungono, freddano ogni legame per poi proseguire con la prossima vittima!»

« Quello della nostra epoca non è amore, e’un tunnel polare dei sentimenti!»

« A proposito di gelo.. ci starebbe bene quel barattolone di gelato panna cotta, cioccolata bianca e caramello?!”» disse Carlotta che era solita gestire in questo modo i cali di dolcezze.

« Magari con una spruzzatina di nocciole e meringhe?» concluse spudoratamente la sua degna compagna di merende.

Rientrarono in casa per procurarsi la loro dose di zuccheri, ma si accorsero che mancava proprio il gelato, si guardarono deluse e Carlotta disse subito:

« Tranqui! scendo al bar e provvedo!» Sofia le sorrise vedendola correre verso la porta.

Carlotta uscì dal palazzo ed entrando di corsa nel bar si scontrò con un paio di addominali nascosti sotto una profumosa Fred Perry. Alzò lo sguardo e si accorse di avere le mani sul petto del suo amore platonico, meglio noto come “bamboleiro”, il quale vedendola in uno stato confusionale le chiese preoccupato:

« Tutto bene?»

Carlotta vide per pochi istanti realizzarsi uno dei suoi tanti sogni notturni. « Si, si! scusami ero di corsa..»

« Me ne sono accorto! ma tu abiti in questo palazzo ,vero?»

Carlotta non riusciva ancora a crederci: lui, il principe dei suoi desideri era consapevole della sua esistenza!

« Si! anche tu hai un viso familiare!» rispose cercando a tutti i costi di apparire convincente, mentre continuava ad ammirare quel sorriso accecante.

« Io abito proprio di fronte al vostro appartamento. Mi chiamo Alessandro!»

Lo ascoltava cercando di imprimere nella mente il suono della sua voce in perfetta sintonia con le espressioni dei suoi occhi neri e un sorriso che faceva invidia a quello di un attore americano.

« Io sono Carlotta!»

« Ah, Carlotta che nome simpatico!»

« Anche il tuo non è male!»

Sorrisero scambiandosi sguardi di complicità, si salutarono e mentre Carlotta varcava l’uscio del bar, Alessandro si girò e la chiamò :

« Vicina!»

Carlotta riconobbe quel tono di voce che suonava al suo orecchio come un insieme di note ben accostate.

« Mi dica?» rispose ironicamente

« Sabato dò una festa! ti va di venire? puoi portare chi vuoi!»

Carlotta non ci pensò due volte e rispose subito di si.

Alessandro si diresse verso il suo palazzo e lei rimase a guardarlo fino a quando lo vide scomparire dietro il portone.

Ritornò a casa a mani vuote, lasciando Sofia scontenta.

« ehi! e il gelato?»

« Mi dispiace, ma io ho già avuto la mia dose di zuccheri!»

CAPITOLO IX

 

Ecco cosa vogliono le donne, 16/06/2011

 

..l’altro giorno mi è capitato che mi rivolgessero una domanda: “come dovrebbe essere il tuo uomo ideale?”..ed io boh!,..a me piacciono gli uomini con un qualcosa in particolare, quelli che ti passano sempre davanti agli occhi e ti sono indifferenti e poi un bel giorno c’è qualcosa che li rende irresistibilmente affascinanti (..chissà perchè ogni giorno che lo incontri diventa sempre più interessante),..mi piacciono gli Uomini con la camicia (li trovo mooolto sexi), mi piacciono gli Uomini che non hanno bisogno di essere consigliati (in particolare dalla mamma, sorella o fidanzata) per saper vestire: quelli che non metterebbero mai una camicia a righe su un pantalone a quadri, per intenderci. Mi piacciono gli uomini quando assumono quella posa di mettere le mani in tasca, se poi sono sul sedile del passeggero della macchina, mi piace guardarli mentre sono alla guida (quel modo di mettere le mani sul volante), poi mi piacciono quelli che hanno qualcosa da insegnarmi. Mi piacciono quelli che hanno le idee chiare quando gli domando”che genere di musica ascolti?”, mi piacciono gli Uomini con tanti capelli, mi piace che le mie mani siano trai suoi capelli mentre lo bacio, mi piacciono gli uomini che portano un buon profumo (adoro che il suo profumo resti sui miei vestiti quando torno a casa), mi piacciono gli Uomini capaci di farti sentire donna, mi piacciono gli Uomini dolci, quelli che riescono a farti ridere quando sei triste, mi piacciono gli Uomini che non si depilano e non sanno cosa significa linea”slim fit”, mi piacciono gli Uomini più grandi di me (magari con qualche capello bianco), ah..se poi hanno gli occhi chiari…il principe era azzurro per un motivo! mi piacciono gli Uomini che al primo appuntamento non ti domandano ”dove vuoi andare?”.., mi piacciono gli Uomini un po’ gelosi, ma che non pensano tu sia una sua proprietà, mi piacciono gli Uomini che ti offrono la luna senza pretendere che tu gliela dia al primo appuntamento..(ma chi cazz te sap!).., mi piacciono gli Uomini che hanno cura di me, quelli che conoscono la parola rispetto, mi piacciono gli uomini con un bel profilo, e anche un bel sedere..ma anche delle belle gambe. Quelli che sanno regalare dei fiori, quelli che suonano o fanno sport, mi piacciono gli uomini che mi stimolano a dare il meglio di me stessa, che sanno ascoltare e parlare, quelli determinati: quelli che se vogliono una cosa la ottengono,..che più che dire una cosa..LA FANNO!!!....rispondere ad una domanda come questa con dei semplici particolari non avrebbe dato giustizia al mio uomo ideale, ma sono certa che sarei pronta ad innamorarmi di tutto il contrario di quello che ho pocanzi scritto perché vi svelo un segreto: nemmeno noi donne sappiamo quello che vogliamo, ma perché voi…uomini lo sapete????…

Con il viso illuminato dallo schermo del portatile, Nicolò sorrideva leggendo le memorie di quella sconosciuta.

Accedere senza impedimenti ai pensieri di una donna lo incuriosiva al punto tale da essere tentato a leggere tutte le note di quella cartella, ma ciò che più lo intrigava era il desiderio di dare un volto all’artefice di queste riflessioni.

Accantonò la preziosa cartella e cercò quella delle foto. Non aveva mai visto tanti album fotografici. Immaginò che dovesse essere quel tipo di persona con la passione per la fotografia.

«Compleanni, vacanze, ex, best of me,..questa mi sembra interessante!»

Nell’album c’erano una serie di scatti: finalmente poteva dare un volto a questa donna del mistero.

Ingrandì la prima foto e non si meravigliò che quei pensieri profondi provenissero da una persona con uno sguardo così intenso avvolto in una cascata di morbidi ricci castani con dei fili dorati. I suoi occhi di un verde quasi unico, avevano una luce particolare. Il tutto era accompagnato da un sorriso contagioso. Gli scatti lasciavano supporre che lavorasse come modella, sembravano realizzati da un professionista. Nelle foto traspariva un fascino suadente. In lei c’era qualcosa di magico che travolse Nicolò. Completamente immerso in questo incanto ritornò alle sue letture.

CAPITOLO X

 INNO ALL’AMORE,28/07/2011

Stasera vorrei prendere le vesti dell’inguaribile romantica..quindi facciamo un po’ di atmosfera, luci soffuse, una bella colonna sonora (consiglio “When I fall in Love” di Nat King Cole), sgombriamo la mente da brutti pensieri e trattiamo un argomento che io definirei maledettamente fiabesco -> L’INNAMORARSI!

..in quanti modi possiamo tradurre questa parola..c’è chi la chiama: cotta, idillio, infatuazione, attrazione, passioncella, sbandata..per esperienza vissuta posso dire che è..una sorta di male che colpisce spesso il mio cuore e mi rincretinisce fino a rendere quella che era una vita normale in una serie di disastri irreparabili..si, lo confesso: pare che io sia solita subire l’innamoramento facile,..basta che costui sia in possesso di anche uno solo dei pregi del cosiddetto mio “uomo ideale” ed ecco che diamo inizio alle danze dell’innamoramento..sempre se si possa definire tale il pensiero fisso, continuo e instancabile di colui che ai miei occhi, da perfetto sconosciuto qual’era, sembra essere diventato l’uomo perfetto! I sintomi sono vicini a quelli di un malato di Alzheimer: d’improvviso la mia mente viene totalmente occupata da tutto quello che concerne il presunto e potenziale principe del mio cuore..! Per un attimo tutto si ferma, la mia vita prende forma della sua: colori, profumi, parole..tutto mi ricorda lui e mi dimentico di tutto il resto!Questa strana malattia, questo male dolorosamente piacevole comporta effetti collaterali simili ad una droga..qualcosa di estremamente miracoloso ti riempie il cuore, l’anima, la mente, lo stomaco..a questo proposito non posso non citare le famose “farfalle”..quelle sono l’apice del piacere!..quando ti senti dentro una scarica illimitata di battitti del cuore e un uragano di emozioni stravolge la tua esistenza..improvvisamente ti accorgi cosa significhi essere viva..!! AMATE , INNAMORATEVI SPUDORATAMENTE!!!..non c’è nulla al mondo che possa rendervi così felici..di un overdose d’amore!..

CAPITOLO XI

 “Dovrebbero inventare un navigatore satellitare per individuare gli oggetti dispersi nelle borse delle donne”, pensò Sofia mentre affondava disperatamente la mano nella borsa alla ricerca del suo telefonino che squillava insistentemente. “ah!trovato!”

« Pronto!»

« Sofia!»

Sgranò gli occhi e si fermò mentre camminava verso il lavoro. Conosceva quella voce.

«Andrea! Ciao!»

«Ohi, ce l’hai messo di tempo per rispondermi, ti vuoi far  proprio desiderare?!»

«No, affatto! non trovavo il telefono in borsa, sai cosa si dice sulle borse delle donne, siamo capaci di mettere l’impossibile dentro e poi, per trovare ciò che ci serve, ci impieghiamo una vita!»

«Esagerata!»

« Sul serio! ho perfino il PC e il cambio per la palestra!»

«Addirittura il PC?»

«Sì! devi sapere che io adoro scrivere! sui fogli mi riesce meglio, ma sul portatile riesco a salvare tutto e, soprattutto, nessuno può leggerli! ma non parliamo di questo! com’è andato il viaggio?»

«Benissimo! sono appena tornato, quindi colmo di lavoro! stasera però ho una gran voglia di cenare insieme, dimmi che sei libera!?»

Sofia sentì improvvisamente una fiamma di entusiasmo bruciare dentro di sé.

«Con molto piacere!»

«Il piacere sarà tutto mio, visto che finalmente mi concedi quest’onore! ci aggiorniamo in giornata allora.»

Quella telefonata aveva cambiato la routine dei giorni della sua vita che cominciavano a somigliare sempre di più l’uno all’altro.

Si salutarono e Sofia rimise gli auricolari all’orecchio. Dal suo ipod Beyoncè cantava “love at the top”. Era talmente presa dalla felicità di quel momento da poter contagiare tutto ciò che la circondava, improvvisando un balletto con il ritmo di quella canzone. Quando si trovò davanti al negozio per cui lavorava, si pose inevitabilmente una domanda: “che mi metto?”.

Cominciò tutti i riti di apertura del negozio: luci, insegna, musica, ma nulla poteva distrarla dal pensare a cosa poter creare da indossare per la cena che l’aspettava stasera. Si mise a lavoro per terminare delle consegne e tra una pausa e l’altra disegnò nella mente il suo abito. Dedicò l’intera pausa pranzo per realizzarlo. Dallo scaffale dei tessuti scelse della seta verde. Il rumore della macchina da cucire faceva da sottofondo ai suoi pensieri. Un frullato di dubbi, speranze ed emozioni gli girava per la testa: ” Chissà se l’abito che ho in mente sarà idoneo alla cena che ha organizzato? speriamo che non mi deluda anche lui! è da tanto che aspettavo questo appuntamento! mi sento al settimo cielo!”.

All’ora di chiusura, corse a casa per prepararsi. Le rimanevano un paio di ore per quello che lei amava definire “restauro”. Si concesse un breve bagno caldo, si passò l’olio per il corpo sulla pelle bagnata e si avvolse nell’accappatoio. Con l’aiuto del phon e la spazzola lisciò i capelli lasciando le punte ondulate. Stese sulle unghia di mani e piedi uno smalto color pesca e mentre aspettava che si asciugasse, tamponò il viso e il decolté con l’acqua di rose. Dopo il parrucco, si dedicò al trucco: contorno occhi, eyeliner, tanto mascara e un pò di lucido sulle labbra, per il resto bastava la tintarella presa al mare la domenica prima. Mancavano pochi minuti, indossò l’abito e dei sandali neri tacco 10. Mentre scriveva un biglietto a Carlotta, che quella sera lavorava per il servizio catering, le squillò il telefonino:

« Pronto?»

«PRONTA?» rispose Andrea

«Si, scendo subito!»

Durante l’attesa squillò il telefono ad Andrea.

«Pronto?…che cosa? ho appena avuto la conferma che all’interno ci potesse essere ciò che cercavo! trovala o non avrai nemmeno un euro da me!» concluse in fretta la telefonata, quando vide comparire Sofia con un abito che le aderiva sul corpo. L’accompagnò con lo sguardo e si accorse che le bretelle del vestito finivano per incrociarsi sulla schiena, lasciandola completamente scoperta.

« Sei un sogno Sofia!»

Lei lo ringraziò con uno sguardo imbarazzato.

«Ora qualsiasi posto scelga non potrà mai essere alla tua altezza!»

«Dai! smettila! piuttosto decidi in fretta che muoio dalla fame!»

Andrea scoppiò a ridere. Quella frase riuscì a togliere l’imbarazzo del classico primo appuntamento. Tra una chiacchierata e l’altra sulla vacanza trascorsa, giunsero nel ristorante più chic del posto con la vista migliore sulla città. Mangiarono deliziose pietanze a base di pesce accompagnate da un ottimo vino bianco. Sofia amava lasciare che gli effetti di alcuni sorsi di vino le dessero la giusta spensieratezza, anche se spesso avrebbe evitato la scena che si ripete ogni volta che si trova in questo tipo di locali, con lui che sorseggia il vino e il cameriere che attende il responso. Andrea la osservava esterrefatto: si sorprese nella scoperta di una persona totalmente diversa da come l’aveva immaginata. Le piaceva il suo carattere solare, lontano da quello enigmatico di alcune categorie di donne a cui era abituato. La cena si concluse con uno squisito dessert di panna cotta ricoperta da un matrimonio di crema alla cioccolata bianca con un sottile ripieno di miele e piccole nocciole.

« Grazie per la serata, sono stata molto bene!»

« Quindi non ti dispiacerebbe vedermi ancora?»

« Non mi dispiacerebbe!» Andrea si avvicinò, le prese la mano e gliela baciò delicatamente.

« Buonanotte!» Sofia gli sorrise e uscì dalla macchina un po’ frastornata dagli effetti collaterali del vino e la cascata di emozioni vissute.

CAPITOLO XII

Il rombo di una moto echeggiava fuori la palestra. Nicolò si tolse il casco e con il borsone in spalla, si diresse dritto verso gli spogliatoi. Appena entrato, si preoccupò che fosse solo. Cacciò dal suo borsone il corpo del reato e lo ripose nello stesso posto in cui l’aveva trovato.

Proprio mentre usciva, vide entrare Tony che gli diede l’impressione di fissare la borsa nell’angolo. In seguito, Alessandro gli venne incontro, dandogli una pacca sulla spalle.

«Fammi compagnia mentre mi cambio, devo assolutamente raccontarti una cosa!»

Rientrando negli spogliatoi, Nicolò si accorse che la borsa non c’era più e che Tony stava andando via proprio in quel momento con lo zaino stranamente più gonfio. Senza pensarci due volte, lo prese per un braccio e cercò di bloccarlo.

« Fermo! c’era una borsa nell’angolo con questo ciondolo e ora non c’è più!»

Tony lo spinse tentando di andare via, ma intervenne anche Alessandro che gli chiese di aprire il borsone per dimostrare la sua innocenza. Aprirono il borsone e realmente trovarono la borsa rubata.

Nel frattempo le urla dei tre, attirarono l’attenzione dei ragazzi alla reception che cercando di capire cosa fosse successo si accorsero di quel particolare ciondolo a forma di farfalla, ricordando quello descritto da una loro cliente qualche giorno prima.

«Sei proprio un super eroe!» disse Alessandro ironicamente.

« E tu il mio degno compagno!» rispose Nicolò fiero delle decisioni che lo avevano portato a fare quel gesto. Ora ciò che più lo interessava, era trovare la sua ragazza misteriosa.

CAPITOLO XIII

Un assolo di chitarra intonava “desafinado” facendo da sottofondo musicale al rito del venerdì sera: la cena dallo spagnolo.

«E se fossero segni del destino?»

«Che cosa?»

«Tu con Andrea ed io con Alessandro! finalmente i nostri desideri si stanno realizzando! ad esempio: pensa se non avessimo finito il gelato? quella sera non sarei uscita e non avrei potuto parlargli!»

Sofia l’ascoltava, riflettendo su come fosse curiosa la vita, pronta a combinare i destini di ognuno di noi, ma soprattutto pronta a sorprenderti quando pensi che non ci sia più nulla che possa farlo.

«Spero di non aver rovinato i tuoi programmi per il weekend, ma sai quanto abbia bisogno della tua presenza domani sera!»

«No, non preoccuparti. Lui non mi ha nemmeno nominato il sabato sera, come tutti d’altronde! si sa che è un argomento tabù!»

«Beh, dai è presto per dirlo! dagli un pò di tempo!»

«Sì, ma non ho intenzione di farmi illudere dall’ennesimo “principe pezzotto”, poi sai  che ti dico? il sabato è un giorno sacro anche per me e domani voglio divertirmi con la mia socia!»

«Certo che ne abbiamo imparate di cose sugli uomini, secondo me dovremmo cominciare a fare un elenco di regole del primo appuntamento!»

«Mi sembra un’ottima idea! La prima potrebbe essere quella di non presentarsi sotto mentite spoglie! bisogna essere se stesse! usciamo per divertirci, questo viene prima di tutto!»

«Si, devo averlo letto da qualche parte, ehm, sì “il successo in amore non riguarda l’aspetto esteriore, riguarda l’atteggiamento!”»

«Bella questa! decisamente vero!» Sofia le sorrise soddisfatta, mentre gustava il suo riso, gamberi e panna accompagnandolo con delle fettine di cocco.

«La seconda quella di rispettare le buone maniere: passare a prenderci, scegliendo un posto dove poter parlare per conoscerci meglio, soprattutto il conto: lo deve pagare lui!»

«Vabbè questo è l’ABC del savoir faire! l’uomo deve sapere come prendersi cura della propria donna! ora se permetti io aggiungerei la terza: non si deve parlare degli ex, poi se ne parla lui, sient a mè! meglio lasciar perdere!»

«E il “the end”? hai presente quella scena dei film quando la fine dell’appuntamento si svolge sotto casa di lei con gli sguardi di entrambi titubanti sul dar farsi?»

Sofia, l’ascoltava divertita, annuendo.

«Nella realtà la scena del bacio si svolge tra il dopo cena o caffè e prima che ti accompagni a casa. Questo è il momento della trasformazione del cavaliere in “polipo”»

«La tragicomica vita da single! rispose Sofia sempre più felice di averla  come amica.»

«Attenzione! l’ultima regola: “the day after”»

«Questa la conosco bene! mai fare la prima mossa! mai chiamarlo per prima, meglio che lo faccia lui!»

«Risposta esatta! e se non chiamano?»

«Se ne vere è bene n’at!»

«No! ahahah, Carlotta mi riferivo a quel film! “la verità è che non gli piaci abbastanza”»

«Davvero!? non l’ho ancora visto, ma mi sa che tocca provvedere!»

« Si, è come un mantra sciogli incantesimo dalla maledizione della sindrome “Bella addormentata” e “Cenerentola” messe insieme!»

«Non nominarmele nemmeno! fiabe come queste sono state la rovina di molte donne! storie d’amore meravigliose, fatte di “c’era una volta..” e di “vissero felici e contenti”, ma in tutte c’era quel personaggio, ormai in perenne via di estinzione, il principe azzurro!»

« E’ il confronto con la realtà che ci fotte!»

« Ah,ah,ah! oggi quello che le donne della nostra età si ritrovano a fare è un continuo giro sulle montagne russe sentimentali. Si possono trovare dei principi tendenti all’azzurro, ma a tempo determinato! peccato che a contratto scaduto, come Cenerentola dopo la mezzanotte, si ritorni alla realtà!»

Completamente d’accordo con l’amica, Sofia continuò.

« Oggi più che di principi bisognerebbe parlare di principesse perché l’uomo di oggi è diventato la donna di ieri!»

«Chissà il gran ballo di domani che cosa ci riserverà?»

«Lo scopriremo solo vivendo!»

CAPITOLO XIV

L’ascensore saliva verso l’ultimo piano Carlotta, emozionatissima, era intenta a dare istruzioni per la serata.

« Allora ricapitolando, appena siamo davanti alla porta, tu entri per prima!»

«Ok! tranquilla! però ricordati che siamo qui per divertirci! non facciamoci rovinare la serata da nessun tipo di ansia!»

Rispose Sofia cercando di calmare anche se stessa. Era molto felice per ciò che stava succedendo nella sua vita e l’idea che anche carlotta vivesse un periodo simile al suo, la riempiva di gioia.

«Hai ragione! però entri tu per prima lo stesso!»

L’ascensore si aprì sul pianerottolo, c’era gente con drink in mano che chiacchierava. La porta era aperta e Sofia mantenne la promessa varcando la soglia per prima. L’ingresso dava accesso direttamente ad un ampio soggiorno: c’era gente ovunque che occupava l’intera stanza.

«Vicina!»

Carlotta riconobbe subito la voce di Alessandro.

«Ciao! complimenti per la festa! non hai dimenticato niente!»

Proprio in quel momento si avvicinarono due ragazze che lo abbracciarono.

« Auguri! buon compleanno!»

Mentre Alessandro le ringraziava, Sofia e Carlotta si guardarono imbarazzate.

« Ale non sapevo fosse il tuo compleanno, ti avremmo fatto un regalo!»

« Mi avete onorato della vostra presenza, mi basta questo!»

Quelle parole sembravano annientare tutte le insicurezze della dolce Carlotta che cominciava a convincersi dell’interesse ricambiatole.

« Lei è la mia inquilina Sofia!»

Gli strinse la mano, facendogli gli auguri.

« Grazie anche a te per esserci! ho improvvisato una sorta di bar, cosa vi va di bere?»

« Due Martini andranno benissimo!»

Si avvicinarono al bancone ed Alessandro chiese al cameriere di portargli i drink fuori al terrazzo.

« Fuori staremo più comodi.»

Cercarono di raggiungere il terrazzo quando Sofia si sentì prendere un braccio.

« Sofia anche tu qui!»

Si girò e vide Polly, la sua nemica onnipresente con una delle sue mise eccentriche: la lunga chioma di extation platinate, la colata delle unghia stile gatta morta e ai piedi, trampoli alti quanto un primo piano. La salutò e poi temendo che l’indiscrezione della nuova arrivata potesse rovinare quel momento felice, disse all’amica che li avrebbe raggiunti dopo.

 Nel frattempo intrattenne per un po’ Polly, la cui presenza fu un buon pretesto per lasciare Carlotta con Alessandro, sperando che quell’amore tanto atteso, smettesse di essere platonico. Solo quando si accertò che qualche fan di Polly la tenesse impegnata, se ne liberò e si avvicinò al bar per procurarsi quel famoso Martini. Attese il suo turno e con in mano il drink si scontrò con un ragazzo. L’urto le fece cadere il bicchiere a terra, versando il Martini sulle scarpe dello sconosciuto malcapitato.

« Porca paletta! è destino che non debba bere stasera!»

Raccolse il bicchiere e si alzò per scusarsi. Si trovò di fronte ad un paio di occhi color cielo che facevano da contrasto alla barba di qualche giorno. Quel breve contatto gli permise di appoggiare le mani sui pettorali che lasciavano intendere avesse un corpo muscoloso. Il suo sguardo si soffermò sulla catenina d’argento che portava al collo. Secondo Sofia erano piccoli dettagli come questi a trarre lati del carattere che spesso non vengono mostrati.

« Scusami ! sono mortificata!»

Il ragazzo con cui si stava scusando era Nicolò, il quale non riusciva a credere ai suoi occhi: aveva la ragazza del mistero proprio davanti a lui! Rimase per qualche istante in silenzio a guardarla. Le foto non rendevano giustizia alla sua bellezza.

« Tranquilla! è solo un paio di scarpe! avrei voluto prendere qualcosa da bere, ma credo di non averne più bisogno!»

La sorrise per sdrammatizzare cercando di ironizzare sull’accaduto. Sofia piegò la testa da un lato e ricambiò il sorriso, quello sconosciuto le diede da subito una buona impressione. Intanto Nicolò ne approfittava per ammirarla, seguendo ogni suo gesto ed espressione.

« Sarebbe il caso di conoscere il tuo nome, sai per eventuali risarcimenti, dato il danno causato alle mie scarpe!»

« ahahah! certo! è il minimo che io possa fare. Io sono Sofia!»

« Nicolò!»

Improvvisamente Sofia si sentì un braccio intorno alla vita. Cercò di girare il volto, ma si trovò guancia a guancia con Andrea.

« Finalmente la serata si fa interessante!»

« Andrea che sorpresa!»

« Spero una bella sorpresa!

« Lo è!»

Si girò in cerca di Nicolò, ma si accorse che era scomparso.»

«Chi stai cercando?»

« No, c’era..nessuno in particolare! o meglio cercavo Carlotta, l’ho lasciata sul terrazzo un paio di ore fa con il festeggiato, li vogliamo raggiungere?»

CAPITOLO XV

In casa sembrava fosse passato un uragano. Seduto sul lettino del terrazzo, Nicolò guardava Alessandro parlare.

«Questa è l’ultima, lo prometto!»

«Ale lo dici ogni anno, poi mi ritrovo a trascorrere la serata come una pallina di un flipper, trascinato da una parte e l’altra della casa da gente che nemmeno tu conosci!»

«No, non mi riferivo alla festa! parlo di Carlotta! dovresti vederla! è quel genere di donna incosciente del suo fascino.»

A Nicolò sembrava di averla già sentita quella storia. Il suo amico era succube dell’innamoramento facile.

«Questo invece lo dici ogni settimana!»

« No,no! lei è diversa! non te l’ho mai detto, ma è già da un pò che mi ha stregato!»

«“La strega voleva stregarmi, ma è rimasta stregata” non ricominciare con il tuo famoso motto!»

«E’ tutta colpa degli effetti dell’unico liquore che aveva tua nonna in casa!»

«Ci faceva i dolci mia nonna con la strega!»

«E’ stata la nostra prima sbornia! conservo ancora la bottiglia!»

Disse Alessandro, indicando la mensola del bar.

«Devi conoscerla! mi darai ragione! entra in casa con me!»

Nicolò lo seguì stanco e deluso di non poter condividere con lui la stessa emozione. La sua donna non era più misteriosa e purtroppo non era solo sua. Alessandro chiuse le luci e si avvicinò lentamente alla finestra.

«Ale sei ubriaco?»

Chiese insospettito.

«Sccc! vieni e guarda!»

Nicolò lo imitò e insieme rivolsero lo sguardo verso il terrazzino di fronte.

«Abita lì! la guardo spesso!»

«Ma sei pazzo!? chi sei uno stalker!»

«Sì, sono pazzo! ma dovresti vedere quelle fossette che ha quando sorride. E’ un anno che cerco di parlarle. Ci sono riuscito solo qualche giorno fa e stasera dopo averlo fatto, posso dirti che è veramente speciale.»

Malgrado fosse sempre stato circondato da donne, Nicolò non si era mai reso conto di questo particolare che il suo migliore amico gli aveva tenuto nascosto.

« Eccola!»

Nicolò la vide, non rispecchiava il classico prototipo di ragazza dell’amico: aveva dei lunghi capelli raccolti in una treccia che scendeva su una spalla. Ciò che invece non smentiva le preferenze di Ale era l’aspetto fisico, anche se gli abiti non evidenziavano le sue forme, si notava che aveva un bel fisico. La raggiunse una ragazza con un viso familiare.

«Ale chi è quella?»

«Sofia! la sua inquilina, stasera c’era anche lei.»

Nicolò ripeteva quel nome nella sua mente. Nonostante qualche piccolo ostacolo il destino gli presentava sempre l’occasione di ritrovarsela sulla stessa strada.

«Si, l’ho incontrata o meglio scontrata!»

Alessandro si allontanò dalle tende e accese la luce.

«Che ne pensi se uscissimo tutti insieme?»

«Sarebbe una buona idea, se solo Sofia fosse libera..»

«Organizzerò tutto io tranquillo!»

Alessandro fu preso da un forte entusiasmo nel poter vedere l’amico riprendersi la vita di prima. Era riuscito con la palestra, ora doveva pensare al settore sentimentale.

«Ale intendevo che ha già un uomo per uscire con voi!»

«Davvero?! e come lo sai?»

« Stasera mentre cercavo di parlarle è arrivato un macho man a tratti polipo..»

«Lo conosco?»

«Non so, ho sentito che lo chiamava Andrea.»

«Andrea!? per caso alto, super abbronzato, capelli ricci?»

«Si, il principe perfetto!»

«Ma quello non è mai stato con una donna per meno di una settimana! in più ha un conto in sospeso con me! ti ricordi Martina?»

«Quella con la passione per il leopardato?»

«No, la dentista che si trasferì nel mio studio per sostituire il Dottor Iorio.»

Nicolò annuì, curioso di sentire il resto del racconto.

«Ci si mise insieme e la lasciò per un’altra, quando Martina cominciò a guardarsi intorno, più precisamente lo studio accanto, ritornò alla riscossa, riconquistandola e me la portò via. Inutile dirti che finì poco dopo, lasciando in mille pezzi il cuore di Martina che si trasferì fuori città per la delusione.»

«Capisco ! vabbè, si è fatto tardi! devo andare, domani ho l’esame.»

Nicolò salutò l’amico e mentre si dirigeva verso la porta , si sentì chiamare dall’amico.

«Nico per l’appuntamento cambia scarpe, quelle che hai  sembra che abbiano attraversato una jungla!»

Nico sorrise e andò via.

CAPITOLO XVI

«Sofi non ci posso ancora credere! sono così felice che ho quasi paura di dirlo, temo che tutto possa finire da un momento all’altro!»

«Socia invece è tutto vero! e credimi se te lo dico: ce lo meritiamo! dopo tutte le esperienze negative che abbiamo vissuto! ora dobbiamo goderci ciò che di così bello ci viene offerto dalla vita!»

«Com’era bello sentire la sua voce pronunciare le parole che da tanto aspettavo, guardarlo negli occhi e ..»

Il suono del telefono squillò dentro casa. Sofia prese il cordless e rispose. Dall’altro capo del telefono c’era Alessandro che chiese di Carlotta. Quando l’amica capì chi fosse al telefono, cominciarono a saltare proprio come fanno le teenagers alle prese con il primo amore.

«Buongiorno!»

«Buongiorno a te!»

Disse Carlotta e mentre raggiungeva il terrazzo, lo vide comparire dalla finestra.

«Ma come hai trovato il mio numero? ieri non ce li siamo scambiati?»

«Ho i miei contatti! scusami, se ti ho chiamato a quest’ora. Stavo per uscire, ma prima desideravo darti il buongiorno!»

«Che pensiero dolce!»

Sofia guardava la scena seduta sul divano. A pochi passi da lei si svolgeva una scena simile a quelle di “Romeo e Giulietta”, i loro sguardi persi l’uno nell’altra, momenti che davano all’aria il profumo magico dell’amore. Qualche istante dopo, la vide ritornare con l’espressione di chi ha perso completamente il controllo dei propri sentimenti. Ormai era nella fase in cui ci si dimentica delle regole per proteggersi e si lascia al cuore il comando della propria vita.

«Domani abbiamo un appuntamento!»

Sofia, presa dalla gioia, balzò dal divano andandole incontro.

« ..ma non saremo soli!»

A quel punto Sofia la guardò con un’aria confusa

«Tu non hai impegni per domani vero?»

«Avete bisogno di qualcuno che vi regga la candela?»

«No, veramente ci sarebbe anche un quarto elemento! si tratta di un amico di Ale, stai tranquilla, sarà una semplice serata tra amici.»

Carlotta conosceva il punto debole dell’amica, non riusciva mai a dirle di no.

«Non so, sarebbe anche il vostro primo appuntamento, forse sarebbe giusto che restiate soli.»

« Se ti dicessi che questo sarà solo il primo di tanti appuntamenti che avrò con lui?»

«Ti risponderei che potrei esserne solo felice!»

Senza nemmeno darle il tempo per rispondere, Carlotta le andò incontro per abbracciarla.

«Sei la migliore! non smetterò mai di ringraziarti per tutto quello che fai per me!»

Sofia finse di soffocare.

«Tu invece sei la peggiore! sai che non riesco mai a dirti di no e te ne approfitti!»

« Io!?»

Avevano tanti motivi per essere allegre e un rifiuto da parte di Sofia avrebbe potuto rovinare l’atmosfera spensierata di quella domenica mattina.

«Ti va di scendere più tardi per un aperitivo? avrei voglia di un bel Martini?»

«A proposito! non ti ho raccontato la gaffe di ieri sera!? dopo una fila interminabile al bar, riesco a uscire trionfante con il mio drink in mano, mi giro e il mio Martini finisce casualmente sulle scarpe costosissime di un invitato! volevo morire per la vergogna!» Carlotta scoppiò a ridere.

« Uffa! fai sempre così! non prendermi in giro!»

« Ma come faccio a non ridere! non posso lasciarti sola per un attimo!»

Sofia fece il broncio e l’amica ne approfittò per tornarla ad abbracciare.

CAPITOLO XVII

Il cielo aveva un colore particolare quella mattina, era uno di quei giorni in cui ti svegli inconsapevolmente felice. Quel giorno Nicolò aveva più di un motivo per esserlo. Mentre usciva dal’università con mille progetti per la testa, diede uno sguardo al cellulare, si accorse di aver due chiamate perse, suo padre e Alessandro. Non se la sentì di telefonare suo padre, temeva che sarebbe finito per fare programmi sul suo futuro e quello che necessitava adesso era altro, o meglio era Sofia! Proprio in quel momento gli squillò il telefono:

« Alex! 30!» rispose, sicuro che era questo ciò che voleva sentire il suo amico « e parte del merito va anche a te!»

« Mi fa troppo piacere! comunque se non fosse andata bene, avevo già pensato al premio di consolazione,..»

« Sofia?»

« Sì! stasera hai un appuntamento con lei! ». Il viso di Nicolò si riempì di gioia.

« Ci vediamo alle sette e mezza sotto casa mia? »

« ok! sarò puntualissimo!»

Nicolò salutò l’amico e sulla strada di casa ebbe modo di riflettere su come poter sfruttare quella che poteva essere anche la sua ultima opportunità per conquistare il cuore di Sofia.

Pensò alle pagine del diario e fece un identikit del suo uomo ideale. Ciò che lei chiedeva non era così distante dal suo modo di essere, anzi corrispondeva a quello che anche lui cercava in un rapporto: una donna che gli desse quell’overdose d’amore indispensabile per sentirsi completo, con la quale crescere, stimolando gli obiettivi l’uno dell’altra.

Quelle informazioni erano come un’arma a doppio taglio. Era avvantaggiato rispetto al suo rivale Andrea, ma allo stesso tempo questa consapevolezza lo rendeva meno spontaneo.

Accompagnato da queste riflessioni, giunse a casa e crollò sul letto. Erano stati giorni di grande tensione in cui aveva messo in discussione se stesso, riappropriandosi della vita che si era fatto sfuggire dopo il grande dolore per la perdita di sua madre. Sentiva di esser finalmente riuscito a raggiungere la pace dell’anima.

Steso sul letto, con lo sguardo fisso sul soffitto, sentì il corpo rilassarsi lentamente. Chiuse gli occhi e si lasciò addormentare dal pensiero che stasera avrebbe trascorso del tempo con Sofia. Il desiderio fu così intenso da far sì che pochi minuti dopo le apparve in sogno.

Era appena arrivato sotto casa di Sofia. Nell’attesa che scendesse, si accorse che il tempo sembrava passare diversamente. Si scatenò un temporale. Cominciò a piovere sempre più forte, delle persone correvano per ripararsi dall’acqua, un gruppetto di bambini realizzò un pupazzo di neve, poco dopo comparve il sole che sciolse tutto. Venne sera e finalmente si aprì il portone. Sofia uscì bellissima, proprio come nella foto che vide per la prima volta. Con quello stile semplice che si fondeva perfettamente con la sua personalità. Nicolò scese dalla macchina per andarle incontro, ma proprio in quel momento gli passò davanti una macchina guidata da Andrea. Pochi minuti dopo si ritrovò a corrergli dietro gridando a squarciagola il nome della sua principessa! Il suo nemico gli stava portando via la donna dei suoi sogni.

« Sofia! Sofia!» gridò svegliandosi d’improvviso. Aveva ancora un’altra possibilità, mancava un’ora all’appuntamento.

Per riprendersi da quell’incubo, fece una doccia rinfrescante. Quando uscì incominciò a sentirsi già meglio, ormai quel sogno era lontano dalla sua realtà. Davanti all’armadio, non poteva fare a meno di essere influenzato dai gusti di Sofia e s’interrogò su cosa mettere. “a lei piacciono gli uomini in camicia, a me piace vestire sportivo!”. Per accontentare entrambi, scelse una morbida camicia di lino bianca lievemente aderente e un jeans. Lasciò un filo di barba e i capelli leggermente spettinati. Una spruzzatina di “Acqua di sale” e uscì di casa per andare all’appuntamento.

CAPITOLO XVIII

« Allora è tutto sotto controllo?»

« Tranquillo! » disse Carlotta, appoggiando le mani sul petto di Alessandro.

« Ehi, disturbo?» si girarono entrambi e videro Sofia avvicinarsi.

« Assolutamente no! stiamo aspettando l’amico di Ale!» Sofia sorrise mentre li osservava, cercavano di tenere a bada quell’effetto calamitoso che li attirava l’uno all’altra. Le sembrava di assistere al lieto fine di un film romantico.

Improvvisamente, Carlotta e Alessandro videro cambiare l’espressione di Sofia.

« Non giratevi! c’è il ragazzo a cui ho rovinato le scarpe alla tua festa!»

Le sembrava di avere visto quel ragazzo della sera prima. I due si scambiarono uno sguardo d’intesa e le tennero il gioco.

« Ragazzi, sono in ritardo?» Alessandro si sentì la mano di Nicolò sulla spalle e girò la testa.

« No, no! facevamo due chiacchiere! ti presento la mia Carlotta e la sua amica Sofia! ma penso vi conosciate già..»

Nicolò strinse la mano alla prima e poi tenne stretta per qualche istante in più quella di Sofia, scambiandole un sorriso.

« Ciao! sono Nicolò! »

Sofia si sentì sollevata di non essere vittima dei classici appuntamenti al buio, in cui ti trovi a sopportare per un’intera serata lo sfigato di turno.

« Io sono sempre quella che ti deve un paio di scarpe nuove!»

« Per fortuna che ho avuto modo d’incontrarti di nuovo! dobbiamo recuperare un drink!»

Presero posto al ” sotto casa”per fare un aperitivo. Sofia e Nicolò cominciarono ad ordinare  e mentre Alessandro si allontanò per andare in bagno, Carlotta sentì squillare il cellulare  .

Rispose e cominciò ad agitarsi.

« Non ci posso credere! ma com’è potuto succedere? arrivo subito!»

Quando Alessandro li raggiunse poco dopo, vide Carlotta alzarsi.

« Che succede?»

« Hanno fatto cadere la torta di un matrimonio ad un’ora prima del taglio, devo andare lì!»

«Ti accompagno!» disse Alessandro.

« Ragazzi, ci sentiamo dopo!» continuò ad assicurarli Carlotta.

Sofia e Nicolò non ebbero il tempo di rispondere e finirono per trovarsi l’uno di fronte all’altra, presi dal silenzio dell’imbarazzo.

« Non so te, ma io al Martini non so dire mai di no!» intervenne Sofia con tutte le intenzioni di mettere a suo agio Nicolò.

“Altro che Martini! io solo ad una donna come te non saprei dire di no!” si limitò a pensarlo, ma Nico lo avrebbe detto molto volentieri.

 « Deduco che sia il tuo preferito?»

 « Si! lo trovo chic e senza impegno!»

La costante presenza del sorriso sul volto di Sofia, trasmetteva a Nicolò lasciava intendere a Nicolò che fosse un aspetto principale del suo carattere. Anche se lui sperava fosse, soprattutto, una dimostrazione di felicità per essere in sua compagnia.

« Sofia prima di continuare questa conoscenza,..sento il dovere di..» mentre Nicolò cercò di farsi coraggio per parlare, suonò il telefono di Sofia.

 « Scusami!» guardò il display del cell < è Carlotta!.. pronto!..si! va bene! nono! non preoccuparti!..ok! a più tardi!»

Sofia terminò la telefonata e si rivolse a Nicolò « pare che la situazione sia più complicata di quanto si temesse , non possono raggiungerci»

Nicolò era davvero dispiaciuto. Decise di rimandare la confessione ad un altro momento. Facendolo adesso, avrebbe potuto correre il rischio di spaventarla. Prima doveva farsi conoscere per com’era veramente e non per una ladro stalker. Chiamò il cameriere e pagò il conto.

« Sofia immagino che sia imbarazzante come circostanza, se vuoi tornare a casa potrei capirlo, ma ti confesso che oggi è un giorno speciale per me e non vorrei finire per festeggiarlo da solo. Ti piacerebbe farmi compagnia a cena comunque?»

« Beh, come potrei rifiutare! e poi ad essere sincera a me non piace mangiare da sola!..sì! dai! accetto molto volentieri!.. una sola curiosità: cosa festeggiamo?»

« Dopo una lunga pausa di riflessione, stamattina ho fatto l’ultimo esame all’università!» rispose orgoglioso Nicolò, anche se avrebbe voluto aggiungere anche “lei” tra i motivi validi per festeggiare.

« Davvero? complimenti! e in che cosa ti stai per laureare?»

« Ingegneria»

Uscirono dal bar e si avvicinarono alla moto di Nicolò.

« Sono in moto! spero non ti dispiaccia..»

« Solo se non hai un casco per me!»

« Assolutamente!» rispose Nicolò mentre le mise il casco e si assicurò che fosse abbottonato bene.

Sofia si lasciò coccolare da quel gesto e per un attimo s’incontrarono occhi negli occhi, ma presi dall’imbarazzo distolsero i loro sguardi altrove.

La moto partì e prese lentamente velocità. Nicolò le prese una mano, dicendole « se mi stringi, non penserò che ci stai provando!»

Sofia sorrise e si strinse forte a lui. Cominciò ad avere di nuovo quella sensazione di prima. Le piaceva che un uomo avesse cura di lei, solitamente gli uomini con cui era abituata ad uscire non avevano tutta questa premura nei suoi confronti.

Andarono fuori città, dirigendosi verso la costa. Le luci del tramonto sul mare davano a quella passeggiata un’atmosfera incantevole. La vicinanza al corpo di Nicolò, le consentiva di percepire la scia del suo profumo, un’essenza molto intensa.

Dal litorale entrarono in un piccolo paesino di pescatori con una grande cupola che spiccava tra le piccole case l’una vicina all’altra. Nicolò parcheggiò la moto verso la spiaggetta con le barche dei pescatori e un grande faro.

« Tutto bene?» disse Nicolò.

« Benissimo!»

« Sei mai stata qui?» chiese Nicolò mentre Sofia ammirava incuriosita la bellezza del paesaggio.

« Ha una vaga somiglianza con un posto in cui passavo le estati da piccola!»

« Davvero? che coincidenza! anch’io!..»

Rimasero per un attimo in silenzio a guardarsi, poi Nicolò disse « vieni! ti presento un amico!»

Entrarono in una piccola osteria con alle finestre gli oblò delle navi, quadri con i nodi marinareschi alle pareti e un paio di tavolini blu con cuscinetti e tovaglie bianche. Il profumo dalla cucina accolse i due ragazzi che si avvicinarono ad un uomo di spalle.

« Ugo!»

L’uomo si girò e lì guardò con degli occhi azzurri che spiccavano tra il bianco dei capelli e della barba.

« Nico! non ci posso credere!» si abbracciarono con gioia.

« Come stai?»

« Bene! ti presento un’amica!» disse Nicolò, poi si girò verso Sofia.

« Lui è mio nonno!»

Colta di sorpresa, gli strinse la mano ed elogiò il locale molto accogliente.

« Che piacere vederti! stamattina non mi hai detto che saresti passato qui per festeggiare!»

« La nostra ospite meritava un posto speciale..»

Il nonno lo interruppe « e l’hai portata nel posto giusto allora! vi faccio preparare un tavolo in veranda!»

« Sì, buona idea! io intanto faccio gli onori di casa»

Nicolò prese per mano Sofia e uscì fuori dal locale.

Passeggiarono lungo la spiaggia con lo spettacolo della luna riflessa sul mare, ricordando quel posto che li riportò inevitabilmente alla loro infanzia.

« Ero uno di quei bimbi con la voglia di diventare grandi..»

« Ah, quella non mancava nemmeno a me..»

« Ricordo che avevo  già le idee molto chiare: sfottimi pure, ma a 7 anni già sapevo di voler fare l’ingegnere, forse perché avevo un approccio prettamente razionale alla vita»

 « Beh, essere tenace è un grande vantaggio, un bel pregio. Non ti prenderei mai in giro per questo, anzi ti ammiro. Anch’io avevo le idee chiare da piccola su cosa volevo fare da grande!»

« Ah si?»

 «Sì, io sognavo di fare la principessa! lo so che tra le bimbe è un classico intramontabile! ma io realmente volevo farlo per mestiere! Poi la realtà si è dimostrata ovviamente diversa. Ho capito che le mie mani invece di crogiolarsi nelle cure dei miei servitori, avrebbero potuto donarmi più soddisfazioni in altri modi. Armata di ago e cotone cominciai a vestire le mie Barbie fino ad arrivare a vestire me!»

 « Sei una stilista?»

«Magari! io rappresento la loro versione più conveniente. Ho creato il “cosa mi metto” per risolvere quel quiz quotidiano al quale molte donne si sottopongono tutti i giorni. A noi donne capita di avere l’esigenza di indossare abiti che sono solo nella nostra mente e non riusciamo mai a trovare nei negozi. Nel mio, invece, il discorso ha l’effetto contrario: realizzo vestiti in base ai loro desideri proponendo prezzi al passo con i tempi.»

« É un’idea geniale!»

« Grazie! ho fatto tanti lavori prima di realizzare questo mio sogno nel cassetto, ma per arrivarci mi sono sempre detta che svegliarsi la mattina e fare ciò che ci piace è uno delle 100 cose che bisogna promettersi di fare nella vita!»

« Hai perfettamente ragione! ma lo sai che parlare con te fa venire la voglia di rivoluzionare il mondo!»

Quelle parole facevano aumentare la stima che Nicolò aveva per Sofia e lo convincevano che quest’incontro non arrivava per caso nella sua vita. Dall’osteria suonò la campanella. Era il modo di Ugo per avvisare Nicolò che era pronta la cena.

 « Vieni! Ti faccio mangiare finalmente!»

Arrivarono al loro tavolo con tanto di lume di candela, i calici con le bollicine del vino bianco e dei gustosi piatti colmi di ogni prelibatezza  a base di pesce.

« Si sono dati da fare!» disse Sofia.

« Bisogna festeggiare! poi è anche la prima volta che porto una ragazza qui! Quindi credo che questo sia anche il suo modo per darti il benvenuto!»

 « Tuo nonno è un ottimo padrone di casa! è riuscito a farmi lusingare!»

Nicolò l’accompagnò alla sedia e poi prese posto.

« Sarai affamata, ti avverto che qui accolgono con piacere qualsiasi richiesta per il bis, chiedi tutto ciò che vuoi!»

« Grazie! prima di iniziare però ci vuole un bel brindisi! »

« Un brindisi!? ah, sì! certamente! brindo a Carlotta e Alessandro che ci hanno permesso di finire qui!»

« Chissà dove saranno finiti?»

CAPITOLO XIX

« Non avrei mai permesso che al nostro primo appuntamento non restassimo soli!»

La voce di Alessandro confortava quella di Carlotta, mentre la stringeva tra le sue braccia, seduti sulla panchina del parco.

« Ti confesso che quando mi hai chiesto aiuto per Nicolò, ho temuto che fosse una scusa per non stare solo con me..»

Alessandro le prese il viso con le mani in modo che potesse guardarlo negli occhi e le disse dolcemente « giuro che non mi è mai passata per la testa un’assurdità del genere! sai che un giorno rimpiangerai queste parole? perché da questo momento ti vorrò solo e soltanto per me! »

Le mani di lei raggiunsero quelle del suo innamorato per rassicurarlo con un grande sorriso.

« Ti credo! anzi hai fatto benissimo ad intervenire. Voglio molto bene a Sofia, evitare che un tipo come Andrea si potesse prendere gioco dei suoi sentimenti è importantissimo per me, poi mi hai parlato così bene di Nicolò, come posso non fare il tifo per lui!»

« Nico è un bravo ragazzo. Mi dicesti che anche lei ha vissuto un periodo molto doloroso dopo la morte di suo padre..»

« Sì! era molto piccola quando successe, ma credo che abbiano avuto lo stesso percorso per ricostruire il proprio equilibrio. Sofia mi rivelò che visse un lungo periodo di solitudine con se stessa, dal quale ha potuto trarre la maturità per affrontare quella perdita, anzi molto spesso mi dice che nei momenti più difficili, restare soli a volte è la soluzione più efficace per risolvere dei problemi interiori.»

« Ora capisco perché la stimi tanto. E’ una bella persona.»

« Si! lo è!» Carlotta lo guardava con il timore di continuare a parlare per esprimere tutto ciò che gli passava per la testa in quel momento, si fece, comunque, persuadere da quel desiderio e riprese il discorso.

« A proposito di belle persone. Visto che siamo entrati in questo argomento, sai che tu sei stato una bella sorpresa? sei noto a tutti come il classico Don Giovanni e invece non solo dimostri di avere cuore, ma con me sei tutto il contrario di ciò che pensavo fossi con una donna.»

« Ora che mi ci fai riflettere, credo che l’errore commesso dalle donne che ho conosciuto in passato sia stato proprio quello di avvicinarsi a me credendo che fossi così, plasmandosi completamente all’uomo cosiddetto”bastardo” che loro pensavano fossi!»

Si fermò per un istante a guardarla. Aveva dei capelli nerissimi di una radianza luminosa, spinti da quel lieve vento che profumava d’estate. Il vestito bianco che aderiva perfettamente al corpo risaltava il colore dell’abbronzatura. Nessuna delle donne che aveva avuto, poteva minimamente reggere il paragone con la bellezza che traspariva dalla purezza del suo animo.

« Con te mi sembra di essere in un altro mondo in tutti i sensi! tutto ciò che ci circonda quando siamo insieme non esiste! sei una persona che fa la differenza!»

Sentire quelle parole da un uomo colmò di gioia Carlotta che non riuscì a frenare la voglia di abbracciarlo e quando le loro labbra si trovarono vicine, si unirono inevitabilmente.

Il potere di quel lungo bacio li condusse in un luogo dove tutto assunse un suono lontano. C’erano solo il rumore del battito dei loro cuori. Rimasero ancora per qualche istante abbracciati senza dire una parola. Fino a quando videro passargli avanti la moto di Nicolò con Sofia.

Sciolsero quel dolcissimo abbraccio e balzarono in piedi presi dalla curiosità di scoprire l’esito del loro complotto.

« Eccoli! Ci siamo riusciti!» Alessandro l’abbracciò felice, « siamo una coppia imbattibile!»

Carlotta credeva di vivere in un sogno: vedere i suoi desideri trasformarsi in realtà non le pareva vero, ma sentire le parole “siamo una coppia”, la poneva in uno stato di tripudio.

I due complici si avviarono verso casa.

« Fermo! fermo!» Carlotta frenò di soprassalto Alessandro.

« Forse dovremmo lasciare che finiscano la serata senza il nostro intervento!»

« Hai ragione..»

Proprio quando cercarono di nascondersi Sofia si accorse della loro presenza.

« Nico ma quelli non sono..?»

Carlotta appena sentì la voce della sua amica chiamare il suo nome, si fece avanti con Alessandro per raggiungerli.

« Com’è andato il ricevimento?» chiese Sofia.

« Tutto bene! ho risolto tutto!» rispose Carlotta, interpretando la parte come una vera attrice da premio Oscar,«spero di non avervi rovinato la serata!»

« Ragazzi non avrei mai immaginato un appuntamento meglio di quello organizzato da Nicolò!»

Alessandro guardò compiaciuto Carlotta e disse « mi accompagni a prendere i cornetti? »

Carlotta lo seguì, contenta che la proposta di Alessandro avrebbe dato opportunità ad entrambi di concludere l’appuntamento da soli.

« Nico grazie per la splendida serata!> disse Sofia avvicinandosi per salutarlo.

« Grazie a te! ti accompagno alla porta!» Sofia non riusciva  a credere alle sue orecchie, “un uomo che chiede di accompagnarmi?”.

Intanto Carlotta e Alessandro uscirono dal bar con un pacchetto di cornetti fumanti  in mano e sulla porta s’imbatterono con l’unica persona che non avrebbero mai voluto incontrare quella sera.

 « Andrea! Ciao!» disse Carlotta, cercando di nascondere l’imbarazzo per aver tramato contro di lui.

« Buonasera!» Andrea la sorrise, incontrando lo sguardo di Alessandro con aria di sfida.

Lasciarono il bar, mentre Andrea li guardava andare via.

« Pensi che li abbia visti?> chiese Carlotta intimorita.

« Non lo so, ma qualunque cosa gli passi per la testa, stavolta non gliela farò passare liscia!»

Proprio in quel momento vide uscire dal portone Nicolò.

« Ragazzi! vi devo ringraziare! era tanto tempo che non trascorrevo una serata così!»

« Mi fa piacere che siate stati bene!» rispose soddisfatto Alessandro.

« Vado! noi ci sentiamo domani!»

« Ok! buonanotte!»

« Notte ragazzi!» diede un bacio sulla guancia a Carlotta e andò via.

« Sembra cammini 3 metri sopra il cielo!» disse Carlotta sempre più compiaciuta.

Alessandro la rispose con un sorriso e abbracciandola le disse < piccola stasera ti lascio andare a casa, ma non ti assicuro che le prossime volte ti riuscirai a liberare di me! sento che mi manca qualcosa di veramente importante quando non ci sei!»

« Riesci sempre ad emozionarmi! non sai quanto sia bello per me sentirti dire queste parole!»

Un altro bacio amplificò l’effetto che li attraeva l’uno all’altro.

« Questi sono per voi!» disse questo e le diede il pacchetto dei cornetti.

« Perché non sali? li mangiamo insieme!»

« Ti accompagno alla porta molto volentieri, così ne approfitto per rubarmi ancora qualche bacio! ma torno a casa mia, sennò sarà difficile lasciarti dormire stanotte!»

Sparirono dietro il portone. Il viaggio nell’ascensore fu accompagnato da un altro lungo bacio. Travolti da un connubio di emozioni non si distaccarono fino a quando, giunti al piano di Carlotta, terminò quella sensazione di sospensione nell’aria che l’ascensore contribuì a dare, insieme all’unione delle loro labbra.

« Buonanotte Ale!»

« Notte Carlotta!»

CAPITOLO XX

“Raggi di sole entravano dalla finestra del castello facendo luce sulla principessa Sofia. Un profumo di primavera riempiva l’aria. Un canto di uccellini la svegliò dolcemente e Sofia aprì gli occhi ad un nuovo giorno della sua regale vita, quando ad un tratto udì una voce..: svegliaaaa!!!” La voce in questione era quella di Carlotta, aprì gli occhi e si rese conto di aver fatto ancora lo stesso sogno, visto che fuori pioveva e l’unico canto che sentiva era quello del venditore ambulante di cd, un suono per niente dolce!

« E’ arrivata una cosa per te!»

« Per me? Cosa?» rispose Sofia, assonnata e sorpresa.

« Vieni subito in cucina!» disse Carlotta con un sorriso colmo di felicità.

Si alzò e uscendo dalla sua camera, vide un cameriere che finiva di apparecchiare la tavola. Vassoi di cornetti e ciambelle, una scatola di coloratissimi macarons, muffin al cioccolato e degli schiumosi cappuccini fumanti.

« É lei la signorina Sofia?» incredula rispose di si.

« Questo è per lei!» le consegnò un biglietto verde e andò via.

« Chiunque sia, domandagli se ha un fratello!» disse Carlotta, mentre Sofia apriva il biglietto. Lo lesse e alzò lo sguardo di fronte a quel delizioso buffet.

« Cosa c’è!» chiese Carlotta.

« C’è scritto solo: buongiorno principessa

Carlotta si avvicinò all’amica che restava inerte con il biglietto in mano.

« Deve conoscerti bene, se sa anche il tuo colore preferito!»

« già..» rispose Sofia.

« Chiunque sia, ha avuto una gran bella idea, visto che i cornetti di Ale li abbiamo già fatti fuori stanotte! con tutte queste prelibatezze abbiamo la colazione offerta per l’intera settimana! da dove vogliamo cominciare?» disse Carlotta, pericolosamente titubante su cosa prendere per riempire il suo piatto.

« Serviti pure! io sono già sazia solo a guardare questo buffet delle meraviglie!»

« Non mi dire che non hai appetito?»

« Magari vado a fare una doccia prima! ma tu comincia pure!»

« Se proprio insisti..» mentre Carlotta prese d’assalto la tavola imbandita, Sofia si concesse una doccia per riprendersi da quel kaos di belle emozioni inaspettate, ma inevitabilmente lasciò che un cattivo pensiero le occupasse la mente.

” ma cosa mi succede? Sono la destinataria di un gesto così adorabile e non riesco a godermelo? il mio solito senso di colpa! sono diventata una malafemmina: non ho idea di chi dei due uomini che frequento sia l’artefice di questa straordinaria sorpresa!

S’identificò negli uomini frequentati nel passato. In quelle persone superficiali che più volte le hanno fatto perdere la fiducia nell’esistenza dell’amore vero. Tutto ebbe inizio con la sua prima storia importante: aveva 18 anni quando iniziò a creare un mondo fatto solo di quel suo primo uomo, ignorando le molteplici realtà offerte dalla vita. L’ingenuità le fece commettere l’errore più grande della sua vita, mettendo da parte se stessa. Dopo sei anni la storia finì per ovvie ragioni: corna!

Il dolore che provò in quel periodo, la ricondusse all’epoca di una grande perdita. Quella dell’unico uomo che fu capace di darle amore autentico: dolce e generoso, simpatico e folle, coraggioso e bello, suo padre. Quando morì, la sua vita cambiò totalmente. Nel pieno dell’adolescenza si trovò ad affrontare il delicato passaggio da bambina a donna parallelamente al dolore per questa grande perdita. Questo tipo di esperienza può finire per migliorarti o peggiorarti. A Sofia riportò una grande forza interiore: maturò quella sofferenza giorno per giorno, traendo tanti insegnamenti. Con quella stessa forza realizzò che anche il più bello amore poteva non essere eterno.

Le delusioni ricevute non riuscirono a farle perdere il coraggio di innamorarsi ancora. La convinzione di essere una persona destinata ad amare le riportò conseguenze positive, ma anche negative. Infatti, aprendo, coraggiosamente, il suo cuore ancora troppo fragile, finì per collezionare una serie di fallimenti sentimentali.

“..è incredibile a quante cose riusciamo a pensare in quel momento che va dalla pipì alla doccia!” pensò Sofia, appena uscita dalla doccia.

Avvolta nell’accappatoio, rimase per qualche secondo davanti allo specchio e notò nei suoi occhi i segni lasciati dagli anni passati. Nutriva il desiderio di rivendicare i momenti persi accanto a persone sbagliate. Frequentare Nicolò e Andrea, contemporaneamente, dimostrava che non lo stava facendo nel modo giusto. Si accorse di aver consentito al passato di cambiare il suo modo di amare. Giunse ad un’unica conclusione.

“Il miglior modo per vendicare un amore che ti ha fatto male è dare ancora più amore a quello che potrò farti bene. Mai lasciare che i segni di ieri, possano interferire con il futuro!”.

CAPITOLO XXI

« E’ stata un’esperienza indimenticabile quella di stamattina! donare la colazione di questo fan sconosciuto alla casa famiglia ha dato più senso alle nostre vite. Ho provato una grande gioia nel vedere gli occhi di quei bambini felici..» seduto sullo sgabello, Alessandro guardava Carlotta mentre preparare la cena.

« Conosco quello sguardo..» Alessandro si fece, involontariamente, scappare un pensiero ad alta voce.

« Anche tu hai fatto un gesto come quello di Sofia?»

« Si, ma solo perché sono stato anch’io uno di quei bimbi!»

Carlotta smise di tagliuzzare le verdure per la caponata e alzò il viso per guardarlo. Confusa non riuscì a dire una parola.

« Sì, sono stato adottato dai miei attuali genitori quando avevo 6 anni. Ricordo benissimo la sensazione che provavamo quando ricevevamo dei doni come quello di cui stai parlando »

Carlotta si avvicinò e decise di non far altro che abbracciarlo, a lungo perché nei momenti come questi capisci che le parole non servono a molto, ma i gesti bastano per dare il giusto conforto.

« Ti amo!» quelle cinque magiche lettere uscirono spontaneamente dalla bocca di Alessandro.

« Ti amo? io ti amo!!!» Carlotta non riuscì a fare a meno di contenere la gioia di quel momento. Il timer del forno interruppe quell’idillio fatato in cui i due erano totalmente immersi.

« Sono un indisciplinato elemento di distrazione!»

Carlotta lo sorrise e cercò a malincuore di riprendere a cucinare. Sfornò degli stuzzichini di pasta sfoglia e lì servì come aperitivo, mentre Alessandro versò il vino nei bicchieri.

« Propongo il primo brindisi della serata: alla donna che mi ha fatto perdere la testa!»

Carlotta per mascherare quel pizzico di soddisfazione, ironizzò guardandosi intorno per cercare chi fosse la donna di cui parlasse per poi fare cenno su se stessa.

« si! proprio tu! la mia complice amatissima!»

« A proposito di complotti! Sofia ti ringrazia! svelarle la vera identità di Andrea l’ha fatta avvicinare a Nicolò, proprio come secondo i nostri piani!»

« Questa è una sera in cui è impossibile non festeggiare, che dici se saltiamo la cena?»

Alessandro prese il suo bicchiere e lo posò per liberarle le mani. L’attirò a sè, e lei rispose, « Non so perché, ma non mi da l’impressione di essere una minaccia!»

« Infatti! peggio! è un ordine!»

Alessandro le baciò dolcemente la bocca, continuando sul collo poi la prese in braccio.

« Wuau! che macho! se avessi saputo non avrei lasciato la palestra!» Alessandro la guardò con aria severa e disse « stasera a letto, senza cena!»

Dando un’occhiata alla cucina nel disordine dei preparativi, Carlotta disse

« Mi sacrificherò molto volentieri!»

Scomparvero in camera da letto, lasciando che il cd di Chris Botti con la sua “la belle dame sans regret” continuasse a suonare durante quella che poi divenne la loro prima notte d’amore.

 

CAPITOLO XXII

« Senti non ti darò nemmeno un soldo! non avrei dovuto affidarmi ad un incompetente come te! Ora devo attaccare!»

Andrea, appena vide uscire dal negozio Sofia, chiuse subito la conversazione. Uscì dalla macchina e le corse dietro.

« Sofia!»

« Andrea!  ciao! tutto bene?» si sorprese nel vederlo stranamente un pò trascurato.

« Non mi rispondi più al telefono! ho pensato perfino che ti fosse successo qualcosa!»

Sofia gli diede una leggere pacca sulla spalla e gli disse, « tranquillo! va tutto bene!»

« Allora è con me che non va bene? »

Sofia si sentì per un attimo mortificata. Sembrava sincero, ma in passato l’era capitato di vedere uomini del suo genere legarsi di più quando si sentivano rifiutati o trascurati. Ci era già cascata: prendevano ciò che volevano per poi scomparire. Stavolta era preparata, soprattutto dopo quello che aveva saputo sul suo conto, non doveva lasciarsi ingannare da quella recita.

« Mi dispiace! dirtelo non è semplice, ma non credo ci sia la possibilità di frequentarci ancora!»

« Posso sapere perché? mi sembrava che tutto andasse bene. Dimmi dove ho sbagliato? magari ci siamo fraintesi?»

Andrea complicò la situazione mettendo in difficoltà Sofia.

« Senti sarò sincera: mi sono arrivate all’orecchio cose su di te che mi hanno fatto riflettere, siamo troppi diversi per frequentarci.»

« A cosa ti riferisci?»

« Mi costringi ad essere ancora più diretta! io non sono in cerca di avventure! con me perdi solo tempo! non sono il tipo di donna che si lascia comprare! stamattina con quella super colazione cosa volevi dimostrare?! non sono una stupida! Carlotta mi ha detto che ci hai visti ieri sera: hai visto me e Nicolò, poi Alessandro che dava i cornetti a Carlotta. E stamattina hai cominciato a sfidarlo con quella buffonata perché hai ancora qualche conto in sospeso con lui!»

« Non sono l’unico ad avere una cattiva pubblicità in giro, il tuo amico ha fatto più vittime di me!»

« Con Carlotta è cambiato!»

« Ed io non potrei riuscirci con te?» Sofia restò in silenzio per un attimo. Rivolgergli quelle parole spiacevoli gli aveva consentito di sfogare tutto il rancore mantenuto dentro di sè ogni volta che un uomo si prendeva gioco dei suoi sentimenti.

« la tua insistenza non basterà a convincermi?»

« e allora dimmi cosa posso fare per riuscirci?»

« SPARISCI!»

CAPITOLO XXIII

« Buongiorno socia! volevo solo chiederti quando dovrò mettere l’annuncio per la nuova inquilina?» con tono ironico Sofia prendeva in giro la sua amica Carlotta.

« Non ci provare! manco solo per una notte e già ti vuoi liberare di me!?»

«ahahah! inutile chiederti dove hai trascorso la notte..» Sofia continuava a divertirsi a discapito dell’amica.

« Posso dirti solo cose belle, anche perché per parlarne male dovremmo aspettare che si alzi. E’ qui, accanto a me! ci può sentire!» disse sottovoce Carlotta con l’intenzione di farsi sentire da Alessandro per prendersi gioco di lui.

« Ti rubo al tuo Romeo solo per chiederti se puoi passare in palestra. Non ho ancora recuperato il mio PC. Ci sarei andata io, ma dopo tutto quel casino preferisco non dover vedere, nè sentire altro..»

« Tranquilla! ci passo io! ho la mattina libera!»

« Ok! grazie! bacio ad entrambi!»

< Ti bacio amì!»

Appena conclusa la telefonata, Alessandro cominciò a dare i primi segni di risveglio.

Carlotta ritornò tra le braccia di Alessandro e gli chiese « Ti va di accompagnarmi in palestra?»

« Buongiorno! di cosa parlavate prima sottovoce?» disse Alessandro.

« Sofia mi ha chiesto di passare a prendere il suo PC. Sai che gliel’hanno rubato mentre lei era a lezione di pilates!»

« Aspetta! la conosco questa storia! non è possibile! siamo stati io e Nicolò a recuperarlo!»

Carlotta lo guardò sorpresa « dici sul serio? è una splendida coincidenza!>

« Sì! verissimo! che poi è stato Nicolò ad  accorgersene ed è intervenuto senza pensarci un attimo!»

« Dai! devo assolutamente raccontarlo a Sofia!»

« Sì! ma prima volevo sapere a cosa ti riferivi quando volevi parlare male di me con la tua amica?» disse Alessandro stringendola a sé.

« Beh, questo è un segreto! dovrai torturarmi per farmi dire la verità!»

« Signorina con me nessun segreto! vorrà dire che ti torturerò finché non confesserai! »

Inevitabilmente, ancora avidi della notte trascorsa, si concessero piacevolmente ancora altri attimi di passione.

CAPITOLO XXIV

A malincuore, Carlotta e Alessandro dovettero allontanarsi dal loro nido d’amore per riprendere la loro quotidianità.

« Allora, dove andrai oggi senza di me?» disse Carlotta, mentre continuava a coccolare Alessandro intento ad accendere la macchina con molta difficoltà.

« Se la smettessi di tentarmi con tutti questi baci, riuscirei a convincermi a fare il mio dovere! ho un paio di appuntamenti, ma ho un pò di libertà vigilata, quindi se vuoi, possiamo andarci insieme in palestra?»

« Come potrei rifiutare, diventa sempre più difficile separarsi da te!» disse dolcemente Carlotta.

Alessandro incontrò lo sguardo della sua compagna e si accorse che anche in silenzio riuscivano a comunicare con l’aiuto dei loro sguardi. Le prese la mano per baciargliela.

Carlotta assisteva a questo show di coccole sempre più incredula. Era proprio lei la donna capace di scongelare il cuore dell’uomo che tutti definivano “bello, ma soprattutto, impossibile?”.

Giunti in palestra, entrarono mano per mano suscitando l’invidia di tutte le donne presenti, a partire da quella della reception che salutò subito Alessandro, ignorando completamente Carlotta, che abituata ad essere snobbata ogni volta che entrava in palestra con Sofia, non le diede poi cos’ tanto peso. Entrambe dalla periferia si erano trasferite da poco in quel quartiere residenziale e per questo venivano etichettate per quelle da evitare per assurdi e incomprensibili motivi.

« Ciao Samantha! non conosci Carlotta?»

« Credo di non ricordare..» rispose infastidita con la solita puzza sotto al naso.

« Strano! è un anno che frequenta questa palestra ed io non le ho mai tolto gli occhi da dosso! comunque è la mia ragazza!»

A Carlotta sembrava vedere girare quella famosa ruota. Improvvisamente si ricordò di quella sera in cui decise di festeggiare il suo compleanno in compagnia di Sofia in una discoteca in voga. All’ingresso c’era proprio lei a fare la selezione.

« Tu sei con lei?> Sofia fece cenno di sì e dopo che la bambolona di plastica fece la radiografia ad entrambe si soffermò sulle gambe di Carlotta e pronunciò il responso «No! non siete in lista! non posso farvi entrare!»

Poco dopo, le due ragazze lasciarono la fila e sentirono bisbigliare Samantha « ma da dove viene quella? ancora con le calze color carne in giro! sempre meglio senza!»

Attraversavano le sale nel corridoio, Alessandro le mise un braccio attorno alle spalle e la strinse ancora più vicino a lui, attirando l’attenzione di tutte le donne che erano intente nei loro esercizi.

« Amore spero di non averti messo in difficoltà..»

« Cosa? tutt’altro! hai vendicato anni di cattiverie che abbiamo dovuto subire! Vado a cambiarmi, ci vediamo nella sala attrezzi?»

« Ho un’idea migliore, vieni con me! Non c’è mai nessuno a quest’ora! è l’orario delle casalinghe! mi sento solo nello spogliatoio.»

« Cos’hai in mente?»

« scccc!!!»

Alessandro la trascinò negli spogliatoi e si nascosero tra le docce, dietro gli armadietti.

Cominciarono a baciarsi, quando sentirono delle voci. Era entrato qualcuno. Alessandro, divertito, nel vedere Carlotta che si copriva il volto per la vergogna, si sporse per capire chi fosse entrato. Vide un ragazzo incappucciato camminare avanti e indietro per la stanza. Ritornò da Carlotta, cercando di tranquillizzarla, ma sentirono aprire ancora una volta la porta.

« Ti avevo detto che non dovevamo vederci qui!»

Carlotta e Alessandro riconobbero subito la voce dell’ultima persona entrata, era quella di Andrea.

« E cosa avrei dovuto fare? ti sei nascosto bene! questo è l’unico posto in cui, sicuramente, ti avrei potuto trovare! voglio i miei soldi!»

« Non ti devo proprio niente! non sei riuscito nemmeno a prenderlo per la seconda volta quel maledetto computer!»

Alessandro li spiava cercando di non farsi notare.

« Ho perso il lavoro e non posso più restare qui! tutti sanno quello che è successo! se non mi paghi confesserò a tutti la verità!

« E a chi pensi possano credere? a me o a te?»

Alessandro capì che l’altra persona che parlava era Tony, l’allenatore che Nicolò aveva smascherato mentre rubava il PC di Sofia. Improvvisamente tutto gli fu più chiaro. Aspettò che Andrea andasse via per uscire allo scoperto. Quando Tony lo vide, cercò di scappare, ma Alessandro riuscì a fermarlo, afferrandolo per un braccio.

« Alessà lasciami andare! ti prego!»

« Ti voglio aiutare Tony! ti prometto che ti darò io quei soldi, tu però mi devi raccontare tutto quello che sai!»

CAPITOLO XXV

” E’ da poco passata la mezzanotte, in casa tutto tace, è tutto buio, c’è una sola luce in un angolo del soggiorno, il mio piccolo ufficio! Accompagnata dal suono di una leggera pioggia estiva, cerco le parole giuste per raccontarti le mie ultime avventure. Innanzitutto riscopro il piacere di scrivere su un foglio di carta, usando la mia Staedtler nera, nell’attesa di riavere il mio PC.L’inchiostro scivola sui fogli delle tante pagine di questo diario, sento perfino l’odore che emana la mia penna preferita. Ho chiuso il caso “Andrea”! e insieme a lui archivio tutta la categoria avvocati, l’avrei dovuto capire prima, per fare certi mestieri ci vogliono peculiarità che non mi si addicono, meglio lasciarli tra i loro simili. A te che sei lo scrigno dei miei pensieri, vorrei parlare di tutt’altro, di qualcosa di veramente raro al mondo: Ho incontrato l’amore vero! Solo ora capisco Calrotta, ho quasi paura a scriverlo: sono innamorata! lo so non è una novità! ma stavolta anche lui lo è! mi ama come lo amo io, anzi a volte  ci riesce anche meglio di me. Rimango sorpresa giorno per giorno da gesti e attenzioni che mi rivolge. Se fino a qualche mese fa ero convinta che l’amore era una cosa complicata, oggi posso dire che tutto quel “complicato” era dovuto agli incontri con persone sbagliate, dai quali cercavo amore vero, dimenticando ciò che in realtà volevano loro. Mi trovavo a vivere la regola del “lei voleva vivere la sua vita con lui, lui voleva vivere la sua vita con lei.. e le altre!”. Ora che ho incontrato la persona giusta posso dire che nulla è complicato, ma solo perchè ho lui accanto a me. Quando vedo quegli occhi, mi sentirei al sicuro anche se fossi circondata da bombe e sparatorie. Stasera mi ritrovo a trarre le conclusioni di questi anni di vita da single, il cui esito finale è racchiuso in poche parole: trovare qualcuno che faccia la differenza! Se con il bastardo di turno conoscevo già l’iter dell’intero appuntamento, con Nicolò ho perso completamente l’orientamento. Incontrarlo mi ha fatto decisamente bene! Dal primo momento che ci siamo visti, ho avuto immediatamente una buona sensazione. Era come se ci conoscessimo da sempre. Sa come prendersi cura di me, sento di poter contare su di lui. Dal nostro primo appuntamento non trascorriamo un giorno senza passare del tempo insieme. Lunghe passeggiate in riva al mare ci hanno regalato tramonti e cieli stellati illuminati dalle più romantiche lune. Per la prima volta mi sento davvero amata. L’altro giorno al telefono mi sono trattenuta dal piangere quando parlava di noi due come una coppia, è stata l’emozione più grande che abbia mai provato negli ultimi anni. Lo considero come un premio per aver creduto fortemente in questo sentimento anche a costo di rischiare di farmi del male. La cosa più bella è che con lui non ho più paura di pronunciare la parola “domani”. Infatti, abbiamo programmato la nostra prima vacanza: tra pochi giorni partiremo per la Grecia con Alessandro e Carlotta. Sono emozionatissima! non vedo l’ora di svegliarmi con lui accanto, malgrado siano passate tre settimane di frequentazione, non abbiamo ancora fatto l’amore. Sarò bigotta, ma anche per questo si è differenziato dagli altri e non è poco. Poi condivide le mie passioni e stimola i miei obiettivi. Gli ho raccontato di quanto mi piace scrivere e mi ha suggerito di creare un rubrica on line. Mi sembra una buona idea! anzi non so perché non ci abbia mai pensato!..invece forse lo so..la mia maledetta insicurezza! a proposito ho incominciato a legare i capelli più spesso, se prima pensavo si evidenziassero troppo i miei difetti, ora porto una bella coda di cavallo con più disinvoltura. Sarà perché Nicolò mi riempie di complimenti. L’ultima volta mi ha detto “com’è bella la femmina mia!“. Potrà sembrare banale, ma mi è ha fatto sciogliere come un ghiacciolo a ferragosto! Se fin dal principio avessi saputo che il percorso della mia vita mi avrebbe portato lui, sarei disposta a rifare tutto perché sono convinta che senza l’amore tutto sia inutile.”

CAPITOLO XXVI

« Tutto cominciò da una scommessa per tremila euro. Tu e e la tua amica eravate nella sale attrezzi. Io ero con Andrea e quel suo collega, Gaetano».

Carlotta capì subito di chi stesse parlando, quello stesso Gaetano che per un intero appuntamento chiamò Gennaro, la prima e l’ultima volta che lo vide.

« Fu proprio lui che cominciò a parlare di voi, diceva che uscì con te,ma con voi era tutto tempo perso, non riuscì a ricavarne nemmeno un bacio. Andrea colse l’occasione per vantarsi del fatto che, invece, Sofia pendeva dalle sue labbra e non perse l’occasione per sfidare Gaetano dicendogli che lui sarebbe riuscito a portarsela a letto. Qualche giorno dopo mi telefonò per propormi un affare. Si trattava di rubare la borsa di Sofia per mille euro. Sapeva che all’interno c’era il suo pc, immagino che volesse usarlo per prendere informazioni, ingannarla e vincere la scommessa fatta con Gaetano. Presi la borsa quando le ragazze uscirono dallo spogliatoio e la nascosi in un angolo del nostro, ma dopo non la trovai più! era scomparsa! ricomparve il giorno dopo, quando vidi il ragazzo di Sofia che la ripose nello stesso posto dove l’avevo lasciata io.»

« Cosa? ma chi Nicolò?»

« Sì! quel ragazzo che stava con te il giorno che mi scopriste!»

Alessandro guardò Carlotta impallidito. Non volle aggiungere altro per non complicare la situazione. Temeva di poter mettere ancora più in difficoltà la posizione di Nicolò. Prese un biglietto da visita e raccomandò Tony di presentarsi al suo studio, dove gli avrebbe fatto trovare un assegno.

« Ale ma che ci faceva Nicolò con la borsa di Sofia?»

« Non lo so, dobbiamo chiederlo a lui. Ci parlerò io, ok?»

Carlotta annuì e insieme lasciarono la palestra. Era evidente che non erano gli unici a tramare complotti.

 

CAPITOLO XXVII

” Le dirò tutto!non posso più aspettare” Seduto ad un tavolino del dolce,amore e fantasia, nell’attesa che comparisse Sofia, Nicolò guardava fuori alla vetrina. Non riusciva più a sopportare il peso di quel segreto che in qualche modo aveva favorito la loro storia, ma al contempo avrebbe potuto separarli per sempre. Il suono del telefono lo distolse dai suoi pensieri.

« Sei la più grande delusione della mia vita!»

Con quell’inaspettato messaggio, l’angoscia che lo inquietava, raggiunse il culmine. Lasciò la pasticceria e si precipitò a casa di Sofia che continuava a ignorare le sue telefonate. Temeva che per indurre Sofia ad inviare un messaggio del genere, qualcuno l’avesse potuto precedere. Decise di telefonare Alessandro, poteva contare solo sul suo aiuto.

« Ale sei in casa?»

« Sì! Nico!»

« Ti prego apri! ho fatto un casino!»

Salì le scale velocemente, arrivando quasi senza respiro davanti alla porta dove l’aspettava l’amico.

« Che ti sta succedendo Nico!? non ti riconosco più!»

« Ale ti giuro che ti spiegherò tutto! ma ora devo pensare a Sofia, non riesco a parlarle!»

« Entra, ma calmati!» Appena entrato, Nicolò cercò di raggiungere il terrazzo, inseguito da Alessandro.

« Nico fermati! che vuoi fare?»

« Devo parlare con Sofia! non vuole vedermi più!»

Alessandro cercò di trattenerlo, afferrandolo per un braccio.

« Nico! Tony ti ha visto mettere la borsa di Sofia negli spogliatoi..»

Nicolò ebbe la conferma alle sue paure, Sofia sapeva tutto. Riuscì a liberarsi e raggiunse il terrazzo. La finestra era aperta. Urlò a squarciagola il nome di Sofia, sperando che gli lasciasse una possibilità. Vide uscire Carlotta disperata.

« Nico! stai dando spettacolo! Ale riportalo dentro!»

« Carlotta! lasciami entrare! non volevo farle del male»

« Nico diamole del tempo! entra e parliamo! vieni dentro!>

Controvoglia si fece convincere dall’amico.

« Devi calmarti, non hai idea in che guaio ti possa trovare se questa storia viene fuori!»

« Ale credimi! io mi ci sono trovato senza volerlo! ma oggi giuro che volevo dirle tutta la verità! volevo farlo dal principio, ma ogni volta che mi promettevo di farlo, rimandavo sempre al domani per il timore di poterla perdere. »

Vederlo in quello stato spezzavo il cuore di Alessandro che negli ultimi tempi gli era stato costantemente vicino come un fratello.

« Nico avevo detto a Carlotta di non dirle niente. Volevo risolvere la cosa per prima insieme a te, ma credo che non sia riuscita a mantenere la promessa».

« La colpa è tutta mia! » Nicolò raccontò tutta la verità all’amico e quando Alessandro svelò il complotto di Andrea, si rese conto di come potesse stare Sofia dopo tutto questo. Comprese che non gli rimaneva molto da fare se non aspettare.

« Nico sarà meglio che tu torni a casa. Ti accompagno io, sarà meglio che stasera rimanga con te!»

« Ale non mi farà male restare solo. Stai tranquillo! non farò altre pazzie. Fai le mie scuse a Carlotta e se servisse a qualcosa anche a Sofia. Ti chiamo domani.»

Nicolò lasciò la casa dell’amico e ritornò verso la pasticceria dove aveva lasciato la moto. Parlare con Alessandro gli aveva dato modo di capire ciò che realmente gli stesse succedendo. In quel momento non poteva essere l’uomo che Sofia meritava, ma decise che avrebbe fatto anche l’impossibile per diventarlo. Tornò a casa e decise di riorganizzare la sua vita, a partire da dove tutto ebbe inizio.

« Pronto papà..»

CAPITOLO XXVIII

« Mi prometti che per qualsiasi cosa mi chiami? >

« Carlotta è passata solo una settimana da quando siete partiti e sei già a quota 30 telefonate! non ti sembra di esagerare? Vorrei rilassarmi e ti prego! fallo anche tu! Alessandro finirà per odiarmi! >

« No, no! noi ti adoriamo! e non sarai mai sola! noi ci prenderemo cura di te per sempre!>

« Comincia a suonarmi come una minaccia! dai, mi conosci! sai che ho bisogno di stare un pò da sola per ritornare più forte di prima! Ci sentiamo domani sera, capito? per oggi cinque telefonate possono bastarmi!>

Sofia ironizzava sullo stato apprensivo che fin dalla partenza aveva colpito la sua amica Carlotta, andata via con un evidente senso di colpa per quel viaggio programmato insieme al quale per ovvie ragioni lei aveva dovuto rinunciare, dato che unirsi ai due amici sarebbe stato come mettere il dito nella piaga.

Quel viaggio l’aveva immaginato assieme a Nicolò e sarebbe stato una tortura viverlo senza di lui. Per cui decise di trascorrere le sue vacanze a casa. Era già passata una settimana, nella quale trascorse il giorno a trovare sfogo nella scrittura e la notte ad addormentarsi sfinita dalle lacrime. Una mattina s’intravide davanti allo specchio del bagno, più che il suo aspetto trascurato, fu il suo sguardo a preoccuparla. Poteva vedere il dolore di tutto il male ricevuto nei suoi occhi tristi e ormai esausti.

“Ci sarà mai limite alle lacrime?”

Entrò nella sua camera. Voleva impiegare il resto della settimana a rinnovarne il look, riverniciando le pareti e cambiando l’arredamento. Mentre svuotava l’armadio gli cadde uno scatolo dalle mani, rovesciando tutto il contenuto. Vide una piramide di vecchi diari sul pavimento. Incuriosita non riuscì a trattenere la voglia di aprirne qualcuno. Cominciò a leggere le pagine della sua vita, risalenti a quando aveva 18 anni. Si rese conto di avere una ricca collezione di fallimenti sentimentali alle spalle.

“Alcuni uomini capitano per sfortuna, altri perché a volerli sei proprio tu!”

Avere il coraggio di dar fiducia all’amore non è semplice, soprattutto dopo una serie di appuntamenti con delle fotocopie di uomini, il cui scopo principale era quello di portarti a letto. Ripercorrere quelle storie, la fece riflettere sui suoi errori. La confortava la consapevolezza di vivere in un’epoca in cui “l’uomo bastardo” era molto diffuso, per cui non era la sola ad esserne stata vittima. Così arrivò ad una conclusione:

“Ci vorrebbe un supereroe per vendicare tutte le donne con il cuore spezzato ed io mi candiderei molto volentieri! sarei perfetta come wonder Sofia!”

Corse alla scrivania e accese il PC. Fece una breve ricerca per raccogliere informazioni su come creare un blog e nel giro di poche ore diede vita ad una rubrica tutta al femminile per sostenere coloro che sono in difficoltà sentimentale, ma soprattutto per colmare tutte le insicurezze delle donne. Lo chiamò “Carissima me,..la forza delle donne” e incominciò a scrivere i primi articoli basandosi sulle sue esperienze.

In seguito, fece in modo che il blog girasse sui vari social network, guadagnandosi in pochi mesi molti la fiducia di molte donne che quotidianamente la contattavano per chiederle consigli sulla loro vita, non solo sentimentale.

Quando Carlotta e Alessandro tornarono, la videro talmente presa da questa iniziativa, da pensare che ormai avesse superato tutto. Fu talmente presa da quest’avventura da non pensare più al dolore che le aveva procurato Nicolò, anche se il suo orgoglio non le permetteva di ammetterlo, spesso pensava a lui.

Dopo quella sceneggiata si sarebbe aspettata un minimo di insistenza, ma era evidente che non teneva a lei come aveva lasciato farle credere.

CAPITOLO XXIX

Delle scarpette bianche giacevano sulla pancia di Carlotta, gliele aveva regalate Sofia poco dopo aver fatto il test.

Attendeva con ansia che arrivasse Alessandro per dargli la bella notizia: aveva un ritardo di due settimane, ma prima di recarsi dal medico per averne la certezza, voleva poter condividere quest’emozione con il suo unico amore.

Ripose le scarpette in una scatola e si affacciò per controllare se Alessandro fosse in casa, ma guardando in basso lo intravide entrare nel palazzo. L’ebrezza di dicembre sprigionava nell’aria l’atmosfera Natalizia con i suoi profumi. Rientrò infreddolita, andandolo incontro, gli circondò il collo con le braccia e lo baciò teneramente.

« Sei arrivato! finalmente! » con il viso straripante di felicità, Carlotta lo accolse, invitandolo ad entrare.

« Cucciola! ho pochissimo tempo! alle 9 ho il primo appuntamento allo studio..non posso trattenermi molto! » disse Alessandro  anche se assecondava con piacere quella pioggia di coccole che gli erano piovute addosso appena entrato.

« Prometto che non ti ruberò molto tempo! prima però sarà meglio che tu ti sieda!»

Alessandro prese posto, mentre Carlotta prese una scatolina colorata.

« Cos’è un regalo di Natale in anticipo?» disse Alessandro con un grande sorriso.

« Lo spero!» disse Carlotta, prendendo posto accanto a lui.

Alessandro incuriosito, sciolse in fretta il fiocco e aprì la scatola. Tutto ad un tratto scomparse la sua espressione di felicità.

« Amore mio aspettiamo un bambino! »

Alessandro sentì pronunciare quelle parole con un tono dolcissimo, parole dritte al cuore, ma allo stesso tempo, lo lasciarono senza parole.

« Non sei felice?» certa dei loro sentimenti, non l’aveva mai sfiorata l’idea che Alessandro potesse reagire male a quella notizia. In quel momento si trovò per la prima volta ad avere dei dubbi nei suoi confronti.

« Amore avremo un bambino!» invocava disperatamente una reazione di fronte al suo atteggiamento impassibile.

« Tesoro ascolta io ti amo,..ma non sono ancora pronto.. per affrontare un passo del genere!»

Carlotta scoppiò inevitabilmente a piangere.

« Cosa vuoi dire?»

« ma niente, solo che non abbiamo mai parlato di bambini! pensavo che anche tu non nè volessi!»

« io cosa? cosa te l’ha fatto pensare? quale donna non vorrebbe un figlio dall’uomo che ama?»

« Carlotta io volevo solo..»

« Cosa!!! cosa vuoi? vai via da me! chi non vuole il mio bambino non vuole nemmeno me!»

« Non dire cose di cui poi potresti pentirti di aver detto!»

« Io non ho detto nulla di cui mi debba pentire! l’hai fatto tu!»

Alessandro si avvicinò cercando di abbracciarla per calmare la sua collera.

« Non toccarmi! non voglio più vederti!» Lo spinse verso l’uscita e lo cacciò, chiudendosi la porta alle spalle.

All’improvviso si sentì catapultata in un incubo: quello che reputava il migliore degli uomini, la persona che avrebbe avuto cura di lei e per il quale avrebbe sacrificato anche se stessa, si era trasformato in una bestia senza cuore. Si trovava di fronte ad un estraneo. Poco dopo sentì dei rumori provenire dalla porta, s’illuse che fosse Alessandro, ma vide comparire Sofia.

« Ohi, sono a casa! voglio sapere tutto!» Sofia rimase ferma con le buste della spesa in mano, quando vide il volto dell’amica segnato dalle lacrime.

« Stai male? Carlotta? non ti senti bene?» Temendo che fosse successo qualcosa al bambino, si avvicinò cercando di soccorrere l’amica che scoppiò in lacrime tra le sue braccia.

« Non ci vuole!»

« Cosa?»

« Non vuole il mio bambino!» Sofia si trovò di fronte all’ennesimo disastro causato da un uomo. Gli occhi fragili dell’amica amplificavano il rancore che provava nei confronti del sesso maschile.

« Lui non vi vuole? vuoi dire che ti ha chiesto di..?»

Carlotta assentì e il solo ricordo di quell’istante le fece ricomparire gocce di pianto sul viso.

« Carlotta tu non lo farai vero?»

« No! io voglio questo bambino!» Non riusciva nemmeno a pensare di poter commettere un gesto del genere. Aveva amato Alessandro dal primo momento, così come quella creatura che stava crescendo dentro di lei. Privarsi di quella possibilità voluta dal cielo, significava distruggere la parte migliore di lei.

« Sono fiera di te! ci prenderemo cura di questo piccino e non gli faremo mancare nulla! io ti sarò vicina.»

Era diventata la guru di molte donne in difficoltà, ormai non poteva più tollerare che una donna si lasciasse annientare dai capricci di un uomo. Carlotta accennò un lieve sorriso e l’abbracciò.

« Fino a poco fa, avrei voluto scappare in un posto lontano, ma ora che ci sei tu, amica mia non mi sento più sola! »

« Non lo sei! c’è anche il nuovo arrivato! » disse Sofia accarezzandole la pancia, « avrei voluto aspettare ancora qualche giorno per darti il mio regalo di Natale, ma credo che le circostanze abbiano sollecitato la sua consegna! aspettami un attimo!»

Corse nella sua camera per ritornare con un pacchetto incartato con le tipiche stampe natalizie.

« Questo è il mio regalo per te!»

« Sofi grazie, ma se vuoi posso aspettare la vigilia per aprirlo!»

« Insisto, aprilo!» Carlotta lo aprì e vide all’interno dei bigliettini sparsi, su ognuno c’era scritta una capitale Europea.

« Non capisco Sofi!?»

« Pesca uno di quei biglietti e dallo a me!»

« Cos’è un gioco di prestigio?» disse Carlotta, mentre seguiva le istruzioni. Sofia prese il biglietto scelto e disse:

« Berlino! partiremo per Berlino! Mi sono accordata con l’agenzia di viaggio, dobbiamo solo scegliere le date!»

« Sofia è un regalo bellissimo! ma non posso accettare! »

« Carlotta non accetto scuse! noi abbiamo bisogno di questo viaggio!»

« Ti costerebbe troppo ed io non posso permetterlo!»

« Hai ragione, prima non potevo, ma ho un’altra notizia da darti! la mia rubrica è capitata sotto l’occhio di un importante emittente radiofonica e indovina chi vogliono che conduca una loro trasmissione?»

« Te? oh, mio Dio! è meraviglioso! dopo tutto questo non riesco a crederci! »

« Invece è tutto vero! ascolta l’unica esitazione che accetterò sarà quella del tuo medico. Se lui ci permetterà di partire, lo faremo! »

« Ah, Sofia! sono tanto felice per te!» si strinsero forte in un abbraccio di solidarietà.

Nell’ultimo anno Sofia aveva affrontato delle grandi sfide con se stessa che la condussero però al conseguimento dei suoi obiettivi professionali. Carlotta, invece, ha sempre saputo ciò che voleva dalla vita.

Le sue aspirazioni hanno sempre avuto un sapore dolce: fin da piccola si divertiva a regalare dei deliziosi pasticcini e da grande non ha saputo resistere alla tentazione di farlo diventare il suo lavoro. Inconsapevoli della loro grande forza si ritrovarono ad affrontare le conseguenze di un amore sbagliato, ma la loro all’alleanza fu fondamentale per superare questo grande dolore.

« Sofi! partiamo al più presto!»

Carlotta sapeva che la cura migliore in quel momento era quella di allontanarsi da quei posti che avrebbero messo a dura prova il suo cuore.

« Domani ti va di accompagnarmi dal medico?»

« Ma certo! non mi perderei per niente al mondo quest’esperienza!»

Quanto avrebbe voluto sentirsi rispondere queste parole da Alessandro. Travolta da un uragano di emozioni, Carlotta decise di far prevalere la felicità per ciò che avrebbe ricevuto dalla vita, piuttosto che per quello che stava per perdere.

CAPITOLO XXX

Non lasciarsi influenzare dai ritmi frenetici di una città in continua evoluzione come Berlino, fu inevitabile per Sofia e Carlotta. Sfidarono le temperature rigide di quei giorni per visitare quello che appariva come il Paese dei balocchi.

” Scrivo davanti ad una finestra che da su un cortile completamente ricoperto dalla neve. Qui è impossibile non sentire la magia del Natale. Berlino in questo periodo è abbellita da illuminazioni speciali lungo i grandi viali e le celebri piazze con i mercatini tradizionali. Passeggiando in Gerdarmenmarket  si respira lo spirito Natalizio tra i classici profumi speziati, sorseggiando il vin brulè per riscaldarci tra i piccoli chalet di legno.”

 

« Sofia ti ho beccata! avevamo detto niente lavoro!>

Carlotta era appena uscita dalla doccia in accappatoio e la cuffia in testa, cominciò a gesticolare nei confronti di Sofia che cercava disperatamente qualche altro minuto per finire la sua nota.

« ok!ok! mi hai convinta! lascio tutto!»

« Ecco brava! vai a fare la doccia! io intanto mi vesto!»

Carlotta cominciò a prepararsi. Odiava avere freddo per cui si coprì di mille strati di lana, cominciando ad assumere le sembianze dell’omino Michelin. Davanti allo specchio immaginava a come sarebbe cambiato il suo corpo se quello che le era capitato pochi giorni prima non si fosse rivelato solo un falso allarme. Non era ancora arrivato il momento di diventare madre, ma fu il motivo giusto per porre fine alla sua storia con Alessandro. Un probabile segno del destino li voleva lontani l’uno dall’altra.

« Ehi! che cos’è quell’espressione? avevamo detto anche niente ricordi!» Sofia comparve sulla porta.

« Sì! ma non è facile! anche se siamo qui, i ricordi non vanno in vacanza!» Sofia comprese quel velo di tristezza che spesso aveva notato nello sguardo silenzioso dell’amica.

« Non né abbiamo mai parlato, ti va di farlo ora?»

« Cos’altro c’è da dire Sofi? per sfogarmi come vorrei, dovrei avergli dovuto rompere tutti i denti che sfoggia manco fosse un premio nobel! anzi ti offro un’idea per il tuo blog, “offresi corsi di autodifesa sentimentali! una sorta di programma di addestramento!»

« Sai che non è certo questo il modo per stare meglio!? la cosa più giusta da fare per te stessa è quella di ricostruire la tua pace interiore. Devi riprendere la strada verso la felicità e non è detto che possa esserci solo se hai accanto un uomo, diciamo che è solo un optional per rendere il puzzle completo, ma dev’essere il pezzo giusto,..»

« Sennò è solo un gran pezzo di menta!» disse ironicamente.

« Ah, ora sì che riconosco l’animo per continuare la nostra vacanza! fammi imbottire come si deve, così scendiamo!»

Ormai era trascorsa già una settimana da quando erano a Berlino. Avevano scelto di sistemarsi in un appartamento nei pressi di Check Point Charlie, con lo scopo di integrarsi meglio alla città.

« Allora oggi solo relax!» disse Carlotta mentre erano in strada.

« Promesso! » Sofia acconsentì, cercando di contenere la voglia di perlustrare ogni punto della capitale tedesca. In quel momento le passò accanto un bel ragazzo biondo dagli occhi chiari.

« Hai notato quanto siano carini questi tedeschi?»

« Sì! ho notato pure che l’approccio  con le donne è molto diverso da quello a cui noi  siamo abituate!»

« E’ vero! ad esempio: guarda quella ragazza..» indicò con discrezione una ragazza molto bella.

« Dalle nostre parti, una come quella non la lascerebbero passeggiare indisturbata, un italiano vedendola come minimo ricorerebbe al classico repertorio della posteggia!»

« Hai ragione! in questo momento della mia vita sarebbe il posto ideale per stare lontana dagli uomini, forse dovrei valutare l’idea di stabilirmi per sempre qui!» disse Carlotta ironizzando la sua visione degli uomini dopo essere giunta ad averne la nausea.

« Ah,ah,ah! SCORDATELO! dopo domani tu tornerai con me a condividere questa battaglia con l’altro sesso!»

« Già, prima o poi dovremmo tornare alla realtà..» Ascoltando quelle parole Sofia sentì tornare il pensiero di Alessandro nella mente di Carlotta. Cominciò a guardarsi intorno in cerca di un pretesto per distrarla.

« Entriamo qui!»

« Un supermercato?!»

« Sì! dai curiosiamo un po’!» Sofia entrò all’interno e l’amica la seguì.

« Che dici se stasera ci cuciniamo una bella cenetta? invece di mangiare fuori?»

Sofia continuò la sua missione cercando di toccare i punti deboli della sua migliore compagna di avventura che non si rifiuterebbe mai di sperimentare prodotti locali per mettere alla prova la sua passione per la cucina.

« Sì! diamo un’occhiata in giro! anche se ho già qualche idea!»

L’espressione rallegrata di Carlotta, consolò Sofia che si mise alla ricerca degli ingredienti che le venivano richiesti.

« Vorrei prendere una scorta di wurstel, chissà se sono così buoni come quelli che abbiamo mangiato ai mercatini ieri? cerchiamo il banco frigo!»

Sofia con aria smarrita, diede un’occhiata in giro e disse « che dici, sulla cartina sarà indicato?» poi divertita, girando l’angolo, lo intravide in fondo.

« Carlotta ! vieni! l’ho trovato!»

Carlotta la raggiunse, ma si bloccò quando vide lo sguardo dell’amica.

« Tutto bene?> Sofia non le rispose, ma le bastò seguire il suo sguardo per comprendere quella reazione improvvisa.

« Vedi anche tu quello che vedo io?»

Carlotta la prese per un braccio e la trascinò verso l’uscita, ma finirono per scontrarsi con un dipendente intento nella disposizione di prodotti sugli scaffali. Lo scontro non passo inosservato ad un uomo dalla barba incolta e una donna dai tratti tipici del Nord, cercarono di raggiungerle, ma dei dipendenti del supermercato li fermarono, intimoriti dal confusione creata.

La donna che lo accompagnava lo raggiunse e disse:

« Nico! era lei?»

« Sì! era Sofia.»

CAPITOLO XXXI

« Il destino si diverte a torturarmi ed io comincio ad avere un pessimo rapporto con i segnali che mi manda!»

Sofia consumava il parquet dell’appartamento girovagando per la camera, cercando di riprendersi dopo l’incontro al supermercato.

« Sofia fermati un attimo!»

« Hai visto la tedesca che aveva accanto? non ci ha messo tanto tempo per rimpiazzarmi con la prossima vittima, questa volta cosa avrà escogitato per illuderla?»

« Sofi, forse..»

« No! Carlotta lo odio! non so nemmeno io dove ho trovato la forza dopo tutto quello che ho subito. Non né posso più! C’è una domanda alla quale non ho ancora trovato una risposta: mi chiedo come sia possibile che tutti i bastardi che ho incontrato abbiano ancora l’opportunità d’amare ed io che ho avuto sempre rispetto dell’amore non riesco ad avere pace?»

« Sofi ma quale amore? quello che tu chiami amore per loro è solo la soluzione più comoda e meno problematica. Nessuna wonder woman potrà mai cambiarli! le vere wonder woman sono le donne come te che nonostante tutte le delusioni trovano ancora il coraggio di amare. Hai superato il male che ti hanno fatto e ci riuscirai anche stavolta!la vita ha tanto da offrirci: il meglio deve ancora venire!»

Pronunciava queste parole, cercando di dare forza anche a se stessa. Aveva affidato il suo cuore ad Alessandro e sarebbe pronta anche a rifarlo, non c’era nulla di sbagliato in chi ama davvero, l’unico errore lo compie chi non sa apprezzarlo.

Nel frattempo. Sofia la guardava prepararle una tisana calda, si alzò e raggiunse la cucina.

« Amica grazie!» Carlotta la guardò accennando un sorriso.

< Sofi è solo una tisana!»

« No, è molto di più! una settimana fa, ero io a darti conforto e oggi mi hai dato dimostrazione della tua grande forza e della tua preziosa amicizia. Ti confesso che mi sento un po’ in colpa, avrei dovuto controllarmi. Forse non sono degna nemmeno di rappresentare la rubrica..»

« Sofi ti sbagli! chi meglio di te può farlo?! mi hai aiutato tantissimo. Ascolta! nella vita sappiamo che qualunque cosa ci accada dobbiamo essere pronti ad andare avanti, quando vedi solo buio intorno a te esisterà sempre un piccolo spiraglio che può riportarti alla luce e tutto apparirà molto meglio. Le amiche della tua rubrica ti stimano, parlo anche a nome loro, non deluderci! ti concediamo qualche ricaduta, ma solo se dopo ritorni più forte di prima!»

Sofia rimase senza parole, prese la tazza con la tisana che Carlotta aveva preparato per entrambe e le fece cenno per brindare.

« Ho creato un mostro! »

CAPITOLO XXXII

Seduto in un taxi fuori all’aeroporto, Nico vedeva cadere la neve spinta da un fortissimo vento. La radio trasmetteva le previsione meteorologiche, per i prossimi giorni erano previste forti nevicate, ma lui aveva la testa altrove.

Mancavano poche ore alla fine di quell’anno che rappresentò la svolta per la sua vita. Nell’arco di pochi mesi aveva perso sua madre e recuperato il rapporto con suo padre, smarrito i suoi veri obiettivi e i suoi valori, intraprendendo strade sbagliate, grazie alle quali, però, riuscì a trovare quella giusta. L’errore che invece non riusciva a perdonarsi fu quello di aver perso il suo unico grande amore. Se non avesse permesso di farsi cambiare dagli avvenimenti tristi che gli erano capitati, oggi potrebbe essere completamente felice accanto alla donna che ha amato fin dal primo momento. 

La suoneria del suo telefono lo riportò alla realtà.

« Nico! sono appena atterrato, dove sei?»

« Ti vengo incontro! » scese dall’auto per dirigersi all’interno dell’aeroporto e lo vide da lontano.

« Sandro! com’è andato il viaggio? »

« Forse il più lungo che abbia mai fatto! »

« Ti capisco! »

« Nico dobbiamo trovarle! »

Uscirono per tornare nel taxi che in breve tempo li portò a casa di Nicolò. Ad attenderli c’era Nicole, li accolse aprendo la porta e si presentò subito ad Alessandro. Aveva già sentito parlare di lei da Nicolò e comprese, data la sua bellezza, che Sofia avrebbe potuto fraintendere, vedendola in compagnia di Nicolò, inconsapevole della parentela che li lega.

« Le ho cercate in tutti gli alberghi di Berlino, a questo punto l’unica possibilità rimasta è che siano ritornate in Italia!»

« E se invece avessero preso un appartamento?»

« Non ci avevo pensato! Sì! sarà sicuramente così! Carlotta mi disse che spesso con Sofia preferivano l’appartamento agli alberghi, proprio perché dava l’opportunità di sentirsi meno turista, ma più cittadini del posto!»

« Solo che la ricerca si complica il doppio!»

< Ma sono ancora qui! pensaci bene dove potrebbero festeggiare il capodanno?»

« Alla porta di Brandeburgo! c’è un concerto che organizzano ogni anno!» disse Nicole.

« Benissimo! ho un’idea! »

CAPITOLO XXXIII

« Sappilo! siamo due pazze ad uscire con questo gelo!»

« Dai Carlotta! non fare la bacucca! per come siamo conciate potremmo affrontare il freddo del polo Nord! poi abbiamo bevuto abbastanza per riscaldarci!»

« In effetti mi sento un tantino brilla!»

« Pronta?> Uscirono dal ristorante per raggiungere la folla in piazza.

« Sofi mi si è bloccata la digestione!»

« Esagerata! non fa così freddo! brindiamo e andiamo via! promesso!»

Mancavano pochi istanti alla mezzanotte e un concerto intratteneva il pubblico. Le ragazze si lasciarono coinvolgere da quella musica sconosciuta, improvvisando qualche passo per riscaldarsi. Ad un tratto dal palco il presentatore fece un annuncio.

« We try the two Italian girls in the audience, Sofia and Carlotta! I repeat Sofia and Carlotta! Thank to reach the stage area. »

Le due amiche si guardarono stupite e intimorite si chiesero cosa fare.

« Che facciamo? Sofi cosa sarà successo?»

Sofia la prese per mano e cercò di farsi largo tra la folla che cominciava il conto alla rovescia. Riuscirono a raggiungere il palco proprio quando il cielo di Berlino s’illuminò di splendidi giochi di luce dei fuochi d’artificio. Sempre più smarrite, cercarono di ottenere delle informazioni dagli addetti ai lavori con uno scarso inglese scolastico.

« Ora si che ci sarebbe servito quel corso di inglese che programmiamo da una vita! » disse Sofia a Carlotta che cercava di farsi capire da un addetto alla sicurezza.

« We are Carlotta and Sofia! we are italian girls!»

« Carlotta è solo tedesco, non è mica sordo! smettila di urlargli contro! > Mentre l’agente cercava di difendersi da Carlotta, Sofia sentì una voce familiare chiamare il suo nome. Non riusciva a crederci, ma era proprio lui. Nicolò si trovava davanti ai suoi occhi.

Anche se fino a qualche istante prima s’interrogava silenziosamente su come sarebbe stato bello festeggiare insieme a lui quel momento, l’unica cosa che riuscì a fare Sofia fu quella di scappare prima ancora che Nicolò si avvicinasse.

A pochi passi da loro comparve Alessandro che si fece coraggio per avvicinarsi a Carlotta, ancora intenta nel farsi comprendere dall’agente.

Le prese gentilmente un braccio e quando Carlotta si girò, senza nemmeno darle il tempo di reagire, si trovò tra le sue braccia, labbra sulle labbra e il cuore che sembrava uscirle fuori dal corpo. Con la paura che potesse scappare, Alessandro le consegnò subito un biglietto con su scritto: ” Lorenzo, Ginevra, Mia,..”.

« Sono i nomi che vorrei avessero i nostri bambini!»

Una carezza sul viso di Alessandro fu il segno di perdono da parte di Carlotta, commossa dalla tenerezza di quelle parole che, seppur pronunciate in ritardo, riuscirono a placare la sua rabbia.

CAPITOLO XXXV

Ormai lontana dalla porta di Brandeburgo, Sofia e Nicolò erano i protagonisti di questa folle corsa: lei cercava la strada per sfuggire a quello che fino ad allora, era stato il suo pensiero costante dal momento in cui si svegliava fino a quello in cui si addormentava, lui inseguiva quell’amore per il quale perse completamente la ragione.

Proprio quando sembrava l’avesse raggiunta, scivolò sul marciapiede ghiacciato dalla neve. Le sue urla di dolore, fecero fermare Sofia che tornò subito indietro preoccupata. Si avvicinò a lui e gli chiese dove sentisse dolore.

« Mi fa male qui! » Nicolò le prese la mano e gliela poggiò sul cuore.

Presa dalla rabbia per liberarsi da quel breve contatto, si alzò per allontanarsi. Nicolò cercò di trattenerla e la seguì zoppicando.

« A cosa serve scappare ancora? non vedi che qualsiasi cosa ci accada, tutto ci riporta sulla stessa strada? Questo è quello che mi è successo da quando ti ho visto per la prima volta. Noi non siamo fatti per stare lontani. Ero a un passo dal rovinarmi la vita, poi sei arrivata tu e hai recuperato la parte migliore di me. So che ho sbagliato, so che ho commesso un errore imperdonabile, ma so anche che lo sbaglio più grande sarebbe quello di non dare futuro al nostro amore! Ti chiedo perdono, perdonami e lascia che ti dimostri chi sono veramente! credimi perché so di essere l’uomo di cui ti innamorasti tempo fa..quando ci separarono durante quell’estate, tu non lo ricordi, ma io si!»

« Di cosa stai parlando? Non crederò ad una sola parola di quello che dici, torna da quella del supermercato!»

« Quella del supermercato? Nicole? è la mia sorellastra! ora ti vuoi calmare? sai quanto ho aspettato questo momento?»

« Io so solo che ho bisogno di stare sola..ho bisogno di tempo..» disse queste parole e scomparse tra la folla.

CAPITOLO XXXVI

« Quindi a giudicare dalla lista..avete deciso di avere tanti figli?» disse Sofia con in mano il foglio di Alessandro. Carlotta le sorrise, mentre si preparavano per la partenza.

« E poi?»

« E poi niente..ci siamo seduti in un bar e gli ho spiegato che si è trattato di un misunderstand »

« E lui?»

« sembrava confuso..»

« Sollevato?»

« No, anzi! penso si fosse abituato all’idea di avere un bambino. Credo abbia fantasticato quanto noi su come prendersi cura di un figlio. Sofi non so se sia stato tutto quell’alcol che abbiamo bevuto, ma ieri sera è successa una cosa..»

« Ci sei andata a letto? > disse Sofia senza darle il tempo di rispondere.

« No! cioè quello è venuto dopo!»

« Dopo? dopo cosa?»

« Sto cercando di dirtelo!»

« Di dirmi cosa?»

« Ci sposiamo!»

« Oh mio Dio! era questo quello che cercavi di dirmi? ma perchè non me l’hai detto subito?»

« Sofi dopo tutto quello che è successo,..cercavo il momento giusto, insomma..»

« Ti senti in colpa nei miei confronti?»

«Sei tornata in lacrime. Come potevo esordire con questa notizia?»

« Ho capito! ma non devi sentirti in colpa! anzi quando si è tristi, cose come queste possono solo riempire il cuore di felicità e in questo periodo è proprio ciò di cui ho bisogno »

«Quindi hai proprio chiuso con lui?»

«Ho imparato tanto da tutto quello che mi è accaduto fin’ora, ne farò tesoro. Per l’amore adesso ho le idee molto confuse, tengo ancora a lui, ma nel giro di pochi messi ho sentito il cuore spezzarsi troppe volte. Non so se posso ancora credere nell’amore.»

«Prenditi una bella pausa di riflessione e pensa solo a te stessa»

«Grazie! lo farò! ora però devo andare in radio, mi raccomando non perderti la prima puntata! »

«E tu torna presto a casa!»

CAPITOLO XXXVII

Buongiorno a tutti gli ascoltatori! Io sono Sofia e vi do il benvenuto in questo spazio dedicato a tutte le donne che come me vivono i problemi di tutti i giorni, cercando di migliorare se stesse.

Mi auguro che in qualche modo possa aiutarvi e allo stesso tempo divertirvi!

Oggi vi parlerò della parola amore. Quando si parla di amore la prima cosa che può venire in mente è l’affetto, la stima, il rispetto che si prova per un’altra persona. Io di amori ne ho avuti pochi: del primo ricordo una frase in particolare che mi ripeteva spesso ”ti muovi come un elefante in una cristalliera!” (pesavo 50 kili per un metro e settanta!), il secondo non ricordava nemmeno il colore dei miei occhi (cosa assurda a prescindere!). Dopo un lungo periodo di “singletudine”, capì che esseri inutili come questi avevano posto le basi al mio “non affetto, non stima e non rispetto” verso l’unica persona che prima di tutto merita amore sconfinato, ossia, me stessa!

Passiamo tanto tempo davanti allo specchio a contare difetti di cui fino a giorni prima non sapevamo nemmeno l’esistenza. Basta un semplice “ma non ti sembra di mangiare troppo?” per farci notare quel simpatico chilo in più sui fianchi che detto tra noi è molto meglio di un osso sporgente!

La verità è che lo squallore che ci circonda è troppo poco per tutto quel troppo che siamo, non dovremmo sprecare tempo con persone che non ci apprezzano come invece il vero amore dovrebbe fare.

Ci accontentiamo di quello che passa il convento e ci leghiamo al niente come se avessimo delle manette virtuali. Cominciamo col dire che qui nessuno è perfetto, ma in ognuno di noi c’è una lista infinita di pregi che nemmeno possiamo immaginare.

E’ chiaro che il fattore estetico pare sia diventato essenziale per farsi piacere: seguiamo mode assurde, compriamo prodotti costosissimi, siamo addirittura disposte a metterci sotto i ferri per diventare più belle agli occhi degli altri! V’invito piuttosto a soffermarvi sui vostri occhi perché è lì che ritroverete la bellezza, ”gli occhi sono lo specchio dell’anima”, vedrete che frasi sentite e risentite come questa cominciano ad avere senso.

Siamo talmente distratti da ciò che ci gira intorno da dimenticare che l’unica cosa che andrebbe curata è proprio la nostra anima. Nei momenti difficili della mia vita ho avuto la fortuna di vivere la solitudine nei suoi aspetti positivi. Per anni ho messo al centro dei miei pensieri tutto e tutti, ma è bastato fare il più bel viaggio alla ricerca dell’amore per me stessa per capire quanto potessi essere importante. Insieme a questa convinzione ne vennero tante altre che mi portarono, ad essere pronta per amare anche un’altra persona.

Dedico questa nota a chi come me, si trova o si è trovata in questa guerra contro se stesse, al bivio tra ciò che è giusto o sbagliato. Scegliete di cambiare e andare avanti. La chiave di tutto siete voi”

Dalla regia mi dicono che abbiamo la prima telefonata, sentiamo chi parla! Pronto?

Buonasera Sofia!

Buonasera a te! non mi aspettavo proprio che la prima telefonata potesse essere quella di un uomo! come ti chiami?

Mi chiamo Tulipano! 

Tulipano? un nome molto particolare, da piccola avevo un amichetto con questo soprannome!

In effetti, sono proprio io!

Beh, forse potremmo parlarne in unialtra circostanza di questo, ora è il caso di ritornare al motivo della telefonata,  visto che siamo qui per parlare della trasmissione, in cosa posso esserti utile Tuli..pano?

Si, certo hai assolutamente ragione! ho sentito le tue parole e comprendo quanto possa essere difficile amare al giorno d’oggi. Spero tu possa perdonare gli uomini che ti hanno fatto soffrire, dietro ad ogni scelta c’è sempre un motivo. Ti faccio i complimenti per le parole che hai usato e per lo scopo di questa trasmissione.

Ti ringrazio, sono lusingata da tutti queste parole! bene Tulipano, diamo la possibilità di scegliere una canzone che faccia da colonna sonora alla puntata di oggi, che cosa vorresti ascoltare?

Si, c’è una canzone che vorrei dedicare ad una persona speciale, la canzone è “Se non avessi più te” di Gianni Morandi.

Benissimo! ottima scelta! adoriamo Morandi! bene! da “Carissima me” per oggi è tutto! salutiamo l’amico Tulipano! e non mi resta che lasciarvi all’ascolto di “Se non avessi più te”, Vi abbraccio tutti! alla prossima!

Sofia lasciò la radio, dirigendosi verso casa, con in testa una commistione di emozioni e pensieri, tra tutti non riusciva a non pensare a quella telefonata, ricordava di avere avuto un amico da piccola che si chiamava così, ma ciò che le fece più effetto fu la quella voce al telefono. 

Arrivata a casa, cercò l’interruttore della luce che appena si accese illuminò il soggiorno addobbato con scritte “congratulazioni” accompagnato da carlotta e altri amici che le gridarono “sopresa”! L’attimo dopo si avvicinarono tutti a farle gli auguri. la festa continuò tra musica e aperitivi. Sofia si avvicinò a Carlotta per ringraziarla, quando vide comparire dietro di lei un viso che le mancava da tempo. 

Nicolò!

Ciao Sofia! auguri! 

Grazie!

Come ci si sente in questi casi?

Beh, ancora non ho realizzato, ma sono felice!

é bello sentirtelo dire..

eh, sì!

Sono passato un attimo per salutarti..

Torni a Berlino?

Sì! 

Per un attimo rimasero in silenzio, anche se i loro pensieri avrebbero voluto dire molto di più.

Allora, buon viaggio!

Grazie Sofia, a presto!

Nicolò si avvicinò per baciarle una guancia e andò via.

Sofia rimase a guardare la sua sagoma scomparire dietro alla porta. Nonostante le avesse fatto così male, rivederlo le faceva sempre battere il cuore a mille. In quel momento sentì quel bivio di cui parlava in trasmissione, si sentiva tra ciò che è giusto e ciò che sbagliato, doveva scegliere la cosa giusta. Scelse di andare avanti, ma un dubbio le venne subito in mente, così corse giù per le scale cercando di fermare Nicolò che nel frattempo era per strada che si confondeva fra la gente.

C’era solo un modo per risolvere quel dubbio che le girava per la testa, così gridò più volte quel nome: “Tulipano!

Da lontano vide comparire Nicolò, si sorrisero e poi si avvicinarono piano piano l’uno verso l’altra. L’orgoglio di lei si spense quando Nicolò l’accolse tra le sue braccia. 

C’è un incredibile magia che si nasconde dietro ai segni del destino che quando si accompagnano all’amore possono diventare una gran bella storia da raccontare.

Quando la musica trova le parole al posto tuo..

Giorni liberi non ne ho
Davvero, 
Giorni che io posso stare anche un’ora senza te! 
Il mio amore è una storia a tempo pieno
24 ore 7 giorni 12 mensilità.
Posso stare in apnea due minuti ,
Dopo tre secondi muoio se io non respiro te! 
Posso digiunare un giorno o anche tre,
Ma non posso stare un’ora senza che io mangi te!

Che è successo? non lo so.
Che mi hai fatto? non lo so. 
So soltanto che se te ne vai io morirò
Che è successo? non lo so.
Che mi hai fatto? non lo so.
So soltanto che se non ci sei
Io morirò d’amore!

Sono mela e me ne sto sul ramo, 
Ma se non mi cogli in tempo cado a terra e marcirò.
Sono spina e me ne sto sul muro, 
Ma non servo a niente se tu non mi dai elettricità.

Che è successo? non lo so. 
Che mi hai fatto? non lo so. 
So soltanto che se te ne vai io morirò
Che è successo? non lo so. 
Che mi hai fatto? non lo so. 
So soltanto che se non ci sei, 
Io morirò d’amore!

La mia vita pende giù da un filo
E quel filo è dipendente dall’amore tuo per me! 
Se pesassero il mio cuore al kilo,
Scoprirebbero che pesa esattamente come te!

Che è successo? non lo so.
Che mi hai fatto? non lo so. 
So soltanto che se te ne vai io morirò
Che è successo? non lo so.
Che mi hai fatto? non lo so.
So soltanto che se non ci sei
Io morirò d’amore!

Quando la musica trova le parole al posto tuo..

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Se c’è un tempo in cui bisogna ripartire

questo tempo credo sia arrivato già.

L’idealismo è come l’acne giovanile

che scompare con l’andare dell’età.

E’ il momento questo delle riflessioni

e vorrei che mi capissi almeno tu

Hanno corso fino all’ultimo sudore

i puledri quieti dei vent’anni miei,

hanno vinto le distanze dal tuo cuore,

ma se han perso qualche amico non saprei.

Uno crede di poter cambiare vita,

ma è la vita, infine, a cambiare te!

Seguimi perché..

cambiano le cose, vanno avanti,

vanno incontro ai nuovi anni,

verso nuove realtà.

Io ti chiedo amore fino in fondo

perché adesso ne ho bisogno,

come non ne ho avuto mai!

Certe volte il dubbio

è come una montagna

che rimanda l’eco dei pensieri tuoi

e ti inchioda le sue angoscie alle calcagna

e ti spinge a fare passi che non vuoi.

E’ il momento questo delle decisioni

e vorrei sbagliare il meno che si può.

Seguimi perciò..

cambiano le cose anche intorno

e non posso stare fermo

mentre il tempo se ne va.

Io ti chiedo amore fino in fondo

perché adesso ne ho bisogno

come non ne ho avuto mai!

Farsi uomo è questione d’esperienza

e la tua presenza silenziosa qui

mette in fuga i mostri della mia infanzia

e stanotte può bastare già così.

Se c’è un tempo in cui bisogna ripartire

questo tempo credo sia davanti a noi

seguimi se vuoi

seguimi seguimi

non lasciarmi, non abbandonarmi mai

Seguimi seguimi

come io con ogni sguardo seguo te

seguimi seguimi

non lasciarmi non abbandonarmi mai

seguimi seguimi

come io con ogni sguardo seguo te

Il personaggio SOCIAL!

Il potere che i social hanno sugli esseri umani è diventato nel corso degli anni sempre più elevato. Io per prima ammetto che dopo 10 anni dalla mia iscrizione, non riesco a pensare ad un giorno senza l’occhiatina quotidiana sul mio cellulare che mi porta da fb, instagram e qualche volta anche twitter!

C’è gente che colleziona amici. Sono quelli che conosci da una vita, ma che non frequenti più, gli stessi che incontri per strada e non ti cagano proprio e, invece, su fb non perdono occasione per farsi i fatti tuoi!

Tra questi diecimilionisettecentodiciottesimi amici vorrei poter menzionare le sosia di Belen Rodriguez. Avete fatto caso che sono tutte come lei? le vedi che si sparano la stessa posa nella miglior location della casa: “il bagno!”

Sono delle professioniste dell’imitazione, sono talmente brave da riuscire ad avere anche le stesse espressioni, solo che il risultato è un tantino diverso: ti ritrovi una con gli occhi sbarrati effetto “Mara Carfagna” e chillu musill che simula il bacio, quando poi belle guaglione nun er meglie un sorriso naturale?! vabbè..proseguendo nella collezione dei personaggi social evidenzierei quel soggetto che posta ogni attimo della sua vita: mi sono svegliata, vado a fare colazione, vado a mangiare, vado dormire,..insomma anche ogni avvenimento della propria vita privata può essere un buon motivo per ottenere il maggior numero di like!

E i writers? scrivono lettere d’amore ai genitori, alle sorelle, fratelli, cugini, agli zii, ai nonni..tutti, proprio tutto l’albero genealogico!!! gente che poi nemmeno le leggerà mai..mic o’nonn pò tenè o’profilo feisbùk?

Per non parlare di quella sorta di necrologi diretti alle persone che non ci sono più-mò non vorrei essere cattivella nel dire stà cosa-ma non mi risulta che in paradiso tengono la linea WIFI pe’se collegà ‘ncopp a feisbuk! se volete proprio fare una cosa, magari una preghiera basterà.. in silenzio!

C’è uno che spesso senza nemmeno chiedermi “come stai?” me lo ritrovo in chat che mi chiede”tesò guardati la mia foto sulla mia bacheca in bianco e nero” per farti notare il cambio della sua immagine ed invitarti a mettere quel like in più!

..e tu che le vuò risponnr a un comma chist?..spiritualmente penso”e chist mò ch bò?”.. nel peggiore dei casi scegli di rispondere con uno “smile”, che ti salva sempre il culo 🙂

Sempre con affetto e tanta ironia, la vostra Luppy

Lo sentite anche voi?

..comincia più o meno verso quest’ora, il ritmo stressante della settimana piano piano sparisce, ritorna quel dolce sapore dell’ozio, tutto prende un movimento lento,..la sveglia si spegne, e pensi: quante cose vorrei fare, un pisolino pomeridiano, shopping sfrenato, un ape con gli amici, una ricetta speciale, magari ci scappa pure un po’ di jogging, provare quel locale particolare, una passeggiata al parco, lo sentite anche voi?..sent’ addor é weekend!

My first heart cake: prove per San Valentino!

Si avvicina il giorno con più cuoricini dell’anno ⇒ San Valentino!!! ♥

Prendendo spunto dalla cena del nostro primo anniversario nella Effy House ,..

Di cui vi mostro un piccolo souvenir..⇓

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…organizzeremo anche per il giorno di San Valentino una romantica cenetta a lume di candela, a cui non faremo mancare luci soffuse, cuori sparsi per tutta la casa e un dessert a tema. Siccome si tratta della prima torta che faccio nella mia vita, ho preferito fare prima una prova e questo weekend ho preparato una buonissima torta a forma di cuore di cui mi accingo a suggerirvi la ricetta, gentilmente concessa dalla mia amica Lucia, bravissima food blogger e ottima fotografa! Seguitela su instagram:  https://www.instagram.com/lucia_sorbino/

Mi raccomando, lo stampo: rigorosamente a ♥ !!!

Ingredienti:

  • 2 uova

  • 100 ml di olio di semi

  • 200 ml di latte

  • 150 gr di zucchero

  • 200 gr farina

  • 60 gr di cacao amaro

  • 1 bustina di vanillina

  • 1 bustina di lievito

Procedimento:

Unite in una ciotola gli ingredienti liquidi e mescolare.

Aggiungere poi quelli secchi setacciati.

Amalgamare per bene e versare in una tortiera imburrata e infarinata.

Cuocete in forno statico preriscaldato a 180 ° e dopo  40 minuti circa..

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e con una ricca spolverata zuccherosa..

Per la colazione del giorno dopo..consiglio di non far sentire sola questa bella fetta di torta e accompagnarla con un’irresistibile tazza di cioccolata calda accanto ad un bel ciuffo di panna!!!

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Enjoy your meal!!!

My Life in Saint George..

Se c’è una cosa che mi fa impazzire della mia famiglia è quel grandioso pregio di rendere gradevole anche la più semplice delle cose: una loro semplice descrizione, mi ha fatto avvicinare a ciò che agli occhi degli altri può apparire come la più banale delle argomentazioni.

Oggi mi accingo a scrivere questo articolo, prendendo in prestito questa loro capacità per parlarvi della mia vita a Saint George.

Bisogna fare una piccola premessa: dovreste mettervi nei miei panni e quindi leggere questo articolo con gli occhi di chi ha vissuto i primi 12 anni della sua vita in un posto al profumo di mare, lontano dai clacson della città, dove tutti conoscevano tutti e per tutti intendo l’intero paese (anche se sarebbe più appropriato dire Villaggio), dovreste percepire il desiderio di voler ritornare a provare quella serenità finché non nè sarete sazi.

Comincerò a parlare di San Giorgio a Cremano a modo mio, evitando di esprimermi come un libro di geografia perché, a mio parere, il bello di Saint George viene proprio sorvolando il numero di abitanti, i posti confinanti, il clima e la situazione politica.

Il mio buongiorno ha come soundtrack il suono degli uccellini che trovano dimora nel verde dei giardini delle ville sotto casa. La mia preferita è Villa Vannucchi, in primavera ti accoglie con un’esplosione di colori della natura, lì dove un tempo c’erano nobili oggi abbiamo il privilegio di poter passeggiare e gridare sotto al balcone dell’ingresso ” Gaetanoooo! Gaetanooo!!!”, proprio come se stessi rivivendo la famosa scena del film “ricomincio da tre”.

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A proposito, non posso non menzionare Villa Bruno, sede della fonderia Righetti, nella quale avvenne la fusione dei cavalli delle due monumentali statue equestri raffiguranti Carlo di Borbone e Ferdinando I delle Due Sicilie poste in piazza del Plebiscito a Napoli. Oggi, qui troviamo una grande iniziativa in onore di Massimo Troisi, il cittadino più illustre di San Giorgio a Cremano. La “Casa di Massimo Troisi” è una sorta di museo nel quale si riproduce la sua abitazione con i suoi arredi, i suoi strumenti musicali, i suoi giochi, la borsa e le divise di calcio, la bicicletta de Il Postino, i ciak, i premi e gran parte degli oggetti che sono realmente appartenuti a lui e che non sono visibili in nessuna altra parte del mondo.

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Villa Bruno

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Villa Vannucchi

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Vivere qui mi ha insegnato il piacere di camminare piano: uno dei miei vizi, sarà per la coscia longa o perché sono sempre in ritardo, è quello di camminare per strada come se stessi facendo fitwalking, solo  quando vengo presa dalla curiosità da ciò che mi circonda, rallento.

Qui mi è successo molto spesso: i portoni dei palazzi antichi nascondono dei giardini incantevoli. C’è uno in particolare in cui è possibile organizzare eventi di qualsiasi genere, si chiama “il giardino incantato”.

Clicca qui per curiosare: https://www.facebook.com/Il-giardino-incantato-1418429125042168/?fref=ts

Il sapore vintage di questo posto lo attribuisco ad alcuni negozietti che io includerei nella categoria musei, più che a quella dello shopping.

Entrando da Pigalle..

Clicca qui per curiosare:  https://www.facebook.com/pigalleboutiquesangiorgioacremano/

..si ha come l’impressione di fare un tuffo nel passato.

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L’atelier di un tempo, capi di abbigliamento ricercati affianco a macchine da scrivere o macchine fotografiche che fanno invidia ai collezionisti del genere, il tutto sommato alla buona compagnia dei proprietari che accolgono i clienti in questo salottino dal cui ingresso potreste vedere entrare anche volti famosi , dato che Pigalle è noto per essere un luogo d’incontro di artisti.

Un altro posto dove si respira un atmosfera vintage è il Key West Marine,..

Clicca qui per curiosare: http://www.keywestmarine.it/

..un negozio di oggetti di antiquariato navali. Ogni volta che entro in questo negozio la mia curiosità impazzisce di gioia! comprerei l’impossibile! Inoltre, il proprietario realizza dei braccialetti molto graziosi ai quali non abbiamo saputo resistere!

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Infine, non posso non menzionare i nostri posti preferiti, dove poter mangiare:

Per la serie “conosco un posticino..”io vi consiglio una visita al “Tallioo”..

Clicca qui per curiosare: https://www.facebook.com/Tallioo/?fref=ts

..un istituzione nel mondo dei pub, per questo ritenuto da alcune autorevoli guide (Guida del Gambero Rosso) tra i migliori pub in Italia.

Se il clima lo permette, consiglio di prendere posto nel giardino, un’oasi di tranquillità dal sapore antico e contadino per poi poter scegliere cosa mangiare dal menù ricco di carne, gustosi taglieri di salumi accompagnati da eccellenti birre sia nazionali che estere e i dolci della tradizione napoletana come il babà e la pastiera. Il tutto accompagnato da un personale giovane e dinamico, gentile e disponibile.

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Dulcis in fundo, un altro punto a favore di questo pub è la bottega dei sapori, la “Boutique del Gusto”. Il posto ideale per gli amanti del mangiar sano, buono e genuino e per chi è in continua ricerca di novità. dove si incontrano eccellenze gastronomiche e dolciarie campane e dal mondo, prodotti esclusivi e di qualità.

 

Da buona napoletana, non c’è settimana in cui non si rispetti il rito di una sera in pizzeria. Se non ci si vuole spostare molto, noi prenotiamo un tavolo da “Casa Marigliano”..

Clicca qui per curiosare: https://www.facebook.com/casamarigliano/?fref=ts

..un cognome con una storia che viene fin dagli anni Settanta.

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Per noi è stata una piacevole scoperta: la location davvero di gran gusto rispecchia la scelta del menù che comprende dai fritti alle pizze, passando per primi piatti e secondi (sia di carne che di pesce), fino ai dolci del giorno.

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A me piace pensare al mio futuro qui: la chiesa in cui mi sposerò, il posto in cui crescerò i miei figli con le scuole vicino casa, i club sportivi, gli spuntini da Yogi, un drink al Botanis e quando sento la mancanza di Fantasia Gelati, recupero la mia dose di zuccheri da Tutto gelati. Comincia a piacermi perfino quella sorta di siesta che va dall’una alle 5 e la coincidenza che il numero di fruttivendoli, negozi di detersivi e parrucchieri sia infinito, adoro quella rituale e sana abitudine di girarmela a piedi partendo da via De Lauzieres fino a Via Manzoni, aspettando il giorno in cui ritornerò a usare la mia vecchia bicicletta.

Ci sarebbe da scrivere tantissimo e potrei anche menzionare ciò che potrebbe migliorarla ancora di più, ma per ora mi fermo qui.

Con affetto, Luppy

 

Vi racconto una storia:”La principessa e il ladro”..ULTIMI CAPITOLI!

CAPITOLO XXXI

« Il destino si diverte a torturarmi ed io comincio ad avere un pessimo rapporto con i segnali che mi manda!»

Sofia consumava il parquet dell’appartamento girovagando per la camera, cercando di riprendersi dopo l’incontro al supermercato.

« Sofia fermati un attimo!»

« Hai visto la tedesca che aveva accanto? non ci ha messo tanto tempo per rimpiazzarmi con la prossima vittima, questa volta cosa avrà escogitato per illuderla?»

« Sofi, forse..»

« No! Carlotta lo odio! non so nemmeno io dove ho trovato la forza dopo tutto quello che ho subito. Non né posso più! C’è una domanda alla quale non ho ancora trovato una risposta: mi chiedo come sia possibile che tutti i bastardi che ho incontrato abbiano ancora l’opportunità d’amare ed io che ho avuto sempre rispetto dell’amore non riesco ad avere pace?»

« Sofi ma quale amore? quello che tu chiami amore per loro è solo la soluzione più comoda e meno problematica. Nessuna wonder woman potrà mai cambiarli! le vere wonder woman sono le donne come te che nonostante tutte le delusioni trovano ancora il coraggio di amare. Hai superato il male che ti hanno fatto e ci riuscirai anche stavolta!la vita ha tanto da offrirci: il meglio deve ancora venire!»

Pronunciava queste parole, cercando di dare forza anche a se stessa. Aveva affidato il suo cuore ad Alessandro e sarebbe pronta anche a rifarlo, non c’era nulla di sbagliato in chi ama davvero, l’unico errore lo compie chi non sa apprezzarlo.

Nel frattempo. Sofia la guardava prepararle una tisana calda, si alzò e raggiunse la cucina.

« Amica grazie!» Carlotta la guardò accennando un sorriso.

< Sofi è solo una tisana!»

« No, è molto di più! una settimana fa, ero io a darti conforto e oggi mi hai dato dimostrazione della tua grande forza e della tua preziosa amicizia. Ti confesso che mi sento un po’ in colpa, avrei dovuto controllarmi. Forse non sono degna nemmeno di rappresentare la rubrica..»

« Sofi ti sbagli! chi meglio di te può farlo?! mi hai aiutato tantissimo. Ascolta! nella vita sappiamo che qualunque cosa ci accada dobbiamo essere pronti ad andare avanti, quando vedi solo buio intorno a te esisterà sempre un piccolo spiraglio che può riportarti alla luce e tutto apparirà molto meglio. Le amiche della tua rubrica ti stimano, parlo anche a nome loro, non deluderci! ti concediamo qualche ricaduta, ma solo se dopo ritorni più forte di prima!»

Sofia rimase senza parole, prese la tazza con la tisana che Carlotta aveva preparato per entrambe e le fece cenno per brindare.

« Ho creato un mostro! »

 

CAPITOLO XXXII

Seduto in un taxi fuori all’aeroporto, Nico vedeva cadere la neve spinta da un fortissimo vento. La radio trasmetteva le previsione meteorologiche, per i prossimi giorni erano previste forti nevicate, ma lui aveva la testa altrove.

Mancavano poche ore alla fine di quell’anno che rappresentò la svolta per la sua vita. Nell’arco di pochi mesi aveva perso sua madre e recuperato il rapporto con suo padre, smarrito i suoi veri obiettivi e i suoi valori, intraprendendo strade sbagliate, grazie alle quali, però, riuscì a trovare quella giusta. L’errore che invece non riusciva a perdonarsi fu quello di aver perso il suo unico grande amore. Se non avesse permesso di farsi cambiare dagli avvenimenti tristi che gli erano capitati, oggi potrebbe essere completamente felice accanto alla donna che ha amato fin dal primo momento. 

La suoneria del suo telefono lo riportò alla realtà.

« Nico! sono appena atterrato, dove sei?»

« Ti vengo incontro! » scese dall’auto per dirigersi all’interno dell’aeroporto e lo vide da lontano.

« Sandro! com’è andato il viaggio? »

« Forse il più lungo che abbia mai fatto! »

« Ti capisco! »

« Nico dobbiamo trovarle! »

Uscirono per tornare nel taxi che in breve tempo li portò a casa di Nicolò. Ad attenderli c’era Nicole, li accolse aprendo la porta e si presentò subito ad Alessandro. Aveva già sentito parlare di lei da Nicolò e comprese, data la sua bellezza, che Sofia avrebbe potuto fraintendere, vedendola in compagnia di Nicolò, inconsapevole della parentela che li lega.

« Le ho cercate in tutti gli alberghi di Berlino, a questo punto l’unica possibilità rimasta è che siano ritornate in Italia!»

« E se invece avessero preso un appartamento?»

« Non ci avevo pensato! Sì! sarà sicuramente così! Carlotta mi disse che spesso con Sofia preferivano l’appartamento agli alberghi, proprio perché dava l’opportunità di sentirsi meno turista, ma più cittadini del posto!»

« Solo che la ricerca si complica il doppio!»

< Ma sono ancora qui! pensaci bene dove potrebbero festeggiare il capodanno?»

« Alla porta di Brandeburgo! c’è un concerto che organizzano ogni anno!» disse Nicole.

« Benissimo! ho un’idea! »

 

CAPITOLO XXXIII

 

« Sappilo! siamo due pazze ad uscire con questo gelo!»

« Dai Carlotta! non fare la bacucca! per come siamo conciate potremmo affrontare il freddo del polo Nord! poi abbiamo bevuto abbastanza per riscaldarci!»

« In effetti mi sento un tantino brilla!»

« Pronta?> Uscirono dal ristorante per raggiungere la folla in piazza.

« Sofi mi si è bloccata la digestione!»

« Esagerata! non fa così freddo! brindiamo e andiamo via! promesso!»

Mancavano pochi istanti alla mezzanotte e un concerto intratteneva il pubblico. Le ragazze si lasciarono coinvolgere da quella musica sconosciuta, improvvisando qualche passo per riscaldarsi. Ad un tratto dal palco il presentatore fece un annuncio.

« We try the two Italian girls in the audience, Sofia and Carlotta! I repeat Sofia and Carlotta! Thank to reach the stage area. »

Le due amiche si guardarono stupite e intimorite si chiesero cosa fare.

« Che facciamo? Sofi cosa sarà successo?»

Sofia la prese per mano e cercò di farsi largo tra la folla che cominciava il conto alla rovescia. Riuscirono a raggiungere il palco proprio quando il cielo di Berlino s’illuminò di splendidi giochi di luce dei fuochi d’artificio. Sempre più smarrite, cercarono di ottenere delle informazioni dagli addetti ai lavori con uno scarso inglese scolastico.

« Ora si che ci sarebbe servito quel corso di inglese che programmiamo da una vita! » disse Sofia a Carlotta che cercava di farsi capire da un addetto alla sicurezza.

« We are Carlotta and Sofia! we are italian girls!»

« Carlotta è solo tedesco, non è mica sordo! smettila di urlargli contro! > Mentre l’agente cercava di difendersi da Carlotta, Sofia sentì una voce familiare chiamare il suo nome. Non riusciva a crederci, ma era proprio lui. Nicolò si trovava davanti ai suoi occhi.

Anche se fino a qualche istante prima s’interrogava silenziosamente su come sarebbe stato bello festeggiare insieme a lui quel momento, l’unica cosa che riuscì a fare Sofia fu quella di scappare prima ancora che Nicolò si avvicinasse.

A pochi passi da loro comparve Alessandro che, avendo assistito alla scena, incentivò Nicolò a seguirla. Poi si fece coraggio per avvicinarsi a Carlotta, ancora intenta nel farsi comprendere dall’agente.

Le prese gentilmente un braccio e quando Carlotta si girò, senza nemmeno darle il tempo di reagire, si trovò tra le sue braccia, labbra sulle labbra e il cuore che sembrava uscirle fuori dal corpo. Con la paura che potesse scappare, Alessandro le consegnò subito un biglietto con su scritto: ” Lorenzo, Ginevra, Mia,..”.

« Sono i nomi che vorrei avessero i nostri bambini!»

Una carezza sul viso di Alessandro fu il segno di perdono da parte di Carlotta, commossa dalla tenerezza di quelle parole che, seppur pronunciate in ritardo, riuscirono a placare la sua rabbia.

 

CAPITOLO XXXV

Ormai lontani dalla porta di Brandeburgo, Sofia e Nicolò erano i protagonisti di questa folle corsa: lei cercava la strada per sfuggire a quello che fino ad allora, era stato il suo pensiero costante dal momento in cui si svegliava fino a quello in cui si addormentava, lui inseguiva quell’amore per il quale perse completamente la ragione.

Proprio quando sembrava l’avesse raggiunta, scivolò sul marciapiede ghiacciato dalla neve. Le sue urla di dolore, fecero fermare Sofia che tornò subito indietro preoccupata. Si avvicinò a lui e gli chiese dove sentisse dolore.

« Mi fa male qui! » Nicolò le prese la mano e gliela poggiò sul cuore.

Presa dalla rabbia per liberarsi da quel breve contatto, si alzò per allontanarsi. Nicolò cercò di trattenerla e la seguì zoppicando.

« A cosa serve scappare ancora? non vedi che qualsiasi cosa ci accada, tutto ci riporta sulla stessa strada? Questo è quello che mi è successo da quando ti ho visto per la prima volta. Noi non siamo fatti per stare lontani. Ero a un passo dal rovinarmi la vita, poi sei arrivata tu e hai recuperato la parte migliore di me. So che ho sbagliato, so che ho commesso un errore imperdonabile, ma so anche che lo sbaglio più grande sarebbe quello di non dare futuro al nostro amore! Ti chiedo perdono, perdonami e lascia che ti dimostri chi sono veramente! credimi perché so di essere l’uomo di cui ti innamorasti tempo fa..quando ci separarono durante quell’estate, tu non lo ricordi, ma io si!»

« Di cosa stai parlando? Non crederò ad una sola parola di quello che dici, torna da quella del supermercato!»

« Quella del supermercato? Nicole? è la mia sorellastra! ora ti vuoi calmare? sai quanto ho aspettato questo momento?»

« Io so solo che ho bisogno di stare sola..ho bisogno di tempo..» disse queste parole e scomparse tra la folla.

 

CAPITOLO XXXVI

 

« Quindi a giudicare dalla lista..avete deciso di avere tanti figli?» disse Sofia con in mano il foglio di Alessandro. Carlotta le sorrise, mentre si preparavano per la partenza.

« E poi?»

« E poi niente..ci siamo seduti in un bar e gli ho spiegato che si è trattato di un misunderstand »

« E lui?»

« sembrava confuso..»

« Sollevato?»

« No, anzi! penso si fosse abituato all’idea di avere un bambino. Credo abbia fantasticato quanto noi su come prendersi curo di un figlio. Sofi non so se sia stato tutto quell’alcol che abbiamo bevuto, ma ieri sera è successa una cosa..»

« Ci sei andata a letto? > disse Sofia senza darle il tempo di rispondere.

« No! cioè quello è venuto dopo!»

« Dopo? dopo cosa?»

« Sto cercando di dirtelo!»

« Di dirmi cosa?»

« Ci sposiamo!»

« Oh mio Dio! era questo quello che cercavi di dirmi? ma perchè non me l’hai detto subito?»

« Sofi dopo tutto quello che è successo,..cercavo il momento giusto, insomma..»

« Ti senti in colpa nei miei confronti?»

«Sei tornata in lacrime. Come potevo esordire con questa notizia?»

« Ho capito! ma non devi sentirti in colpa! anzi quando si è tristi cose come queste possono solo riempire il cuore di felicità e in questo periodo è proprio ciò di cui ho bisogno »

Proprio in quel momento, sentirono una musica in lontananza, era una canzone italiana, la stessa che quel bambino di cui non ricordava più il nome le dedicava sempre da piccola.

Si avvicinarono alla finestra e videro Nicolò con una rosa in mano e uno stereo nell’altra.

« Ma è una serenata! Sofia se non lo perdoni adesso lo rimpiangerai per sempre! vai a prenderti il tuo lieto fine!»

Le note di “Se non avessi più te” accompagnavano la corsa per le scale e pochi istanti dopo si trovò occhi negli occhi con quell’amico ritrovato che un giorno le promise di non lasciarla mai.

 

CAPITOLO XXXVII

 

Buongiorno a tutti gli ascoltatori e benvenuti in questa trasmissione dedicata a tutte le donne che come me vivono i problemi di tutti i giorni, cercando di migliorare se stesse.

Mi auguro che in qualche modo possa aiutarvi e allo stesso tempo divertirvi!

Oggi vi parlerò della parola amore. Quando si parla di amore la prima cosa che può venire in mente è l’affetto, la stima, il rispetto che si prova per un’altra persona. Io di amori ne ho avuti pochi: del primo ricordo una frase in particolare che mi ripeteva spesso ”ti muovi come un elefante in una cristalliera!” (pesavo 50 kili per un metro e settanta!), il secondo non ricordava nemmeno il colore dei miei occhi (cosa assurda a prescindere!). Dopo un lungo periodo di “singletudine”, capì che esseri inutili come questi avevano posto le basi al mio “non affetto, non stima e non rispetto” verso l’unica persona che prima di tutto merita amore sconfinato, ossia, me stessa!

Passiamo tanto tempo davanti allo specchio a contare difetti di cui fino a giorni prima non sapevamo nemmeno l’esistenza. Basta un semplice “ma non ti sembra di mangiare troppo?” per farci notare quel simpatico chilo in più sui fianchi che detto tra noi è molto meglio di un osso sporgente!

La verità è che lo squallore che ci circonda è troppo poco per tutto quel troppo che siamo, non dovremmo sprecare tempo con persone che non ci apprezzano come invece il vero amore dovrebbe fare.

Ci accontentiamo di quello che passa il convento e ci leghiamo al niente come se avessimo delle manette virtuali. Cominciamo col dire che qui nessuno è perfetto, ma in ognuno di noi c’è una lista infinita di pregi che nemmeno possiamo immaginare.

E’ chiaro che il fattore estetico pare sia diventato essenziale per farsi piacere: seguiamo mode assurde, compriamo prodotti costosissimi, siamo addirittura disposte a metterci sotto i ferri per diventare più belle agli occhi degli altri! V’invito piuttosto a soffermarvi sui vostri occhi perché è lì che ritroverete la bellezza, ”gli occhi sono lo specchio dell’anima”, vedrete che frasi sentite e risentite come questa cominciano ad avere senso.

Siamo talmente distratti da ciò che ci gira intorno da dimenticare che l’unica cosa che andrebbe curata è proprio la nostra anima. Nei momenti difficili della mia vita ho avuto la fortuna di vivere la solitudine nei suoi aspetti positivi. Per anni ho messo al centro dei miei pensieri tutto e tutti, ma è bastato fare il più bel viaggio alla ricerca dell’amore per me stessa per capire quanto potessi essere importante. Insieme a questa convinzione ne vennero tante altre che mi portarono, ad essere pronta per amare anche un’altra persona.

Dedico questa nota a chi come me, si trova o si è trovata in questa guerra contro se stesse, al bivio tra ciò che è giusto o sbagliato. Scegliete di cambiare e andare avanti. La chiave di tutto siete voi! “

Vi racconto una storia.. “La principessa e il ladro”..aspettando l’HAPPY END!

CAPITOLO XXIX

Delle scarpette bianche giacevano sulla pancia di Carlotta, gliele aveva regalate Sofia poco dopo aver fatto il test.

Attendeva con ansia che arrivasse Alessandro per dargli la bella notizia: aveva un ritardo di due settimane, ma prima di recarsi dal medico per averne la certezza, voleva poter condividere quest’emozione con il suo unico amore.

Ripose le scarpette in una scatola e si affacciò per controllare se Alessandro fosse in casa, ma guardando in basso lo intravide entrare nel palazzo. L’ebrezza di dicembre sprigionava nell’aria l’atmosfera Natalizia con i suoi profumi. Rientrò infreddolita, andandolo incontro, gli circondò il collo con le braccia e lo baciò teneramente.

« Sei arrivato! finalmente! » con il viso straripante di felicità, Carlotta lo accolse, invitandolo ad entrare.

« Cucciola! ho pochissimo tempo! alle 9 ho il primo appuntamento allo studio..non posso trattenermi molto! » disse Alessandro  anche se assecondava con piacere quella pioggia di coccole che gli erano piovute addosso appena entrato.

« Prometto che non ti ruberò molto tempo! prima però sarà meglio che tu ti sieda!»

Alessandro prese posto, mentre Carlotta prese una scatolina colorata.

« Cos’è un regalo di Natale in anticipo?» disse Alessandro con un grande sorriso.

« Lo spero!» disse Carlotta, prendendo posto accanto a lui.

Alessandro incuriosito, sciolse in fretta il fiocco e aprì la scatola. Tutto ad un tratto scomparse la sua espressione di felicità.

« Amore mio aspettiamo un bambino! »

Alessandro sentì pronunciare quelle parole con un tono dolcissimo, parole dritte al cuore, ma allo stesso tempo, lo lasciarono senza parole.

« Non sei felice?» certa dei loro sentimenti, non l’aveva mai sfiorata l’idea che Alessandro potesse reagire male a quella notizia. In quel momento si trovò per la prima volta ad avere dei dubbi nei suoi confronti.

« Amore avremo un bambino!» invocava disperatamente una reazione di fronte al suo atteggiamento impassibile.

« Tesoro ascolta io ti amo,..ma non sono ancora pronto.. per affrontare un passo del genere!»

Carlotta scoppiò inevitabilmente a piangere.

« Cosa vuoi dire?»

« ma niente, solo che non abbiamo mai parlato di bambini! pensavo che anche tu non nè volessi!»

« io cosa? cosa te l’ha fatto pensare? quale donna non vorrebbe un figlio dall’uomo che ama?»

« Carlotta io volevo solo..»

« Cosa!!! cosa vuoi? vai via da me! chi non vuole il mio bambino non vuole nemmeno me!»

« Non dire cose di cui poi potresti pentirti di aver detto!»

« Io non ho detto nulla di cui mi debba pentire! l’hai fatto tu!»

Alessandro si avvicinò cercando di abbracciarla per calmare la sua collera.

« Non toccarmi! non voglio più vederti!» Lo spinse verso l’uscita e lo cacciò, chiudendosi la porta alle spalle.

All’improvviso si sentì catapultata in un incubo: quello che reputava il migliore degli uomini, la persona che avrebbe avuto cura di lei e per il quale avrebbe sacrificato anche se stessa, si era trasformato in una bestia senza cuore. Si trovava di fronte ad un estraneo. Poco dopo sentì dei rumori provenire dalla porta, s’illuse che fosse Alessandro, ma vide comparire Sofia.

« Ohi, sono a casa! voglio sapere tutto!» Sofia rimase ferma con le buste della spesa in mano, quando vide il volto dell’amica segnato dalle lacrime.

« Stai male? Carlotta? non ti senti bene?» Temendo che fosse successo qualcosa al bambino, si avvicinò cercando di soccorrere l’amica che scoppiò in lacrime tra le sue braccia.

« Non ci vuole!»

« Cosa?»

« Non vuole il mio bambino!» Sofia si trovò di fronte all’ennesimo disastro causato da un uomo. Gli occhi fragili dell’amica amplificavano il rancore che provava nei confronti del sesso maschile.

« Lui non vi vuole? vuoi dire che ti ha chiesto di..?»

Carlotta assentì e il solo ricordo di quell’istante le fece ricomparire gocce di pianto sul viso.

« Carlotta tu non lo farai vero?»

« No! io voglio questo bambino!» Non riusciva nemmeno a pensare di poter commettere un gesto del genere. Aveva amato Alessandro dal primo momento, così come quella creatura che stava crescendo dentro di lei. Privarsi di quella possibilità voluta dal cielo, significava distruggere la parte migliore di lei.

« Sono fiera di te! ci prenderemo cura di questo piccino e non gli faremo mancare nulla! io ti sarò vicina.»

Era diventata la guru di molte donne in difficoltà, ormai non poteva più tollerare che una donna si lasciasse annientare dai capricci di un uomo. Carlotta accennò un lieve sorriso e l’abbracciò.

« Fino a poco fa, avrei voluto scappare in un posto lontano, ma ora che ci sei tu, amica mia non mi sento più sola! »

« Non lo sei! c’è anche il nuovo arrivato! » disse Sofia accarezzandole la pancia, « avrei voluto aspettare ancora qualche giorno per darti il mio regalo di Natale, ma credo che le circostanze abbiano sollecitato la sua consegna! aspettami un attimo!»

Corse nella sua camera per ritornare con un pacchetto incartato con le tipiche stampe natalizie.

« Questo è il mio regalo per te!»

« Sofi grazie, ma se vuoi posso aspettare la vigilia per aprirlo!»

« Insisto, aprilo!» Carlotta lo aprì e vide all’interno dei bigliettini sparsi, su ognuno c’era scritta una capitale Europea.

« Non capisco Sofi!?»

« Pesca uno di quei biglietti e dallo a me!»

« Cos’è un gioco di prestigio?» disse Carlotta, mentre seguiva le istruzioni. Sofia prese il biglietto scelto e disse:

« Berlino! partiremo per Berlino! Mi sono accordata con l’agenzia di viaggio, dobbiamo solo scegliere le date!»

« Sofia è un regalo bellissimo! ma non posso accettare! »

« Carlotta non accetto scuse! noi abbiamo bisogno di questo viaggio!»

« Ti costerebbe troppo ed io non posso permetterlo!»

« Hai ragione, prima non potevo, ma ho un’altra notizia da darti! la mia rubrica è capitata sotto l’occhio di un importante emittente radiofonica e indovina chi vogliono che conduca una loro trasmissione?»

« Te? oh, mio Dio! è meraviglioso! dopo tutto questo non riesco a crederci! »

« Invece è tutto vero! ascolta l’unica esitazione che accetterò sarà quella del tuo medico. Se lui ci permetterà di partire, lo faremo! »

« Ah, Sofia! sono tanto felice per te!» si strinsero forte in un abbraccio di solidarietà.

Nell’ultimo anno Sofia aveva affrontato delle grandi sfide con se stessa che la condussero però al conseguimento dei suoi obiettivi professionali. Carlotta, invece, ha sempre saputo ciò che voleva dalla vita.

Le sue aspirazioni hanno sempre avuto un sapore dolce: fin da piccola si divertiva a regalare dei deliziosi pasticcini e da grande non ha saputo resistere alla tentazione di farlo diventare il suo lavoro. Inconsapevoli della loro grande forza si ritrovarono ad affrontare le conseguenze di un amore sbagliato, ma la loro all’alleanza fu fondamentale per superare questo grande dolore.

« Sofi! partiamo al più presto!»

Carlotta sapeva che la cura migliore in quel momento era quella di allontanarsi da quei posti che avrebbero messo a dura prova il suo cuore.

« Domani ti va di accompagnarmi dal medico?»

« Ma certo! non mi perderei per niente al mondo quest’esperienza!»

Quanto avrebbe voluto sentirsi rispondere queste parole da Alessandro. Travolta da un uragano di emozioni, Carlotta decise di far prevalere la felicità per ciò che avrebbe ricevuto dalla vita, piuttosto che per quello che stava per perdere.  

 

CAPITOLO XXX

 

Non lasciarsi influenzare dai ritmi frenetici di una città in continua evoluzione come Berlino, fu inevitabile per Sofia e Carlotta. Sfidarono le temperature rigide di quei giorni per visitare quello che appariva come il Paese dei balocchi.

” Scrivo davanti ad una finestra che da su un cortile completamente ricoperto dalla neve. Qui è impossibile non sentire la magia del Natale. Berlino in questo periodo è abbellita da illuminazioni speciali lungo i grandi viali e le celebri piazze con i mercatini tradizionali. Passeggiando in Gerdarmenmarket  si respira lo spirito Natalizio tra i classici profumi speziati, sorseggiando il vin brulè per riscaldarci tra i piccoli chalet di legno.”

« Sofia ti ho beccata! avevamo detto niente lavoro!>

Carlotta era appena uscita dalla doccia in accappatoio e la cuffia in testa, cominciò a gesticolare nei confronti di Sofia che cercava disperatamente qualche altro minuto per finire la sua nota.

« ok!ok! mi hai convinta! lascio tutto!»

« Ecco brava! vai a fare la doccia! io intanto mi vesto!»

Carlotta cominciò a prepararsi. Odiava avere freddo per cui si coprì di mille strati di lana, cominciando ad assumere le sembianze dell’omino Michelin. Davanti allo specchio immaginava a come sarebbe cambiato il suo corpo se quello che le era capitato pochi giorni prima non si fosse rivelato solo un falso allarme. Non era ancora arrivato il momento di diventare madre, ma fu il motivo giusto per porre fine alla sua storia con Alessandro. Un probabile segno del destino li voleva lontani l’uno dall’altra.

« Ehi! che cos’è quell’espressione? avevamo detto anche niente ricordi!» Sofia comparve sulla porta.

« Sì! ma non è facile! anche se siamo qui, i ricordi non vanno in vacanza!» Sofia comprese quel velo di tristezza che spesso aveva notato nello sguardo silenzioso dell’amica.

« Non né abbiamo mai parlato, ti va di farlo ora?»

« Cos’altro c’è da dire Sofi? per sfogarmi come vorrei, dovrei avergli dovuto rompere tutti i denti che sfoggia manco fosse un premio nobel! anzi ti offro un’idea per il tuo blog, “offresi corsi di autodifesa sentimentali! una sorta di programma di addestramento!»

« Sai che non è certo questo il modo per stare meglio!? la cosa più giusta da fare per te stessa è quella di ricostruire la tua pace interiore. Devi riprendere la strada verso la felicità e non è detto che possa esserci solo se hai accanto un uomo, diciamo che è solo un optional per rendere il puzzle completo, ma dev’essere il pezzo giusto,..»

« Sennò è solo un gran pezzo di menta!» disse ironicamente.

« Ah, ora sì che riconosco l’animo per continuare la nostra vacanza! fammi imbottire come si deve, così scendiamo!»

Ormai era trascorsa già una settimana da quando erano a Berlino. Avevano scelto di sistemarsi in un appartamento nei pressi di Check Point Charlie, con lo scopo di integrarsi meglio alla città.

« Allora oggi solo relax!» disse Carlotta mentre erano in strada.

« Promesso! » Sofia acconsentì, cercando di contenere la voglia di perlustrare ogni punto della capitale tedesca. In quel momento le passò accanto un bel ragazzo biondo dagli occhi chiari.

« Hai notato quanto siano carini questi tedeschi?»

« Sì! ho notato pure che l’approccio  con le donne è molto diverso da quello a cui noi  siamo abituate!»

« E’ vero! ad esempio: guarda quella ragazza..» indicò con discrezione una ragazza molto bella.

« Dalle nostre parti, una come quella non la lascerebbero passeggiare indisturbata, un italiano vedendola come minimo ricorerebbe al classico repertorio della posteggia!»

« Hai ragione! in questo momento della mia vita sarebbe il posto ideale per stare lontana dagli uomini, forse dovrei valutare l’idea di stabilirmi per sempre qui!» disse Carlotta ironizzando la sua visione degli uomini dopo essere giunta ad averne la nausea.

« Ah,ah,ah! SCORDATELO! dopo domani tu tornerai con me a condividere questa battaglia con l’altro sesso!»

« Già, prima o poi dovremmo tornare alla realtà..» Ascoltando quelle parole Sofia sentì tornare il pensiero di Alessandro nella mente di Carlotta. Cominciò a guardarsi intorno in cerca di un pretesto per distrarla.

« Entriamo qui!»

« Un supermercato?!»

« Sì! dai curiosiamo un po’!» Sofia entrò all’interno e l’amica la seguì.

« Che dici se stasera ci cuciniamo una bella cenetta? invece di mangiare fuori?»

Sofia continuò la sua missione cercando di toccare i punti deboli della sua migliore compagna di avventura che non si rifiuterebbe mai di sperimentare prodotti locali per mettere alla prova la sua passione per la cucina.

« Sì! diamo un’occhiata in giro! anche se ho già qualche idea!»

L’espressione rallegrata di Carlotta, consolò Sofia che si mise alla ricerca degli ingredienti che le venivano richiesti.

« Vorrei prendere una scorta di wurstel, chissà se sono così buoni come quelli che abbiamo mangiato ai mercatini ieri? cerchiamo il banco frigo!»

Sofia con aria smarrita, diede un’occhiata in giro e disse « che dici, sulla cartina sarà indicato?» poi divertita, girando l’angolo, lo intravide in fondo.

« Carlotta ! vieni! l’ho trovato!»

Carlotta la raggiunse, ma si bloccò quando vide lo sguardo dell’amica.

« Tutto bene?> Sofia non le rispose, ma le bastò seguire il suo sguardo per comprendere quella reazione improvvisa.

« Vedi anche tu quello che vedo io?»

Carlotta la prese per un braccio e la trascinò verso l’uscita, ma finirono per scontrarsi con un dipendente intento nella disposizione di prodotti sugli scaffali. Lo scontro non passo inosservato ad un uomo dalla barba incolta e una donna dai tratti tipici del Nord, cercarono di raggiungerle, ma dei dipendenti del supermercato li fermarono, intimoriti dal confusione creata.

La donna che lo accompagnava lo raggiunse e disse:

« Nico! era lei?»

« Sì! era Sofia.»

“Vi racconto una storia..”siamo vicini alla fine del racconto, non perdetevi il to be continued del ” La principessa e il ladro”!!!

CAPITOLO XXVI

« Tutto cominciò da una scommessa per tremila euro. Tu e e la tua amica eravate nella sale attrezzi. Io ero con Andrea e quel suo collega, Gaetano».

Carlotta capì subito di chi stesse parlando, quello stesso Gaetano che per un intero appuntamento chiamò Gennaro, la prima e l’ultima volta che lo vide.

« Fu proprio lui che cominciò a parlare di voi, diceva che uscì con te,ma con voi era tutto tempo perso, non riuscì a ricavarne nemmeno un bacio. Andrea colse l’occasione per vantarsi del fatto che, invece, Sofia pendeva dalle sue labbra e non perse l’occasione per sfidare Gaetano dicendogli che lui sarebbe riuscito a portarsela a letto. Qualche giorno dopo mi telefonò per propormi un affare. Si trattava di rubare la borsa di Sofia per mille euro. Sapeva che all’interno c’era il suo pc, immagino che volesse usarlo per prendere informazioni, ingannarla e vincere la scommessa fatta con Gaetano. Presi la borsa quando le ragazze uscirono dallo spogliatoio e la nascosi in un angolo del nostro, ma dopo non la trovai più! era scomparsa! ricomparve il giorno dopo, quando vidi il ragazzo di Sofia che la ripose nello stesso posto dove l’avevo lasciata io.»

« Cosa? ma chi Nicolò?»

« Sì! quel ragazzo che stava con te il giorno che mi scopriste!»

Alessandro guardò Carlotta impallidito. Non volle aggiungere altro per non complicare la situazione. Temeva di poter mettere ancora più in difficoltà la posizione di Nicolò. Prese un biglietto da visita e raccomandò Tony di presentarsi al suo studio, dove gli avrebbe fatto trovare un assegno.

« Ale ma che ci faceva Nicolò con la borsa di Sofia?»

« Non lo so, dobbiamo chiederlo a lui. Ci parlerò io, ok?»

Carlotta annuì e insieme lasciarono la palestra. Era evidente che non erano gli unici a tramare complotti.

CAPITOLO XXVII

” Le dirò tutto!non posso più aspettare” Seduto ad un tavolino del dolce,amore e fantasia, nell’attesa che comparisse Sofia, Nicolò guardava fuori alla vetrina. Non riusciva più a sopportare il peso di quel segreto che in qualche modo aveva favorito la loro storia, ma al contempo avrebbe potuto separarli per sempre. Il suono del telefono lo distolse dai suoi pensieri.

« Sei la più grande delusione della mia vita!»

Con quell’inaspettato messaggio, l’angoscia che lo inquietava, raggiunse il culmine. Lasciò la pasticceria e si precipitò a casa di Sofia che continuava a ignorare le sue telefonate. Temeva che per indurre Sofia ad inviare un messaggio del genere, qualcuno l’avesse potuto precedere. Decise di telefonare Alessandro, poteva contare solo sul suo aiuto.

« Ale sei in casa?»

« Sì! Nico!»

« Ti prego apri! ho fatto un casino!»

Salì le scale velocemente, arrivando quasi senza respiro davanti alla porta dove l’aspettava l’amico.

« Che ti sta succedendo Nico!? non ti riconosco più!»

« Ale ti giuro che ti spiegherò tutto! ma ora devo pensare a Sofia, non riesco a parlarle!»

« Entra, ma calmati!» Appena entrato, Nicolò cercò di raggiungere il terrazzo, inseguito da Alessandro.

« Nico fermati! che vuoi fare?»

« Devo parlare con Sofia! non vuole vedermi più!»

Alessandro cercò di trattenerlo, afferrandolo per un braccio.

« Nico! Tony ti ha visto mettere la borsa di Sofia negli spogliatoi..»

Nicolò ebbe la conferma alle sue paure, Sofia sapeva tutto. Riuscì a liberarsi e raggiunse il terrazzo. La finestra era aperta. Urlò a squarciagola il nome di Sofia, sperando che gli lasciasse una possibilità. Vide uscire Carlotta disperata.

« Nico! stai dando spettacolo! Ale riportalo dentro!»

« Carlotta! lasciami entrare! non volevo farle del male»

« Nico diamole del tempo! entra e parliamo! vieni dentro!>

Controvoglia si fece convincere dall’amico.

« Devi calmarti, non hai idea in che guaio ti possa trovare se questa storia viene fuori!»

« Ale credimi! io mi ci sono trovato senza volerlo! ma oggi giuro che volevo dirle tutta la verità! volevo farlo dal principio, ma ogni volta che mi promettevo di farlo, rimandavo sempre al domani per il timore di poterla perdere. »

Vederlo in quello stato spezzavo il cuore di Alessandro che negli ultimi tempi gli era stato costantemente vicino come un fratello.

« Nico avevo detto a Carlotta di non dirle niente. Volevo risolvere la cosa per prima insieme a te, ma credo che non sia riuscita a mantenere la promessa».

« La colpa è tutta mia! » Nicolò raccontò tutta la verità all’amico e quando Alessandro svelò il complotto di Andrea, si rese conto di come potesse stare Sofia dopo tutto questo. Comprese che non gli rimaneva molto da fare se non aspettare.

« Nico sarà meglio che tu torni a casa. Ti accompagno io, sarà meglio che stasera rimanga con te!»

« Ale non mi farà male restare solo. Stai tranquillo! non farò altre pazzie. Fai le mie scuse a Carlotta e se servisse a qualcosa anche a Sofia. Ti chiamo domani.»

Nicolò lasciò la casa dell’amico e ritornò verso la pasticceria dove aveva lasciato la moto. Parlare con Alessandro gli aveva dato modo di capire ciò che realmente gli stesse succedendo. In quel momento non poteva essere l’uomo che Sofia meritava, ma decise che avrebbe fatto anche l’impossibile per diventarlo. Tornò a casa e decise di riorganizzare la sua vita, a partire da dove tutto ebbe inizio.

« Pronto papà..»

CAPITOLO XXVIII

« Mi prometti che per qualsiasi cosa mi chiami? >

« Carlotta è passata solo una settimana da quando siete partiti e sei già a quota 30 telefonate! non ti sembra di esagerare? Vorrei rilassarmi e ti prego! fallo anche tu! Alessandro finirà per odiarmi! >

« No, no! noi ti adoriamo! e non sarai mai sola! noi ci prenderemo cura di te per sempre!>

« Comincia a suonarmi come una minaccia! dai, mi conosci! sai che ho bisogno di stare un pò da sola per ritornare più forte di prima! Ci sentiamo domani sera, capito? per oggi cinque telefonate possono bastarmi!>

Sofia ironizzava sullo stato apprensivo che fin dalla partenza aveva colpito la sua amica Carlotta, andata via con un evidente senso di colpa per quel viaggio programmato insieme al quale per ovvie ragioni lei aveva dovuto rinunciare, dato che unirsi ai due amici sarebbe stato come mettere il dito nella piaga.

Quel viaggio l’aveva immaginato assieme a Nicolò e sarebbe stato una tortura viverlo senza di lui. Per cui decise di trascorrere le sue vacanze a casa. Era già passata una settimana, nella quale trascorse il giorno a trovare sfogo nella scrittura e la notte ad addormentarsi sfinita dalle lacrime. Una mattina s’intravide davanti allo specchio del bagno, più che il suo aspetto trascurato, fu il suo sguardo a preoccuparla. Poteva vedere il dolore di tutto il male ricevuto nei suoi occhi tristi e ormai esausti.

“Ci sarà mai limite alle lacrime?”

Entrò nella sua camera. Voleva impiegare il resto della settimana a rinnovarne il look, riverniciando le pareti e cambiando l’arredamento. Mentre svuotava l’armadio gli cadde uno scatolo dalle mani, rovesciando tutto il contenuto. Vide una piramide di vecchi diari sul pavimento. Incuriosita non riuscì a trattenere la voglia di aprirne qualcuno. Cominciò a leggere le pagine della sua vita, risalenti a quando aveva 18 anni. Si rese conto di avere una ricca collezione di fallimenti sentimentali alle spalle.

“Alcuni uomini capitano per sfortuna, altri perché a volerli sei proprio tu!”

Avere il coraggio di dar fiducia all’amore non è semplice, soprattutto dopo una serie di appuntamenti con delle fotocopie di uomini, il cui scopo principale era quello di portarti a letto. Ripercorrere quelle storie, la fece riflettere sui suoi errori. La confortava la consapevolezza di vivere in un’epoca in cui “l’uomo bastardo” era molto diffuso, per cui non era la sola ad esserne stata vittima. Così arrivò ad una conclusione:

“Ci vorrebbe un supereroe per vendicare tutte le donne con il cuore spezzato ed io mi candiderei molto volentieri! sarei perfetta come wonder Sofia!”

Corse alla scrivania e accese il PC. Fece una breve ricerca per raccogliere informazioni su come creare un blog e nel giro di poche ore diede vita ad una rubrica tutta al femminile per sostenere coloro che sono in difficoltà sentimentale, ma soprattutto per colmare tutte le insicurezze delle donne. Lo chiamò “Carissima me,..la forza delle donne” e incominciò a scrivere i primi articoli basandosi sulle sue esperienze.

In seguito, fece in modo che il blog girasse sui vari social network, guadagnandosi in pochi mesi molti la fiducia di molte donne che quotidianamente la contattavano per chiederle consigli sulla loro vita, non solo sentimentale.

Quando Carlotta e Alessandro tornarono, la videro talmente presa da questa iniziativa, da pensare che ormai avesse superato tutto. Fu talmente presa da quest’avventura da non pensare più al dolore che le aveva procurato Nicolò, anche se il suo orgoglio non le permetteva di ammetterlo, spesso pensava a lui.

Dopo quella sceneggiata si sarebbe aspettata un minimo di insistenza, ma era evidente che non teneva a lei come aveva lasciato farle credere.

Vi racconto una storia.. “La principessa e il ladro”..

CAPITOLO XXIII

« Buongiorno socia! volevo solo chiederti quando dovrò mettere l’annuncio per la nuova inquilina?» con tono ironico Sofia prendeva in giro la sua amica Carlotta.

« Non ci provare! manco solo per una notte e già ti vuoi liberare di me!?»

«ahahah! inutile chiederti dove hai trascorso la notte..» Sofia continuava a divertirsi a discapito dell’amica.

« Posso dirti solo cose belle, anche perché per parlarne male dovremmo aspettare che si alzi. E’ qui, accanto a me! ci può sentire!» disse sottovoce Carlotta con l’intenzione di farsi sentire da Alessandro per prendersi gioco di lui.

« Ti rubo al tuo Romeo solo per chiederti se puoi passare in palestra. Non ho ancora recuperato il mio PC. Ci sarei andata io, ma dopo tutto quel casino preferisco non dover vedere, nè sentire altro..»

« Tranquilla! ci passo io! ho la mattina libera!»

« Ok! grazie! bacio ad entrambi!»

< Ti bacio amì!»

Appena conclusa la telefonata, Alessandro cominciò a dare i primi segni di risveglio.

Carlotta ritornò tra le braccia di Alessandro e gli chiese « Ti va di accompagnarmi in palestra?»

« Buongiorno! di cosa parlavate prima sottovoce?» disse Alessandro.

« Sofia mi ha chiesto di passare a prendere il suo PC. Sai che gliel’hanno rubato mentre lei era a lezione di pilates!»

« Aspetta! la conosco questa storia! non è possibile! siamo stati io e Nicolò a recuperarlo!»

Carlotta lo guardò sorpresa « dici sul serio? è una splendida coincidenza!>

« Sì! verissimo! che poi è stato Nicolò ad  accorgersene ed è intervenuto senza pensarci un attimo!»

« Dai! devo assolutamente raccontarlo a Sofia!»

« Sì! ma prima volevo sapere a cosa ti riferivi quando volevi parlare male di me con la tua amica?» disse Alessandro stringendola a sé.

« Beh, questo è un segreto! dovrai torturarmi per farmi dire la verità!»

« Signorina con me nessun segreto! vorrà dire che ti torturerò finché non confesserai! »

Inevitabilmente, ancora avidi della notte trascorsa, si concessero piacevolmente ancora altri attimi di passione.

 

CAPITOLO XXIV

A malincuore, Carlotta e Alessandro dovettero allontanarsi dal loro nido d’amore per riprendere la loro quotidianità.

« Allora, dove andrai oggi senza di me?» disse Carlotta, mentre continuava a coccolare Alessandro intento ad accendere la macchina con molta difficoltà.

« Se la smettessi di tentarmi con tutti questi baci, riuscirei a convincermi a fare il mio dovere! ho un paio di appuntamenti, ma ho un pò di libertà vigilata, quindi se vuoi, possiamo andarci insieme in palestra?»

« Come potrei rifiutare, diventa sempre più difficile separarsi da te!» disse dolcemente Carlotta.

Alessandro incontrò lo sguardo della sua compagna e si accorse che anche in silenzio riuscivano a comunicare con l’aiuto dei loro sguardi. Le prese la mano per baciargliela.

Carlotta assisteva a questo show di coccole sempre più incredula. Era proprio lei la donna capace di scongelare il cuore dell’uomo che tutti definivano “bello, ma soprattutto, impossibile?”.

Giunti in palestra, entrarono mano per mano suscitando l’invidia di tutte le donne presenti, a partire da quella della reception che salutò subito Alessandro, ignorando completamente Carlotta, che abituata ad essere snobbata ogni volta che entrava in palestra con Sofia, non le diede poi cos’ tanto peso. Entrambe dalla periferia si erano trasferite da poco in quel quartiere residenziale e per questo venivano etichettate per quelle da evitare per assurdi e incomprensibili motivi.

« Ciao Samantha! non conosci Carlotta?»

« Credo di non ricordare..» rispose infastidita con la solita puzza sotto al naso.

« Strano! è un anno che frequenta questa palestra ed io non le ho mai tolto gli occhi da dosso! comunque è la mia ragazza!»

A Carlotta sembrava vedere girare quella famosa ruota. Improvvisamente si ricordò di quella sera in cui decise di festeggiare il suo compleanno in compagnia di Sofia in una discoteca in voga. All’ingresso c’era proprio lei a fare la selezione.

« Tu sei con lei?> Sofia fece cenno di sì e dopo che la bambolona di plastica fece la radiografia ad entrambe si soffermò sulle gambe di Carlotta e pronunciò il responso «No! non siete in lista! non posso farvi entrare!»

Poco dopo, le due ragazze lasciarono la fila e sentirono bisbigliare Samantha « ma da dove viene quella? ancora con le calze color carne in giro! sempre meglio senza!»

Attraversavano le sale nel corridoio, Alessandro le mise un braccio attorno alle spalle e la strinse ancora più vicino a lui, attirando l’attenzione di tutte le donne che erano intente nei loro esercizi.

« Amore spero di non averti messo in difficoltà..»

« Cosa? tutt’altro! hai vendicato anni di cattiverie che abbiamo dovuto subire! Vado a cambiarmi, ci vediamo nella sala attrezzi?»

« Ho un’idea migliore, vieni con me! Non c’è mai nessuno a quest’ora! è l’orario delle casalinghe! mi sento solo nello spogliatoio.»

« Cos’hai in mente?»

« scccc!!!»

Alessandro la trascinò negli spogliatoi e si nascosero tra le docce, dietro gli armadietti.

Cominciarono a baciarsi, quando sentirono delle voci. Era entrato qualcuno. Alessandro, divertito, nel vedere Carlotta che si copriva il volto per la vergogna, si sporse per capire chi fosse entrato. Vide un ragazzo incappucciato camminare avanti e indietro per la stanza. Ritornò da Carlotta, cercando di tranquillizzarla, ma sentirono aprire ancora una volta la porta.

« Ti avevo detto che non dovevamo vederci qui!»

Carlotta e Alessandro riconobbero subito la voce dell’ultima persona entrata, era quella di Andrea.

« E cosa avrei dovuto fare? ti sei nascosto bene! questo è l’unico posto in cui, sicuramente, ti avrei potuto trovare! voglio i miei soldi!»

« Non ti devo proprio niente! non sei riuscito nemmeno a prenderlo per la seconda volta quel maledetto computer!»

Alessandro li spiava cercando di non farsi notare.

« Ho perso il lavoro e non posso più restare qui! tutti sanno quello che è successo! se non mi paghi confesserò a tutti la verità!

« E a chi pensi possano credere? a me o a te?»

Alessandro capì che l’altra persona che parlava era Tony, l’allenatore che Nicolò aveva smascherato mentre rubava il PC di Sofia. Improvvisamente tutto gli fu più chiaro. Aspettò che Andrea andasse via per uscire allo scoperto. Quando Tony lo vide, cercò di scappare, ma Alessandro riuscì a fermarlo, afferrandolo per un braccio.

« Alessà lasciami andare! ti prego!»

« Ti voglio aiutare Tony! ti prometto che ti darò io quei soldi, tu però mi devi raccontare tutto quello che sai!»

 

CAPITOLO XXV

” E’ da poco passata la mezzanotte, in casa tutto tace, è tutto buio, c’è una sola luce in un angolo del soggiorno, il mio piccolo ufficio! Accompagnata dal suono di una leggera pioggia estiva, cerco le parole giuste per raccontarti le mie ultime avventure. Innanzitutto riscopro il piacere di scrivere su un foglio di carta, usando la mia Staedtler nera, nell’attesa di riavere il mio PC.

L’inchiostro scivola sui fogli delle tante pagine di questo diario, sento perfino l’odore che emana la mia penna preferita. Ho chiuso il caso “Andrea”! e insieme a lui archivio tutta la categoria avvocati, l’avrei dovuto capire prima, per fare certi mestieri ci vogliono peculiarità che non mi si addicono, meglio lasciarli tra i loro simili. A te che sei lo scrigno dei miei pensieri, vorrei parlare di tutt’altro, di qualcosa di veramente raro al mondo: Ho incontrato l’amore vero! Solo ora capisco Calrotta, ho quasi paura a scriverlo: sono innamorata! lo so non è una novità! ma stavolta anche lui lo è! mi ama come lo amo io, anzi a volte  ci riesce anche meglio di me. Rimango sorpresa giorno per giorno da gesti e attenzioni che mi rivolge. Se fino a qualche mese fa ero convinta che l’amore era una cosa complicata, oggi posso dire che tutto quel “complicato” era dovuto agli incontri con persone sbagliate, dai quali cercavo amore vero, dimenticando ciò che in realtà volevano loro. Mi trovavo a vivere la regola del “lei voleva vivere la sua vita con lui, lui voleva vivere la sua vita con lei.. e le altre!”. Ora che ho incontrato la persona giusta posso dire che nulla è complicato, ma solo perchè ho lui accanto a me. Quando vedo quegli occhi, mi sentirei al sicuro anche se fossi circondata da bombe e sparatorie. Stasera mi ritrovo a trarre le conclusioni di questi anni di vita da single, il cui esito finale è racchiuso in poche parole: trovare qualcuno che faccia la differenza! Se con il bastardo di turno conoscevo già l’iter dell’intero appuntamento, con Nicolò ho perso completamente l’orientamento. Incontrarlo mi ha fatto decisamente bene! Dal primo momento che ci siamo visti, ho avuto immediatamente una buona sensazione. Era come se ci conoscessimo da sempre. Sa come prendersi cura di me, sento di poter contare su di lui. Dal nostro primo appuntamento non trascorriamo un giorno senza passare del tempo insieme. Lunghe passeggiate in riva al mare ci hanno regalato tramonti e cieli stellati illuminati dalle più romantiche lune. Per la prima volta mi sento davvero amata. L’altro giorno al telefono mi sono trattenuta dal piangere quando parlava di noi due come una coppia, è stata l’emozione più grande che abbia mai provato negli ultimi anni. Lo considero come un premio per aver creduto fortemente in questo sentimento anche a costo di rischiare di farmi del male. La cosa più bella è che con lui non ho più paura di pronunciare la parola “domani”. Infatti, abbiamo programmato la nostra prima vacanza: tra pochi giorni partiremo per la Grecia con Alessandro e Carlotta. Sono emozionatissima! non vedo l’ora di svegliarmi con lui accanto, malgrado siano passate tre settimane di frequentazione, non abbiamo ancora fatto l’amore. Sarò bigotta, ma anche per questo si è differenziato dagli altri e non è poco. Poi condivide le mie passioni e stimola i miei obiettivi. Gli ho raccontato di quanto mi piace scrivere e mi ha suggerito di creare un rubrica on line. Mi sembra una buona idea! anzi non so perché non ci abbia mai pensato!..invece forse lo so..la mia maledetta insicurezza! a proposito ho incominciato a legare i capelli più spesso, se prima pensavo si evidenziassero troppo i miei difetti, ora porto una bella coda di cavallo con più disinvoltura. Sarà perché Nicolò mi riempie di complimenti. L’ultima volta mi ha detto “com’è bella la femmina mia!“. Potrà sembrare banale, ma mi è ha fatto sciogliere come un ghiacciolo a ferragosto! Se fin dal principio avessi saputo che il percorso della mia vita mi avrebbe portato lui, sarei disposta a rifare tutto perché sono convinta che senza l’amore tutto sia inutile.”

Vi racconto una storia..”la principessa e il ladro”..capitolo 21/22/23

CAPITOLO XXI

 

« E’ stata un’esperienza indimenticabile quella di stamattina! donare la colazione di questo fan sconosciuto alla casa famiglia ha dato più senso alle nostre vite. Ho provato una grande gioia nel vedere gli occhi di quei bambini felici..» seduto sullo sgabello, Alessandro guardava Carlotta mentre preparare la cena.

« Conosco quello sguardo..» Alessandro si fece, involontariamente, scappare un pensiero ad alta voce.

« Anche tu hai fatto un gesto come quello di Sofia?»

« Si, ma solo perché sono stato anch’io uno di quei bimbi!»

Carlotta smise di tagliuzzare le verdure per la caponata e alzò il viso per guardarlo. Confusa non riuscì a dire una parola.

« Sì, sono stato adottato dai miei attuali genitori quando avevo 6 anni. Ricordo benissimo la sensazione che provavamo quando ricevevamo dei doni come quello di cui stai parlando »

Carlotta si avvicinò e decise di non far altro che abbracciarlo, a lungo perché nei momenti come questi capisci che le parole non servono a molto, ma i gesti bastano per dare il giusto conforto.

« Ti amo!» quelle cinque magiche lettere uscirono spontaneamente dalla bocca di Alessandro.

« Ti amo? io ti amo!!!» Carlotta non riuscì a fare a meno di contenere la gioia di quel momento. Il timer del forno interruppe quell’idillio fatato in cui i due erano totalmente immersi.

« Sono un indisciplinato elemento di distrazione!»

Carlotta lo sorrise e cercò a malincuore di riprendere a cucinare. Sfornò degli stuzzichini di pasta sfoglia e lì servì come aperitivo, mentre Alessandro versò il vino nei bicchieri.

« Propongo il primo brindisi della serata: alla donna che mi ha fatto perdere la testa!»

Carlotta per mascherare quel pizzico di soddisfazione, ironizzò guardandosi intorno per cercare chi fosse la donna di cui parlasse per poi fare cenno su se stessa.

« si! proprio tu! la mia complice amatissima!»

« A proposito di complotti! Sofia ti ringrazia! svelarle la vera identità di Andrea l’ha fatta avvicinare a Nicolò, proprio come secondo i nostri piani!»

« Questa è una sera in cui è impossibile non festeggiare, che dici se saltiamo la cena?»

Alessandro prese il suo bicchiere e lo posò per liberarle le mani. L’attirò a sè, e lei rispose, « Non so perché, ma non mi da l’impressione di essere una minaccia!»

« Infatti! peggio! è un ordine!»

Alessandro le baciò dolcemente la bocca, continuando sul collo poi la prese in braccio.

« Wuau! che macho! se avessi saputo non avrei lasciato la palestra!» Alessandro la guardò con aria severa e disse « stasera a letto, senza cena!»

Dando un’occhiata alla cucina nel disordine dei preparativi, Carlotta disse

« Mi sacrificherò molto volentieri!»

Scomparvero in camera da letto, lasciando che il cd di Chris Botti con la sua “la belle dame sans regret” continuasse a suonare durante quella che poi divenne la loro prima notte d’amore.

CAPITOLO XXII

« Senti non ti darò nemmeno un soldo! non avrei dovuto affidarmi ad un incompetente come te! Ora devo attaccare!»

Andrea, appena vide uscire dal negozio Sofia, chiuse subito la conversazione. Uscì dalla macchina e le corse dietro.

« Sofia!»

« Andrea!  ciao! tutto bene?» si sorprese nel vederlo stranamente un pò trascurato.

« Non mi rispondi più al telefono! ho pensato perfino che ti fosse successo qualcosa!»

Sofia gli diede una leggere pacca sulla spalla e gli disse, « tranquillo! va tutto bene!»

« Allora è con me che non va bene? »

Sofia si sentì per un attimo mortificata. Sembrava sincero, ma in passato l’era capitato di vedere uomini del suo genere legarsi di più quando si sentivano rifiutati o trascurati. Ci era già cascata: prendevano ciò che volevano per poi scomparire. Stavolta era preparata, soprattutto dopo quello che aveva saputo sul suo conto, non doveva lasciarsi ingannare da quella recita.

« Mi dispiace! dirtelo non è semplice, ma non credo ci sia la possibilità di frequentarci ancora!»

« Posso sapere perché? mi sembrava che tutto andasse bene. Dimmi dove ho sbagliato? magari ci siamo fraintesi?»

Andrea complicò la situazione mettendo in difficoltà Sofia.

« Senti sarò sincera: mi sono arrivate all’orecchio cose su di te che mi hanno fatto riflettere, siamo troppi diversi per frequentarci.»

« A cosa ti riferisci?»

« Mi costringi ad essere ancora più diretta! io non sono in cerca di avventure! con me perdi solo tempo! non sono il tipo di donna che si lascia comprare! stamattina con quella super colazione cosa volevi dimostrare?! non sono una stupida! Carlotta mi ha detto che ci hai visti ieri sera: hai visto me e Nicolò, poi Alessandro che dava i cornetti a Carlotta. E stamattina hai cominciato a sfidarlo con quella buffonata perché hai ancora qualche conto in sospeso con lui!»

« Non sono l’unico ad avere una cattiva pubblicità in giro, il tuo amico ha fatto più vittime di me!»

« Con Carlotta è cambiato!»

« Ed io non potrei riuscirci con te?» Sofia restò in silenzio per un attimo. Rivolgergli quelle parole spiacevoli gli aveva consentito di sfogare tutto il rancore mantenuto dentro di sè ogni volta che un uomo si prendeva gioco dei suoi sentimenti.

« la tua insistenza non basterà a convincermi?»

« e allora dimmi cosa posso fare per riuscirci?»

« SPARISCI!»⇒⇒⇒

Vi racconto una storia..”la principessa e il ladro”..

CAPITOLO XIX

« Non avrei mai permesso che al nostro primo appuntamento non restassimo soli!»

La voce di Alessandro confortava quella di Carlotta, mentre la stringeva tra le sue braccia, seduti sulla panchina del parco.

« Ti confesso che quando mi hai chiesto aiuto per Nicolò, ho temuto che fosse una scusa per non stare solo con me..»

Alessandro le prese il viso con le mani in modo che potesse guardarlo negli occhi e le disse dolcemente « giuro che non mi è mai passata per la testa un’assurdità del genere! sai che un giorno rimpiangerai queste parole? perché da questo momento ti vorrò solo e soltanto per me! »

Le mani di lei raggiunsero quelle del suo innamorato per rassicurarlo con un grande sorriso.

« Ti credo! anzi hai fatto benissimo ad intervenire. Voglio molto bene a Sofia, evitare che un tipo come Andrea si potesse prendere gioco dei suoi sentimenti è importantissimo per me, poi mi hai parlato così bene di Nicolò, come posso non fare il tifo per lui!»

« Nico è un bravo ragazzo. Mi dicesti che anche lei ha vissuto un periodo molto doloroso dopo la morte di suo padre..»

« Sì! era molto piccola quando successe, ma credo che abbiano avuto lo stesso percorso per ricostruire il proprio equilibrio. Sofia mi rivelò che visse un lungo periodo di solitudine con se stessa, dal quale ha potuto trarre la maturità per affrontare quella perdita, anzi molto spesso mi dice che nei momenti più difficili, restare soli a volte è la soluzione più efficace per risolvere dei problemi interiori.»

« Ora capisco perché la stimi tanto. E’ una bella persona.»

« Si! lo è!» Carlotta lo guardava con il timore di continuare a parlare per esprimere tutto ciò che gli passava per la testa in quel momento, si fece, comunque, persuadere da quel desiderio e riprese il discorso.

« A proposito di belle persone. Visto che siamo entrati in questo argomento, sai che tu sei stato una bella sorpresa? sei noto a tutti come il classico Don Giovanni e invece non solo dimostri di avere cuore, ma con me sei tutto il contrario di ciò che pensavo fossi con una donna.»

« Ora che mi ci fai riflettere, credo che l’errore commesso dalle donne che ho conosciuto in passato sia stato proprio quello di avvicinarsi a me credendo che fossi così, plasmandosi completamente all’uomo cosiddetto”bastardo” che loro pensavano fossi!»

Si fermò per un istante a guardarla. Aveva dei capelli nerissimi di una radianza luminosa, spinti da quel lieve vento che profumava d’estate. Il vestito bianco che aderiva perfettamente al corpo risaltava il colore dell’abbronzatura. Nessuna delle donne che aveva avuto, poteva minimamente reggere il paragone con la bellezza che traspariva dalla purezza del suo animo.

« Con te mi sembra di essere in un altro mondo in tutti i sensi! tutto ciò che ci circonda quando siamo insieme non esiste! sei una persona che fa la differenza!»

Sentire quelle parole da un uomo colmò di gioia Carlotta che non riuscì a frenare la voglia di abbracciarlo e quando le loro labbra si trovarono vicine, si unirono inevitabilmente.

Il potere di quel lungo bacio li condusse in un luogo dove tutto assunse un suono lontano. C’erano solo il rumore del battito dei loro cuori. Rimasero ancora per qualche istante abbracciati senza dire una parola. Fino a quando videro passargli avanti la moto di Nicolò con Sofia.

Sciolsero quel dolcissimo abbraccio e balzarono in piedi presi dalla curiosità di scoprire l’esito del loro complotto.

« Eccoli! Ci siamo riusciti!» Alessandro l’abbracciò felice, « siamo una coppia imbattibile!»

Carlotta credeva di vivere in un sogno: vedere i suoi desideri trasformarsi in realtà non le pareva vero, ma sentire le parole “siamo una coppia”, la poneva in uno stato di tripudio.

I due complici si avviarono verso casa.

« Fermo! fermo!» Carlotta frenò di soprassalto Alessandro.

« Forse dovremmo lasciare che finiscano la serata senza il nostro intervento!»

« Hai ragione..»

Proprio quando cercarono di nascondersi Sofia si accorse della loro presenza.

« Nico ma quelli non sono..?»

Carlotta appena sentì la voce della sua amica chiamare il suo nome, si fece avanti con Alessandro per raggiungerli.

« Com’è andato il ricevimento?» chiese Sofia.

« Tutto bene! ho risolto tutto!» rispose Carlotta, interpretando la parte come una vera attrice da premio Oscar,«spero di non avervi rovinato la serata!»

« Ragazzi non avrei mai immaginato un appuntamento meglio di quello organizzato da Nicolò!»

Alessandro guardò compiaciuto Carlotta e disse « mi accompagni a prendere i cornetti? »

Carlotta lo seguì, contenta che la proposta di Alessandro avrebbe dato opportunità ad entrambi di concludere l’appuntamento da soli.

« Nico grazie per la splendida serata!> disse Sofia avvicinandosi per salutarlo.

« Grazie a te! ti accompagno alla porta!» Sofia non riusciva  a credere alle sue orecchie, “un uomo che chiede di accompagnarmi?”.

Intanto Carlotta e Alessandro uscirono dal bar con un pacchetto di cornetti fumanti  in mano e sulla porta s’imbatterono con l’unica persona che non avrebbero mai voluto incontrare quella sera.

 « Andrea! Ciao!» disse Carlotta, cercando di nascondere l’imbarazzo per aver tramato contro di lui.

« Buonasera!» Andrea la sorrise, incontrando lo sguardo di Alessandro con aria di sfida.

Lasciarono il bar, mentre Andrea li guardava andare via.

« Pensi che li abbia visti?> chiese Carlotta intimorita.

« Non lo so, ma qualunque cosa gli passi per la testa, stavolta non gliela farò passare liscia!»

Proprio in quel momento vide uscire dal portone Nicolò.

« Ragazzi! vi devo ringraziare! era tanto tempo che non trascorrevo una serata così!»

« Mi fa piacere che siate stati bene!» rispose soddisfatto Alessandro.

« Vado! noi ci sentiamo domani!»

« Ok! buonanotte!»

« Notte ragazzi!» diede un bacio sulla guancia a Carlotta e andò via.

« Sembra cammini 3 metri sopra il cielo!» disse Carlotta sempre più compiaciuta.

Alessandro la rispose con un sorriso e abbracciandola le disse < piccola stasera ti lascio andare a casa, ma non ti assicuro che le prossime volte ti riuscirai a liberare di me! sento che mi manca qualcosa di veramente importante quando non ci sei!»

« Riesci sempre ad emozionarmi! non sai quanto sia bello per me sentirti dire queste parole!»

Un altro bacio amplificò l’effetto che li attraeva l’uno all’altro.

« Questi sono per voi!» disse questo e le diede il pacchetto dei cornetti.

« Perché non sali? li mangiamo insieme!»

« Ti accompagno alla porta molto volentieri, così ne approfitto per rubarmi ancora qualche bacio! ma torno a casa mia, sennò sarà difficile lasciarti dormire stanotte!»

Sparirono dietro il portone. Il viaggio nell’ascensore fu accompagnato da un altro lungo bacio. Travolti da un connubio di emozioni non si distaccarono fino a quando, giunti al piano di Carlotta, terminò quella sensazione di sospensione nell’aria che l’ascensore contribuì a dare, insieme all’unione delle loro labbra.

« Buonanotte Ale!»

« Notte Carlotta!»

 

CAPITOLO XX

 

“Raggi di sole entravano dalla finestra del castello facendo luce sulla principessa Sofia. Un profumo di primavera riempiva l’aria. Un canto di uccellini la svegliò dolcemente e Sofia aprì gli occhi ad un nuovo giorno della sua regale vita, quando ad un tratto udì una voce..: svegliaaaa!!!” La voce in questione era quella di Carlotta, aprì gli occhi e si rese conto di aver fatto ancora lo stesso sogno, visto che fuori pioveva e l’unico canto che sentiva era quello del venditore ambulante di cd, un suono per niente dolce!

« E’ arrivata una cosa per te!»

« Per me? Cosa?» rispose Sofia, assonnata e sorpresa.

« Vieni subito in cucina!» disse Carlotta con un sorriso colmo di felicità.

Si alzò e uscendo dalla sua camera, vide un cameriere che finiva di apparecchiare la tavola. Vassoi di cornetti e ciambelle, una scatola di coloratissimi macarons, muffin al cioccolato e degli schiumosi cappuccini fumanti.

« É lei la signorina Sofia?» incredula rispose di si.

« Questo è per lei!» le consegnò un biglietto verde e andò via.

« Chiunque sia, domandagli se ha un fratello!» disse Carlotta, mentre Sofia apriva il biglietto. Lo lesse e alzò lo sguardo di fronte a quel delizioso buffet.

« Cosa c’è!» chiese Carlotta.

« C’è scritto solo: buongiorno principessa

Carlotta si avvicinò all’amica che restava inerte con il biglietto in mano.

« Deve conoscerti bene, se sa anche il tuo colore preferito!»

« già..» rispose Sofia.

« Chiunque sia, ha avuto una gran bella idea, visto che i cornetti di Ale li abbiamo già fatti fuori stanotte! con tutte queste prelibatezze abbiamo la colazione offerta per l’intera settimana! da dove vogliamo cominciare?» disse Carlotta, pericolosamente titubante su cosa prendere per riempire il suo piatto.

« Serviti pure! io sono già sazia solo a guardare questo buffet delle meraviglie!»

« Non mi dire che non hai appetito?»

« Magari vado a fare una doccia prima! ma tu comincia pure!»

« Se proprio insisti..» mentre Carlotta prese d’assalto la tavola imbandita, Sofia si concesse una doccia per riprendersi da quel kaos di belle emozioni inaspettate, ma inevitabilmente lasciò che un cattivo pensiero le occupasse la mente.

” ma cosa mi succede? Sono la destinataria di un gesto così adorabile e non riesco a godermelo? il mio solito senso di colpa! sono diventata una malafemmina: non ho idea di chi dei due uomini che frequento sia l’artefice di questa straordinaria sorpresa!

S’identificò negli uomini frequentati nel passato. In quelle persone superficiali che più volte le hanno fatto perdere la fiducia nell’esistenza dell’amore vero. Tutto ebbe inizio con la sua prima storia importante: aveva 18 anni quando iniziò a creare un mondo fatto solo di quel suo primo uomo, ignorando le molteplici realtà offerte dalla vita. L’ingenuità le fece commettere l’errore più grande della sua vita, mettendo da parte se stessa. Dopo sei anni la storia finì per ovvie ragioni: corna!

Il dolore che provò in quel periodo, la ricondusse all’epoca di una grande perdita. Quella dell’unico uomo che fu capace di darle amore autentico: dolce e generoso, simpatico e folle, coraggioso e bello, suo padre. Quando morì, la sua vita cambiò totalmente. Nel pieno dell’adolescenza si trovò ad affrontare il delicato passaggio da bambina a donna parallelamente al dolore per questa grande perdita. Questo tipo di esperienza può finire per migliorarti o peggiorarti. A Sofia riportò una grande forza interiore: maturò quella sofferenza giorno per giorno, traendo tanti insegnamenti. Con quella stessa forza realizzò che anche il più bello amore poteva non essere eterno.

Le delusioni ricevute non riuscirono a farle perdere il coraggio di innamorarsi ancora. La convinzione di essere una persona destinata ad amare le riportò conseguenze positive, ma anche negative. Infatti, aprendo, coraggiosamente, il suo cuore ancora troppo fragile, finì per collezionare una serie di fallimenti sentimentali.

“..è incredibile a quante cose riusciamo a pensare in quel momento che va dalla pipì alla doccia!” pensò Sofia, appena uscita dalla doccia.

Avvolta nell’accappatoio, rimase per qualche secondo davanti allo specchio e notò nei suoi occhi i segni lasciati dagli anni passati. Nutriva il desiderio di rivendicare i momenti persi accanto a persone sbagliate. Frequentare Nicolò e Andrea, contemporaneamente, dimostrava che non lo stava facendo nel modo giusto. Si accorse di aver consentito al passato di cambiare il suo modo di amare. Giunse ad un’unica conclusione.

“Il miglior modo per vendicare un amore che ti ha fatto male è dare ancora più amore a quello che potrò farti bene. Mai lasciare che i segni di ieri, possano interferire con il futuro!”.

Vi racconto una storia..:”La principessa e il ladro”

CAPITOLO XVII

Il cielo aveva un colore particolare quella mattina, era uno di quei giorni in cui ti svegli inconsapevolmente felice. Quel giorno Nicolò aveva più di un motivo per esserlo. Mentre usciva dal’università con mille progetti per la testa, diede uno sguardo al cellulare, si accorse di aver due chiamate perse, suo padre e Alessandro. Non se la sentì di telefonare suo padre, temeva che sarebbe finito per fare programmi sul suo futuro e quello che necessitava adesso era altro, o meglio era Sofia! Proprio in quel momento gli squillò il telefono:

« Alex! 30!» rispose, sicuro che era questo ciò che voleva sentire il suo amico « e parte del merito va anche a te!»

« Mi fa troppo piacere! comunque se non fosse andata bene, avevo già pensato al premio di consolazione,..»

« Sofia?»

« Sì! stasera hai un appuntamento con lei! ». Il viso di Nicolò si riempì di gioia.

« Ci vediamo alle sette e mezza sotto casa mia? »

« ok! sarò puntualissimo!»

Nicolò salutò l’amico e sulla strada di casa ebbe modo di riflettere su come poter sfruttare quella che poteva essere anche la sua ultima opportunità per conquistare il cuore di Sofia.

Pensò alle pagine del diario e fece un identikit del suo uomo ideale. Ciò che lei chiedeva non era così distante dal suo modo di essere, anzi corrispondeva a quello che anche lui cercava in un rapporto: una donna che gli desse quell’overdose d’amore indispensabile per sentirsi completo, con la quale crescere, stimolando gli obiettivi l’uno dell’altra.

Quelle informazioni erano come un’arma a doppio taglio. Era avvantaggiato rispetto al suo rivale Andrea, ma allo stesso tempo questa consapevolezza lo rendeva meno spontaneo.

Accompagnato da queste riflessioni, giunse a casa e crollò sul letto. Erano stati giorni di grande tensione in cui aveva messo in discussione se stesso, riappropriandosi della vita che si era fatto sfuggire dopo il grande dolore per la perdita di sua madre. Sentiva di esser finalmente riuscito a raggiungere la pace dell’anima.

Steso sul letto, con lo sguardo fisso sul soffitto, sentì il corpo rilassarsi lentamente. Chiuse gli occhi e si lasciò addormentare dal pensiero che stasera avrebbe trascorso del tempo con Sofia. Il desiderio fu così intenso da far sì che pochi minuti dopo le apparve in sogno.

Era appena arrivato sotto casa di Sofia. Nell’attesa che scendesse, si accorse che il tempo sembrava passare diversamente. Si scatenò un temporale. Cominciò a piovere sempre più forte, delle persone correvano per ripararsi dall’acqua, un gruppetto di bambini realizzò un pupazzo di neve, poco dopo comparve il sole che sciolse tutto. Venne sera e finalmente si aprì il portone. Sofia uscì bellissima, proprio come nella foto che vide per la prima volta. Con quello stile semplice che si fondeva perfettamente con la sua personalità. Nicolò scese dalla macchina per andarle incontro, ma proprio in quel momento gli passò davanti una macchina guidata da Andrea. Pochi minuti dopo si ritrovò a corrergli dietro gridando a squarciagola il nome della sua principessa! Il suo nemico gli stava portando via la donna dei suoi sogni.

« Sofia! Sofia!» gridò svegliandosi d’improvviso. Aveva ancora un’altra possibilità, mancava un’ora all’appuntamento.

Per riprendersi da quell’incubo, fece una doccia rinfrescante. Quando uscì incominciò a sentirsi già meglio, ormai quel sogno era lontano dalla sua realtà. Davanti all’armadio, non poteva fare a meno di essere influenzato dai gusti di Sofia e s’interrogò su cosa mettere. “a lei piacciono gli uomini in camicia, a me piace vestire sportivo!”. Per accontentare entrambi, scelse una morbida camicia di lino bianca lievemente aderente e un jeans. Lasciò un filo di barba e i capelli leggermente spettinati. Una spruzzatina di “Acqua di sale” e uscì di casa per andare all’appuntamento.

 

CAPITOLO XVIII

« Allora è tutto sotto controllo?»

« Tranquillo! » disse Carlotta, appoggiando le mani sul petto di Alessandro.

« Ehi, disturbo?» si girarono entrambi e videro Sofia avvicinarsi.

« Assolutamente no! stiamo aspettando l’amico di Ale!» Sofia sorrise mentre li osservava, cercavano di tenere a bada quell’effetto calamitoso che li attirava l’uno all’altra. Le sembrava di assistere al lieto fine di un film romantico.

Improvvisamente, Carlotta e Alessandro videro cambiare l’espressione di Sofia.

« Non giratevi! c’è il ragazzo a cui ho rovinato le scarpe alla tua festa!»

Le sembrava di avere visto quel ragazzo della sera prima. I due si scambiarono uno sguardo d’intesa e le tennero il gioco.

« Ragazzi, sono in ritardo?» Alessandro si sentì la mano di Nicolò sulla spalle e girò la testa.

« No, no! facevamo due chiacchiere! ti presento la mia Carlotta e la sua amica Sofia! ma penso vi conosciate già..»

Nicolò strinse la mano alla prima e poi tenne stretta per qualche istante in più quella di Sofia, scambiandole un sorriso.

« Ciao! sono Nicolò! »

Sofia si sentì sollevata di non essere vittima dei classici appuntamenti al buio, in cui ti trovi a sopportare per un’intera serata lo sfigato di turno.

« Io sono sempre quella che ti deve un paio di scarpe nuove!»

« Per fortuna che ho avuto modo d’incontrarti di nuovo! dobbiamo recuperare un drink!»

Presero posto al ” sotto casa”per fare un aperitivo. Sofia e Nicolò cominciarono ad ordinare  e mentre Alessandro si allontanò per andare in bagno, Carlotta sentì squillare il cellulare  .

Rispose e cominciò ad agitarsi.

« Non ci posso credere! ma com’è potuto succedere? arrivo subito!»

Quando Alessandro li raggiunse poco dopo, vide Carlotta alzarsi.

« Che succede?»

« Hanno fatto cadere la torta di un matrimonio ad un’ora prima del taglio, devo andare lì!»

«Ti accompagno!» disse Alessandro.

« Ragazzi, ci sentiamo dopo!» continuò ad assicurarli Carlotta.

Sofia e Nicolò non ebbero il tempo di rispondere e finirono per trovarsi l’uno di fronte all’altra, presi dal silenzio dell’imbarazzo.

« Non so te, ma io al Martini non so dire mai di no!» intervenne Sofia con tutte le intenzioni di mettere a suo agio Nicolò.

“Altro che Martini! io solo ad una donna come te non saprei dire di no!” si limitò a pensarlo, ma Nico lo avrebbe detto molto volentieri.

 « Deduco che sia il tuo preferito?»

 « Si! lo trovo chic e senza impegno!»

La costante presenza del sorriso sul volto di Sofia, trasmetteva a Nicolò lasciava intendere a Nicolò che fosse un aspetto principale del suo carattere. Anche se lui sperava fosse, soprattutto, una dimostrazione di felicità per essere in sua compagnia.

« Sofia prima di continuare questa conoscenza,..sento il dovere di..» mentre Nicolò cercò di farsi coraggio per parlare, suonò il telefono di Sofia.

 « Scusami!» guardò il display del cell < è Carlotta!.. pronto!..si! va bene! nono! non preoccuparti!..ok! a più tardi!»

Sofia terminò la telefonata e si rivolse a Nicolò « pare che la situazione sia più complicata di quanto si temesse , non possono raggiungerci»

Nicolò era davvero dispiaciuto. Decise di rimandare la confessione ad un altro momento. Facendolo adesso, avrebbe potuto correre il rischio di spaventarla. Prima doveva farsi conoscere per com’era veramente e non per una ladro stalker. Chiamò il cameriere e pagò il conto.

« Sofia immagino che sia imbarazzante come circostanza, se vuoi tornare a casa potrei capirlo, ma ti confesso che oggi è un giorno speciale per me e non vorrei finire per festeggiarlo da solo. Ti piacerebbe farmi compagnia a cena comunque?»

« Beh, come potrei rifiutare! e poi ad essere sincera a me non piace mangiare da sola!..sì! dai! accetto molto volentieri!.. una sola curiosità: cosa festeggiamo?»

« Dopo una lunga pausa di riflessione, stamattina ho fatto l’ultimo esame all’università!» rispose orgoglioso Nicolò, anche se avrebbe voluto aggiungere anche “lei” tra i motivi validi per festeggiare.

« Davvero? complimenti! e in che cosa ti stai per laureare?»

« Ingegneria»

Uscirono dal bar e si avvicinarono alla moto di Nicolò.

« Sono in moto! spero non ti dispiaccia..»

« Solo se non hai un casco per me!»

« Assolutamente!» rispose Nicolò mentre le mise il casco e si assicurò che fosse abbottonato bene.

Sofia si lasciò coccolare da quel gesto e per un attimo s’incontrarono occhi negli occhi, ma presi dall’imbarazzo distolsero i loro sguardi altrove.

La moto partì e prese lentamente velocità. Nicolò le prese una mano, dicendole « se mi stringi, non penserò che ci stai provando!»

Sofia sorrise e si strinse forte a lui. Cominciò ad avere di nuovo quella sensazione di prima. Le piaceva che un uomo avesse cura di lei, solitamente gli uomini con cui era abituata ad uscire non avevano tutta questa premura nei suoi confronti.

Andarono fuori città, dirigendosi verso la costa. Le luci del tramonto sul mare davano a quella passeggiata un’atmosfera incantevole. La vicinanza al corpo di Nicolò, le consentiva di percepire la scia del suo profumo, un’essenza molto intensa.

Dal litorale entrarono in un piccolo paesino di pescatori con una grande cupola che spiccava tra le piccole case l’una vicina all’altra. Nicolò parcheggiò la moto verso la spiaggetta con le barche dei pescatori e un grande faro.

« Tutto bene?» disse Nicolò.

« Benissimo!»

« Sei mai stata qui?» chiese Nicolò mentre Sofia ammirava incuriosita la bellezza del paesaggio.

« Ha una vaga somiglianza con un posto in cui passavo le estati da piccola!»

« Davvero? che coincidenza! anch’io!..»

Rimasero per un attimo in silenzio a guardarsi, poi Nicolò disse « vieni! ti presento un amico!»

Entrarono in una piccola osteria con alle finestre gli oblò delle navi, quadri con i nodi marinareschi alle pareti e un paio di tavolini blu con cuscinetti e tovaglie bianche. Il profumo dalla cucina accolse i due ragazzi che si avvicinarono ad un uomo di spalle.

« Ugo!»

L’uomo si girò e lì guardò con degli occhi azzurri che spiccavano tra il bianco dei capelli e della barba.

« Nico! non ci posso credere!» si abbracciarono con gioia.

« Come stai?»

« Bene! ti presento un’amica!» disse Nicolò, poi si girò verso Sofia.

« Lui è mio nonno!»

Colta di sorpresa, gli strinse la mano ed elogiò il locale molto accogliente.

« Che piacere vederti! stamattina non mi hai detto che saresti passato qui per festeggiare!»

« La nostra ospite meritava un posto speciale..»

Il nonno lo interruppe « e l’hai portata nel posto giusto allora! vi faccio preparare un tavolo in veranda!»

« Sì, buona idea! io intanto faccio gli onori di casa»

Nicolò prese per mano Sofia e uscì fuori dal locale.

Passeggiarono lungo la spiaggia con lo spettacolo della luna riflessa sul mare, ricordando quel posto che li riportò inevitabilmente alla loro infanzia.

« Ero uno di quei bimbi con la voglia di diventare grandi..»

« Ah, quella non mancava nemmeno a me..»

« Ricordo che avevo  già le idee molto chiare: sfottimi pure, ma a 7 anni già sapevo di voler fare l’ingegnere, forse perché avevo un approccio prettamente razionale alla vita»

 « Beh, essere tenace è un grande vantaggio, un bel pregio. Non ti prenderei mai in giro per questo, anzi ti ammiro. Anch’io avevo le idee chiare da piccola su cosa volevo fare da grande!»

« Ah si?»

 «Sì, io sognavo di fare la principessa! lo so che tra le bimbe è un classico intramontabile! ma io realmente volevo farlo per mestiere! Poi la realtà si è dimostrata ovviamente diversa. Ho capito che le mie mani invece di crogiolarsi nelle cure dei miei servitori, avrebbero potuto donarmi più soddisfazioni in altri modi. Armata di ago e cotone cominciai a vestire le mie Barbie fino ad arrivare a vestire me!»

 « Sei una stilista?»

«Magari! io rappresento la loro versione più conveniente. Ho creato il “cosa mi metto” per risolvere quel quiz quotidiano al quale molte donne si sottopongono tutti i giorni. A noi donne capita di avere l’esigenza di indossare abiti che sono solo nella nostra mente e non riusciamo mai a trovare nei negozi. Nel mio, invece, il discorso ha l’effetto contrario: realizzo vestiti in base ai loro desideri proponendo prezzi al passo con i tempi.»

« É un’idea geniale!»

« Grazie! ho fatto tanti lavori prima di realizzare questo mio sogno nel cassetto, ma per arrivarci mi sono sempre detta che svegliarsi la mattina e fare ciò che ci piace è uno delle 100 cose che bisogna promettersi di fare nella vita!»

« Hai perfettamente ragione! ma lo sai che parlare con te fa venire la voglia di rivoluzionare il mondo!»

Quelle parole facevano aumentare la stima che Nicolò aveva per Sofia e lo convincevano che quest’incontro non arrivava per caso nella sua vita. Dall’osteria suonò la campanella. Era il modo di Ugo per avvisare Nicolò che era pronta la cena.

 « Vieni! Ti faccio mangiare finalmente!»

Arrivarono al loro tavolo con tanto di lume di candela, i calici con le bollicine del vino bianco e dei gustosi piatti colmi di ogni prelibatezza  a base di pesce.

« Si sono dati da fare!» disse Sofia.

« Bisogna festeggiare! poi è anche la prima volta che porto una ragazza qui! Quindi credo che questo sia anche il suo modo per darti il benvenuto!»

 « Tuo nonno è un ottimo padrone di casa! è riuscito a farmi lusingare!»

Nicolò l’accompagnò alla sedia e poi prese posto.

« Sarai affamata, ti avverto che qui accolgono con piacere qualsiasi richiesta per il bis, chiedi tutto ciò che vuoi!»

« Grazie! prima di iniziare però ci vuole un bel brindisi! »

« Un brindisi!? ah, sì! certamente! brindo a Carlotta e Alessandro che ci hanno permesso di finire qui!»

« Chissà dove saranno finiti?»

Vi racconto una storia..”La principesssa e il ladro”#fromCarissimame

CAPITOLO XV

In casa sembrava fosse passato un uragano. Seduto sul lettino del terrazzo, Nicolò guardava Alessandro parlare.

– Questa è l’ultima, lo prometto!

– Ale lo dici ogni anno, poi mi ritrovo a trascorrere la serata come una pallina di un flipper, trascinato da una parte e l’altra della casa da gente che nemmeno tu conosci!

– No, non mi riferivo alla festa! parlo di Carlotta! dovresti vederla! è quel genere di donna incosciente del suo fascino.

A Nicolò sembrava di averla già sentita quella storia. Il suo amico era succube dell’innamoramento facile.

– Questo invece lo dici ogni settimana!

– No,no! lei è diversa! non te l’ho mai detto, ma è già da un pò che mi ha stregato!

– “La strega voleva stregarmi, ma è rimasta stregata” non ricominciare con il tuo famoso motto!

– E’ tutta colpa degli effetti dell’unico liquore che aveva tua nonna in casa!

– Ci faceva i dolci mia nonna con la strega!

– E’ stata la nostra prima sbornia! conservo ancora la bottiglia!

Disse Alessandro, indicando la mensola del bar.

– Devi conoscerla! mi darai ragione! entra in casa con me!

Nicolò lo seguì stanco e deluso di non poter condividere con lui la stessa emozione. La sua donna non era più misteriosa e purtroppo non era solo sua. Alessandro chiuse le luci e si avvicinò lentamente alla finestra.

– Ale sei ubriaco?

Chiese insospettito.

– Sccc! vieni e guarda!

Nicolò lo imitò e insieme rivolsero lo sguardo verso il terrazzino di fronte.

– Abita lì! la guardo spesso!

– Ma sei pazzo!? chi sei uno stalker!

– Sì, sono pazzo! ma dovresti vedere quelle fossette che ha quando sorride. E’ un anno che cerco di parlarle. Ci sono riuscito solo qualche giorno fa e stasera dopo averlo fatto, posso dirti che è veramente speciale.

Malgrado fosse sempre stato circondato da donne, Nicolò non si era mai reso conto di questo particolare che il suo migliore amico gli aveva tenuto nascosto.

– Eccola!

Nicolò la vide, non rispecchiava il classico prototipo di ragazza dell’amico: aveva dei lunghi capelli raccolti in una treccia che scendeva su una spalla. Ciò che invece non smentiva le preferenze di Ale era l’aspetto fisico, anche se gli abiti non evidenziavano le sue forme, si notava che aveva un bel fisico. La raggiunse una ragazza con un viso familiare.

– Ale chi è quella?

– Sofia! la sua inquilina, stasera c’era anche lei.

Nicolò ripeteva quel nome nella sua mente. Nonostante qualche piccolo ostacolo il destino gli presentava sempre l’occasione di ritrovarsela sulla stessa strada.

– Si, l’ho incontrata o meglio scontrata!

Alessandro si allontanò dalle tende e accese la luce.

– Che ne pensi se uscissimo tutti insieme?

– Sarebbe una buona idea, se solo Sofia fosse libera..

– Organizzerò tutto io tranquillo!

Alessandro fu preso da un forte entusiasmo nel poter vedere l’amico riprendersi la vita di prima. Era riuscito con la palestra, ora doveva pensare al settore sentimentale.

– Ale intendevo che ha già un uomo per uscire con voi!

– Davvero?! e come lo sai?

– Stasera mentre cercavo di parlarle è arrivato un macho man a tratti polipo..

– Lo conosco?

– Non so, ho sentito che lo chiamava Andrea.

– Andrea!? per caso alto, super abbronzato, capelli ricci?

– Si, il principe perfetto!

– Ma quello non è mai stato con una donna per meno di una settimana! in più ha un conto in sospeso con me! ti ricordi Martina?

– Quella con la passione per il leopardato?

– No, la dentista che si trasferì nel mio studio per sostituire il Dottor Iorio.

Nicolò annuì, curioso di sentire il resto del racconto.

– Ci si mise insieme e la lasciò per un’altra, quando Martina cominciò a guardarsi intorno, più precisamente lo studio accanto, ritornò alla riscossa, riconquistandola e me la portò via. Inutile dirti che finì poco dopo, lasciando in mille pezzi il cuore di Martina che si trasferì fuori città per la delusione.

– Capisco ! vabbè, si è fatto tardi! devo andare, domani ho l’esame.

Nicolò salutò l’amico e mentre si dirigeva verso la porta , si sentì chiamare dall’amico.

– Nico per l’appuntamento cambia scarpe, quelle che hai  sembra che abbiano attraversato una jungla!

Nico sorrise e andò via.

CAPITOLO XVI

– Sofi non ci posso ancora credere! sono così felice che ho quasi paura di dirlo, temo che tutto possa finire da un momento all’altro!

– Socia invece è tutto vero! e credimi se te lo dico: ce lo meritiamo! dopo tutte le esperienze negative che abbiamo vissuto! ora dobbiamo goderci ciò che di così bello ci viene offerto dalla vita!

– Com’era bello sentire la sua voce pronunciare le parole che da tanto aspettavo, guardarlo negli occhi e ..

Il suono del telefono squillò dentro casa. Sofia prese il cordless e rispose. Dall’altro capo del telefono c’era Alessandro che chiese di Carlotta. Quando l’amica capì chi fosse al telefono, cominciarono a saltare proprio come fanno le teenagers alle prese con il primo amore.

– Buongiorno!

– Buongiorno a te!

Disse Carlotta e mentre raggiungeva il terrazzo, lo vide comparire dalla finestra.

– Ma come hai trovato il mio numero? ieri non ce li siamo scambiati?

– Ho i miei contatti! scusami, se ti ho chiamato a quest’ora. Stavo per uscire, ma prima desideravo darti il buongiorno!

– Che pensiero dolce!

Sofia guardava la scena seduta sul divano. A pochi passi da lei si svolgeva una scena simile a quelle di “Romeo e Giulietta”, i loro sguardi persi l’uno nell’altra, momenti che davano all’aria il profumo magico dell’amore. Qualche istante dopo, la vide ritornare con l’espressione di chi ha perso completamente il controllo dei propri sentimenti. Ormai era nella fase in cui ci si dimentica delle regole per proteggersi e si lascia al cuore il comando della propria vita.

– Domani abbiamo un appuntamento!

Sofia, presa dalla gioia, balzò dal divano andandole incontro.

– ..ma non saremo soli!

A quel punto Sofia la guardò con un’aria confusa

– Tu non hai impegni per domani vero?

– Avete bisogno di qualcuno che vi regga la candela?

– No, veramente ci sarebbe anche un quarto elemento! si tratta di un amico di Ale, stai tranquilla, sarà una semplice serata tra amici.

Carlotta conosceva il punto debole dell’amica, non riusciva mai a dirle di no.

– Non so, sarebbe anche il vostro primo appuntamento, forse sarebbe giusto che restiate soli.

– Se ti dicessi che questo sarà solo il primo di tanti appuntamenti che avrò con lui?

– Ti risponderei che potrei esserne solo felice!

Senza nemmeno darle il tempo per rispondere, Carlotta le andò incontro per abbracciarla.

– Sei la migliore! non smetterò mai di ringraziarti per tutto quello che fai per me!

Sofia finse di soffocare.

– Tu invece sei la peggiore! sai che non riesco mai a dirti di no e te ne approfitti!

– Io!?

Avevano tanti motivi per essere allegre e un rifiuto da parte di Sofia avrebbe potuto rovinare l’atmosfera spensierata di quella domenica mattina.

– Ti va di scendere più tardi per un aperitivo? avrei voglia di un bel Martini?

– A proposito! non ti ho raccontato la gaffe di ieri sera!? dopo una fila interminabile al bar, riesco a uscire trionfante con il mio drink in mano, mi giro e il mio Martini finisce casualmente sulle scarpe costosissime di un invitato! volevo morire per la vergogna! > Carlotta scoppiò a ridere.

– Uffa! fai sempre così! non prendermi in giro!

– Ma come faccio a non ridere! non posso lasciarti sola per un attimo!

Sofia fece il broncio e l’amica ne approfittò per tornarla ad abbracciare.

Vi racconto una storia..”La principessa e il ladro”

CAPITOLO XIII

Un assolo di chitarra intonava “desafinado” facendo da sottofondo musicale al rito del venerdì sera: la cena dallo spagnolo.

– E se fossero segni del destino?

-Che cosa?

-Tu con Andrea ed io con Alessandro! finalmente i nostri desideri si stanno realizzando! ad esempio: pensa se non avessimo finito il gelato? quella sera non sarei uscita e non avrei potuto parlargli!

Sofia l’ascoltava, riflettendo su come fosse curiosa la vita, pronta a combinare i destini di ognuno di noi, ma soprattutto pronta a sorprenderti quando pensi che non ci sia più nulla che possa farlo.

– Spero di non aver rovinato i tuoi programmi per il weekend, ma sai quanto abbia bisogno della tua presenza domani sera!

-No, non preoccuparti. Lui non mi ha nemmeno nominato il sabato sera, come tutti d’altronde! si sa che è un argomento tabù!

– Beh, dai è presto per dirlo! dagli un pò di tempo!

– Sì, ma non ho intenzione di farmi illudere dall’ennesimo “principe pezzotto”, poi sai  che ti dico? il sabato è un giorno sacro anche per me e domani voglio divertirmi con la mia socia!

– Certo che ne abbiamo imparate di cose sugli uomini, secondo me dovremmo cominciare a fare un elenco di regole del primo appuntamento!

– Mi sembra un’ottima idea! La prima potrebbe essere quella di non presentarsi sotto mentite spoglie! bisogna essere se stesse! usciamo per divertirci, questo viene prima di tutto!

– Si, devo averlo letto da qualche parte, ehm, sì “il successo in amore non riguarda l’aspetto esteriore, riguarda l’atteggiamento!”

– Bella questa! decisamente vero!> Sofia le sorrise soddisfatta, mentre gustava il suo riso, gamberi e panna accompagnandolo con delle fettine di cocco.

– La seconda quella di rispettare le buone maniere: passare a prenderci, scegliendo un posto dove poter parlare per conoscerci meglio, soprattutto il conto: lo deve pagare lui!

– Vabbè questo è l’ABC del savoir faire! l’uomo deve sapere come prendersi cura della propria donna! ora se permetti io aggiungerei la terza: non si deve parlare degli ex, poi se ne parla lui, sient a mè! meglio lasciar perdere!

– E il “the end”? hai presente quella scena dei film quando la fine dell’appuntamento si svolge sotto casa di lei con gli sguardi di entrambi titubanti sul dar farsi?

Sofia, l’ascoltava divertita, annuendo.

– Nella realtà la scena del bacio si svolge tra il dopo cena o caffè e prima che ti accompagni a casa. Questo è il momento della trasformazione del cavaliere in “polipo”

– La tragicomica vita da single! rispose Sofia sempre più felice di averla  come amica.

– Attenzione! l’ultima regola: “the day after”

– Questa la conosco bene! mai fare la prima mossa! mai chiamarlo per prima, meglio che lo faccia lui!

– Risposta esatta! e se non chiamano?

– se ne vere è bene n’at!

– No! ahahah, Carlotta mi riferivo a quel film! “la verità è che non gli piaci abbastanza”.

– Davvero!? non l’ho ancora visto, ma mi sa che tocca provvedere!

– Si, è come un mantra sciogli incantesimo dalla maledizione della sindrome “Bella addormentata” e “Cenerentola” messe insieme!

– Non nominarmele nemmeno! fiabe come queste sono state la rovina di molte donne! storie d’amore meravigliose, fatte di “c’era una volta..” e di “vissero felici e contenti”, ma in tutte c’era quel personaggio, ormai in perenne via di estinzione, il principe azzurro!

– E’ il confronto con la realtà che ci fotte!

– Ah,ah,ah! oggi quello che le donne della nostra età si ritrovano a fare è un continuo giro sulle montagne russe sentimentali. Si possono trovare dei principi tendenti all’azzurro, ma a tempo determinato! peccato che a contratto scaduto, come Cenerentola dopo la mezzanotte, si ritorni alla realtà!

Completamente d’accordo con l’amica, Sofia continuò.

– Oggi più che di principi bisognerebbe parlare di principesse perché l’uomo di oggi è diventato la donna di ieri!

– Chissà il gran ballo di domani che cosa ci riserverà?

– Lo scopriremo solo vivendo!

 

CAPITOLO XIV

L’ascensore saliva verso l’ultimo piano Carlotta, emozionatissima, era intenta a dare istruzioni per la serata.

 Allora ricapitolando, appena siamo davanti alla porta, tu entri per prima!

– Ok! tranquilla! però ricordati che siamo qui per divertirci! non facciamoci rovinare la serata da nessun tipo di ansia!

Rispose Sofia cercando di calmare anche se stessa. Era molto felice per ciò che stava succedendo nella sua vita e l’idea che anche carlotta vivesse un periodo simile al suo, la riempiva di gioia.

– Hai ragione! però entri tu per prima lo stesso!

L’ascensore si aprì sul pianerottolo, c’era gente con drink in mano che chiacchierava. La porta era aperta e Sofia mantenne la promessa varcando la soglia per prima. L’ingresso dava accesso direttamente ad un ampio soggiorno: c’era gente ovunque che occupava l’intera stanza.

– Vicina!

Carlotta riconobbe subito la voce di Alessandro.

– Ciao! complimenti per la festa! non hai dimenticato niente!

Proprio in quel momento si avvicinarono due ragazze che lo abbracciarono.

– Auguri! buon compleanno!

Mentre Alessandro le ringraziava, Sofia e Carlotta si guardarono imbarazzate.

– Ale non sapevo fosse il tuo compleanno, ti avremmo fatto un regalo!

– Mi avete onorato della vostra presenza, mi basta questo!

Quelle parole sembravano annientare tutte le insicurezze della dolce Carlotta che cominciava a convincersi dell’interesse ricambiatole.

– lei è la mia inquilina Sofia!

Gli strinse la mano, facendogli gli auguri.

– Grazie anche a te per esserci! ho improvvisato una sorta di bar, cosa vi va di bere?

– Due Martini andranno benissimo!

Si avvicinarono al bancone ed Alessandro chiese al cameriere di portargli i drink fuori al terrazzo.

– Fuori staremo più comodi.

Cercarono di raggiungere il terrazzo quando Sofia si sentì prendere un braccio.

– Sofia anche tu qui!

Si girò e vide Polly, la sua nemica onnipresente con una delle sue mise eccentriche: la lunga chioma di extation platinate, la colata delle unghia stile gatta morta e ai piedi, trampoli alti quanto un primo piano. La salutò e poi temendo che l’indiscrezione della nuova arrivata potesse rovinare quel momento felice, disse all’amica che li avrebbe raggiunti dopo.

 Nel frattempo intrattenne per un po’ Polly, la cui presenza fu un buon pretesto per lasciare Carlotta con Alessandro, sperando che quell’amore tanto atteso, smettesse di essere platonico. Solo quando si accertò che qualche fan di Polly la tenesse impegnata, se ne liberò e si avvicinò al bar per procurarsi quel famoso Martini. Attese il suo turno e con in mano il drink si scontrò con un ragazzo. L’urto le fece cadere il bicchiere a terra, versando il Martini sulle scarpe dello sconosciuto malcapitato.

– Porca paletta! è destino che non debba bere stasera!

Raccolse il bicchiere e si alzò per scusarsi. Si trovò di fronte ad un paio di occhi color cielo che facevano da contrasto alla barba di qualche giorno. Quel breve contatto gli permise di appoggiare le mani sui pettorali che lasciavano intendere avesse un corpo muscoloso. Il suo sguardo si soffermò sulla catenina d’argento che portava al collo. Secondo Sofia erano piccoli dettagli come questi a trarre lati del carattere che spesso non vengono mostrati.

– Scusami ! sono mortificata!

Il ragazzo con cui si stava scusando era Nicolò, il quale non riusciva a credere ai suoi occhi: aveva la ragazza del mistero proprio davanti a lui! Rimase per qualche istante in silenzio a guardarla. Le foto non rendevano giustizia alla sua bellezza.

– Tranquilla! è solo un paio di scarpe! avrei voluto prendere qualcosa da bere, ma credo di non averne più bisogno!

La sorrise per sdrammatizzare cercando di ironizzare sull’accaduto. Sofia piegò la testa da un lato e ricambiò il sorriso, quello sconosciuto le diede da subito una buona impressione. Intanto Nicolò ne approfittava per ammirarla, seguendo ogni suo gesto ed espressione.

– Sarebbe il caso di conoscere il tuo nome, sai per eventuali risarcimenti, dato il danno causato alle mie scarpe!

– ahahah! certo! è il minimo che io possa fare. Io sono Sofia!

– Nicolò!

Improvvisamente Sofia si sentì un braccio intorno alla vita. Cercò di girare il volto, ma si trovò guancia a guancia con Andrea.

– Finalmente la serata si fa interessante!

– Andrea che sorpresa!

– Spero una bella sorpresa!

– Lo è!

Si girò in cerca di Nicolò, ma si accorse che era scomparso.

– Chi stai cercando?

– No, c’era..nessuno in particolare! o meglio cercavo Carlotta, l’ho lasciata sul terrazzo un paio di ore fa con il festeggiato, li vogliamo raggiungere?

Vi racconto una storia: Il ladro e la principessa to be continued..

CAPITOLO XI

 “Dovrebbero inventare un navigatore satellitare per individuare gli oggetti dispersi nelle borse delle donne”, pensò Sofia mentre affondava disperatamente la mano nella borsa alla ricerca del suo telefonino che squillava insistentemente. “ah!trovato!”

– Pronto!

– Sofia!

Sgranò gli occhi e si fermò mentre camminava verso il lavoro. Conosceva quella voce.

– Andrea! Ciao!

< Ohi, ce l’hai messo di tempo per rispondermi, ti vuoi far  proprio desiderare?!

– No, affatto! non trovavo il telefono in borsa, sai cosa si dice sulle borse delle donne, siamo capaci di mettere l’impossibile dentro e poi, per trovare ciò che ci serve, ci impieghiamo una vita!

– Esagerata!

– Sul serio! ho perfino il PC e il cambio per la palestra!

– Addirittura il PC!?

– Sì! devi sapere che io adoro scrivere! sui fogli mi riesce meglio, ma sul portatile riesco a salvare tutto e, soprattutto, nessuno può leggerli! ma non parliamo di questo! com’è andato il viaggio?

– Benissimo! sono appena tornato, quindi colmo di lavoro! stasera però ho una gran voglia di cenare insieme, dimmi che sei libera!?

Sofia sentì improvvisamente una fiamma di entusiasmo bruciare dentro di sé.

-Con molto piacere!

-Il piacere sarà tutto mio, visto che finalmente mi concedi quest’onore! ci aggiorniamo in giornata allora.

Quella telefonata aveva cambiato la routine dei giorni della sua vita che cominciavano a somigliare sempre di più l’uno all’altro.

Si salutarono e Sofia rimise gli auricolari all’orecchio. Dal suo ipod Beyoncè cantava “love at the top”. Era talmente presa dalla felicità di quel momento da poter contagiare tutto ciò che la circondava, improvvisando un balletto con il ritmo di quella canzone. Quando si trovò davanti al negozio per cui lavorava, si pose inevitabilmente una domanda: “che mi metto?” Cominciò tutti i riti di apertura del negozio: luci, insegna, musica, ma nulla poteva distrarla dal pensare a cosa poter creare da indossare per la cena che l’aspettava stasera. Si mise a lavoro per terminare delle consegne e tra una pausa e l’altra disegnò nella mente il suo abito. Dedicò l’intera pausa pranzo per realizzarlo. Dallo scaffale dei tessuti scelse della seta verde. Il rumore della macchina da cucire faceva da sottofondo ai suoi pensieri. Un frullato di dubbi, speranze ed emozioni gli girava per la testa: ” Chissà se l’abito che ho in mente sarà idoneo alla cena che ha organizzato? speriamo che non mi deluda anche lui! è da tanto che aspettavo questo appuntamento! mi sento al settimo cielo!”.

All’ora di chiusura, corse a casa per prepararsi. Le rimanevano un paio di ore per quello che lei amava definire “restauro”. Si concesse un breve bagno caldo, si passò l’olio per il corpo sulla pelle bagnata e si avvolse nell’accappatoio. Con l’aiuto del phon e la spazzola lisciò i capelli lasciando le punte ondulate. Stese sulle unghia di mani e piedi uno smalto color pesca e mentre aspettava che si asciugasse, tamponò il viso e il decolté con l’acqua di rose. Dopo il parrucco, si dedicò al trucco: contorno occhi, eyeliner, tanto mascara e un pò di lucido sulle labbra, per il resto bastava la tintarella presa al mare la domenica prima. Mancavano pochi minuti, indossò l’abito e dei sandali neri tacco 10. Mentre scriveva un biglietto a Carlotta, che quella sera lavorava per il servizio catering, le squillò il telefonino:

– Pronto?

-PRONTA?- rispose Andrea

-Si, scendo subito!

Durante l’attesa squillò il telefono ad Andrea:

– pronto?…che cosa? ho appena avuto la conferma che all’interno ci potesse essere ciò che cercavo! trovala o non avrai nemmeno un euro da me!”- concluse in fretta la telefonata, quando vide comparire Sofia con un abito che le aderiva sul corpo. L’accompagnò con lo sguardo e si accorse che le bretelle del vestito finivano per incrociarsi sulla schiena, lasciandola completamente scoperta.

– Sei un sogno Sofia!

Lei lo ringraziò con uno sguardo imbarazzato.

– Ora qualsiasi posto scelga non potrà mai essere alla tua altezza!

– dai! smettila! piuttosto decidi in fretta che muoio dalla fame!

Andrea scoppiò a ridere. Quella frase riuscì a togliere l’imbarazzo del classico primo appuntamento. Tra una chiacchierata e l’altra sulla vacanza trascorsa, giunsero nel ristorante più chic del posto con la vista migliore sulla città. Mangiarono deliziose pietanze a base di pesce accompagnate da un ottimo vino bianco. Sofia amava lasciare che gli effetti di alcuni sorsi di vino le dessero la giusta spensieratezza, anche se spesso avrebbe evitato la scena che si ripete ogni volta che si trova in questo tipo di locali, con lui che sorseggia il vino e il cameriere che attende il responso. Andrea la osservava esterrefatto: si sorprese nella scoperta di una persona totalmente diversa da come l’aveva immaginata. Le piaceva il suo carattere solare, lontano da quello enigmatico di alcune categorie di donne a cui era abituato. La cena si concluse con uno squisito dessert di panna cotta ricoperta da un matrimonio di crema alla cioccolata bianca con un sottile ripieno di miele e piccole nocciole. < Grazie per la serata, sono stata molto bene!> < Quindi non ti dispiacerebbe vedermi ancora?> < Non mi dispiacerebbe!> Andrea si avvicinò, le prese la mano e gliela baciò delicatamente. < Buonanotte!> Sofia gli sorrise e uscì dalla macchina un po’ frastornata dagli effetti collaterali del vino e la cascata di emozioni vissute.

CAPITOLO XII

Il rombo di una moto echeggiava fuori la palestra. Nicolò si tolse il casco e con il borsone in spalla, si diresse dritto verso gli spogliatoi. Appena entrato, si preoccupò che fosse solo. Cacciò dal suo borsone il corpo del reato e lo ripose nello stesso posto in cui l’aveva trovato.

Proprio mentre usciva, vide entrare Tony che gli diede l’impressione di fissare la borsa nell’angolo. In seguito, Alessandro gli venne incontro, dandogli una pacca sulla spalle.

– Fammi compagnia mentre mi cambio, devo assolutamente raccontarti una cosa!

Rientrando negli spogliatoi, Nicolò si accorse che la borsa non c’era più e che Tony stava andando via proprio in quel momento con lo zaino stranamente più gonfio. Senza pensarci due volte, lo prese per un braccio e cercò di bloccarlo.

– Fermo! c’era una borsa nell’angolo con questo ciondolo e ora non c’è più! – Cosa vuoi insinuare? come ti permetti!?

Tony lo spinse tentando di andare via, ma intervenne anche Alessandro che gli chiese di aprire il borsone per dimostrare la sua innocenza. Aprirono il borsone e realmente trovarono la borsa rubata.

Nel frattempo le urla dei tre, attirarono l’attenzione dei ragazzi alla reception che cercando di capire cosa fosse successo si accorsero di quel particolare ciondolo a forma di farfalla, ricordando quello descritto da una loro cliente qualche giorno prima.

– Sei proprio un super eroe! disse Alessandro ironicamente.

– E tu il mio degno compagno!> rispose Nicolò fiero delle decisioni che lo avevano portato a fare quel gesto. Ora ciò che più lo interessava, era trovare la sua ragazza misteriosa.

Vi racconto una storia..”La principessa e il ladro”

Continua la pubblicazione di una storia che vorrei raccontarvi di giorno in giorno. S’intitola “la principessa e il ladro”, una storia in cui parlo dell’amore , vissuto da una single in cerca dell’uomo giusto al giorno d’oggi. Lo scopo di questa iniziativa è quello di accogliere suggerimenti per cambiare ciò che non vi piace del capitolo che ho scritto e a fine pagine troverete il vostro nome e potrete poi condividere sui vostri blog o social.

 

CAPITOLO IX

 

16/06/2011

Ecco cosa vogliono le donne:

..l’altro giorno mi è capitato che mi rivolgessero una domanda: “come dovrebbe essere il tuo uomo ideale?”..ed io boh!,..a me piacciono gli uomini con un qualcosa in particolare, quelli che ti passano sempre davanti agli occhi e ti sono indifferenti e poi un bel giorno c’è qualcosa che li rende irresistibilmente affascinanti (..chissà perchè ogni giorno che lo incontri diventa sempre più interessante),..mi piacciono gli Uomini con la camicia (li trovo mooolto sexi), mi piacciono gli Uomini che non hanno bisogno di essere consigliati (in particolare dalla mamma, sorella o fidanzata) per saper vestire: quelli che non metterebbero mai una camicia a righe su un pantalone a quadri, per intenderci. Mi piacciono gli uomini quando assumono quella posa di mettere le mani in tasca, se poi sono sul sedile del passeggero della macchina, mi piace guardarli mentre sono alla guida (quel modo di mettere le mani sul volante), poi mi piacciono quelli che hanno qualcosa da insegnarmi. Mi piacciono quelli che hanno le idee chiare quando gli domando”che genere di musica ascolti?”, mi piacciono gli Uomini con tanti capelli, mi piace che le mie mani siano trai suoi capelli mentre lo bacio, mi piacciono gli uomini che portano un buon profumo (adoro che il suo profumo resti sui miei vestiti quando torno a casa), mi piacciono gli Uomini capaci di farti sentire donna, mi piacciono gli Uomini dolci, quelli che riescono a farti ridere quando sei triste, mi piacciono gli Uomini che non si depilano e non sanno cosa significa linea”slim fit”, mi piacciono gli Uomini più grandi di me (magari con qualche capello bianco), ah..se poi hanno gli occhi chiari…il principe era azzurro per un motivo! mi piacciono gli Uomini che al primo appuntamento non ti domandano ”dove vuoi andare?”.., mi piacciono gli Uomini un po’ gelosi, ma che non pensano tu sia una sua proprietà, mi piacciono gli Uomini che ti offrono la luna senza pretendere che tu gliela dia al primo appuntamento..(ma chi cazz te sap!).., mi piacciono gli Uomini che hanno cura di me, quelli che conoscono la parola rispetto, mi piacciono gli uomini con un bel profilo, e anche un bel sedere..ma anche delle belle gambe. Quelli che sanno regalare dei fiori, quelli che suonano o fanno sport, mi piacciono gli uomini che mi stimolano a dare il meglio di me stessa, che sanno ascoltare e parlare, quelli determinati: quelli che se vogliono una cosa la ottengono,..che più che dire una cosa..LA FANNO!!!....rispondere ad una domanda come questa con dei semplici particolari non avrebbe dato giustizia al mio uomo ideale, ma sono certa che sarei pronta ad innamorarmi di tutto il contrario di quello che ho pocanzi scritto perché vi svelo un segreto: nemmeno noi donne sappiamo quello che vogliamo, ma perché voi…uomini lo sapete????…

Con il viso illuminato dallo schermo del portatile, Nicolò sorrideva leggendo le memorie di quella sconosciuta. Accedere senza impedimenti ai pensieri di una donna lo incuriosiva al punto tale da essere tentato a leggere tutte le note di quella cartella, ma ciò che più lo intrigava era il desiderio di dare un volto all’artefice di queste riflessioni. Accantonò la preziosa cartella e cercò quella delle foto. Non aveva mai visto tanti album fotografici. Immaginò che dovesse essere quel tipo di persona con la passione per la fotografia. ” compleanni, vacanze, ex, best of me,..questa mi sembra interessante!” Nell’album c’erano una serie di scatti: finalmente poteva dare un volto a questa donna del mistero. Ingrandì la prima foto e non si meravigliò che quei pensieri profondi provenissero da una persona con uno sguardo così intenso avvolto in una cascata di morbidi ricci castani con dei fili dorati. I suoi occhi di un verde quasi unico, avevano una luce particolare. Il tutto era accompagnato da un sorriso contagioso. Gli scatti lasciavano supporre che lavorasse come modella, sembravano realizzati da un professionista. Nelle foto traspariva un fascino suadente. In lei c’era qualcosa di magico che travolse Nicolò. Completamente immerso in questo incanto ritornò alle sue letture.

 

CAPITOLO X

28/07/2011

INNO ALL’AMORE:

Stasera vorrei prendere le vesti dell’inguaribile romantica..quindi facciamo un po’ di atmosfera, luci soffuse, una bella colonna sonora (consiglio “When I fall in Love” di Nat King Cole), sgombriamo la mente da brutti pensieri e trattiamo un argomento che io definirei maledettamente fiabesco -> L’INNAMORARSI!

..in quanti modi possiamo tradurre questa parola..c’è chi la chiama: cotta, idillio, infatuazione, attrazione, passioncella, sbandata..per esperienza vissuta posso dire che è..una sorta di male che colpisce spesso il mio cuore e mi rincretinisce fino a rendere quella che era una vita normale in una serie di disastri irreparabili..si, lo confesso: pare che io sia solita subire l’innamoramento facile,..basta che costui sia in possesso di anche uno solo dei pregi del cosiddetto mio “uomo ideale” ed ecco che diamo inizio alle danze dell’innamoramento..sempre se si possa definire tale il pensiero fisso, continuo e instancabile di colui che ai miei occhi, da perfetto sconosciuto qual’era, sembra essere diventato l’uomo perfetto! I sintomi sono vicini a quelli di un malato di Alzheimer: d’improvviso la mia mente viene totalmente occupata da tutto quello che concerne il presunto e potenziale principe del mio cuore..! Per un attimo tutto si ferma, la mia vita prende forma della sua: colori, profumi, parole..tutto mi ricorda lui e mi dimentico di tutto il resto! Questa strana malattia, questo male dolorosamente piacevole comporta effetti collaterali simili ad una droga..qualcosa di estremamente miracoloso ti riempie il cuore, l’anima, la mente, lo stomaco..a questo proposito non posso non citare le famose “farfalle”..quelle sono l’apice del piacere!..quando ti senti dentro una scarica illimitata di battitti del cuore e un uragano di emozioni stravolge la tua esistenza..improvvisamente ti accorgi cosa significhi essere viva..!! AMATE , INNAMORATEVI SPUDORATAMENTE!!!.. non c’è nulla al mondo che possa rendervi così felici..di un overdose d’amore!..

Vi racconto una storia.. #LaprincipessaEilLadro #Carissimame

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CAPITOLO VII

 

26-27/03/2011

Lettera al mio amore..ovunque tu sia!

Mi passerai ,..

anche stavolta amore sei fuggito dalle mie mani

eppure sembravi proprio tu!

aveva la tua bocca, la tua voce, il tuo corpo,

il tuo sorriso, ma i tuoi occhi no!

I suoi non erano quelli per cui avrei perso

la testa perché non mi hanno mai

guardata con il cuore.

Dove stiamo andando anima mia?

quanti falsi te dovrò incontrare

ancora? che voglia di amarti che ho!

Vorrei far mio ogni tuo particolare,

darci il meglio e il peggio di noi, sentire

il tuo profumo durante la giornata,

parlarti, ascoltarti, crescere insieme.

Non voglio arrendermi, ti aspetto..

però che voglia e’ te verè!

 

CAPITOLO VIII

Il cielo stellato nelle serate estive faceva spesso da scenografia alle cene organizzate in terrazza da Sofia e Carlotta.

Adoravano quella parte della casa, in particolare Carlotta..

– Luci spente?- chiese Sofia con in mano due calici di vino bianco.

– Si! mi sa che ora si troverà in qualche locale a ballare dirty dancing con qualche Polly Pocket! dammi quel calice, devo dimenticare!

– Beh, allora dimenticheremo insieme! il team dei miei fans fa pena! cin cin!

– Cin socia!

Brindarono stese sui lettini con lo sguardo rivolto al cielo.

– Sono un incanto le sere d’estate con i grilli che cantano!- disse Carlotta.

– Non so te, ma a me ricordano quelle dei primi appuntamenti. Quando gli uomini sono sempre perfetti: si presentano puntuali sotto casa, organizzano cene al chiaro di luna, ti riempiono di complimenti e si dipingono come l’uomo ideale. Proprio come l’ultimo caso perso che ho archiviato l’altra sera. Dopo la trasformazione da principe a polipo, sono stata costretta a fargli il famoso discorsetto del “non-te-la-do” ed è scappato!

– Sono tutti uguali! a me sembra di frequentare dei robot con il pilota automatico, sono senza cuore! mirano all’obiettivo e se non lo raggiungono, freddano ogni legame per poi proseguire con la prossima vittima!

– Quello della nostra epoca non è amore, e’un tunnel polare dei sentimenti!

– A proposito di gelo.. ci starebbe bene quel barattolone di gelato panna cotta, cioccolata bianca e caramello?!”- disse Carlotta che era solita gestire in questo modo i cali di dolcezze.

– Magari con una spruzzatina di nocciole e meringhe?- concluse spudoratamente la sua degna compagna di merende.

Rientrarono in casa per procurarsi la loro dose di zuccheri, ma si accorsero che mancava proprio il gelato, si guardarono deluse e Carlotta disse subito:

– tranqui! scendo al bar e provvedo!- Sofia le sorrise vedendola correre verso la porta.

Carlotta uscì dal palazzo ed entrando di corsa nel bar si scontrò con un paio di addominali nascosti sotto una profumosa Fred Perry. Alzò lo sguardo e si accorse di avere le mani sul petto del suo amore platonico, meglio noto come “bamboleiro”, il quale vedendola in uno stato confusionale le chiese preoccupato:

– Tutto bene?

Carlotta vide per pochi istanti realizzarsi uno dei suoi tanti sogni notturni. – Si, si! scusami ero di corsa..

– Me ne sono accorto! ma tu abiti in questo palazzo ,vero?

Carlotta non riusciva ancora a crederci: lui, il principe dei suoi desideri era consapevole della sua esistenza!

– Si! anche tu hai un viso familiare!- rispose cercando a tutti i costi di apparire convincente, mentre continuava ad ammirare quel sorriso accecante.

– Io abito proprio di fronte al vostro appartamento. Mi chiamo Alessandro!

Lo ascoltava cercando di imprimere nella mente il suono della sua voce in perfetta sintonia con le espressioni dei suoi occhi neri e un sorriso che faceva invidia a quello di un attore americano.

– Io sono Carlotta!

– Ah, Carlotta che nome simpatico!

– Anche il tuo non è male!

Sorrisero scambiandosi sguardi di complicità, si salutarono e mentre Carlotta varcava l’uscio del bar, Alessandro si girò e la chiamò :

– Vicina!

Carlotta riconobbe quel tono di voce che suonava al suo orecchio come un insieme di note ben accostate.

– Mi dica?- rispose ironicamente.

– Sabato dò una festa! ti va di venire? puoi portare chi vuoi!

Carlotta non ci pensò due volte e rispose subito di si.

Alessandro si diresse verso il suo palazzo e lei rimase a guardarlo fino a quando lo vide scomparire dietro il portone.

Ritornò a casa a mani vuote, lasciando Sofia scontenta.

– ehi! e il  nostro gelato?

– Mi dispiace, ma io ho già avuto la mia dose di zuccheri!

Vi racconto una storia.. #LaPrincipessaEilLadro #Carissimame

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CAPITOLO VI

Il rumore di un campanello suonò alla porta del “cosa mi metto?”, la piccola sartoria in cui lavorava Sofia. Si aprì la porta e vide Carlotta entrare.

– Ho portato i panini! pranziamo al parco?- disse Carlotta mentre Sofia si sistemava i capelli allo specchio.

– Si, amì! oggi è uno di quei giorni in cui mi sento un cesso!

– Ma smettila! ti assicuro che tutto puoi sembrare tranne che brutta!

Chiusero insieme il negozio per dirigersi verso il parco.

– La cosa più brutta è che capita sempre quando devo per forza uscire di casa!..ma il peggio è sempre dietro l’angolo- disse queste ultime parole abbassando il tono della voce, vedendo venirle incontro la sua “amica- nemica” talmente perfetta da ricordarle quelle bamboline con cui giocava da piccola, le Polly Pocket!

– Sta arrivando Polly! a volte penso che se la mettessi a testa in giù, i capelli le resterebbero attaccati alle spalle, forse non le salirebbe nemmeno il sangue al cervello!- aggiunse Carlotta sottovoce.

– Ooooh! ma ti fai sempre più bella!- con quel sorriso a 180 denti salutò Sofia.

– Ciao! grazie, anche tu!- aspettando che Polly si allontanasse Sofia continuò a (s)parlarne con Carlotta

– mmm, fingo di crederle, ma soprattutto cerco di trattenere quell’incontenibile voglia di chiederle come sia possibile che una donna normale in tutti 365 giorni all’anno riesca a non avere mai un capello fuori posto, il trucco sbavato, un paio di scarpe basse ai piedi? insomma quel maledetto “giorno no” del mese, su di lei che effetti miracolosi ha?

– Con il tempo mi sono convinta che questa sorta di Polly Pocket sia un’ extra terrestre!

Risero insieme, mentre un uomo passò accanto e sussurrò “siete stupende!”.

– Sentito? proprio quando credi che oggi sia il famoso “giorno no”, ecco che si verifica quel piccolo miracolo chiamato “complimento”! – disse Carlotta sorridendo all’amica.

– Sembra assurdo, ma anche un semplice gesto come questo può convertire un giorno no ad un giorno “ni”!

– Ma il meglio deve ancora venire..- disse Carlotta facendole cenno con lo sguardo verso Andrea, un macho man con il perenne colorito di un cubano.

– Nooo! posso essere più sfigata di così? possibile che nel giorno in cui tutti i tentativi di trucco e parrucco risultino vani, incontro quel frescone che mi strapiace e non riesco mai a beccare quando invece mi sento al top!- disse Sofia mentre cercava di fare gli scongiuri affinchè quest’incontro riavvicinato non avvenisse per una qualsiasi causa di forza maggiore (terremoto, maremoto, uragano) o semplicemente una telefonata che lo distragga da questa iniziativa, giunta nel posto e nel momento sbagliato.

Quando lo vide venirle incontro in tutto il suo splendore, nella sua mente partì la scena a rallentatore con la sua colonna sonora (“more, more, more”- Andrea true connection), si avvicina, cingendole il braccio intorno alla vita. In quell’istante Sofia pensò inevitabilmente:”no! la ciccia sui fianchi! non respirare! pancia dentro! petto in fuori! no, vabbè quello no, è un caso perso! non arrossire! non arrossire!”.

Andrea le baciò una guancia dicendole:

– che bella che sei oggi! questa gonna ti sta benissimo!

All’improvviso Sofia senti fermare tutto: colonna sonora, gente che viene, gente che va (compresa Polly). Si guardò intorno e una volta assicuratasi che lo stesse dicendo proprio a lei, gli rispose:

– giuro che non è stata la prima cosa che ho preso dall’armadio!

Andrea sorrise e disse:

– oggi parto per una decina di giorni di mare, appena torno, se ti va, potremmo uscire insieme?

Sofia acconsentì con la testa e lo salutò, ancora incredula dell’accaduto.

Carlotta si mise sotto al suo braccio e le disse:

– amica! decisamente! non è un giorno no!.

“Il ladro e la principessa”..capitolo dopo capitolo.. read my book!

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CAPITOLO IV

– Signorina siamo mortificati! non è mai accaduto che si verificassero furti nella nostra palestra!

– Avevo il mio computer in quella borsa!

– La prego, si calmi! le prometto che se non ritroveremo la borsa, le risarciremo il danno che le abbiamo causato, intanto mi descriva la borsa..

– Credo che per quanto lei cerchi di rimediare, non riuscirà a farmi calmare! comunque la borsa è marrone con un ciondolo a forma di farfalla, questo è il mio numero, mi chiami per aggiornarmi!- disse Sofia, lasciando la palestra quasi in lacrime.

– ohiiii, non fare così! ti hanno appena detto che ti risarciranno! non sei contenta?! avrai un bel computer nuovo!- sussurrò  dolcemente Carlotta, cercando di darle conforto.

– Su quel PC c’era tutta la mia vita!

– Cosa?- rispose incredula Carlotta.

– Ci ho annotato giorno per giorno gli ultimi anni della mia vita. Ci sono tutte le mie confidenze, ma soprattutto i i miei ricordi!

– E devo dedurre che non hai mai salvato i dati su un cd..- le disse speranzosa Carlotta.

Sofia le fece cenno di no con un’espressione di tristezza e sconforto.

Sapere che un estraneo potesse avere libero accesso al suo diario, la rendeva terribilmente fragile.

Più di tutto le dispiaceva abbandonare quell’abitudine di rileggere alcune delle pagine scritte. Per lei i suoi diari erano dei piccoli tesori: un modo per poter ritornare indietro nel tempo e rivivere dei momenti che spesso dimentichiamo.

– Era per questo che chiudevi il PC quando mi vedevi arrivare?- disse Carlotta mentre erano sulla strada di casa.

– Si, ma..- Sofia cercò di giustificarsi, ma Carlotta la interruppe e poggiandole il braccio sulle spalle, disse:

– non devi scusarti! però che delusione che sei, io pensavo guardassi film sconci! – l’amica riuscì inevitabilmente a strapparle un sorriso. Felice del risultato ottenuto, continuò a portarla lontana da quel dispiacere, chiedendole:

– allora, quando vogliamo organizzarci per quel viaggio?

– Presto Carlotta, il prima

CAPITOLO V

Nicolò uscì dalla doccia e si avvolse l’asciugamano in vita. Diede una passata di phon sullo specchio annebbiato dal vapore. Si trovò davanti ad un uomo che non gli piaceva più, ma era stufo di quell’immagine da bravo ragazzo. A cosa era servito comportarsi correttamente? Sua madre l’aveva fatto, rimase fedele al padre anche dopo esser stata lasciata per un’altra e cosa ha ricevuto in cambio? improvvisamente sentì un gran senso di colpa, cosa avrebbe pensato di lui se fosse ancora viva? capii che la fedeltà di sua madre era stata ricompensata dall’affetto che lui le aveva sempre dimostrato. Comprese subito di aver commesso un grave errore impossessandosi di cose che non gli appartenevano.

Si convinse che per rimediare avrebbe dovuto riportare indietro quella borsa, lasciandola nello stesso posto dove l’aveva trovata. Sperando che nessuno se ne sarebbe accorto.

Dopo queste riflessioni, smise di torturarsi e dopo essersi asciugato si preparò la cena. Gli piaceva molto cucinare, imparò a godersi anche da solo degli attimi di piacere, preparandosi delle deliziose cenette, accompagnate da buon vino e musica jazz.

Miles Davis suonava la sua “it never entered my mind”, mentre Nicolò finiva il suo bicchiere di vino seduto sul divano.

Gli cadde l’occhio sul portatile posto proprio davanti a lui. Non aveva ancora ceduto alla tentazione di accenderlo. Provò a trattenere la sua curiosità cercando intorno a sè qualche pretesto che riuscisse a distrarlo.

Fece un giro di canali, ma era nato quasi un corteggiamento con quell’aggeggio che sembrava gli chiedesse “accendimi!”.

Dopo qualche  minuto di zapping, fece ritornare il suo sguardo sul PC e si arrese.

Il desktop aveva come sfondo l’immagine di un’ orchidea rosa coperta da cartelle rinominate “my juke box, curriculum, my clicks, Carissima me,..Carissima me?, cosa sarà?”. Malgrado si sentisse peggio di un ladro, non riuscì a non continuare e aprì la cartella. Vide una serie infinite di date e aprì quella più recente..

Vi racconto una storia..”La principessa e il ladro”..

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CAPITOLO III

– Sei passato dall’avvocato per l’assegno?

– Si, Papà!

– Potresti venire da me qualche giorno? il padre di Christel mi ha fatto più volte delle proposte di lavoro che potrebbero interessarti!

– senti papà, non ricominciare con questa storia.

– Appena riesco a trovare un po’ di tempo ce ne andiamo al mare, che ne pensi?

– si,si..

Erano queste le uniche conversazioni che Nicolò aveva con il padre da quando aveva lasciato la madre per un’altra donna, non avevano più lo stesso legame e i loro rapporti peggiorarono quando la madre si ammalò gravemente.

Nicolò visse gli ultimi mesi della sua malattia cercando di donarle tutto l’amore che ha sempre temuto di non darle abbastanza.

Trascurò amici e passioni, lasciò l’università a pochi esami dalla laurea. Tutto quello che voleva era curare sua madre, ma nonostante le sue speranze morì in una sera di settembre, proprio davanti ai suoi occhi.

Lasciò Milano, città nella quale si trasferì con la madre quando aveva otto anni. Ignorò la richiesta del padre che lo voleva con sè in Germania, decidendo di ritornare nella villa di famiglia a Napoli, dove aveva vissuto fin da piccolo. Concludere gli studi era tra gli obiettivi che Nicolò si era posto, ma col tempo le cose cambiarono e un evento in particolare diede una scossa alla sua vita in quel momento.

Un giorno tornando a casa in metro, nell’attesa che arrivasse il treno con la scusa dei ritardi continui che i passeggeri sono costretti a sopportare, conobbe una ragazza.

Continuarono a chiacchierare fino a quando il suono del telefonino della ragazza interruppe la loro conversazione. Subito dopo, la ragazza ripose distrattamente il telefonino in borsa, riprendendo a parlare con Nicolò, poi si accorse di essere arrivata alla sua fermata e lo salutò in fretta.

Quando Nicolò giunse sotto casa, frugando nel suo zaino per trovare le chiavi del cancello trovò il telefonino della ragazza della metrò.

Entrò in casa, pensando che per restituirlo avrebbe potuto risalire dalla rubrica a uno dei numeri presenti e perché no, approfittarne per chiederle un appuntamento.

Prima però doveva preoccuparsi dell’appuntamento in palestra con Alessandro, l’unico amico dal quale non si allontanò. Erano cresciuti insieme e hanno sempre contato l’uno sull’altro. Quello della palestra era solo un pretesto da parte di Alessandro per riportarlo a quelle che una volta erano le sue vecchie abitudini.

Raccontò ciò che gli era accaduto in sala attrezzi. L’amico, dopo essersi informato se ne valesse la pena, gli suggerì di procurarsi un appuntamento, mentre Tony, l’allenatore, gli disse di venderselo su internet, sapeva che molti ladri smaltivano così la refurtiva. Dopo l’intervento di quest’ultimo, Alessandro scoppiò a ridere, conosceva l’integrità dell’amico e non avrebbe mai avuto il coraggio d’infrangere le regole.

La sera di quello stesso giorno, Nicolò ripensò alle parole di Alessandro. Si sentì come sfidato dall’amico che sembrava reputarlo un vigliacco. Senza pensarci due volte, decise di prendere il telefonino e cancellare tutti i dati all’interno, poi accese il suo computer e cercò una linea wifi sconosciuta per connettersi, evitando in questo modo che il suo indirizzo potesse essere registrato dal sito dove vendeva il cellulare. Qualche giorno dopo l’inserimento dell’annuncio, riuscì a venderlo.

L’operazione fu così semplice e breve da non avergli dato nemmeno il tempo di pensare che stava per commettere un reato.

Ciò che invece lo incoraggiava era aver risposto con successo alla sfida che gli aveva inconsapevolmente proposto Alessandro.

Qualche giorno dopo, durante gli esercizi in palestra voleva confidarsi con l’amico, spiegandogli quanto fu facile organizzare il tutto, ma mentre si cambiava nello spogliatoio si accorse della presenza di una borsa nascosta con un asciugamano in un angolo.

Aveva notato che era già da un bel po’ lì, ma nessuno era tornato a prenderla. Gli venne uno strano pensiero per la testa: “potrei venderla su internet!?”. All’improvviso entrò Tony, lo vide prendere un asciugamano dal suo armadietto per poi ritornare in sala attrezzi.

Quando la porta si chiuse, si avvicinò velocemente alla borsa abbandonata e la infilò nel suo borsone.

Uscì frettolosamente dalla palestra e telefonò l’amico:” pronto Ale,..sto andando a casa, non mi sento un gran ché..”

” ok, ma mettiti in forze per sabato sera, ho organizzato un seratone! “

” tranquillo, ci sarò! ” rispose sollevato, l’idea di andare in palestra non l’ha mai entusiasmato.

Durante la strada verso casa, cominciava a sentire il peso delle sue azioni.

Il pensiero di quello che stava per fare, gli faceva battere forte il cuore.

Aveva dentro di se una commistione di emozioni, sapeva di sbagliare, ma ormai la tentazione di riprovare la sensazione della prima volta gli faceva perdere quella razionalità che lo ha sempre distinto dagli altri.

Arrivò a casa e prese posto sul divano appoggiando sul tavolino il suo borsone, dal quale prese subito la borsa rubata.

All’interno  trovò un vestito verde, delle ballerine marroni, un beauty. Dettagli che lasciavano intendere che la borsa appartenesse ad una donna, ma che ci faceva nello spogliatoio degli uomini?

Smise di chiederselo, quando continuando a frugare trovò un  PC portatile bianco.

“La principessa e il ladro”

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Comincia oggi la pubblicazione di una storia che vorrei raccontarvi di giorno in giorno. S’intitola “la principessa e il ladro”, una storia in cui parlo dell’amore , vissuto da una single in cerca dell’uomo giusto al giorno d’oggi. Lo scopo di questa iniziativa è quello di accogliere suggerimenti per cambiare ciò che non vi piace del capitolo che ho scritto e a fine pagine troverete il vostro nome e potrete poi condividere sui vostri blog o social.

La principessa e il ladro

PROLOGO:

Il cielo era illuminato dai colori del tramonto e un rumore delle rotelle di una piccola bici sull’asfalto, interrompeva il dolce suono delle onde in lontananza.

Quella non fu la solita estate per la piccola Sofia. Con un grande sorriso sul viso, guidando la sua prima bici sul lungomare, le sembrava di aver conquistato il mondo intero.

Condivideva questo piccolo traguardo con il suo fedele amichetto Nicolò che la inseguiva, correndole dietro. Il loro era un legame speciale, di quelli che classifichi come le prime amicizie della tua vita. Sofia gli era molto legata da quando prese le sue difese con un bambino che aveva l’hobby di prendersi sempre gioco di lei.

Quel giorno, Nicolò era davanti al jukebox del bar, quando vide la scena ripetersi. Intento nella scelta di una canzone, notò Sofia in difficoltà e pensò di intervenire. Uscì velocemente dalla gelateria con un mega gelato tra le mani, mentre dal jukebox Gianni Morandi cantava “se non avessi più te”, si avvicinò in suo soccorso e con aria sicura, disse: “ehi! se non la lasci stare ti butto il gelato addosso?”. Il bulletto incrociò le braccia e gli rispose: “non hai il coraggio, gnomo!”.

Nicolò rivolse uno sguardo verso Sofia, quel suo sguardo dolce e indifeso bastarono per incoraggiarlo e l’istante dopo, il gelato fragola e limone scorreva sul coccodrillo della polo del presuntuoso bimbo.

Da quel momento trascorsero insieme ogni giorno di quell’estate.

A fine vacanza furono costretti a salutarsi,..ignari che se la vita li avesse potuti separare, il destino li avrebbe uniti!

 

CAPITOLO I

 

< Finalmente è finita! Entro nel palazzo, lo saluto, mi rigiro per dargli la chance di recupero, ma era già sparito! Mai che ti accompagnassero alla porta di casa! detesto quei film in cui lasciano vedere la scena di lui che l’accompagna, aspettando che vada via. Ci riempiono di false speranze!

Arrivata a casa, mi chiudo la porta alle spalle e tiro un sospiro di sollievo, non solo per essermi salvata da un probabile Jack lo squartatore, anche per aver terminato l’ennesimo “appunta-tormento” con il principe pezzotto di turno! >.

Sofia spense il pc e si diresse verso la sua camera, crollando sul letto esausta. Il buon profumo di bucato delle lenzuola la confortò, accompagnandola nel sonno. Quell’ultimo sguardo alla fotografia sul comodino sembrava dire..”buonanotte” all’unico uomo che le aveva dato amore vero.

Erano passati 16 anni da quando non sentiva più la sua voce chiamarla. Con gli anni si accorse dell’assenza della parola “papà” nel suo vocabolario quotidiano e questo contribuiva a  farle sentire un’immensa mancanza. Di lui conservava il ricordo di un uomo dolcissimo che provava amore incondizionato per sua moglie e le sue figlie, le uniche donne della sua vita. Quando si perde una persona cara si finisce per cambiare se stessi, nel peggiore dei casi si prendono cattive strade, a Sofia invece fece comprendere il vero significato delle cose importanti della vita. Maturò prima ancora di diventare grande, fu questo l’unico dono che gli lasciò suo padre, oltre ai caratteri del viso come spesso il resto della sua famiglia amava ricordarle. Un viso, i cui dettagli Sofia cercò di non dimenticare circondandosi delle sue foto, proprio come quella foto sul comodino, a cui rivolgeva l’ultimo sguardo prima di dormire.

 

CAPITOLO II

 

– Avanti il prossimo!- disse Carlotta sbucando dalla finestra del terrazzo. Sofia, appena si accorse della sua presenza, chiuse subito il portatile. Carlotta quando notava questo gesto, aveva l’impressione che le volesse nascondere qualcosa, ma, nonostante ciò, non le chiese mai spiegazioni.

La loro amicizia fu amore a prima vista. Da quando Sofia la scelse come inquilina, dicendole: “nella mia vita ho deciso di circondarmi di persone diverse e non conosco ancora nessuna che si chiami Carlotta!”

Sofia le confessa che il vero motivo che la portò a scegliere lei come inquilina era per la sua innata dote culinaria, ogni volta che ricordano quel momento, scoppiano a ridere.

– Opterò  per un bel periodo di clausura!- disse Sofia sorridendo.

– Ok! qui ci vuole una grande colazione, che dici?

– Si, ma entriamo dentro! – disse Sofia, facendo segno con lo sguardo verso la finestra di fronte.

– Di già?! ma non è un po’ prestino per le sue performance ballerine?

– Ballerine?! Magari! oggi si è messo a parlare al telefono in mutande!

– No! mi sono persa il mio buongiorno preferito!- rispose Carlotta, delusa dal suo amore segreto. Una sorta di “ragazzo della porta accanto”( anche se in questo caso sarebbe il caso di definire ” ragazzo della finestra di fronte”) con la passione per la musica cubana e l’unico difetto di essersi fermato al look degli anni ’80.

Entrando in cucina cominciarono a prepararsi quello che loro adorano chiamare “il menù del giorno dopo”: crepe con panna, frutta e nutella. La ricetta con gli ingredienti giusti per superare i momenti  in cui è facile perdere il sorriso.

– Dopo corsetta al parco?- domandò Carlotta, mentre finiva la sua crepe.

– Obbligatorio!!- le rispose Sofia con la bocca ancora piena, sorridendole.

– Ok, missione compiuta!- disse soddisfatta Carlotta.

– Cosa?

– Mi hai sorriso!!!

 

To be_Luppy_continued..

CSC: Si o NO???

Avete presente quando comprate qualcosa in un negozio di abbigliamento, poi però decidete di sostituirla perché c’era qualcosa che non andava?..sì?!

Questo è esattamente ciò che mi viene in mente quando si parla del famoso ” CSC”!

Ricapitolando il manuale della resilienza, superato il lutto sentimentale, la fase che sto per descrivere è quella in cui ti troverai di fronte a due strade da intraprendere:

  • La prima è quella della solitudine;
  • La seconda è quella del chiodo scaccia chiodo;

La prima opzione è quella più razionale, ma in base alla durata potrebbe diventare l’opzione dei vigliacchi, viceversa per la scelta seguente.

Mi spiego meglio..

Mi rendo conto che la strada più facile, sarebbe quella di tuffarsi nel mondo del CSC, ma le probabilità che vi troviate di fronte all’uomo giusto sono molto scarse, finireste nel negozio dei principi pezzotti per cambiare articolo ripetutamente fino ad averne la nausea.

Accettare la solitudine non è un’impresa semplice, ma allo stesso tempo risulta l’unico modo per conoscersi e capire cosa vogliamo veramente. Per quanto possa essere complicato scavare nella nostra anima è la strada che ci porterà meno confusione per la testa. In un momento negativo della vita, il mio motto è sempre quello di trovare il lato positivo. Se avete pensato all’altra metà come un protagonista principale della vostra vita e difficile trovarsi ad accettare la sua assenza, ma come si suol dire non tutti i mali vengono per nuocere! Potrebbe diventare un percorso molto interessante, sarete alla scoperta di nuove passioni, di esperienze destinate a lasciarvi leggerezza, sensazioni di spensieratezza.

Non dovrete dimenticare una regola importante: quando sarete pronte, abbiate il coraggio di mettervi in gioco!

Con affetto, la vostra Luppy

 

 

 

Per il bene che mi voglio..

Questo è uno di quei giorni in cui ci si ricorda della violenza sulle donne, anche se..noi donne non dovremmo rischiare di dimenticarlo, tutti i giorni dobbiamo lottare contro i tabù mentali che la religione ci impone dall’infanzia, molte di noi si lasciano influenzare dall’idea che siamo il sesso debole e questo ci mette nella condizione di aver paura, la paura di non riuscire a difenderci abbastanza. Questo è quello che a qualcuno piace affermare, ma io non mi considero parte del sesso debole, continuo ad affermare senza un briciolo di umiltà che la donna ha un ruolo importantissimo nella società. Chi segue il mio blog sa quanto tenga a sostenere i cuori infranti, ma in particolare l’amore per se stesse, perché tutto parte dalla stima che abbiamo per noi.. carissime! Oltre a quell’indole materna, dentro di noi c’è un potere speciale che va ben oltre quel vigore maschile, io la chiamo semplicemente ” la forza delle donne”, quel qualcosa che miracolosamente ti fa affrontare gli ostacoli più grandi della vita. Non mollate carissime!
Con affetto, Luppy

Ricetta del giorno: Minestra riscaldata!!!

Ritorno a curare i cuori spezzati parlando di una pietanza che potrebbe ripresentarsi nel menù della vostra vita: parlo della minestra riscaldata!

Sostenendo sempre la parte lesa ed essendoci passata già per prima, la vostra Wonder Luppy si sente in dovere di dover entrare in azione!

Questo è il momento in cui vi sentirete in bilico tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Allora, la scena del crimine è sempre la stessa:

Dopo esserti lasciata alle spalle la ricca collezione di rotoli di carta igienica sprecati per piangere la fine di quella storia, fai i tuoi primi passi verso il mondo dei single, giungono le prime consapevolezze: prima fra tutte, sei libera! cominci a guardati intorno e scoprire i tantissimi vantaggi di non dover avere accanto quel bastardo a cui dedicavi ogni minuto del tuo prezioso tempo inutilmente, sei l’unica persona a cui dover pensare, sei nel club degli egoisti senza sensi di colpa, ma soprattutto ti accorgi che al mondo non esiste solo quel pezzo di merda che ti ha lasciata per un’altra o per chissà quale cazzata gli girava per la testa! stai per far rinascere la donna che si è sempre fatta da parte e quando gli altri questo cominciano a notarlo..a lui questo non piace!

L’iter della fine di una storia potrebbe prevedere anche questo, il ritorno di quel deficiente del tuo ex! Ti riempirà la testa di promesse, ti dirà che è cambiato, che gli manchi, che sei TU l’unica donna per lui,..sì, ti ripeterà tutte quelle cose che ti ha sempre detto, ma che poi non si sa perché, quando ti ha lasciato, si è dimenticato!

Il secondo step è la tua decisione: capisco le sensazioni che provi, sei tra la piacevole soddisfazione della ruota che gira e il rimorso di non averci riprovato, sei tra il “arò te fatt Natal, fatt pur Pasqua” e i il “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano..”. In entrambi i casi, ciò di cui hai bisogno è il coraggio! Se si tratta di minestra, vuol dire che lui è ancora nel tuo cuore, allora sì, dovrai avere Il coraggio di mettere il tuo orgoglio da parte e ritornare con lui, ridargli piano piano la tua fiducia e sperare che i suoi siano buoni sentimenti, pronti a non farti dubitare nemmeno per un attimo del suo amore per te. Potrebbe andarti bene, ma potrebbe andare come è successo a me.

Ci ho creduto in quell’amore promesso, ma con l’unico risultato che ho finito per odiare prima lui e poi me stessa. Oggi posso dire di essere felice accanto alla persona giusta. Chi sono io per dirvi cosa fare?..l’unico consiglio che posso darvi è quello di non buttarvi subito tra le braccia del vostro ex, mettetelo alla prova, dovete capire se è veramente chi dice di essere. Insomma, ne deve veramente valere la pena! Non dimenticate che ogni momento che sprecate con la persona sbagliata, è un momento che non dedicate a voi stesse! Life is one!

Spero che qualsiasi sia la vostra scelta, ritroviate presto la strada per la felicità.

Con affetto, Luppy

Colonna sonora consigliata: RAf- “Amarsi o non amarsi”.

 

 

La nostra estate..

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Questo è esattamente il periodo post vacanze in cui per la mia testa girano un paio di canzoni nostalgiche che vanno dal “L’estate sta finendo” a ” Settembre e nuie” , per terminare con la scena finale del film “Sapore di sale”.

Malgrado i miei gusti musicali mi portino sempre altrove, anche quest’estate ha avuto le sue canzoni, i soliti tormentoni in tutti i sensi: dal re delle canzoni caf, figlio ingrato di quell’Iglesias che diede senso alle partenze del passato con “la valigia sul letto è quella di un lungo viaggio”, eh! quelli sì che erano altri tempi, non certo come quelli di oggi in cui le spiagge sono piene di gente che vuole andare a  “comandare”!!!

Come ogni estate che si rispetti, anche questa ha avuto il balletto dell’estate. Sui social c’è stato il debutto di Gianluca Vacchi e consorte che ha fatto rinascere il talento dei loro followers pronti ad imitare le loro movenze ricordando più o ball d’o cavall e facendomi rimpiangere la macarena e el tiburon delle mie estati al sapore di cuore di panna.

Il bello dell’estate è sempre stato il primo giorno di vacanza. Che tu sia nel posto più bello del mondo o nel cesso di casa tua, non importa! da quel momento fino all’ultimo giorno di ferie ti capiterà di provare quella sensazione del “non so che ora è, non so che giorno è e non me ne frega niente!”.

Pronti? partenza: OFF!!! Sveglie disattivate, quelle diete mai cominciate hanno ancora un’altro pretesto per essere rimandate, corona alla mano verso i tramonti che ti sei perso perché, come la dieta, hai rimandato anche questo, prepari la valigia una settimana prima con la speranza che si avvicini al più presto il giorno della partenza, con l’arteteca di chi ha bisogno di dimenticare perfino il posto dove ha messo il sale. E’ come se in quei giorni ci si mettesse in uno stato di perdita di memoria. Vuoi stà senza pensier!

Con quest’animo, Mr Effy ed io ci siamo regalati 7 giorni a Minorca (Isole Baleari). Ad un’ora e mezza da Napoli voliamo verso quest’isola spagnola che ci accoglie con la tranquillità che speravamo. Ormai lontani da Enrique e i comandanti lasciati in Italia, ci siamo saziati di tutto ciò che ci ha offerto questo paradiso in cui non riesci nemmeno a fare un pensiero senza mettere la “esse” alla fine delle parole.

Il bello di questo posto è che, anche se sei ad agosto, sembra che le spiagge ti conservino sempre un posto per il tuo ombrellino, magari vicino alla riva per godere del venticello durante la tintarella. Farsi “spugnare” le dita delle mani in quel mare che farebbe invidia all’acqua della più bella piscina. Passeggiare senza sosta,  tra i sentieri con la curiosità di sbucare in qualche caletta meravigliosa come Cala Presili per fare il bagno e ammirare in lontananza il faro di Favaritx, circondato da quella magica atmosfera travolgente come le onde che s’infrangono sugli scogli donandogli quel fascino selvaggio. Il silenzio di Es Castel che vedeva come unico protagonista il vento, quanto vento..non c’è mai stato un vento così bello! ci ha accompagnato fino all’ultimo tratto del porto regalandoci paesaggi incantevoli. Trovo che non ci sia nulla di più scenografico del vento sul mare..le barchette dei pescatori che non trovano pace, su molte di queste sventola la bandierina della Spagna che ha tanto in comune con Napoli. La tentazione di tornare a casa con le avarca ai piedi. Le notti minorchine: potrei raccontarvi delle cene a lume di candela trascorse vicino al mare, ma a me piace una in particolare, quella in cui mi svegliai durante la notte e curiosa di vedere l’alba, fui sorpresa da  un’emorragia di stelle nel cielo che ancora se ci penso mi fanno battere il cuore. Le colazioni senza pietà con l’Ensaimada, i grappoloni di uva e le mattine in spa sulla terrazza dell’albergo.  I suoi sapori..che profumano di quel qualcosa di genuino come i calamari e la sangria del Mercado de Pescados, la maionese, nata su quest’isola, la cui bontà sarà difficile ritrovare, come tutto il resto che ha reso questa vacanza indimenticabile, lasciandoci la voglia di ritornare, magari con un figlio visto che l’ho battezzata l’isola dei bimbi belli.

Quella che sta per finire, è stata un’estate importante perché per la prima volta, dopo tanto tempo, al termine delle vacanze non ho sentito quella sensazione di malinconia per la nostalgia del posto lasciato. Come se la mia anima avesse imparato a sentirsi in vacanza costantemente o, probabilmente, perché custodiva la felicità di ritornare con Mr Effy nella nostra sweet home!

 

 

Le coincidenze hanno avuto sempre un effetto magico su di me: oggi mi sono trovata a leggere queste parole scritte da Madre Teresa di Calcutta e non posso fare a meno di collegarle all’iniziativa di questo blog.

“Ci sono persone che hanno un compagno, ma che si sentono talmente sole e vuote che è come se non lo avessero. Altre, invece, pur di non aspettare, decidono di camminare accanto alla persona sbagliata e, nel loro egoismo, non permettono a quella persona di allontanarsi, anche se sanno che non la rendono felice.

Ci sono persone che portano avanti matrimoni o fidanzamenti ormai distrutti, perché credono che stare da soli sia difficile ed inaccettabile. Ci sono persone che decidono di occupare il secondo posto cercando di arrivare al primo, ma quel viaggio è difficile, scomodo e ci riempie di dolore e di abbandono.

Eppure, ci sono altre persone che sono da sole e vivono e brillano e si lasciano travolgere dalla vita nel migliore dei modi. Persone che non si spengono, anzi, al contrario, che ogni giorno si accendono di più. Persone che imparano a godersi la solitudine perché le aiuta ad avvicinarsi a se stesse, a crescere e a diventare più forti dentro.

Queste persone sono quelle che un giorno, senza sapere esattamente quando né perché, troveranno al loro fianco una persona che le ama con amore vero e, allora, si innamoreranno nel modo più bello”.
Madre Teresa di Calcutta

Sono le persone descritte al termine di questo articolo le vere vincitrici: è il percorso verso la felicità che tutti dovrebbero affrontare dopo aver vissuto cattive esperienze sentimentali!

Il trucco dell’aperitivo..

Mio padre mi diceva che
per far felice una donna non ci vuole molto,
ma ci vuole molto.

Cioè, si spiegava meglio,
non ci vuole molto impegno,
ma ci vuole molta passione.

Non ci vogliono molti soldi,
ma ci vuole molta creatività.

Per vedere se
la donna che hai accanto sta bene,
tu portala a passeggiare, mi diceva.

Portala nei vicoli della città,
portala a guardare le cose piccole,
come le vecchiette che
annaffiano dai balconi.

Che poi le passeggiate aiutano pure
ad innamorarsi di più, mi diceva.

Perché quando si cammina
i pensieri stupidi scorrono via,
e rimane solo il presente,
la bellezza del giorno, voi due.

Poi, portala a fare un aperitivo, mi diceva;
quella sarà la prova del nove.

Fate un bell’aperitivo insieme,
riposatevi dalla passeggiata,
bevete e mangiate, ridete,
diamine falla ridere.

E se dopo l’aperitivo ti dice:
io ho ancora fame, andiamo a cena ?
Allora significa che quella persona
sta davvero bene con te.

È felice, mi diceva.

Perché una donna quando sta bene
ha sempre fame.

Gio Evan

Come musica..

Ho sempre avuto difficoltà nel descrivere i miei gusti musicali, non so nemmeno dirvi quale sia la mia canzone preferita: comincerei con la prima, ma ne seguirebbero sicuramente tante altre. Malgrado tutto, esiste un cantante che si differenzia in modo particolare. Non posso dire di appartenere a quella categoria di fan che seguono tutti i suoi concerti e conoscono a memoria tutte le sue canzoni, ma resta una colonna sonora rilevante della mia vita.

Il suo nome è Jovanotti:

  • nella mia lista di cose da fare almeno una volta nella vita c’era quello di vedere un suo concerto ( dopo il suo, c’è quello di Morandi con mia madre ),
  • se avessi un figlio maschio lo chiamerei Lorenzo perché adoro la notte dei desideri;
  • amo la coincidenza che sua figlia sia nata il 13 dicembre ( a Santa Lucia);
  • e poi lui “pensa positivo”;
  • il collegamento con i suoi esordi e gli anni della mia adolescenza gli conferiscono quel fascino vintage irresistibile;
  • se dovessi scegliere una tipologia di donna che vorrei essere sarebbe sicuramente quella descritta nelle sue canzoni;
  • ho imparato a non sottovalutare i nei, i piccoli dettagli (“ho la mappa di tutti i tuoi nei, io la potrei disegnare”);
  • e non c’è storia d’amore che non abbia come colonna sonora una canzone di Jova.

Credo che il suo nome d’arte gli abbia conferito il dono dell’eterna giovinezza, infatti, pare che il tipografo a cui commissionò una locandina promozionale per una serata in discoteca commise un refuso: anziché scrivere “Joe Vanotti” (nome d’arte scelto inizialmente) scrisse“Jovanotti”, un errore che però Lorenzo trovò provvidenziale e decise quindi di tenere. E’ un’artista in tutti i sensi, un uomo pieno di colori, non sbaglia una canzone, amo quel suo stile camaleontico senza correre il rischio di perdere la strada di casa, riesce a non farti pesare l’abitudine che hanno molti suoi colleghi di voler sperimentare altri generi musicali finendo per non trovare più se stessi.

Terminerei quest’articolo con la mia canzone preferita..Un’illusione, ma pure Serenata rap!..no, forse è Luna di città di agosto, no aspetta! Come musica! anche Se le tasche piene di sassi e pure la sua versione di Lugar comum,..no! non sono guarita, ho sempre una canzone per la testa!

Con affetto, Luppy

Buone vacanze!!!

 

 

 

Metropolife

Vivere sommersa nel desperate houseluppy time, mi ha fatto rendere conto che le uniche pause in cui riesco a trovare la giusta ispirazione per scrivervi, sono quelle che trascorro in metropolitana.

Avendo appeso al chiodo la patente per la mia scarsa insicurezza, giro per la mia città con questo mezzo pubblico e non solo..praticamente sono esperta di quasi tutti gli itinerari via circu-metro-nicolare!

Le migliori pause che mi sono concessa sono quelle in cui nel treno c’erano pochi passeggeri, non perché ami la solitudine (per carità!!!), soltanto per lasciare che la mente si rilassi comodamente seduta, cosa complicata assai da realizzare quando sei in piedi e cerchi di non cadere aggrappata a qualcosa, incastrata come una sardina tra 30 persone in un vagone che ne dovrebbe umanamente ospitare moooolte, molteee di meno!

Non prendetemi per una psicopatica se vi confido questa cosa, ma per me la ricerca del posto è una cosa fondamentale: siccome sono una che soffre il mal di macchina, mal di mare, ect ect, in ogni mezzo di trasporto in cui mi trovi, adopero le mie tattiche per stare bene. In questo caso la ricerca del posto dipende dalla direzione in cui si muove il treno! Avvistato il posto giusto, mi avvicino al sedile del finestrino (quelli sono i più ambiti tranne che dalla sottoscritta), percependo sempre la sensazione di fastidio del mio vicino/a quando qualcuno si siede accanto sul treno. Il pensiero sembra essere “Avevo riservato anche questo posto solo per me!”. Finalmente seduta in un angolo, accenno una timidissima panoramica su ciò che mi circonda. Il vagone dei mezzi pubblici è un posto nel quale una mente curiosa si sfizia assai:

Avete mai notato che tutti ci guardiamo con aria sospettosa in questi posti? sarà perché è inevitabile non stare sulla difesa per il timore di sentirsi vittime di qualche mariuolo o talebano.

Riesco ad individuare la tipa amuchina che con la sua bottiglina dal liquido magico sembra voglia derattizzare tutto, ma si limita a disinfettarsi solo le mani! poi c’è cuore solitario con in libro di Sigmund Kafka Shakespeare tra le mani, quello che gioca al cruciverba e infine, quello che si appisola. Vi ho appena nominato il tris dei miei supereroi! Mi sono sempre chiesta se intenti nel loro passatempo, arrivino alla fermata desiderata e non finiscano a Mondragone?!

Spesso, quando la durata del viaggio della speranza sembra infinita, adopero la tattica della musica on the road per spezzare il silenzio del rumore del treno. Puntualmente a rovinare i miei piani arriva lo zingaro che con il suo tamburello cerca di seguire quel motivetto che fa “bailando,bailandooo”..vi confesso che dal primo momento che ho assistito a questa performance non c’è canzone che io possa schifare di più al mondo!

Il mio enigma inspiegabile resterà sempre quello che riesce a mangiare in metropolitana, col tempo mi sono convinta che sia dotato di uno stomaco di acciaio inox, se non di una quantità di anticorpi bestiale per riuscire  a mangiare in un posto dove mi muovo come le donne quando vanno alla toilette di un locale pubblico.

Un piccolo ringraziamento va ai whatsappari: le vostre conversazioni sono meglio delle puntate di beautiful! Gente che parla male del passeggero accanto, papielli di scuse alla fidanzate, dichiarazioni d’amore,..!!!

Potrei continuare all’infinito, anzi se qualcuno non lo avesse ancora fatto, dovrebbero scriverci un libro sul pazzo mondo di questi sconosciuti, io mi sono limitata a descriverlo come lo vedono i miei occhi e spero che quando vi troverete tra i passeggeri di questi treni vi ricordiate di queste parole, strappandovi un sorriso.

Con affetto, Luppy

Colonna musicale consigliata: “Metropolitana- Eduardo De Crescenzo”.

 

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Le cose cambiano.

I miei migliori articoli sono nati nei momenti più difficili, sarà per questo che non riesco a scrivervi da un bel pò?! Superata la soglia dei 30 anni ho visto cambiare molte sfumature della mia vita che ho tinto di colori chiari, lasciandomi alle spalle quelli scuri. Non so definire questo periodo con precisione, diciamo che mi trovo in bilico tra le insicurezze che si concretizzano e le certezze di una trentenne o semplicemente sono stata completamente travolta da questa nuova esperienza di vita insieme a Mr Effy.

Ci siamo trasferiti da circa un mesetto in quel di Saint George ( a cui presto dedicherò un articolo) e io mi sono trasformata in quelle donne di casa attive h24! Malgrado la mia carente esperienza nel settore casalingo, posso dire di essere sopravvissuta con un discreto successo al passaggio “ultima figlia coccolata , servita e riverita” a quello di “Desperate Housewife”!

La missione DH sembra procedere senza ostacoli (almeno spero)..

..mi sono avvicinata al reparto cucina armata di tutte le buone intenzioni e aver pensato, in passato, alla cucina come metodo per allontanare i cattivi pensieri (ex e potenziali principi pezzotti), mi ha conferito un po’ più di sicurezza nell’avventurarmi all’organizzazione di cene con parenti e amici. In realtà, i pareri dei commensali mi hanno stupita parecchio, visto che alla prima cena, ho terminato la cottura del menù con un’emorragia a un dito e alla seconda cena, invece, dopo esser scampati dall’incendio nel forno, non ho potuto evitare una leggera ustione poco dopo al palmo della mia mano sinistra!!!! Insomma, malgrado tutto, pare che gli ospiti siano rimasti contenti. Due di queste cene hanno avuto come protagonista principale “la pasta alla norma” (il mio cavallo di battaglia) che ho reinventato a modo mio nella presentazione..

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Per la categoria dolci, sapete che non posso vivere senza i miei cookies, la mia droga dopo Mr Effy!

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Ieri mi sono divertita a fare una trentina di muffin..che dovevano essere metà al cacao e l’altra metà semplici, ma da quello che avrete capito, la parte smemorina di me in cucina da il meglio di se!12985539_10209577414696651_7095552585388588189_n

Mentre la parte “desperate” di questa vita da houseluppy risiede nelle mansioni domestiche. Ero già a conoscenza dei super poteri che una donna scopre di avere in questa fase della sua vita, ma non avrei mai pensato potessi averli ianch’io! Pasticciona e sbadata come sono, immaginavo  le peggiori scene: primo fra tutti il problema di comunicazione con la lavatrice, ma grazie al famoso aiutino da casa riesco sempre a cavarmela! Almeno fino ad oggi, a parte la mia manicure, sembra andare tutto secondo i miei malefici piani casalinghi!

Ciò che invece, avevo sottovalutato era la vita con un uomo 24 ore su 24!

Devo fare una piccola premessa: casa mia è sempre stata una squadra di calcio al femminile, un quartiere generale nel quale la presenza maschile era sempre in minoranza, circondata da compagne (mastrolinde) sulle quali poter contare per la cura e la pulizia costante della dimora.

Potrete ben capire cosa significhi trovarsi sola con un uomo che completamente ignaro del pericolo che corre, si aggira per la casa con aria disinvolta, ma per te estremamente minacciosa volta a distruggere tutti i tuoi piani dell’ordine maniacale quotidiano!

Tutto sembrava porre le basi a una guerra, ma alla fine siamo giunti a un compromesso: io dimenticherò le mie manie di pulizia e lui se le ricorderà!

A voi, testimoni delle mie avventure dedico quest’articolo..ancora una volta vi rendo partecipi del mio mondo, sperando di strapparvi un sorriso e lasciarvi qualcosa di me.

Con affetto, Luppy

Gatta morta o crocerossina,..? io scelgo la terza!

Carissima me,..

Ho sempre guardato con curiosità, a tratti ammirazione, quel tipo di donne capaci di far capitolare tutti gli uomini ai loro piedi!..come le vogliamo chiamare? gatte morte? beh, io mi chiedevo quali metodi, tattiche o pozioni magiche adoperassero per conquistarli! All’epoca del mio “single lady time” appena trovavo la persona che mi faceva pensare fosse quella giusta, dopo aver sfoggiato tutte le mie capacità di conquista, volevo trarre ispirazione da costoro..il problema è che lo facevo nel modo meno idoneo! come? assumendo le sembianze di quella famosa figura mitologica chiamata “crocerossina”!!!

La situazione è sempre quella, il soggetto pure: donna che cerca il grande amore dall’uomo sbagliato! La tipica crocerossina è convinta che accudendo il suo amato gli apparirà diversa da tutte le altre, convinta che “Ce ne sono di più belle, ma io so amare meglio“.

Lei saprà cambiarlo,

anzi la parola giusta è migliorarlo!

lei lo salverà!

A questo…

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“LA REALTA’ AI TEMPI DEI SOCIAL: il mio miglior profilo”

Carissima me,..

I social danno un contributo rilevante a tutti i cessi che con uno scatto da professionista diventano degne di un concorso di bellezza. Fateci caso: sembrano tante Belen Rodriguez!

Io che trovo il mondo della fotografia pari al paese dei balocchi, mi diletto spesso a fare foto ad amiche e, perchè no, anche con le mie stesse fotografie correggo un pò qualche piccola imperfezione che può disturbare la perfezione della foto. C’è un particolare che non ho mai corretto. Più che particolare altri lo avrebbero definito “difetto”, io lo chiamo naso.

Il mio è uno di quei nasi che al giorno d’oggi molte persone correggono, più che con il photoshop, tramite qualche ora passata dal chirurgo. Non mi è ancora chiaro se cancelliamo con la gomma un difetto per accettarci o per farci accettare?

Io vivo ancora con lo stesso naso da 31 anni, con questo naso diverso dagli altri…

View original post 414 altre parole

Single per scelta? Perchè no!

Mi capita troppo spesso di sentire storie di donne in

lacrime per aver incontrato il peggior stronzo della

propria vita e ritorno inevitabilmente a chiedermi: ma

cos’è che non riescono a capire? noto che molte donne

vivono il loro stato di singletudine come un male da

curare e, in effetti, è proprio la terapia che sbagliano!

I casi più disperati sono reduci da storie come queste:

..sono passati anni dall’ultima storia con quello che

ritenevi il grande amore della tua vita, l’unico degno di

averti accanto, o peggio, l’unico a cui TU potevi stare

accanto! Nell’arco di questo tempo, mentre lui si è rifatto

una vita, hai provato a cercare la persona giusta, perché tu

credi ancora nell’amore, ma ti si sono presentati solo casi

disperati, di cui poi finisci per pentirti di aver conosciuto.

La tua vita sentimentale continua, caratterizzandosi

ripetutamente delle stesse tipologie di persone. Arriva lui,

ti riempie la testa di ba/elle parole che poi si riveleranno

essere soltanto bugie, soffri, ti disperi, hai la testa colma

di dubbi, dov’è che sbaglio?  Ti sei mai chiesta, invece, se

l’errore l’hai commesso proprio tu? come? costruendo

nella tua mente l’immagine di un uomo perfetto che nella

realtà non esiste per esempio. No! non te lo chiedi, insisti

con lui, finché anche quel briciolo di dignità rimasta

finisce in mille pezzi che manco se fosse un puzzle si

potrebbe ricomporre. Ci riprovi, esci con un altro che

chissà perché ha sempre qualcosa che ti lega all’ultimo: il

colore degli occhi, la stessa ironia, la follia, ma in realtà

l’unica cosa che lo accomuna con l’altro è quello di fare i

porci comodi suoi per poi passare alla prossima vittima.

Tu questo lo capisci quando è troppo tarsi ormai. Così

riprendi la tua vita. Le provi tutte, cerchi di individuare

tutti i segni che il destino ti mette per la strada, per capire

come curare questo male al cuore che senti

continuamente. Niente! non lo sai come far in modo che il

cuore e la mente viaggino sullo stesso binario. Chi l’ha

detto che in amore non è possibile far ragionare la

mente? Si può essere innamorati e far funzionare la

mente, si può amare senza perdere la testa, sì! è possibile!

ma solo se prima riuscite a perdere la testa

completamente per voi stesse! Concedetevi del tempo per

voi stesse, non sprecatelo mettendovi accanto l’ennesimo

principe pezzotto che contribuirà soltanto a rompere quel

sottile e fragile equilibrio che pezzo per pezzo, pian

pianino potrebbe portarvi alla pace dell’anima. Cercate

dentro di voi, scopritevi, smettetela di spogliarvi davanti

alla persona sbagliata, scrutate nel vostro animo e cercate

il perché delle vostre domande, denudandovi di ciò che

avete sempre cercato di nascondere. Sono convinta che

quando ci sarete riuscite, vedrete il mondo diversamente,

una realtà che va ben oltre la storia d’amore che vedete

nei film, imparerete a conoscervi giorno per giorno e a

scoprire passioni diverse, farete della ricerca di voi stesse

lo scopo principale per la felicità. 

Questa è l’unica cura che ho da suggerirvi, non servono

medicine, nemmeno psicologi, nessuno può entrare

dentro di voi e rendervi felici, se non siete prima voi a

rendervi felici. L’uomo che saprà rispettarvi sarà l’uomo

giusto, ma tutto dipende da voi! 

“Never failure, always a lesson!”

Con affetto, Luppy

Buon 2016!

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Ogni Natale o Capodanno questa adorabile pagina dedicata al mio club al femminile non vi ha mai fatto mancare i miei auguri. Quest’anno rileggendo quelli degli anni passati, mi sono chiesta come avrei potuto scegliere parole migliori per augurarvi buone feste senza finire per essere ripetitiva. Così ho deciso di dedicare un articolo post feste, approfittandone per parlarvi dei miei primi giorni del 2016!

Per Natale, Mr Effy ed io, abbiamo deciso di regalarci un paio di giorni nell’incantevole Firenze! Abbiamo trascorso gli ultimi giorni del 2015 e i primi del 2016 in questo posto che da tempo desideravo vedere. Di Firenze adoro il dialetto toscano, i suoi paesaggi, l’arte, ma soprattutto il cibo!

Il posto è a misura di turista: 

Come piace a noi, dopo un’accurata selezione siamo giunti alla scelta di un appartamento su airbnb, situato in una posizione strategica del pittoresco e colorato quartiere di San Lorenzo nel centro storico di Firenze, a due passi dal Duomo e dalla stazione ferroviaria. 

 

 

Il centro storico di Firenze non è molto grande, ma è un museo a cielo aperto! L’abbiamo visitato comodamente a piedi apprezzando ogni scorcio e ogni angolo della città.

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Avendo la possibilità di soggiornare in un appartamento abbiamo vissuto delle tipiche giornate da fiorentini, scendendo a fare la spesa nel mercato vicino oppure facendoci tentare dai ristoranti situati al primo piano del mercato centrale, caratterizzati dalla cucina genuina con ingredienti sani, coltivati nelle campagne intorno a Firenze.

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Patria dell’alta moda, difficile non rimanere incantati difronte a esclusive collezioni di abbigliamento, scarpe, borse e gioielli dei più rinomati designer (totalmente conquistata dallo store di LUISAVIAROMA!!!). Firenze concentra le maggiori boutique nel distretto commerciale del lusso, in via de’Tornabuoni, via della Vigna Nuova ed in generale, in tutto il centro storico di Firenze si trovano anche  botteghe artigianali, soprattutto di articoli in pelle.

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Ogni volta che torno da un viaggio, provo sempre la giusta sensazione di sazietà per sentire la mancanza di casa, con Firenze, invece, è capitato il contrario, avevo ancora il desiderio di restare!

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Concluderei quest’articolo con un ricordo di questa città, frutto della mia fantasia: un quadro di un’epoca passata che raffigura un borgo di persone felici che sanno come vivere bene!

 Buon 2016!

Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non finisce mai.(Oriana Fallaci)

Un martedì di qualche anno fà.

Rivendicando la pioggia di ieri pomeriggio, oggi il sole ha accompagnato la mia passeggiata verso il lavoro. Malgrado la sveglia all’alba, sono in piedi da un’ora e mezza. In perfetto orario a lavoro, non ho per niente sonno, anzi, da oggi in poi ho deciso di svegliarmi con una gran voglia di iniziare la giornata!

E’ giusto così! avrei peccato nei confronti della mia vita, le avrei mancato di rispetto.

Eccomi qui! Con il mio abito preferito, avvolta dagli odori misti tra il bagno schiuma,la crema e il profumo per il corpo, mi sento di buon umore. Dietro il bancone del mio negozio. Nell’attesa che qualcuno dia un senso alla mia presenza e si decida ad entrare (e soprattutto a comprare!),guardo la gente che passa davanti alle vetrine. Sarà perchè ormai sono “sposata”, ma ad attirare la mia curiosità non sono tanto gli uomini che si confondono nella loro banalità di stile: giacche e cravatte o, ancora peggio, polo e righe. Mi incuriosisce la diversità delle donne.

Le donne che attirano la mia attenzione sono solitamente il mio opposto. Ammiro quelle donne superaccessoriate: indossano collane, orecchini, migliaia di bracciali, anelli di pietre brillanti, mentre io a malapena sopporto un paio di orecchini e un bracciale! io miamo tanto, ma non nego che mi sarebbe piaciuto essere come quelle donne tascabili, piccolette, magre, dai polsi e le caviglie esili.

Mi capita spesso di notare quelle donne dai meravigliosi capelli lunghissimi e lucenti “effetto Pantene”. Roba che, per quanto mi riguarda, risale all’epoca di quando guardavo i “puffi”. La lunghezza dei miei capelli non va oltre quella delle spalle, causa: il mio parrucchiere, ce l’ha con le doppie punte! Adoro queste fortunate, in particolar modo, in  estate quando perfino a 40 gradi lasciano cadere sulle spalle la loro foltissima chioma sciolta, mentre a me viene la pressione bassa solo al pensiero di avere un maglione di cachemire sulle spalle sotto al sole di agosto!

Fate capaci di mille incantesimi quando diventiamo mogli! Quella che io definisco la “categoria delle acrobate”: in modalità “ON” acca 24, rivestono ruoli che vanno oltre ciò che apparentemente sono quello della moglie, madre e, quando è concesso, anche donna!

Vogliamo ricordare i nostri moment de la lune???

Il mio primo giorno di ciclo ha come colonna sonora il ritornello di Zarrillo”cinque giorni che ti ho perso”, la casa viene tappezzata da wanted in cerca di quella fanciulla dolce, generosa e tanto paziente che ero. Sembro un trasformer: i capelli indomabili rispecchiano esattamente lo stato un cui sto, piango anche se guardo film comici, mangio come se non ci fosse un domani e anche volendo evitare che succeda, mi gonfio come una mongolfiera (ergo, tanto vale magnà!). Una parola di solidarietà va al mio uomo: Mr Effy vorrebbe tanto rivedermi al termine del ciclone e, invece, resta accanto a me fino all’ultimo moment de la lune! che uomo coraggioso! i nostri uomini sono le prime vittime della nostra trasformazione: io comincio a torturarlo una settimana prima, basta che mi dica la più semplice delle frasi che a me suona come la peggiore delle offese!!! Comprendeteci: per 5 giorni buttiamo il sangue in tutti i sensi!!!

Infine, vorrei poter menzionare un evento importante che reputo il giorno più bello nella vita di ogni donna: la nascita di un figlio.

Noi donne abbiamo il potere magico di dare la vita!

Wilde diceva che “la forza delle donne deriva da qualcosa che la psicologia non può spiegare. Gli uomini possono essere analizzati, le donne…solo adorate”. 

Quanto sarebbe bello far capire l’importanza di questo potere ai tanti uomini che maltrattano le proprie donne.

A me però basta che lo sappiate voi, Carrissime mie!!! non dimenticate questo grande potere e non dimenticate mai il potere che avete su voi stesse!

AMATEVI!

Con affetto, luppy

Cosa vuol dir sono una donna ormai?

Cosa vuol dire “essere una donna di 33 anni oggi?”

Ho l’impressione che qualsiasi risposta dia a questa domanda mi faccia sembrare una vecchia bacucca.

Non sono una di quelle che rimpiange gli anni passati, probabilmente perché amo più quella che sono adesso e meno quella che ero “ieri”.

Bisogna ammettere che, però, qualcosa è cambiato!

Tipo stà cosa che 3 anni fà, il venerdì sera tenevo la forza di andare a ballare fino all’alba, dormire due ore, di svegliarmi per andare a lavorare come se avessi fatto otto ore di sonno, per poi ricominciare tra aperitivi e ridiscoteca fino ad averne la nausea la domenica sera! mentre ora il venerdì sento lo stress appiccicato tra il mascara sopra gli occhi e alle 11 (sì, MAGARA!) dormo come un bimbo educato in un collegio svizzero (sì, perché vammelo a trovare un bimbo che dorme a quell’ora al giorno d’oggi!).

Altro tasto dolente è l’aspetto fisico. Io nei miei 30 anni di vida loca non ho mai, e dico MAI, messo un grammo in più di grasso che permettesse al primo/a scustumato/a di turno di esclamare la famosa frase ” ma sei ingrassata però!

Ora apro e chiudo una parente: ma con quanta cazzimma la dite stà frase?!?!?..no, perché siete cattivi/e assai! cioè ma che v’aggie fatt!!?!?!..

Per non parlare della ricca collezione dei “quando ti sposi?”& “quando fai un figlio?”..

‘Abbè chiuso questo discorso, a me ciò che mi manca è lei: mi manca la taglia 42, la panzella inesistente che oggi a stento quando mi stendo rivedo ancora, quell’emozione di poter dire che una cosa che indosso “..mi va larga”!!!

Tutto questo mi ha portato a dover oltrepassare la soglia di quel luogo estraneo ai fatti (miei), frequentato da gente che si toglie la panza e non so come, se la mette nelle braccia, loro li chiamano “bicipiti”, si atteggiano a Rambo e Rocki, in realtà a me sembrano tutti pezzotti di braccio di ferro!

Insomma, mi sono iscritta in palestra!

Che postaccio carissime! braccio di pollo (il titolare del postaccio) mi ha consigliato di frequentare i corsi (visto che non volevo il fisico a Schwarzenegger ), dove ho scoperto un odio profondo per le frequentatrici con la sindrome della prima della classe. Massimo rispetto, anche per quelle che si truccano pure per andare in palestra, più che altro per la scelta studiatissima del make up waterproof a prova di sudore!

Avrei dovuto intuire tutto all’età di 29 anni, quando notai tra i miei capelli castani la presenza di uno “diversamente castano”, era l’intruso che avrebbe rotto le palle con i suoi colleghi per il resto della mia vita! una donna può dimenticare tutto, tranne l’età del suo primo capello bianco!

Se agli uomini compare un capello bianco dicono che è brizzolato, se compare a noi siamo vecchie! cioè noi dobbiamo proprio combatterlo il capello bianco! il mio parrucco di turno ne sa qualcosa!

Da piccola mi piaceva pormi la domanda di come sarei stata fra 10 anni.Oggi ho, involontariamente, smesso di domandarmelo, forse perché ho imparato a vivere giorno per giorno la vita, o perché infondo ogni fase della vita di una donna va vista come se fossero le sfumature dei petali di una rosa. Ogni colore avrà la sua bellezza. E’ così che amo immaginarmi fra un paio di anni, nel frattempo mie carissime colleghe godiamoci questo trentennio, trent’anni per farci donne e il resto per goderci il presente!

ce lo meritiamo!

con affetto, Luppy

 

 

The best of..9mber!!!

La musica del cuore: 

 

Cine house:

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I love shopping:

-formine muffin  by Kasanova: offertissima da non perdere teglia per muffin da 6 + 6 formine in silicone + spatola € 10.00!!!

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-cappellino con le recchie by Alcott;

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-abiti by Alcott, ebbene sì! sono diventata una di quelle che acquistano lo stesso abito con quattro colori diversi (al blu e bordeaux, ho aggiunto uno nero e uno grigio!).

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-scatola di latta vintage,..con questa stiamo a quota 8, mi fermo sennò divento una collezionista!

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-calzini a pois;

-mascara+smalto color fango Kost;

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I like:

  • Quelle volte che mi riesce di mettere bene la matita nera sugli occhi!
  • Vedere le strade e i negozi con gli addobbi natalizi!

 

 

I don’t like:

  • L’etichetta che lascia la colla sui barattoli;
  • Le bacucche con la sindrome da prima della classe al corso di pilates & Co.
  • I roditori di unghia in metrò;

 

Piccoli momenti..

  • da dimenticare:

Gli appunta-tormenti dal dentista!

  • da ricordare:

13/11/2015 Parigi..

 

 

 

 

Malafemmena a mammt!

Chi se non questa pagina in un giorno come questo dovrebbe spendere delle parole contro la violenza delle donne?

..non mi va di menzionare i soliti slogan, preferisco ricordare ad ogni donna che non bisogna mai smettere di amarsi.

Il mio blog non nasce seguendo la scia delle fashion blogger, ma dall’iniziativa di sostenere “la forza delle donne”, per far sì che non venga mai sottovalutata!

Vi siete mai chiesti perchè ho intitolato questa pagina “Carissima me”? perché non c’è nulla di più caro al mondo dell’amore che proviamo per noi stesse!

Usiamo la testa e diamo voce alla libertà: NESSUNO ha il diritto di impedircelo!!!

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“Napoli nun è ‘na carta sporca”

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La mia città ha un effetto particolare su chi la vive fin dalla nascita, é come quel profumo di una bella malafemmina che fa impazzire un uomo..un profumo unico, un essenza imparagonabile, l’odore di un fascino irresistibile che ti porti dentro per tutta la vita..12249775_629985420476835_7661612741272504462_n

The best of October..

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La musica del cuore:

Cine house:

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I love shopping:

Bershka

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Alcott

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Scent of Luppy:

Romeo Gigli Dream in super offerta imperdibile: SCORTA OBBLIGATORIA!!!

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Scatola di latta VINTAGISSIMA “la belle Parisienne”:

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Effimeri in tour:

Weekend a Roma, la mia terza volta nella capitale della dolce vita, ogni volta che ritorno a casa, porto con me una parte di lei che non conoscevo, la città che non smette mai di sorprenderti.CAM02650 CAM02658 IMG_20151102_075105

I like:

– il 6 e il 7 ottobre (compleanno mammina e onomastico Mr Effy)

Tanto auguri alla mia mamma!!!

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L’unica testimonianza rimasta dei festeggiamenti per Santo Effimero, Semifreddo al cioccolato e nocciole:

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– Andare in palestra con Mr Effy..

– Il gelato alla meringa..

I don’t like:

– Gli istruttori dei corsi in palestra: maledetti!

– L’enigma da risolvere ogni volta che devo risvoltare i guanti per lavare i piatti!

– La trasformazione in strega senza self control nei miei moment de la lune..

– Halloween..non sono proprio la tipa che va in giro per la città vestita da strega, anche per questo, odio il carnevale (quando dico così sembro il puffo Quattrocchi!).

Piccoli momenti:

  • di successo:

– quei momenti in cui imparo dagli errori degli altri;

– ritorno in cucina, ma non vi emozionate!

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Anche se non ci sono prove che lo testimoniano, ma giuro che ho un testimone, ho preparato anche un buonissimo purè con la ricetta della mia mamma!

  • da dimenticare:

..quei momenti in cui dovrei riflettere prima di parlare e dire cose che possono ferire chi mi sta vicino.

  • da ricordare:

..tutti quei momenti in cui io e Mr Effy capiamo di amarci davvero.

Voglia di shopping..

Reduce dall’ultimo post, non riesco a non lasciare le emozioni che mi ha dato questo abito firmato Philosophy by Lorenzo Serafini..

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..e mi è venuta una gran voglia di shopping!!!

Non seguo la moda, ma ogni stagione amo scegliere i capi che faranno poi parte di uno stile che si adegua al mio modo di essere. Quest’inverno andrò sul motivo floreale, abiti (la mia passione) lunghi, ma anche jeans con camicie romantiche (entrambi una gran new entry da sempre assente o dimenticata nel mio armadio).

Dopo una sbirciatina on line, i miei spacciatori preferiti mi hanno dato l’ispirazione che cercavo, ecco qualche consiglio forever low cost per me e per voi:

H&M 

€ 19.99

9.99

14.99

Berska

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Stradivarius

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Spetteguless!

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Questo è il classico esempio di abiti da passerella (from Alberta Ferretti with love) che se fossero indossati da una comune mortale “par a Maronn e’ l’Arc”..addosso a un fisicaccio esagerato come quello del ‪#‎Lapinella‬ diventa un incantevole chef d’oeuvre!

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Mi sembra opportuno non lasciarmi scappare l’occasione di poter menzionare la linea Philosophy che nell’ Ottobre 2014 inaugura il suo nuovo corso affidando la Direzione Creativa a Lorenzo Serafini, già noto per aver guidato il womenswear di Roberto Cavalli, per poi assumere l’incarico di Responsabile Creativo di D&G, e successivamente delle collezioni donna di Dolce & Gabbana.

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Qui il link con tutti gli abiti

The Best of Settember..

La musica del cuore:

Cine house:

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I love shopping:

  • costume Oviesse;
  • olio corpo e capelli (Erboristica);
  • maschera per il viso (Bottega Verde);

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Effimeri in tour:

Weekend a San Benedetto del Tronto: mai nessun posto fino ad oggi mi ha fatto stare così bene! presto gli dedicherò un articolo per rendervi partecipi di questo meraviglioso weekend!

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I like..

Le noci di settembre da spellare;

La gratitudine;

Chemisier H&M (prossimamente nel mio armadio!);

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Il rumore delle foglie secche che cadono dagli alberi quando le calpesto;

I don’t like..

La carta dello yogurt che si rompe in due mentre la apri;

Quando qualcosa rovina i miei programmi;

Le sensazioni da primo giorno di scuola che non vogliono mai andare via;

Il 14 settembre (l’ho scritto, ma non chiedetemi il perchè..)

Piccoli momenti..

  • di successo:

– ritorno in cucina!

Cookies che passione!

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  • da dimenticare:

– la caviglia slogata di Mr Effy ormai battezzato “piedone”, abbiamo anche una diaspositiva:

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  • da ricordare:

– il tempo trascorso con i miei cari: Trovo incomprensibili quei figli che non manifestano il proprio affetto ai genitori. Anzi vi dirò di più: io penso che la vita senza il ricordo delle coccole date e ricevute dai genitori, sia di una tristezza infinita! ‪#‎eatanemotion

Se il Rumore Del Mare Supera Quello Dei Pensieri, sei Nel Posto Giusto!!!

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Questa foto la intitolerei: “Weekend on the road verso un posto dove esiliare dai rumori della città e della testa”

..okkkei, il titolo è un po’ lungo, ma rende l’idea!

Questo è stato lo spirito giusto per vivere nel migliore dei modi questa piccola grande vacanza trascorsa in quel di San Benedetto del Tronto!

I paesaggi “mare e monti” del tragitto andata e ritorno in macchina furono solo un piccolo assaggio dei tanti panorami che ci avrebbe offerto questo nuovo viaggio.

Arrivare all’hotel Excelsior è stato come essere catapultati in uno di quei film al “sapore di sale” style: un albergo dal look fermo agli anni ’70, vintage al punto giusto per due amanti del genere come me & Mr Effy!

4 stelle meritatissime:

  • La vista sul mare dalla camera ci ha regalato degli incantevoli risvegli.

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  • La Spa gratuita: un regalo meraviglioso per gli ospiti dell’albergo.

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  • Colazione abbondante e di qualità, con una varietà di torte squisite.
  • Piscina immersa nel verde, pulita e dalla profondità ideale per fare una tranquilla nuotata.

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  • Ho trovato molto comoda la possibilità di usufruire della spiaggia privata dell’albergo con ombrellone, 2 sedie da sdraio e 2 lettini a nostra disposizione in prima fila. Anche se ci sono tantissimi lidi attrezzati e non, di cui poter usufruire, nel caso non vi troviate a soggiornare negli alberghi sul lungomare.

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  • Consiglio di noleggiare le bici (€ 1.00 all’ora) per girare tutto il lungo mare, un vero e proprio parco naturalistico con giardini tematici.

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At last..vorrei poter menzionare la zona del porto con un faro romanticissimo.

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..nelle cui vicinanze troviamo il corso con negozi, locali e la meta obbligata per chi fa tappa a San Benedetto del Tronto: il “monumento di parole”. Opera del pittore, scultore e scrittore italiano Ugo Nespolo, la grande struttura (7 metri di altezza) di acciaio colorato è un inno al dono di Dio, al mare.

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Una bella sorpresa, nonché meta di ristoro tra una passeggiata in bicicletta e non, è stata la White Bakery: un locale dall’aspetto americano degli anni ’50, in cui è possibile deliziarsi scegliendo dal menù con una vasta e abbondante scelta tra dolce e salato, seduti comodamente all’esterno o all’interno.

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Questo e tant’altro, ha contribuito a rendere indimenticabile il nostro soggiorno a San Benedetto, un posto che ci ha lasciato addosso il profumo delle vacanze di un tempo.

Con affetto, Luppy

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Donne, oltre alle gambe c’è di più!

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Voi sapete quanto tenga alla figura della donna nella società e leggendo i tanti articoli sul web che parlano di “questa giovanissima ragazza del Lazio, alta un accidenti e dai tratti tipici, e per niente rari non solo in Itaglia, ma in tutto il mondo”, non posso non dire la mia.

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Comincio col dire che l’unico motivo per il quale posso trovarmi a guardare questo programma è perché lo considero un ottimo rimedio contro l’insonnia! Al pari delle trasmissioni della D’Urso, evito con piacere di farmi annoiare da questa ridicola rappresentazione. Da piccola, sì, lo seguivo. Con il mio team al femminile, capitava di metterci tutte davanti alla TV e con lo spirito critico di Enzo Miccio facevamo la strage delle innocenti. Ovviamente vinceva sempre quella che era meno bella di quell’altra!

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Reduce da un bellissimo weekend con Mr Effy (di cui vi parlerò a breve) mi sono persa la gaffe della Neo Miss che l’ha resa più famosa della notizia della sua vittoria, cioè è proprio passato inosservato il fatto che abbia vinto pure!

Comincio col dire che se mi fossi trovata nei suoi panni, scusarmi sarebbe stata sicuramente la seconda cosa che avrei fatto dopo aver capito di aver detto una grandissima stupidaggine, ma infondo è comprensibile cosa si possa provare, l’emozione di trovarsi in finalissima davanti a una telecamera sotto gli occhi di tantissime persone non dev’esser facile d agestire.

Ciò che invece condanno è l’organizzazione di un programma come questo!

A soli 18 anni una ragazza non dovrebbe fare un concorso del genere: già solo questa reazione lasciava intendere che non era pronta per affrontare quello che è un trampolino per entrare nel mondo dello spettacolo. E’ sbagliato proprio il concetto di Miss Italia che non dovrebbe corrispondere a bella senza cervello, ma bella con un cervello!

..oltre alle gambe c’è di più!!!

Sei una vintage girl se..

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Sei una vintage girl se..

..se ascolti tutte le canzoni dagli anni ’50 in poi..

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..se preferisci un vecchio vinile ai CD..

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..se ti piacciono gli uomini di un tempo..

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..se ami guardare i film in bianco e nero..

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..se guardi nell’armadio di tua madre o sorella per rubare qualche capo di moda d’epoca (e lo indossi con orgoglio!)..

..se ami girare nei mercatini vintage..

..se arredi casa cercando mobili restaurati e riportati a nuova vita con la storia e la bellezza dell’usura del tempo..

..se pensi al passato con nostalgia di quei valori e sapori di un tempo..

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..se preferisci le auto d’epoca ai mega macchinoni di oggi..

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..se impazzisci di gioia davanti a un qualsiasi oggetto d’annata di pregio..

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..se riempiresti la cucina di tutta la linea Smeg..

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..se sogni di mettere un vecchio jukebox in soggiorno..

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..se gireresti il mondo con una Vespa 50..

..se fai del vintage un vero e proprio stile di vita..

The best of Luppy..Coming soon!!!

E’ tempo di aggiungere qualche nuova rubrica alla collezione delle mie sezioni, sperando non finisca in quelle iniziate e non continuate costantemente, forse perché non è ancora arrivata quella che è riuscita a convincermi del tutto.

Sento che questa sarà diversa, mi spiego meglio: sarà una sorta di riassunto dell’ultimo mese trascorso, i momenti più importanti, i piccoli traguardi che non vanno lasciati inosservati, la cosa più buona che ho mangiato e perché no?..anche miracolosamente cucinato, l’acquisto del mese,..insomma il meglio dell’ultimo mese, una lista delle cose positive per cui dobbiamo rendere grazie al cielo!!!

A prestissimo!

Luppy

La felicità è fatta di attimi di dimenticanza!

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START: 12 agosto

DESTINAZIONE: paradiso?

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..semplicemente Berlin (atto VI)!

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C’era una volta e c’è ancora..un castello che giace lungo il fiume Sprea..il suo nome è N_how Berlin Hotel ****, un meraviglioso albergo, la cui strana forma ha sempre attirato la nostra attenzione.

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Noto per avere la fama di essere l’unico hotel musicale di Berlino con studi e camere di registrazione con vista sul fiume.

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Così quest’anno il mio risveglio straniero è stato a 4 stars..

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..momento Spa inside hotel..

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..e tralasciando un problema con il loro allarme antincendio che ha suonato per ben due notti due volte, interrompendo i nostri sogni beati, conserviamo comunque un bel ricordo di questo soggiorno in quel di Berlin..con la consapevolezza che non soffriamo di cuore!!!

E come tutti i viaggi che si rispettano non sono mancate visite al museo..

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Degustazione dei piatti tipici..

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Lo shopping time

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Le foto ricordo dei monumenti principali della città..

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Cene romantiche..

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..e che vacanza sarebbe senza l’happy hour+foto tramonto!!!

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Le mie foto artistiche..

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Outfit..

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La vida loca..

-Watergate Boiler Room

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-Club der visionaire

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*perdonate la qualità delle foto, ma lì fare foto nei locali, contrariamente a quanto succede qui, fa molto turista e non si viene ben visti..

Per lavoro ci capita spesso di ritornare a visitare quartieri a cui è riservato un grande spazio verde con il tipico laghetto abitato dalle paperette..

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..questo posticino a noi ricorda un po’ il mondo delle favole, in cui andiamo a rifugiarci quando siamo saturi di quel kaos napoletano e ci rimaniamo il tempo giusto per sentirne la mancanza e apprezzare i colori e i saporidella mia città!