C’ho questo vizio di non sentirmi grassa, di non sentirmi brutta. Mi sono accorta pure di aver raggiunto un buon equilibrio mentale, si perché la mia lucidità è stata messa più volte alla prova durante questo 40° anno della mia vita che vorrei poter dire il più difficile, ma per scaramanzia lo definisco “un anno difficile”.
Per qualche scherzo del destino, l’anno scorso nel giorno mio onomastico, mia madre è stata operata urgentemente, o meglio è stata salvata urgentemente, tutto sembra più bello quando le operazioni hanno un lieto fine.
Invece, no.
Quest’operazione ci ha rivelato quello che non avrei mai pensato potesse succedere: Mamma ha quel brutto male che non riesco nemmeno a pronunciare. Non ci riesco perché la mia lucidità non me lo permette. Non so se sia il caso di usare la parola “lucidità ” perché io per farmi fess e cuntent cerco di sfuggire dalla realtà. Poi però se qualcuno mi chiede di mamma, ritorno al pensiero che non mi sono svegliata da un brutto sogno, io vivo in quell’incubo. L’agonia più tosta da affrontare è quella di vedere la propria madre soffrire e non poter fare niente.
Mi fanno compagnia le notti insonni e la camomilla alla melatonina. Un quaderno dove butto via tutti i pensieri che ho per la testa, fogli pieni della mia negatività. Nonostante tutto, devo purtroppo affermare che episodi come questi hanno sempre avuto effetti positivi su di me o sono io che cerco di vederla così. A me che sento sempre il bisogno di sentirmi la più piccola, hanno dato la consapevolezza di dover diventare grande. Tempo fa lessi che bastano pochi minuti di pianto per sfogare il proprio dolore, la parte restante dipende da noi. Questa é la tecnica che mi aiuta a riprendermi nei miei giorni no. Anche perché ho capito che piangere mi affatica. All’inizio non potevo farne a meno, finché un giorno capitò davanti a mio figlio. Mi venne vicino come se avesse sentito il mio stesso dolore, dicendo “mamma” con un suono così empatico, quasi come se volesse confortarmi. Quel momento mi fece comprendere che non potevo concedermi quel lusso di sentirmi piccola, sono una mamma. Da allora credo di essere cambiata veramente.
La mia lucidità mentale mi dice che devo vivere un giorno alla volta, mi dice di abbandonare i miei continui sensi di colpa, che non posso fermare la mia vita perché devo sentire il dovere di sentirmi grande, é mio figlio che ha il diritto di sentirsi piccolo. Verrà il giorno in cui smetterò di dare la colpa a Dio per non aver dato a mia madre la serenità che merita, verranno quelli in cui mi concederò una pausa dalle distrazioni e piangerò più di quel minuto concesso.